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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Prefazione a cura di Parthenope Bion Talamo al libro di Claudio Neri

Gruppo

(Borla, Roma, 1995)



Lo stesso titolo, <<Gruppo>>, elegantemente essenziale, di questo libro di Claudio Neri, svela uno dei suoi aspetti più importanti, una sua caratteristica basilare, che non viene mai esplicitata in quanto tale. Neri qui sta parlando di un certo tipo di aggregazione umana, tanto comune in ogni tipo di società da far pensare che si tratti di una caratteristica della specie, per cui il suo discorso non si limita agli spazi angusti dei gruppi formati artificialmente per favorire il loro studio, ma si riferisce a tutti i gruppi umani, fermo restando la distinzione tra gruppo e massa. Questa scelta, che porta la discussione sui gruppi anche fuori dell'ambito della psicopatologia o della formazione degli operatori, dà ragione di una serie di caratteristiche che rendono particolarmente piacevole ed arricchente la lettura, tra cui l'uso frequente di esempi presi dalla letteratura mondiale, soprattutto orientale, per illustrare i punti teorici che guadagnano molto da questo situarli nel loro humus naturale.

Un'altra caratteristica fondamentale del testo è il suo stesso essere <<gruppo>>, in due modi diversi. Neri non si limita a collocare il suo argomento all'interno della <<condizione umana>>, ma a sua volta dialoga con i colleghi del passato e del presente: non si tratta di un <<doveroso>> (e quindi forse anche noioso?) rifarsi ai testi più o meno sacri degli autori noti e meno noti che hanno già scritto di questo argomento, ma di una vivace conversazione a distanza, che soppesa quanto detto dall'uno e lo paragona a concetti simili - o contrastanti - dell'altro. Da questo andirivieni tra autori il discorso dello stesso Neri trae spessore e arricchimento, senza alcun appesantimento scolastico, lasciando il lettore con un'immagine di appartenenza ad un gruppo ideale di studiosi.

Ma c'è anche un altro senso in cui il libro si fa esso stesso gruppo: non nei contenuti, ma nel modo in cui questi sono collegati assieme. La struttura del testo rimanda infatti alla rete di comunicazione - o piuttosto, alle reti - che si sviluppano su molteplici livelli all'interno di ogni gruppo. Si possono infatti prendere le varie parti del libro, che per forza di cose si trovano stampate e rilegate una di seguito all'altra, come se appartenessero in realtà ad un edificio che ha molti piani: si può camminare rimanendo su un unico piano, e si possono prendere gli ascensori. Questi <<ascensori>> nella realtà del libro sono i copiosi rimandi e riferimenti ai capitoli che verranno, il cui compito è di ampliare ciò di cui l'autore ha dato soltanto un piccolo assaggio introduttivo, oppure consigliano il lettore, alle prese in seguito con una teorizzazione più densa e ardua, di riprendere per un momento la discussione nel punto in cui un nuovo concetto è stato introdotto per la prima volta.

Oltre a questi rimandi, il libro è stato dotato di altri due strumenti che agevolano notevolmente la lettura: i riquadri in cui alcuni concetti ricevono una trattazione da brevissima nota storico-critica, riquadri che sono decisamente una miglioria rispetto alle solite note a piè di pagina, anche perché possono venire letti o saltati dopo uno sguardo rapidissimo che permette di capire quanto il lettore in questione sente il bisogno del tipo di informazione ivi contenuta, in quel particolare momento della lettura. Questi riquadri costituiscono qualcosa di analogo alle <<digressioni>> che si possono riscontrare in una conversazione tra un gruppo di amici, e non distolgono l'attenzione dal testo principale. L'ulteriore strumento è l'ottimo glossario, estremamente utile di nuovo come <<luogo>> mentale da cui andare e tornare per chiarire i punti più spinosi del testo.

Perché, nonostante il fatto che si tratta di un libro decisamente user-friendly, non è per questo facile sul piano concettuale. Quando Claudio Neri mi ha chiesto molto gentilmente di fare una breve presentazione del testo, mi sono sentita non soltanto onorata, ma anche molto preoccupata, per la moltitudine e la densità degli argomenti - anche se alleggeriti dalla tecnica di scrittura e di strutturazione fisica del testo - e per la complessità della loro concate-
nazione. Penso che non sia possibile rendere giustizia di un testo di questo genere in poche parole, per cui mi limiterò a dare un'indicazione di quello che mi sembra essere il problema che i pensieri dell'autore sono intesi a delucidare, e lascerei ai lettori i piaceri di scoprire i dettagli degli strumenti euristici che Neri, con tutto il bagaglio della sua esperienza umana e professionale, ha deciso di utilizzare in questo grande compito.

Neri introduce due serie di concetti (campo, semiosfera, sistema protomentale, da una parte, e comunità dei fratelli, commuting, diffusione trans-personale, disposizione a stella dall'altra) che sono intese a descrivere e ad illuminare tutto quello che c'è di pre-, di non-, di oltre-verbale che si riscontra quando si studia il gruppo come entità e si desidera fare un discorso che non si limita a stare nel gruppo ma deve in qualche modo sorvolarlo. (Un metadiscorso, quindi, che può limitarsi ad essere teorico o può (anche) essere terapeutico). La prima serie di concetti riguarda la teorizzazione sullo stato del gruppo, sulle sue condizioni, mentre la seconda riguarda il modo in cui il gruppo si comporta quando certe condizioni si awerano. Questi due livelli di discorso si intrecciano continuamente, mirando ciascuno, in modi diversi, a venire a capo del problema di che cosa avviene di non-verbale, o di extraverbale, nella comunicazione umana, e di come, nella pratica, avvengono questi fenomeni.

E' soprattutto dietro il concetto di campo che si intuisce la presenza del grande problema della comunicazione extra-verbale: <<campo>> sembra essere introdotto per poter parlare di questo problema in modo diverso dalla teorizzazione americana della micro-comunicazione (mimica facciale, postura, ecc.), ma rimangono ancora delle difficoltà rispetto al sapere come <<viaggiano>>, come si comunicano, per esempio, le identificazioni proiettive.

In questo libro Neri ha cercato di far capire come si può pensare a tutto ciò, come dotarci di strumenti adeguati alla bisogna, e quale tipo di uso fare, poi, di questi strumenti. Una delle difficoltà in cui si è sicuramente imbattuto mentre si accingeva a questo compito è un fatto culturale: gli esseri umani, in genere, tendono a parlare, e la psicoanalisi in particolare ha valutato (sopravalutato?) la parola, non considerandola soltanto come unico mezzo terapeutico efficace - e questo è uno dei concetti basilari della psicoanalisi, fa parte della sua struttura e della sua definizione - ma, subdolamente, prendendo in considerazione come <<buona>> o <<valida>> principalmente la comunicazione verbale a detrimento di quella non verbale. Non voglio dire che gli psicoanalisti non tengono conto di altre forme di comunicazione, ma i termini usati per definirle tendono ad essere vagamente denigratori: acting, acting out, proiezione, identificazione proiettiva sono tutti dei termini che sono regolarmente accompagnati non da un odore di santità, ma piuttosto di disapprovazione.

A proposito, perché si dice <<odore di santità>>? Non è questo proprio uno di quei casi in cui la comunicazione originale, seppure trasformata in seguito in una verbalizzazione, non era a livello uditivo, ma olfattivo, piuttosto? Nessuno di noi pensa, in realtà, che tutta la comunicazione umana valida sia verbale, o verbalizzabile: non si possono ridurre a parole le arti visive, la musica, ecc. Ma la tendenza degli analisti a pensare, sotto sotto, che tutta l'attività mentale di valore sia potenzialmente verbalizzabile, e, soprattutto, che la comunicazione avvenga a livello verbale, ha reso più difficile lo studio di tutti quei fenomeni che non solo traggono forza da sostrati non-verbali, ma che dimorano di diritto in quelle regioni. Uno dei grandi meriti di questo libro di Neri è stato il tirare fuori dal sottosuolo una serie di illustrazioni della ricchezza dell'interazione umana, a prescindere dalla parola, prima di essa, dopo di essa.

Queste stesse caratteristiche del contenuto di Gruppo fanno sì che il libro possa essere letto con molto profitto non esclusivamente da categorie di persone (psicoterapeuti di gruppi e individuali, sociologi, filosofi della comunicazione), ma da <<persone>>, da chiunque sa che il fare parte di una serie di gruppi è un pilastro portante del proprio essere <<umano>>, e ne vuole capire di più.


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