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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Genitori e figli in consultazione

a cura di Elena Trombini

Saggi di

Stefano Bolognini, Andrea Braun, Glauco Carloni, Silvana Casagrande, Pierandrea Lussana, Mario Magrini, Marco Mastella, Mauro Morra, Silvia Molinari Negrini, Irenea Olivotto, Maurizio Pitter, Vlasta Polojaz, Francesco Pozzi, Irene Ruggiero, Elena Trombini.

pp.254, £.35.000

Casa Editrice Quattroventi Urbino - Via Dini, 16 - 61029 Urbino
Tel. 0722/2588 - fax 0722-320998 - e mail: quattroventi@info-net.it




PREFAZIONE
Glauco Carloni

Come si sa, Sigmund Freud, neuropsichiatra per la verità più neurologo che psichiatra, fu costretto ad abbandonare l'Università e la ricerca, con la quale aveva già prodotto una quarantina di scritti (una decina dei quali dedicati alle paralisi infantili) e ottenuto la libera docenza. Solo la libera professione, a differenza dei grandi profitti dell'attività universitaria, gli avrebbe consentito infatti di provvedere a una numerosissima famiglia: otto membri della sua, più i genitori e i sei fratelli minori. Per la più rimunerativa professione poteva giovarsi infatti delle competenze acquisite a Parigi e Nancy, che gli avrebbero permesso di curare con l'ipnosi i frequenti casi di isteria. Ipnosi ben presto sostituita da una terapia di sua creazione che nel 1895, negli scritti sull'isteria, definì per l'appunto psicoterapia dell'isteria e qualche anno dopo, con un approfondimento della tecnica e una ormai più vasta applicazione, chiamò col nuovo nome di psicoanalisi.
Fra le prime scoperte di Freud fu di singolare rilievo il riconoscimento dell'importanza della vita infantile nel destino di ognuno e, in particolare, nell'eventuale patologia degli adulti. Importanza che non derivava da un preconcetto freudiano, ma nella spontanea propensione dei pazienti a tornare nei ricordi e nei sogni alle loro esperienze infantili, e dalla possibilità di collegare queste esperienze, sovente traumatiche, a sintomi, atteggiamenti, condotte, inibizioni, inclinazioni e vocazioni della vita adulta.
Freud mutò successivamente la sua credibilità nei confronti di memorie distorte o di rievocazioni di leggende domestiche, interpretate non più come una realtà obiettiva ma come una realtà psichica soggettiva peraltro non priva di un'ascosa verità e di non minore significatività scientifica; ma non dubitò mai di avere percorso un sicuro sentiero etiologico. Perciò, appena gli si presentò l'occasione (1908), operò un felice tentativo di terapia psicoanalitica della fobia di un bambino di cinque anni, il piccolo Hans, con la mediazione (nell'attuale evoluzione della tecnica non più praticabile) del padre, che era pure un suo allievo; e in seguito indirizzò il talento della sua ultimogenita verso il trattamento dei bambini. Fu poi il più caro e geniale dei suoi allievi, Sandor Ferènczi, a ripetere, questa volta con la mediazione della zia, lo stesso tentativo con Arpad, il piccolo uomo gallo (1913): un bambino della stessa età sofferente, per una psicosi infantile, di totale identificazione con il galletto che lo aveva beccato sul pene incautamente e infantilmente esibito; e fu sempre Ferènczi a incoraggiare la sua più creativa allieva, Melanie klein, ad occuparsi anche lei di bambini.
La elaborazione di queste pionieristiche esperienze portò la Freud e la klein a creare, con i necessari aggiustamenti, la psicoanalisi infantile, la cui valutazione trovava il suo culmine nello scritto di Ferenczi Le analisi infantili e nell'adulto (1931). In questo articolo si riconosceva ad un tempo la particolare dignità del bambino, la natura infantile di ogni patologia e la differenza quantitativa, non qualitativa, della varietà e gravità dei disturbi psichici, del bambino e dell'adulto, del cosiddetto sano e del cosiddetto malato. Due anni dopo, nella Confusione delle lingue fra adulti e bambini, Ferènczi riaffermava la responsabilità degli adulti nei traumi e nelle distorsioni della vita emotiva e, fra questi, in special modo la misconosciuta, anche agli addetti ai lavori, straordinaria diffusione delle pratiche sadiche e incestuose di tanti padri indegni, perché tali solo di nome, e di quella che si potrebbe definire pedofilia materna, eccezionalmente sessuale nelle donne, ma caratterizzata dall'eccesso per intensità e durata delle preoccupazioni e delle soffocanti premure materne.
Non si tratta, per quelli di noi che hanno organizzato, mi pare con successo, questi seminari mensili, di esibire narcisisticamente la nostra competenza per affascinare o intimidire chi non l'ha o pare pensare di non averne avuta abbastanza, ma di utilizzare l'ormai secolare esperienza psicoanalitica, mettendola a disposizione di tutti coloro che si occupano degli altri e del modo più acconcio per capirli e comunicare con loro, fornendo una sorta di laboratorio a cui dovrebbero attingere, così come i medici di ogni tipo si rivolgono ai loro laboratori clinici, tutti coloro che si occupano dei minori: pediatri, psicologi, neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti. Con questo intento si sono raccolte le documentazioni dei seminari degli ultimi due anni, perché se la comunicazione, come si dice, a braccio risulta più vivace e gradevole, purtroppo verba volant, mentre a vantaggio della memoria scripta manent.


PRESENTAZIONE
Stefano Bolognini

Da diversi anni è in corso un vivace dibattito, all'interno della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), sul tema dell' "apertura all'esterno": apertura che avviene - là dove l'istituzione psicoanalitica è più stimolata dal contesto socio-culturale e dove il senso dell'identità scientifica è sufficientemente forte e coeso - sotto forma di incontri interdisciplinari con studiosi di aree contigue, di seminari teorico-clinici rivolti a pediatri, neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti per bambini e adolescenti, supervisioni a Servizi Psichiatrici e Gruppi Balint per medici di base.
Questo dibattito riflette quello più ampio sviluppatosi nell'ambito della International Psychoanalytical Association (IPA) (l'istituzione fondata da Sigmund Freud nel 1910, che raggruppa 101 società psicoanalitiche di tutto il mondo) e che vede l'attuale presidente Otto Kernberg in prima linea come convinto sostenitore di una linea progressista, aperta agli scambi e ai contatti con gli esponenti di campi scientifici e professionali prossimi o comunque collegati con la psicoanalisi. Alcuni esempi sperimentali di questa politica hanno dato esito positivo: l'ormai mitico Michigan Institute of Psychoanalysis diretto da Marvin Margolis, la Società Psicoanalitica Cilena e l'APA (la maggiore e la più mitica delle tre attuali società argentine), organizzatesi in dipartimenti e sezioni che si occupano in modo mirato di queste attività applicative in diversi ambiti specialistici, hanno incrementato la loro vitalità interna ed avviato una serie di collaborazioni fruttuose con professionisti di campi limitrofi, favorendo la diffusione di una cultura psicoanalitica di qualità, depurata dalle pretese di onnipotenza e dalle necessità di proselitismo tipiche degli imitatori.
Ciò che alimenta il dibattito interno, tanto nella SPI quanto nell'IPA, è proprio il problema della qualità psicoanalitica delle attività interdisciplinari di "apertura": sono in grado, gli psicoanalisti - tradizionalmente così ancorati alla loro privatissima e regolare prassi quotidiana, al loro setting e alle loro coordinate scientifiche così "forti" da rischiare a volte l'autoreferenzialità - di fornire contributi teoricamente e tecnicamente corretti e al contempo utili, ben assimilabili, convertibili in applicazioni professionali diverse dalla loro e, se possibile, espressi in forma chiara, piacevole e non gergale?
Per converso, è possibile trattare argomenti "di confine", occuparsi dell'interfaccia tra psicoanalisi e pediatria, tra psicoanalisi e psichiatria ecc., senza perdere lo specifico dell'identità psicoanalitica di base e senza tradire la coerenza scientifica di un corpus teorico certamente articolato, ma reso omogeneo dai punti cardinali del setting, del metodo, della scoperta dell'inconscio e dello strumento interpretativo?
Il Centro Psicoanalitico di Bologna, dopo una approfondita discussione interna, ha risposto con i fatti più che con i proclami (tant'è che queste mie note - me ne rendo conto mentre scrivo - costituiscono in un certo senso un primo modesto proclama, una prima formulazione ufficiale di questa politica culturale; e ciò dopo anni di fertili realizzazioni ...)
Aldilà delle più o meno sottili disquisizioni teoretiche su quanto possa andare perduto o tradito rispetto all' "oro puro" della psicoanalisi, nel corso di queste iniziative di incontro con questi Colleghi, restano a conti fatti alcune solide certezze: la fecondità di queste occasioni di scambio reciproco; la soddisfazione di quanti (pubblico e relatori) vi hanno preso parte; la testimonianza - tanto più significativa quanto meno immediata - da parte di singoli specialisti riguardo ad un arricchimento culturale e ad una possibilità di conversione in tecnica, nell'ambito delle diverse discipline, di alcune acquisizioni, di alcuni strumenti magari marginali e poco vistosi.
Se i nostri Colleghi pediatri, neuropsichiatri infantili e psicologi continueranno a ricevere qualcosa di buono e di utile da questi Seminari, gli psicoanalisti potranno essere orgogliosi del loro piccolo particolarissimo contributo alla battaglia contro la sofferenza emotiva e mentale dei bambini bisognosi di cure.


INTRODUZIONE
Elena Trombini

Un uovo in fasce, una sfera, una canna, una squadra presentati su un tavolo. Dietro, un'ombra scura contrasta con il chiarore che illumina gli oggetti e con il blu atemporale dello sfondo.
Mi è parso che il quadro del maestro Giulio Ruffini, riprodotto in copertina, bene visualizzi sintetizzando ciò che accade quando arrivano genitori e figli in consultazione. Sulla scrivania dello specialista si mette a nudo, come sotto la luce di un riflettore, la centralità del problema: un figlio che attende di nascere psicologicamente e crescere, libero dalle fasce, assieme a una madre (la sfera) e a un padre (la canna), in un rapporto triadico (la squadra) in grado di permettere lo sviluppo infantile in un equilibrio armonico tra i membri della famiglia. Ma questo proceso può essere bloccato o deviato da qualcosa di incomprensibile che, come un'ombra scura, funesta e raggela genitori e figlio consegnandoli, in uno spazio senza tempo, a una dimensione innaturale e imbarazzante (l'essere esposti su un crudo tavolo di legno).
Dove e come può entrare in tale dinamica il terapeuta, consultato per cercare di sbloccare una situazione così dolorosa? Seguendo le suggestioni simboliche delle immagini del quadro mi viene da pensare che il terapeuta può collocarsi là dove il rapporto triangolare naturale tra la coppia dei genitori e il figlio si è arrestato o ha trovato un momento di crisi. Il terapeuta può così temporaneamente, per il periodo necessario, fungere da squadra all'interno del percorso evolutivo del nucleo familiare, in grado cioè di "in-quadrare" il problema, contenendolo e risignificandolo, e riattivare il dialogo profondo a tre tra i genitori e il figlio; in grado poi di ritirarsi con rispetto sullo sfondo quando la relazione triadica abbia ripreso corso.
Nei capitoli del libro si snodano percorsi che dalla comprensione della sofferenza aprono all'attribuzione di senso e alla possibilità di riallacciare i fili interrotti di quelle dinamiche relazioni capaci di promuovere un sano sviluppo psicologico all'interno del nucleo familiare.
Gli autori, tutti specialisti che da decenni operano nel campo della sofferenza psichica di bambini e adolescenti e delle loro famiglie, offrono stimolanti riferimenti teorici, puntuali riflessioni metodologiche e coinvolgenti situazioni cliniche, che bene sottolineano come anche le più angoscianti realtà esistenziali contengono la possibilità di essere comprese, accettate e quindi valorizzate.
Un'ultima annotazione. I capitoli del libro ripercorrono l'ordine cronologico con cui ciascun relatore ha presentato il proprio contributo all'interno dei Seminari teorico-clinici, tenutisi presso il Centro Psicoanalitico bolognese nel biennio 1996/98 (dal titolo "Genitori e figli nel percorso evolutivo: una prospettiva psicoanalitica per gli operatori delle istituzioni"), aperti a neuropsichiatri infantili, psicologi e pediatri operanti all'interno delle istituzioni sanitarie per l'età evolutiva.
Si è scelto infine di mantenere la forma originale del testo di ogni autore perché il lettore possa beneficiare della ricchezza del materiale proposto, come già lo fu per i partecipanti ai seminari, e possa condividere, attraverso gli scritti, la bellezza dell'animo umano, in grado di svelare, pur nella sofferenza o proprio grazie ad essa, gli abissi del dolore, ma anche e soprattutto la gioia della comunione dell'altro ritrovato.


PREMESSA
Marco Mastella - Irene Ruggiero

Rivedere insieme le relazioni lette ad altrettanti Seminari, destinati ad essere raccolte in un unico volume, suscita un'intensa emozione, pari al coronamento di un sogno: realizzare e diffondere una qualificata iniziativa di aggiornamento, di discussione di esperienze cliniche, di riflessione metodologica, con cui il Centro Psicoanalitico di Bologna si propone come interlocutore di quanti, neuropsichiatri infantili, psicologi e pediatri, operanti all'interno delle istituzioni sanitarie per l'età evolutiva, sono interessati ad un approccio psicodinamico, effettuato da psicoanalisti SPI, che a vario titolo hanno lavorato anche nelle istituzioni per l'età evolutiva.
Il successo dell'iniziativa, ormai al terzo anno, testimoniato dal numero delle richieste di partecipazione e dalla vivacità, dall'attenzione e dal dibattito che segue le relazioni, conferma l'utilità e la fecondità di uno "spazio condiviso" per coloro che esplorano, a diversi livelli, il mondo dell'infanzia, dell'adolescenza e dei genitori.
Uno "spazio" che può favorire l'interazione e la crescita di psicoanalisti e specialisti che a loro volta lavorano per facilitare la crescita, spesso inibita o bloccata, di figli e genitori, ed una "serie di riflessioni", qui raccolte, che possono incuriosire e stimolare quanti si occupano di sviluppo, di salute e patologia dell'infanzia e dell'adolescenza, di cure genitoriali e di educazione.




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