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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Il Dizionario Internazionale della Psicoanalisi
Editions Calmann-Lévy
3, rue Auber 75009 Paris France
Tel. 01.47.42.77.81 e-mail: aanselmi@calmann-levy.fr

Recensione di Giancarlo Gramaglia



Unico nel suo genere, il Dictionnaire international de la psychanalyse edito in francese dall’editore Calmann-Lévy, è il primo tentativo di raccogliere attraverso sei lingue continentali (francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo e tedesco) uno spaccato attuale degli effetti e della circolazione del pensiero di Freud.
Il Dictionnaire offre l’opportunità di cogliere alcune delle diversità di ciò che viene chiamato nel mondo psicoanalisi, e di avere delle informazioni sulla diffusione della stessa.
L’opera è stata diretta dal presidente e fondatore dell’AIHP (Associazione Internazionale di Storia della Psicoanalisi) Alain de Mijolla, membro dell’SPP, il quale ha fatto ruotare attorno al pilastro Freud: Winnicott, Lacan, Klein, Ferenczi, Rank, Bion, A. Freud, ecc..e, nello stesso tempo, ha aperto a concetti di Adler e Jung. Insomma ce n’è per scontentare chiunque!
Un comitato ristretto di collaboratori si è valso dell’apporto di 460 autori sparsi in ogni parte del globo. Sono occorsi sette anni per assemblare, unificare, e pubblicare i 1572 articoli che costituiscono le voci del dizionario. Una quarantina di paesi sono interessati, con il profilo dei loro pionieri, cioè di quelle persone che hanno contribuito allo sviluppo del pensiero psicoanalitico in ciascun paese, con una bibliografia correlata, le più significative opere pubblicate e le principali istituzioni con i rimandi alle voci collegate.
Da notare che il direttivo che ha coordinato il dizionario non è intervenuto in ordine ai contenuti dei singoli articoli, ciascuno dei quali è firmato.
I Concetti, le Nozioni, le Biografie, le Opere e gli Avvenimenti con le più importanti Istituzioni psicoanalitiche costituiscono le voci di ciascun articolo alfabeticamente ordinate in due volumi.
Per quanto concerne gli autori italiani:
Rosario Merendino, membro SPI, ha curato la voce Italia e Rivista di psicoanalisi; la prof.ssa Anna Maria Accerboni si è occupata di Weiss, Elementi di psicoanalisi dello stesso, Corrao, Federn, Gaddini, Levi Bianchini, Perrotti, Rosental, Servadio, Tomasi di Lampedusa; mentre lo scrivente ha seguito le voci Opere di S. Freud di Boringhieri, Trattato di psicoanalisi del Musatti, Fornari, Morselli, e Musatti; Carlo Bonomi ha scritto Institut Max-Kassowitz (di Vienna) e International Federation of Psychoanalytic Societas (Eric Fromm ad Amsterdam); Marco Conci ha contribuito con Sullivan; infine la prof.ssa Maria Grazia Fava Vizziello ha redatto le nozioni di Carenza e Svezzamento.
Come si può notare non tutti gli autori italiani hanno lavorato su questioni strettamente italiane, e ciò è ovvio ed estendibile a tutta l’opera, nel senso che anche autori stranieri, soprattutto francesi, hanno trattato ogni tipo di argomento. Gli autori - 500 articoli sono tradotti dalle altre cinque lingue in francese - sono stati coinvolti per le loro specifiche competenze e particolarità di studio: psicoanalisti, ricercatori di storia, psichiatri e docenti, medici e psicologi, ma in special modo personaggi che hanno scritto e lavorato con il pensiero di Freud. Il loro valore, spesso di fama internazionale, è una indubbia ricchezza dell’opera.
Malgrado l’apertura notevole di questo lavoro, il tentativo dialettico tra le diverse correnti di pensiero, il settanta per cento degli autori è di lingua francese, dove il 20% delle voci sono state scritte da Mijolla e dal comitato (Bernard Golse, Sophie de Mijolla-Mellor, Roger Perron), e questo è il dictionnaire international de la psychanalyse nel bene e nel male: comunque lo stato dell’arte del tentativo dialettico psicoanalitico più avanzato che a tutt’oggi possediamo. Faccio un esempio tratto dalla voce “Io”. Diversi sono gli articoli concernenti il Moi. Mijolla qui ha cercato di mettere in evidenza ogni conflitto nozionale attorno alla psicologia dell’Io: passando da Ernst Federn alla teoria di Hartmann, per poi riprendere il libro di Anna Freud per avvicinarlo all’Io ideale ed all’Ideale dell’Io, l’uno più prossimo a Lagache e l’altro a Lacan. Si, questo dizionario è proprio una scommessa!
Ne esce una visione polifonica che pur sconcertante è anche l’unica, nel senso della più realistica, se si va a spasso per i quaranta e più paesi in cui la psicoanalisi è approdata: dal Giappone alla Scandinavia, dall’Australia all’India, dalla Russia alla Martinica, dalla Corea al Magreb.
Utile e prezioso strumento, non fosse altro che per farci rendere conto che, fuori dal nostro cortile c’è un mondo psicoanalitico che ha già camminato con gambe sue proprie, al di là delle colonne d’Ercole, e strada da compiere ne ha parecchia.
Il dizionario può migliorare, sia nel dotarsi di apparati di consultazione, sia - come dice in presentazione lo stesso direttore Ð di aggiunte e doverose correzioni che dovranno essere fatte in futuro e nelle possibili traduzioni, e può servire da base per visitare nuove culture e fornirci una mappa della diffusione della psicoanalisi che permetterà di fare la storia della stessa.

E’ importante intendere questa differenza tra diffusione della psicoanalisi e la sua storia: nel senso che troppo spesso è data per scontata l’esistenza della psicoanalisi perché da un certo luogo vengono citate frasi di Freud o di chi altro, o per il solo fatto che Lacan o Ferenczi siano esistiti in Francia e in Ungheria, lì ci sarebbe psicoanalisi. Non vuol dire nulla! Perché ci sia psicoanalisi occorre che ci sia dell’analista, cioè che qualcuno rielabori quel pensiero e che lo ri-produca lì in quel momento con il lavoro del proprio inconscio.
L’impresa che ha condotto Alain de Mijolla costituisce un evento culturale che va studiato e sul quale credo sia bene interrogarsi per valutarne la portata. Come è possibile coniugare la Babele dei linguaggi che contraddistingue la psicoanalisi in estensione con il suo patrimonio di verità che va oltre Freud, e ciascun altro maestro, per incarnarsi in colui che scrive o dice in un determinato momento?
E colui che scrive o dice, cioè questo prodotto finale, non è forse un Ego prodotto a sua volta da identificazioni che ha ri-trovato il suo equilibrio momentaneo (identità) con il proprio Es che sta ad ascoltare?
Allora tra questa realtà esterna (Babele) e quella interna (Es), in perenne squilibrio-equilibrio, Io come può, se riesce, a coniugare l’incommensurabilità tra Dizionario e Psicoanalisi?

Torino, 12 ott. 2002


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