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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Giuseppe Civitarese

L'intima stanza. Teoria e tecnica del campo analitico
Borla, Roma 2008
(pp. 230 26,00 euro)





    Dalla Presentazione di Antonino Ferro

    Il concetto di Transfert è da tempo reso più articolato da quello di Relazione, a sua volta declinato in vari modi, dai post-kleiniani agli intersoggettivisti; un ulteriore livello di complessità gli è derivato, poi, dal concetto di Campo, che di per sé ha avuto un'evoluzione a salti.
    Non sono molti gli Autori in grado di destreggiarsi in questo complesso movimento di progressiva espansione, e che siano capaci di avere una visione olografica e multidimensionale della psicoanalisi: Giuseppe Civitarese è sicuramente tra questi pochi (o pochissimi, dovrei dire). Non solo, egli sta dando un suo contributo a quella che si intravede come una quinta estensione del concetto di Campo: quanto deriva dalle suggestioni della Realtà Virtuale, intesa come spazio dell'onirico in seduta.
    Nel far questo egli mantiene salde radici in una profonda conoscenza del pensiero freudiano e in una sempre più appassionata e personale rilettura di Bion. Di per sé, ciò sarebbe già meritevole di grande apprezzamento, ma l'Autore dimostra anche una naturale propensione per la riflessione astratta che gli deriva dalle sue competenze filosofiche e semiologiche e, come se non bastasse, rivela una non comune capacità narrativa nel farci entrare nella stanza d'analisi a contatto con le vicende cliniche anche le più delicate.
    Così, se da un canto è un Autore non "facile" (proprio perché complesso!), dall'altro fa sì che sia facile seguirlo perché porta per mano il lettore attraverso ardui sentieri (spesso mai descritti), mappando così percorsi ancora aggrovigliati.
    I temi affrontati sono da subito quelli centrali nella psicoanalisi di oggi. Se il primo capitolo parte in modo rassicurante con il Freud (1913-14) dei Nuovi consigli per la tecnica, subito s'impenna proponendo "l'adozione rigorosa del paradigma onirico della seduta" e affrontando il tema spinoso ed estremamente controverso della "realtà" (esterna?) in analisi.
    Radicalizzando con coraggio il punto di vista che in quanto analisti ci concerne, considera la seduta come sogno (non che il resto non sia importante, ma lo è da altri punti di vista). In fondo come una di quelle equazioni che divengono risolvibili solo dopo aver "posto per assurdo che x sia uguale a ...", così anche in analisi siamo in grado di operare solo dopo aver posto per assurdo che quanto il paziente dice pertenga al campo analitico.
    Come ci ricordano Bion, Ogden, Grotstein, il nostro lavoro consiste nello sviluppare quel "dreaming ensemble" che consente di spostare l'oscillazione sintomoßàcapacità-di-trasformazione-onirica verso quest'ultimo polo.
    Aneddoticamente ricordo che Giuseppe Civitarese ha "donato" il titolo al volume a più voci (tra cui la mia), Sognare l'analisi, titolo che statuisce in modo forte un vertice di appartenenza in cui non è in gioco la negazione di una realtà esterna o storica (ci mancherebbe altro!), ma in cui l'analista sa di poter operare solo sviluppando la capacità di sognare del paziente (e propria) in modo che la sensorialità e le protoemozioni non elaborate, anziché essere evacuate e portare al sintomo, possano essere alfabetizzate, metabolizzate e quindi dimenticate, stoccate nei ricordi, e impiegate come memorie per pensare.
    Tutto questo ci viene detto con un aggancio profondo alla teoria psicoanalitica e attraverso esemplificazioni cliniche dettagliate, precise e convincenti, che mostrano la capacità di gioco dell'Autore, capacità di gioco che credo sia una delle qualità maggiori che un analista dovrebbe possedere.
    Giuseppe Civitarese non può non essere interessato a una delle sfide più attuali e significative per la psicoanalisi: ci riguardano quelle zone che si trovano al di "sotto" di quelle psicotiche? Un approfondito studio di Bleger, di Marcelli e di Ogden sembra aprirci spiragli di grande interesse per i funzionamenti di base della mente.
    Ed è proprio il continuo alternarsi, nel libro, di parti teoriche e narrazioni cliniche che rende possibile rinverdire e rendere assumibili concetti come nucleo agglutinato o sensory floor.
    La cultura semiologica entra nel testo in modo forte nel terzo capitolo, dapprima con narrazioni letterarie e filmiche. Il gioco dei personaggi, della narrazione, e il significato dell'irruzione dell'analista nel testo (attraverso le interpretazioni di transfert che rompono un certo assetto narrativo) sono poi testimoniati attraverso altre illustrazioni tratte da frammenti di sedute che mostrano come l'Autore sia in grado di coniugare assieme teoria e clinica senza alcuna prevaricazione, anzi sia sempre capace di una freschezza clinica che poi troverà nuovi saldi punti teorici.
    Nel quarto capitolo le teorie del Campo sono arricchite dalle potenzialità metaforiche della Realtà Virtuale, dei mondi possibili, dei personaggi come ologrammi. Vengono aggiunti concetti anch'essi di derivazione narratologica come quello di Trasparenza, Mapping, Accessibilità.
    [...]
    Siamo dunque di fronte a un libro che ha diversi vertici di fruizione: un approccio chiaro alla complessità della psicoanalisi e alla molteplicità dei suoi modelli, e una mappatura storica e geografica di molti dei suoi concetti chiave; una possibilità di accedere, grazie al ricco materiale clinico, all'intima stanza dell'analisi e della mente e di partecipare a quanto avviene nella intimità della relazione analitica; una guida per chi volesse rendersi conto di come si è arricchito il concetto di Campo (così centrale e così poco conosciuto); infine, una via di ingresso alla narratologia per tutte le connessioni che ci consente di operare, e all'esercizio di teorizzazione metapsicologica e filosofica [...] L'unico libro con cui mi viene da paragonarlo per profondità, ricchezza, apertura di orizzonti è lo straordinario testo A Beam of Intense Darkness appena pubblicato da James Grotstein.
    [...]

    Giuseppe Civitarese, nato a Ortona, medico psichiatra, dottore di ricerca in psichiatria e scienze relazionali, psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e dell'International Psychoanalytic Association (IPA), vive e lavora a Pavia. Ha pubblicato numerosi lavori su argomenti di psichiatria e psicoanalisi su riviste italiane ed estere. é tra gli autori del volume Sognare l'analisi. Sviluppi clinici del pensiero di Wilfred R. Bion, Bollati Boringhieri, Torino 2007.


      Indice
        Antonino Ferro
        Presentazione

        1. Incendio al teatro: (ir)realtà di/nel transfert e interpretazione
        Insonnia Abisso Incontro

        2. Vincolo simbiotico e setting
        Meta-Io Touching Sensory floor Frammenti clinici Ambiguità
        Sensazione, memoria, oggetto Confusione/commozione Fusionalità

        3. Metalessi ovvero retorica dell'interpretazione di transfert
        Quale testo e quale autore? Trasgressioni La fortezza
        Interpretazioni radioattive o gommapiuma? Reframings

        4. Immersione vs. interattività e campo analitico
        Finzionalità del setting Tecno-logie Ipertesto RV Nella tela di Aracne Mo(n)di possibili
        Fuga da Matrix

        5. Nachträglichkeit
        Ritrascrizione della memoria La ripetizione come funzione biologica fondamentale
        Temporalità retroattiva e causalità psichica Ripetizione, memoria e categorie del traumatico
        Différance A missing concept?

        6. Transference, USA
        Dagli archivi Spettri del transfert La rivoluzione tranquilla Teatro da camera
        What about me? Matrici del transfert

        7. Differenza (una certa) identità transfert
        Differenza (Una certa) identità Restrizioni di campo Transfert

        8. Più affetti... più occhi. Temi del postmoderno e de/costruzioni in analisi
        Cor/rispondenze derridiane La svolta neo-retorica Al "Lio" (l'Io?) L'etica dell'ospitalità


        Bibliografia


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