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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Vincenzo Caretti e Giuseppe Craparo (a cura di)

Trauma e psicopatologia.
Un approccio evolutivo-relazionale.


Astrolabio, Roma, 2008
(pp. 439, 35.00 euro)






Introduzione (Nino Dazzi)
Nonostante il trauma sia uno dei temi maggiormente dibattuti, non si e' ancora arrivati a una sua definizione univoca. Aspetto singolare questo, se si pensa, ad esempio, che la stessa psicoanalisi freudiana nasce proprio a partire dalle riflessioni sulla natura traumatica delle nevrosi isteriche.
Siamo, cosi', testimoni dell'affermarsi di una divisione fra chi e' piu' incline a considerare il trauma in riferimento agli effetti di un evento oggettivamente grave (come puo' essere un abuso sessuale, l'essere usciti indenni da un incidente stradale o l'essere stati testimoni di un omicidio) sull'integrita' psicofisica del soggetto, e chi invece propone una riformulazione del trauma in termini evolutivo-relazionali, come espressione di un deficit delle capacita' metacognitive di elaborazione emotiva di un evento stressante, come conseguenza dell'attivarsi di memorie traumatiche retaggio di relazioni primarie insicure.
Nel suo lavoro sul disturbo borderline di personalita', Fonagy sostiene, in questo volume, che il bambino maltrattato viene privato di quel sostegno sociale sufficientemente valido perche' possa sviluppare un'adeguata capacita' di comprendere lo stato psicologico dell'altro nelle piu' importanti relazioni interpersonali: in questi casi a essere compromessa e' la costituzione di unita' rappresentazionali Se'-altro indispensabili per lo sviluppo di quel grado di autostima necessario perche' il piccolo possa esplorare con fiducia l'ambiente circostante. L'esperienza traumatica non risolta (mantenuta da uno stile di attaccamento insicuro), rende quindi meno probabile lo sviluppo di relazioni significative, riducendo ulteriormente la possibilita' di una soddisfacente risoluzione dell'esperienza emotivamente disturbante attraverso l'uso di processi riflessivi e autoriflessivi.
In casi come questi e' probabile che si stabilisca un modello di pensiero che comporta una generalizzazione della sospettosita' e della sfiducia, che spinge il bambino ad allontanarsi dallo stato mentale degli oggetti piu“ significativi, rimanendo cos“ privo di qualsiasi contatto umano essenziale per lo sviluppo di una identita' autonoma, capace di rispondere adeguatamente alle sollecitazioni provenienti dalla realta' interna e dall'ambiente esterno. In un contesto trascurante, quindi, il bambino puo' sviluppare una paura della vita mentale tale, da indurlo a rifiutare la conoscenza degli stati mentali propri e altrui, che puo' determinare nel tempo un impoverimento del Se' e di conseguenza il rischio che si possa sviluppare un disturbo psicopatologico.
Non dissimile e' la posizione di Bessel van der Kolk, che propone una nuova diagnosi per il trauma complesso: il disturbo traumatico dello sviluppo (Developmental Trauma Disorder). Una diagnosi frutto di considerazioni secondo le quali esperienze croniche di trascuratezza (neglect), vissute nell'ambito di relazioni insicure, hanno effetti negativi sulle seguenti sette aree del funzionamento del bambino: attaccamento (difficolta' interpersonali e nella sintonizzazione emotiva con gli altri), livello biologico (analgesia, somatizzazione, problematiche mediche nell'arco della vita), regolazione affettiva (mancata regolazione del Se', scarsa comprensione degli stati interni del Se' e dell'altro, incapacita' di comunicare desideri e bisogni), dissociazione (alterazioni dello stato di coscienza, depersonalizzazione, amnesia), controllo del comportamento (scarsa modulazione degli impulsi, aggressivitˆ auto- ed eterodiretta, abuso di sostanze), funzionamento cognitivo (mancata regolazione dell'attenzione, difficolta' nell'elaborazione degli stimoli, difficolta' di apprendimento, difficolta' nel programmare e anticipare), senso del Se' (senso del Se' carente, scarso senso di separatezza, disturbi dell'immagine corporea, bassa autostima, senso di vergogna e di colpa).
Per l'autore, quindi, la perdita di una base sicura rappresenta la forma di trauma psicologico piu' precoce e dannosa, capace di sconvolgere il cuore dell'identita' soggettiva e di predisporre il soggetto alla depressione, al tentato suicidio, all'addiction, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi dissociativi, eccetera.
Sottolineando la stretta relazione fra trauma e dissociazione, Giovanni Liotti sostiene nel suo articolo che la disorganizzazione dell'attaccamento e' l'esempio piu' precoce e conosciuto di dissociazione delle funzioni mentali. Esso e' connesso a esperienze traumatiche irrisolte dal genitore, le quali si riflettono sullo stato dissociativo del bambino anche in assenza di maltrattamenti espliciti.
Per cogliere l'aspetto dinamico, processuale e intersoggettivo della molteplicita' rappresentativa tipica del modello operativo interno (MOI) disorganizzato, l'autore utilizza la metafora del "triangolo drammatico". Questa metafora suggerisce che il bambino disorganizzato tende a percepire se stesso e la figura di accudimento (caregiver) secondo tre ruoli (quello del persecutore, del salvatore e della vittima), la cui mancata integrazione si accompagna a un impoverimento interiore delle competenze autoriflessive, con notevoli ripercussioni sui processi di integrazione del Se' e con la conseguente perdita dellâesperienza soggettiva, tipica di quei disturbi psichiatrici in cui i meccanismi dissociativi risultano predominanti.
Per Liotti, quindi, bisogna "considerare i traumi e la dissociazione in stretta relazione con stati affettivi e intersoggettivi che non sono stati integrati in strutture di significato unitarie e coerenti riguardanti la relazione con le figure di attaccamento. Gli stati affettivi non integrati sopravvivono nella memoria implicita del modello operativo interno disorganizzato. Essi possono permanere a un livello latente dell'attivita' mentale fino a quando, innescati da un evento che attiva potentemente il sistema di attaccamento (traumi, ma anche modificazioni nell'equilibrio dei legami affettivi), intervengono a disorganizzare le funzioni integrative della coscienza, della memoria e dell'identita'. Per rendere compiuto il modello di trauma e dissociazione basato sulla teoria dell'attaccamento, resta da considerare in qual senso si ritiene che gli stati affettivi connessi al modello operativo interno disorganizzato possono permanere, per anni, a un livello implicito dellâattivita' mentale prima che un evento (ad esempio, un evento doloroso) li rievochi".
Dalla lettura di tutti i lavori raccolti in questo libro, emerge con chiarezza l'intento dei suoi curatori di riconsiderare il concetto di trauma psichico in termini evolutivo-relazionali, a partire dagli importanti suggerimenti provenienti dalla teoria dell'attaccamento (Bowlby, 1969, 1974, 1980, 1988), dall'infant research (Beebe e Lachmann, 2002; Sander, 2007), oltre che dalle recenti scoperte neurobiologiche sulla natura relazionale della mente (Siegel, 1999).

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Beebe, B. e Lachmann, F. M. (2002), Infant Research e trattamento degli adulti. Un modello sistemico diadico delle interazioni, Cortina, Milano 2005.
Bowlby, J. (1969), Attaccamento e perdita. Lâattaccamento alla madre, vol. 1, Bollati Boringhieri, Torino 1999.
÷ (1974), Attaccamento e perdita. La separazione dalla madre, vol. 2, Bollati Boringhieri, Torino 1978.
÷ (1980), Attaccamento e perdita. La perdita della madre, vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino 1983.
÷ (1988), Una base sicura, Cortina, Milano 1989.
Sander, L. W. (2007), Sistemi viventi. L'emergere della persona attraverso l'evoluzione dell'autoconsapevolezza, Cortina, Milano.
Siegel, D. J. (1999), La mente relazionale. Neurobiologia dellâesperienza interpersonale, Cortina, Milano.


    Indice

      Introduzione
      Nino Dazzi

      1. La disregolazione affettiva e la dissociazione nell'esperienza traumatica
      V. Caretti, G. Craparo

      2. Vulnerabilita' al trauma e sviluppo neurobiologico in adolescenza
      M. Ammaniti, M. Petrocchi, S. Guarino

      3. Dal disturbo post-traumatico da stress al trauma complesso: per una revisione dei criteri diagnostici in eta' evolutiva
      A.M. Speranza, G. Nicolais

      4. Il disturbo traumatico dello sviluppo: verso una diagnosi razionale per bambini cronicamente traumatizzati
      B.A. van der Kolk

      5. Quando i genitori maltrattano i figli: le radici psicopatologiche dello sviluppo affettivo
      A. Schimmenti, A. Bifulco

      6. Attaccamento e disturbo borderline di personalita'
      P. Fonagy

      7. Trauma e dissociazione nella prospettiva dellâintersoggettivita': il contributo della teoria dell'attaccamento
      G. Liotti

      8. Dissociazione e trauma nella teoria del codice multiplo
      A. De Coro, G. Caviglia, F. Giannini, E. Iberini e R. Mariani

      9. Modelli operativi interni dissociati: una prospettiva relazionale sull'attaccamento, il trauma, la dissociazione
      C. Albasi

      10. Trauma, dissociazione e disturbo del controllo degli impulsi nei disturbi del comportamento alimentare
      J. Vanderlinden

      11. Abuso e somatizzazione: rassegna sul rapporto fra abuso e disturbi funzionali gastrointestinali
      I. Martino, P. Porcelli, O. Todarello

      12. Parto e scrittura creativa: elaborare raccontando un'esperienza traumatica
      P. Di Blasio, C. Ionio, E. Confalonieri

      13. La valutazione dell'attaccamento traumatico in adulti con una storia di abuso infantile attraverso il TAIT
      F. de Zulueta

      14. La terapia come processo di umanizzazione: sogno e memoria nell'analisi di una paziente traumatizzata
      V. Lingiardi, F. De Bei

      15. Psicobiologia del trauma e dissociazione strutturale della personalita' di origine traumatica
      E.R.S. Nijenuis, J.A. den Boer

      16. Trauma ed erotizzazione del trauma nella perversione
      F. De Masi

      Bibliografia

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