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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



T. Cantelmi, C. Del Miglio, M. Talli, A. D'andrea

La mente in Internet

Psicopatologia delle condotte on-line

Piccin



INDICE GENERALE

Prefazione
F. Valeriani

Introduzione
T. Cantelmi, C. del Miglio, M. Talli, A. D’Andrea


SEZIONE I
La Rete delle reti

Internet oggi
E. Valente, A. Cappelleri

La Rete che connette, la Rete che cattura: metafore della “esperienza” Internet
D. La Barbera

Limen: forme di cyberidentità
A. Piazza


SEZIONE II
Psicopatologia on-line

Fenomeni psicopatologici Internet-correlati: osservazioni cliniche
T. Cantelmi, A. D’Andrea

Fenomeni psicopatologici Internet-correlati: ricerca sperimentale italiana
C. Del Miglio, T. Cantelmi, M. Talli, F. Artelli,

Esiste la dipendenza da Internet e da camputer? Alcuni casi
M. Griffiths

Strumenti clinici di valutazione
M. Talli, A. D’Andrea, T. Cantelmi

Psicodinamica della trance dissociativa da videoterminale
V. Caretti


SEZIONE III
Nuove esperienze on-line

Usi Internet? Ce l’hai il tuo Virgilio digitale?
F. Bricolo, M. di Giannantonio, T. Cantelmi

Pedofilia e telematica: la ricerca criminologia sul Web
M. Strano

On-line Health Services: prime esperienze italiane. Auto.aiuto e sostegno psicologico on-line per diabetici insulino-dipendenti
T. Cantelmi, A. Aronica

Psicoterpia on-line: lo stato dell’arte
F. Mancini, T. Cantelmi, S. Tartaglione


SEZIONE IV
Riflessioni critiche

L’emozione e il digitale. Riflessioni critiche sulla diagnosi di Internet Addiction
F. Bricolo, M. di Giannantonio

Reazioni on-line: le critiche
M. Talli, T. Cantelmi

Un punto di vista critico
B. Cozzani, P. Girardi, R. Tatarelli


Postfazione
B. Callieri

Indice analitico


Prefazione (a cura di FRANCESCO VALERIANI)

Le navigazioni dell’uomo hanno sempre dischiuso per la sua mente, oltre che per i suoi sensi, nuovi orizzonti conoscitivi pieni di rischi ed incognite. Le sue fascinazioni si declinano, in quest’ultimo scorcio di millennio, in forme inedite che attraversano la realtà, l’immaginario e la fiction in un’ansia comunicativa che tradisce talora una sostanziale difficoltà relazionale.
Se da una parte l’immagine del navigare è già di per sé molto suggestiva, e pertanto non è casuale l’uso del termine a riguardo dell’oceano Internet, dall’altra è anche culturalmente fondata se si ricorda il significato di ricerca della conoscenza con cui Platone ci parla di una prima navigazione (intesa come ricerca di risposte ai perché delle cose, proprie dei naturalisti) e di una seconda navigazione con la quale invece l’uomo può approdare al mondo delle idee e dei valori universali. I riflessi di questi ultimi nella mente umana sono i concetti, cosi come le immagini sono i riflessi degli oggetti sensibili. L’uomo greco inaugurava cosi uno stile di pensiero fondato sull’interrogazione e sulla dialettica, privilegiando la conoscenza per i concetti e smettendo di pensare attraverso le immagini. É ancora attuale l’insegnamento di Platone in un mondo contemporaneo caratterizzato dal trionfo della tecnologia e da una massa di informazioni che spesso scadono in un rumore di fondo, che si consuma abitualmente come l’immagine dei suoi miti?
Potrà mai Internet corrispondere al vero senso ed al vero scopo della seconda navigazione platonica? La risposta è scontata, considerato che esso, quale strumento, di per sé non può avere connotazioni etiche. Sono gli usi e le condotte inerenti che fondano diverse scale di valori ed istituiscono i tanti diversi mondi possibili per l'uomo, ivi compresi quelli dell'alienazione mentale.
La molteplicità dei mondi nello scenario della virtualità ha sempre accompagnato l'uomo, dal graffito nella caverna alle imprese nello spazio. La sua coscienza immaginativa ha sempre avuto la capacità di assumere una certa distanza dall'universo tangibile e dal suo rumore di fondo per proiettare le sue intuizioni in esperienze conoscitive sempre nuove, sfidando gli avamposti dell'immaginario, dove il virtuale si fa luogo di confine con l'ineffabile e l'invisibile, tramite immagini, segni e simboli che nei loro infiniti rimandi divengono messaggeri dell' ulteriorità. Dischiudendo l'orizzonte del possibile, scortando il progetto, la speranza, il timore, le congetture, l'immaginazione è molto più di una facoltà di evocare immagini che trascendono il mondo delle nostre percezioni. La sua è una funzione vitale. I luoghi del virtuale sono sempre terre estreme in cui i limiti geografici sono metafora dei confini del sé, abitati dal desiderio di conoscere, comunicare e sentire, in cui il vincolo di passione e pensiero spinge la ragione ad oltrepassare se stessa, nella profonda inquietudine in cui è posta la verità dell'uomo (Kierkegaard). Invocazione al possibile, anche contro il reale che può sopprimere il possibile, è frontiera di ricerca di una grande libertà. In un dinamico identificarsi dell' Io con le sue potenzialità e con il suo progetto, il virtuale abita i luoghi della singolarità, del paradosso, del giornale intimo di quella avventura irripetibile che è l'esistenza. L'uomo di oggi ha bisogni ancestrali e desideri nuovi, che si esprimono in un caleidoscopio comportamentale in cui lo spazio ed il tempo appaiono annullarsi nell'onnipotenza di nuovi strumenti comunicativi, modificando talora profondamente condotte e stili di vita. Per queste ragioni compete anche a psicologi e psichiatri occuparsi di quanto accade on-line, come hanno fatto magistralmente i curatori di questo libro, andando ad esaminare con l'interesse dello psicopatologo i fenomeni più inquietanti, anche sul piano criminologico, nonché le aberrazioni psichiche favorite da un uso non corretto del "magnifico strumento" della Rete.

La psichiatria, intesa specialmente come ermeneutica esistenziale, non può non interessarsi costantemente all'uomo ed alle angosce del suo
tempo, al suo costante mettersi in gioco con se stesso, con l'altro, con la natura ed il suo limite, agito da continui bisogni. L'esistenza ha una struttura sostanzialmente indigenziale (di cui è condizione intrinseca l'angoscia), dalla quale proviene lo stimolo ad una continua trasformazione del mondo (dialettica del bisogno), che coincide con la matrice inesauribile delle scienze e delle tecniche.
Sospinto dall'investimento del desiderio, che si apre ad infi-nite possibilità, l'uomo, per sua natura (che lo differenzia da tutti gli altri esseri viventi), riapre costantemente il "sistema dei bisogni" (come lo chiama Hegel), continuando sempre ad inventarne di nuovi.
L'investimento del desiderio è pertanto a comune denominatore nell'evoluzione delle scienze e delle tecniche, così come nell'istituzione del mondo dell'immaginario, esponendo fatalmente all'alternativa rischiosa della creatività o della frustrazione, dell'autenticità o della malafede, dell' autorealizzazione o dell'inanità. Nell'angoscia della libertà si pongono gli aut aut, i progetti ed i destini dell'uomo nell'uso delle sue stesse produzioni. Tra le più recenti risorse della tecnica si pone la cibernetica, come soddisfacimento di bisogno di una sorta di "protesi della mente", di dilatazioni del pensiero mediante computer satelliti ed ancillari, tramite nuovi accessi ed incredibili potenzialità, attraverso nuove navigazioni in tanti mondi possibili, reali o simulati, tutti on-line. Mentre con il computer ed il videogame l'uomo si limita a comandare la macchina, con Internet l'uomo invece entra nella macchina, dialoga e naviga in essa, dilatando incredibilmente lo spazio comunicativo e coartando il tempo fino a quasi azzerarlo (comunicazione in tempo reale). Le modalità e l'entità del coinvolgimento psicocomportamentale di questo strumento tecnologico sono però tali da rischiare di intercettare anche l'immaginario e mutare stili di vita, determinando forme di rapporto che, per la loro esclusività, non hanno precedenti in altre produzioni della tecnica.
Se da una parte le modalità comunicative, ipertestuali e multimediali, consentono in tempi brevissimi la circolarità di un immensa quantità di informazioni, in un mondo veramente ridotto a villaggio globale, dall'altra, mai come oggi, l'uomo corre dei rischi a causa delle sue stesse produzioni. Questi si possono concretizzare nella desertificazione dell'immaginario e dello spazio simbolico, con aumento di problemi di identità, di condotte impulsive e compulsive, esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione, nonché altri fenomeni psicopatologici ben descritti dagli autori di questo volume.


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