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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Tonino Cantelmi, Simonetta Putti, Massimo Talli

@Psychotherapy
Risultati preliminari di una ricerca sperimentale italiana


Edizioni Universitarie Romane



Introduzione
Daniele La Barbera

Presentare un libro così straordinariamente innovativo e attuale è senza dubbio un piacere ed un onore pur richiedendo, allo stesso tempo, capacità critica, riflessione e visione di profondità, e anche, in fondo, una certa assunzione di responsabilità.
La materia trattata non consente infatti di attingere ad un bagaglio conoscitivo consolidato né a sicuri impianti teorici e metodologici. Gli Autori, questo è evidente sin dalle prime battute dell'opera, stanno esplorando un territorio non soltanto nuovo ma che si va anche ridefinendo ogni giorno di più davanti ai nostri occhi. Se questo è uno dei motivi di maggiore fascino del libro, rappresenta però anche un richiamo alla cautela con la quale dobbiamo valutare fenomeni e prospettive che richiedono una immediata capacità di percezione e di elaborazione di tutta quella serie di cambiamenti socio-culturali che sembrano quotidianamente sopravanzarci.
Le nuove frontiere della comunicazione elettronica stanno modificando radicalmente la maniera con la quale gli esseri umani entrano in contatto, interagiscono e si scambiano informazioni. Tutti i tipi di relazione interpersonale sembrano potere essere fortemente influenzati da una vastissima gamma di mutamenti che ha già introdotto e consolidato, nel breve volgere di pochissimi anni, nuove abitudini, nuovi linguaggi, forse anche nuove modalità di contatto e di scambio emotivo-affettivo. Abbiamo, ad esempio, assistito, quasi stupefatti, alla rapidità con la quale la CMC - Computer Mediated Communication - si è diffusa, anche nella fasce di età meno giovani, come una fondamentale possibilità di fare nuove conoscenze, amicizie, di coinvolgersi e di innamorarsi; gli studi sulle coppie on-line dimostrano come anche nel nostro paese il fenomeno abbia assunto proporzioni rilevanti ponendo una serie di questioni psicologiche non facilmente affrontabili. Grazie alle e-mail, alle chat, ai news-group, ai giochi di ruolo on-line, il computer è diventato quindi un grande facilitatore dei contatti e delle comunicazioni interpersonali, un canale assolutamente privilegiato di relazione che, per la maggior parte dei suoi utenti, esalta, anziché coartare come pure si affermava sino a qualche anno fa, la disposizione sociale e la possibilità di contatto: basti pensare alla quantità di incontri "in rete" che tendono a trasferirsi nella realtà, dal simulmondo alla terraferma, per usare i termini di Francesco Carlà, uno dei più entusiasti cyberguru nostrani; o considerare come l'interconnettività sempre più spinta dell'era digitale renda più semplice e immediata la comunicazione nel mondo del lavoro, nell'impresa, nelle attività commerciali ed in borsa, strutturando forme di transazione efficaci, veloci e produttive e valorizzando fortemente l'iniziativa e la creatività di nuovi soggetti economici e produttivi.
L'onda del cambiamento tecnologico non sembra per altro accennare a rallentare
se è vero che mentre riflettiamo sugli effetti della rivoluzione della comunicazione mediatica siamo già incalzati dai suoi ulteriori e, sotto certi aspetti imprevedibili, sviluppi. La possibilità, ad esempio, di disporre, fra solo pochi mesi, della tecnologia UMTS, aprirà le porte a quello che è stato chiamato "Internet in piedi": ovvero la fruibilità mobile della rete che consentirà una connessione 24 ore su 24, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento; e la diffusione della banda larga, vera e propria infrastruttura portante della network society, per usare un termine caro a Manuel Castells, aumenterà in modo straordinario non solo la velocità di connessione, ma anche quantità e qualità dei contenuti audio-video accessibili e scaricabili, conferendo alla rete un più decisivo carattere multimediale.
Tra scommessa e rischio, come afferma Callieri in un suo recente articolo, la civiltà elettronica si avvia quindi a mettere in crisi molte delle nostre certezze, ci costringe a rivedere la maggior parte delle mappe cognitive che abbiamo fin qui utilizzato per orientarci nella realtà, richiede infine ad ognuno di noi un pensiero il più possibile libero e flessibile ed una sensibilità aperta al cambiamento e al futuro per tentare, almeno, di decodificare il senso di queste grandi trasformazioni individuali e sociali.
Questa mi sembra la premessa alla base delle ricerche che rappresentano l'oggetto di questo libro: una disposizione culturale, che appare di grande valore euristico, a mettere da parte le reticenze ad innovare per confrontarsi con il "nuovo che avanza" e cogliere la direzione dei numerosi trend attivati dalla evoluzione delle tecnologie della comunicazione e della informazione, soprattutto in relazione alla possibilità di studiare come sta cambiando la mente e come stanno cambiando i metodi per curarla.
L'accesso alle reti telematiche - o infosfera, come preferiscono chiamarle alcuni autori - sta infatti avendo un ruolo molto rilevante nel modificare il rapporto tra la gente e il sistema sanitario, sta trasformando il concetto stesso di salute e sta introducendo molto rapidamente nuove modalità di approvigionamento e di consumo di beni, strumenti e risorse sanitari. E' interessante rilevare che negli Stati Uniti attualmente ben il 75% di coloro che utilizzano Internet navigano per ricercare informazioni sanitarie e, così facendo, scambiano dati con altri utenti, fondano comunità virtuali, costruiscono news group e gruppi di autoaiuto, organizzano aree e siti di diffusione di terapie alternative e non convenzionali. E' un esempio di come le iniziative spontaneistiche ed estemporanee e la dimensione gerarchica "orizzontale" dello scambio informativo richiedano in rete una possibilità di controllo e di accreditamento dei dati e della loro provenienza; ma tutto ciò è allo stesso tempo emblematico di come la rete venga sempre più correlata alla salute fisica e mentale, alla possibilità di reperire mezzi e informazioni per migliorare il proprio benessere e per acquisire nuovi metodi terapeutici.
Nel caso della psicoterapia on line questo rapporto è ancora più diretto e totalmente integrato alla struttura ed alla funzione delle rete. Essa diviene infatti la sede stessa della interazione terapeutica oltre che canale e veicolo del processo di cura. Queste semplici considerazioni danno già la misura di quanto ampio sia lo scarto cognitivo, affettivo, relazionale, tra la psicoterapia on-line e le forme tradizionali di psicoterapia. E' necessario comprendere tale scarto, come questo libro si sforza di fare, se vogliamo valutare la specificità dei fattori terapeutici on-line e per cogliere quali altri aspetti tendono a giocare un ruolo importante nel determinare l'evoluzione della relazione psicoterapeutica in rete.
In un interessante dibattito sull'argomento con alcuni degli Autori del presente volume al Congresso su "Nuovi media e disagio psichico", da me organizzato a Palermo nell'Aprile dell'anno scorso, avevo proposto di denominare l'@psicoterapia, tecnopsicoterapia, oppure psicoterapia-tecnomediata; il termine mi sembra che sottolinei meglio del pur più agile "psicoterapia-online", il ruolo svolto nel rapporto e nel processo terapeutici dall'elemento tecnologico e dalla sua capacità evocativa di una intensa attività fantasmatica capace di dare un particolare colorito al transfert ed al controtransfert, di modificare la distanza tra terapeuta e paziente (rendendo spesso, paradossalmente, intima la dimensione dell'incontro ancorché impalpabile e "virtuale"), di alterare in modo evidente la scansione del tempo della relazione e la percezione dello spazio che, pur dilatato all'infinito nel cyberspazio, acquisisce un carattere particolare di "densità" soggettiva che tende ad avvicinare i due attori della relazione e ne singolarizza marcatamente l'incontro.
La variabile tecnologica nelle cyberpsicoterapie (come ancora altri autori preferiscono chiamarle) riveste dunque una importanza fondamentale poichè è verso di essa che si esplica una parte non indifferente della relazione sia del terapeuta che del paziente-utente. E d'altronde la forte attitudine delle tecnologie mediatiche a "catturare" l'investimento libidico dell'utente è già da qualche tempo un aspetto ampiamente studiato; molte ricerche sulle modalità di utilizzo dei telefoni cellulari hanno dimostrato che spesso, sia per adolescenti che per adulti, la parte più rilevante della relazione è con lo strumento tecnologico stesso, piuttosto che con le persone con le quali esso consente di entrare in rapporto. Il ribaltamento della prospettiva che rende il mezzo per comunicare un fine in sé e, come tale, il vero protagonista della relazione, ha ricevuto un ulteriore articolazione grazie agli studi di Sherry Turkle che ha definito con precisione i processi di intensa identificazione che tendono a realizzarsi con i nuovi media elettronici: l'attrazione, per fortuna non sempre fatale, tra la mente umana e la mente del computer fa scorgere ulteriori livelli di complessità in una psicoterapia che preveda tra terapeuta e paziente la presenza del medium elettronico-digitale.
Ancora non è trascurabile, nel valutare le determinanti psicologiche e psicodinamiche della psicoterapia on-line, l'aspetto spiccatamente ludico con il quale molti utenti approcciano i technological devices, tutti quei dispositivi tecnologici della civiltà della comunicazione che sono in grado di stimolare un intenso piacere - e a volte un senso di onnipotenza e di controllo sulla realtà - proprio in virtù della loro qualità di facilitatori, amplificatori e moltiplicatori dell'esperienza, dotati per giunta di quella interattività che coinvolge ulteriormente il soggetto nella relazione con la macchina, dandogli in più la sensazione, come in un evoluto videogame, di mantenere un ruolo attivo e competente.
E' anche a partire da queste considerazioni che credo occorrerebbe evitare una contrapposizione od un raffronto troppo "diretto" tra le varie forme di psicoterapia in rete e le psicoterapie tradizionali in tutte le loro varie e multiformi declinazioni relative a differenti teorie, modelli e tecniche. Quella delle psicoterapie on-line è infatti una dimensione per molti aspetti difficilmente commensurabile al concetto di psicoterapia che siamo abituati a conoscere
e gli aspetti di disomogeneità sono numerosi almeno quanto gli aspetti e le determinanti comuni. Il lavoro scientifico dell'immediato futuro, di cui questo libro sembra potere porre le basi, dovrebbe essere quindi rivolto alla ricerca dei fattori terapeutici comuni e agli aspetti relazionali comparabili tra psicoterapie propriamente dette e tecno-psicoterapie, ma soprattutto, ai fattori terapeutici specifici di queste ultime ed al particolare clima esperienziale ed allo specifico setting della relazione di aiuto tecnologica.
Queste sono soltanto alcune delle questioni di una materia attualissima ed entusiasmante quanto problematica e dagli incerti contorni, che i capitoli di questo libro ci aiutano a meglio definire e ad elaborare in tutte le sue diverse implicazioni: da quelli "tecnici" e metodologici, a quelli etici e clinici, dai problemi relativi alle tipologie di setting on-line agli aspetti giuridici ed economici; molto utili e di grande rilievo i dati delle prime ricerche sulle psicoterapie in rete che consentono un più preciso inquadramento del fenomeno e delle sue attuali proporzioni, e forniscono elementi di conoscenza e di giudizio anche a quanti, specialisti e non, si siano da poco avvicinati all'universo telematico ed alle sue straordinarie risorse.
E forse il merito più grande dell'opera è proprio quello di fornirci una via di accesso a questa realtà affascinante, facendoci cogliere l'importanza di familiarizzare rapidamente con quei nuovi strumenti operativi che il progresso dell'Information & Communication Technology ci sta mettendo a disposizione; e che dovranno presto entrare nel bagaglio culturale, formativo e applicativo di tutti i professionisti della relazione di aiuto pena una autoesclusione, snobbistica quanto pregiudiziale e difensiva, da metodologie di intervento sul disagio e possibilità teraputiche che, come gli Autori ci dimostrano chiaramente, sono già una realtà concreta ed accessibile a tutti.


Prof. Daniele La Barbera
Titolare della Cattedra di Psicoterapia all'Università di Palermo
Responsabile del Link dell' International Center for Connected Intelligence (ICCI)


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