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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Guglielmo Campione, Antonio Nettuno (a cura di )

Il gruppo nelle dipendenze patologiche
(Franco Angeli, 2007)




    Recensione di Aldo Latina

    Il libro ci porta nella dimensione delle dipendenze, proponendo uno scambio polifonico e polilogico tra paradigmi epistemologici concernenti lo strumento terapeutico gruppale: quello analitico (con riferimento particolare al pensiero Bioniano), quelli sistemico, cognitivo e comportamentale, isomorfi al polimorfismo del fenomeno delle dipendenze. La trama del testo poggia sui contributi clinici dei vari autori.
    Tema antico quello della tossicomania, estremamente attuale perchè pervade vari livelli di organizzazione sociale e culturale, come emblema significativo della struttura del rapporto individuo-società.
    Il lettore si apre ad una visione a grandangolo sul fenomeno delle dipendenze all'interno del quadro storico-culturale-sociale occidentale della nostra epoca.
    La dipendenza patologica, come configurata in questo libro, sembra emblematica di un attuale disagio della civiltà, disagio che pone l'attenzione sulla dimensione disforia e paranoica del mondo moderno.
    Prezioso mi è parso il concetto di "protesi emozionali", utilizzato in un programma radiofonico (Golem) che studia i fenomeni di comunicazione mediatica. Il conduttore del programma evidenzia spesso sia i miti di riferimento attuali, con fascino irresistibile del tubo catodico come modo per "esistere" ed alla mitologia fondata sull'evitamento di ogni frustrazione e sulla prevalenza del bisogno sul desiderio. Epifenomeno è la modalità tossicomania di utilizzo di internet ( sino alla patologia vera e propria), o altre tecnologie moderne, soprattutto tra i giovani, come via di contatto costante ed indifferenziato con l'altro , dove il mezzo sostituisce il fine (riconoscimento, condivisione di emozioni ) ed la cesura tra io e noi e' sempre più sfumata.
    Bromberg (2007) invita ad esplorare più a fondo la dissociazione come un fenomeno normale della mente umana, non legato in maniera inevitabile al trauma ( Jasper; Freud).
    Significativa è la diffusione di fenomeni quali "Second Life", dove si agisce una sorta di scissione consapevole ed egosintonica dell'individuo. Questo può essere lo spazio-luogo dove costruire una sorta di mondo parallelo nel quale dare potenzialità espressiva e realizzazione "virtuale", con forte partecipazione sensoriale ed emozionale,a desideri, scelte , mete che spaziano da contiguità di scelta di oggetto sessuale, a luoghi architettonicamente ideali dove vivere, a possibilità espressive (in senso lato) abitualmente solo fantasticate e trattate come impresentabili rispetto a mentalità di gruppi interni o sociali o religiosi di riferimento: tutto ciò, senza incorrere in profonda angoscia di colpa, o abbandonica, o di diffusione di sé. E' al tempo stesso un ripiegamento narcisistico ed un rispecchiamento e realizzazione di desideri attraverso un differente (per principi, regole) stato del sé e di identità di gruppo .
    Nella personalità tossicomanica vi è un uso massiccio della dissociazione come organizzazione mentale sia in risposta proattiva e difensiva a ripetizione di traumi infantili, sia come modo per mantenersi "mentalmente vivi"come derivato da uno "stato di primaria non relazione dell'Io, che rende impossibile essere soli senza entrare nel panico"(Guntrip 1969; Bromberg, 2007) .L'investimento che il paziente fa nell'incapsulamento nel cosiddetto "Sé Grandioso" diminuisce quando la necessità di fare ricorso alla dissociazione viene gradualmente abbandonata e sostituita dalla capacità di tollerare l'esistenza di stati del Sé conflittuali, dare vita ad una più ampia esperienza di me-ness sentita come adattativi ed autoespressiva al tempo stesso. (Bromberg, 2007).
    E. Gaburri evidenzia la connessione tra patologia della dipendenza ed il conflitto-dilemma passività/attività, conformismo e specificità. Nucleo centrale è il concetto psicoanalitico di impotenza "Hilflosigkeit" (letteralmente, mancanza di aiuto). Concetto connesso allo stato psicofisico del lattante nelle prime fasi dello sviluppo: ricco di capacità potenziali ma strettamente legato al loro sviluppo tramite strumenti forniti dalla madre-ambiente nel rapporto di dipendenza primaria, a sua volta dipendente dalla relazione di coppia con il partner, dalla mentalità ed organizzazione sociale del gruppo culturale , religioso etc..cui appartiene.
    Il volume raccoglie gli scritti basati su esperienze cliniche, di autori che operano nel campo pubblico istituzionale sia in quello privato, concernenti le dipendenze e l'utilizzo del gruppo come strumento terapeutico.
    La Prima Parte del volume si occupa della trattazione storica dei termini "dipendenza" e "gruppo".
    Guglielmo Campione esplora l'evoluzione etimologica e semantica del termine "dipendenza", dall'800'ad oggi. L'uscita recente (anni 90') dall'impostazione sociologica ha consentito di riappropriarsi di una prassi diagnostico-clinica aprendo a conoscenze sia biomediche, sia psicologiche. Preziose sono le trattazioni dei concetti di "addiction" e di "dipendenza"secondo diversi e non contrapponibili modelli, mediante contributi di Canali, Zucca Alessandrelli ed altri.
    Il capitolo declina poi l'intersecarsi di dipendenza ed altre sindromi: mania, ossessione-compulsione, alessitimia e disturbi di personalità, con le interpretazioni psicoanalitiche principali.
    Nel secondo capitolo, Michele Sforza ci guida nella storia dell'utilizzo delle terapie di gruppo per i disturbi da dipendenza, con alcol e tabacco come sostanze più diffuse nelle società occidentali, a partire dal XV e XVI secolo e recente (dopo la seconda guerra mondiale) introduzione di altre sostanze psicotrope (oppiacei, cannabinoidi, psicostimolanti). Dai precursori psicodrammatici delle rappresentazioni teatrali greche a Pinel (1790) con applicazioni psicodrammatiche , passando da Pratt a Moreno, sino ai contributi di Foulkes, Bion, et altri autori italiani.
    Nella seconda parte, G.Campione illustra l'utilizzo del gruppo nell'ambito della formazione supervisione degli operatori nei servizi di cura. L'autore traccia un percorso storico, funzioni e qualità della supervisione. In Italia dagli anni 80' si diffonde questa necessità/ utilità mediante lo stimolo delle teorie Bioniane. Viene proposta l'esperienza di supervisione in una comunità terapeutica per soggetti con Doppia Diagnosi, con una riflessione sui i rapporti tra culture prevalenti istituzionali e strumenti psicoanalitici gruppali di organizzazione delle medesime istituzioni.
    Nel secondo capitolo di questa parte, "I fattori curativi della psicoterapia di gruppo e la formazione del terapeuta nel campo delle dipendenze patologiche", A.Nettuno discute su alcune ricerche riguardo utilità ed efficacia del gruppo terapeutico, sia della necessità di un training specifico formativo per un futuro terapeuta di gruppo. Il lavoro focalizza l'attenzione sui fattori terapeutici e trasformativi che si attivano nella psicoterapia analitica di gruppo nel campo delle dipendenze patologiche e la specificità di uno specifico training formativo per diventare psicoterapeuta di gruppo.
    Nel Primo capitolo della Terza Parte " Il Gruppo di pazienti polidipendenti: considerazioni teoriche e cliniche", A. Nettuno illustra mediante vignette cliniche, aspetti metodologici e clinici del trattamento terapeutico di Gruppo in un SERT, con pazienti poliabusatori. L'autore sottolinea, tramite contributi di autori quali Bion, Galimberti, Riolo, Novelli ed altri, la poliassunzione come crocevia di dimensione individuale e collettiva sintonica a derive della società attuale, definita come una società farmacofilica e tossicomanica. L'autore sostantiva l'approcio psicoanalitico anche attraverso modelli e scoperte derivati dalle neuroscienze.
    Centrale è la disamina dei "fattori terapeutici del gruppo omogeneo o monosintomatico", mediante i contributi di vari autori italiani, quali Novelli, Corbella, Neri, Correale. Particolare enfasi è posta all'importanza della collaborazione solidale del gruppo degli operatori istituzionali con il terapeuta di gruppo , con funzione di contenitore trasformativo in grado di elaborare transfert istituzionali connotati da violenza e persecutorietà.
    Il contributo di Claudio DI Lello consente di osservare l'utilizzo di un gruppo a conduzione analitica"non" omogeneo per un consumatore di cocaina, come capace di favorire un'esperienza di appartenenza, rafforzare il senso di sé, recuperare elementi autentici e vitali, prima dispersi e frammentati.
    Un altro importante contributo viene da Irmo Carraio, Nicoletta Iacobone e Giampiero Ricci, i quali presentano una innovativa tecnica psicoterapeutica di gruppo a termine per pazienti affetti da dipendenza: "Gruppo di Ripresa delle Funzioni". Partono dal concetto di "presa un carico multipla"di operatori diversi per ruolo e funzione nella stessa equipe di strutture pubbliche e private, descrivendole esperienze del C.A.R.T. di Milano e di SERT di Dolo e Mestre (Ve).
    E' un intervento gruppale di tipo supportivo-espressivo mirato a rinforzo e maturazione del Sé fragile dei pazienti . Gli interventi valorizzano il lavoro dei pari evitando di toccare o sdrammatizzando il conflitto generazionale , creando un'area di scambio relazionale in cui tutti i partecipanti sentono di dare il proprio contributo alla costruzione dell'esperienza di condivisione affettiva con un conduttore che fa da garante delle norme, della cultura della condivisione e che sta sullo sfondo, facilitando i pari a scambiarsi i significati emergenti.
    Nel capitolo successivo, Francesco Comelli affronta il tema della dipendenza alimentare in gruppo analitico, partendo dal riflettere su alcuni vertici, come precondizione che mette in relazione le specificità della mente dell'individuo e quella della sua posizione rispetto al gruppo familiare.
    La disamina riprende il vertice del disturbo alimentare ed il vertice dell'omogeneità, con implicazioni concernenti ad esempio un arresto o assenza identitaria con cancellazione o uccisione di aspetti identitari e soggettivi importanti. Il vertice del gruppo mostra come si possa transitare da una dipendenza del corpo ad una dipendenza attraverso il gruppo più armonica e maturativa ed attraverso spazi di pensabilità, lasciare emergere il desiderio e la passione della propria vita.
    Gli elaborati della quarta parte del libro sono raccolti sotto il titolo : "I gruppi psicoterapeutici, diversi contributi".
    Il primo di questi, firmato da M.Teresa Bellini, Carilla Dominoni e Guglielmo Campione , descrive l'esperienza di un gruppo ad orientamento analitico in un servizio pubblico per soggetti cocainomani con aspetti antisociali. Vengono descritti elementi metodologici e teorico-tecnici per la selezione e costituzione di questo tipo di gruppo . Parte del capitolo è dedicata alla storia e caratteristiche psicopatologiche e psicodinamiche dei partecipanti. Vengono analizzati contributi della letteratura sui rapporti tra disturbi di personalità sociopatiche ed abuso di sostanze, nonché relazione tra prognosi e curabilità del disturbo con specificità dell'approccio gruppale.
    Nel lavoro di Giuseppe Mate si parte dall'emergenza cocaina nei servizi pubblici per mostrare un'esperienza gruppale sperimentale. Il lavoro è pervaso dal continuo interrogarsi sulle modalità di selezione dei pazienti, di approccio e cura attraverso lo strumento terapeutico gruppale.
    Come diversificare un setting specifico gruppale sino dall'accoglimento; come indagare e raccogliere elementi conoscitivi atti ad affinare una metodologia ed operatività di presa in carico per tali soggetti; sino a come monitorare ed analizzare i drop-out . Vengono indicati i tempi ( circa un anno, con frequenza monosettimanale e durata di due ore per seduta); le modalità di conduzione, con particolare attenzione alla dimensione dell'alleanza terapeutica.
    Il capitolo di Rolando Luca affronta il tema del G.A.P. (Gioco d'Azzardo Patologico).
    Partendo da una ricostruzione semantica e storica del gioco d'azzardo a diffusione pluriculturale, passando a descrivere caratteristiche psicologiche del soggetto attraverso la lente psicodinamica e tratti di personalità salienti, quali ad esempio "..ricerca di sensazioni, impulsività, ansia stabile, depressione". Descrive poi l'esperienza di Campoformio (Ud) , dal 1995, con Gruppi Terapeutici nei quali sono presenti sino ad otto nuclei familiari. Si è anche formata un'Associazione di ex pazienti e familiari. Viene mostrato come la terapia di gruppo consenta di raggiungere e mantenere l'astinenza dal gioco e di produrre nel paziente trasformazioni psichiche profonde e cambiamenti nell'assetto affettivo e relazionale del nucleo familiare, indicando per quest'ultimo livello di cambiamento (0-2), mutuati dalle teorie di Bateson.
    Il lavoro di Luigi Valera sul gruppo terapeutico con pazienti sieropositivi, affronta il rapporto con questa malattia cronica partendo dalla visione binoculare con cui Bion riprende il binomio mente-corpo. Attraverso il gruppo si affronta la dimensione temporale sconvolta dalla malattia , il contrasto tra impotenza , passività , promuovendo un processo di trasformazione attraverso l'analisi e comprensione del problema della separazione ed elaborando la perdita dell'onnipotenza.
    Il sentimento di appartenenza migliora autostima, stabilità emotiva ed allevia il vissuto di esclusione ed isolamento sociale.
    La quinta parte del libro raccoglie "Altre esperienze di gruppo"indicando l'utilizzo terapeutico gruppale in ambiti particolari .
    Francesca Campostrini e Giampiero Ferrario ci guidano in un' esperienza gruppale in ambito carcerario . Qui il gruppo è un mezzo di riflessione su temi precisi come l'affidamento a aservizi sociali, il rapporto con il SerT. Il setting richiede particolare flessibilità in relazione alle esigenze di sicurezza che il contesto richiede ed al rapporto con il detenuto prevalentemente individuale. E' una sorta di azzardo "contrario" alle regole di funzionamento carcerario fondato su controllo e sicurezza dove il pensare e farlo poi in gruppo può essere visto come fonte di pericolo , di sedizione.
    Pietro Algisi e Biagio Sanfilippo , promotori di gruppi di Auto-aiuto in campo alcologico, sviluppano una riflessione su questo tipo di gruppo , con tecnica specifica di lavoro di rete e complemento di risposte istituzionali a problemi socio-sanitari. Sottolineata la funzione evolutiva svolta dalla contrapposizione tra isolamento/solitudine, individualismo esasperato ed azione cooperativa e collaborativa, favorendo altresì capacità di autoimmedesimazione ed empatia.
    La prospettiva polilogica e polifonica con cui si declina in questo volume la dimensione dell' intervento terapeutico gruppale, riconosce peraltro una matrice comune formativa (I.I.P.G.) di molti autori , fornendo al contempo confronti e contaminazioni profique con vari paradigmi epistemologici, con isomorfismo alla complessità e multiformità della dimensione della dipendenza.

    Aldo Latina, Medico, Psichiatra, Psicoterapeuta , Psicoanalista di Gruppo (So cio I.I.P.G.),Dirigente Medico U.O.Psichiatria I.I.C.P. Milano.
    e-mail: aldo.latina@fastwebnet.it

    BIBLIOGRAFIA

    Ambrosiano, L.; Gaburri, E.. Ululare con i lupi. Borla, 2003
    Bion, W.R (1957): Analisi degli schizofrenici e metodo psicoanalitico. Armando, Roma 1970.
    Bion, W.R. (1963) . Gli elementi della psicoanalisi. Tr. It..Armando, Roma 1973.
    Bromberg, Philip M. Clinica del trauma e della dissociazione. Cortina Ed. ,2007
    Freud,S. (1911). Precisazioni sui due principi dell'accadere psichico. OSF,vol.6
    Freud, S. Introduzione al narcisismo. OSF, vol.7


    G. Campione: medico psichiatra, psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico , Responsabile U.O Sert di Rozzano Asl 2 Milano dal 1993, formatore e supervisore in ambito sanitario e socioassistenziale , coautore di " La Psicoterapia delle tossicodipendenze" (F.Angeli, 2000), autore e curatore di"La consulenza psichiatrica per pazienti Hiv-Aids (F.Angeli, 2002), coautore di "Il lavoro terapeutico nella doppia diagnosi" (Ed .Dite,2004) , coautore di" Scuola di Follìa" (Ed.Armando,2005).

    A. Nettuno: dirigente psicologo Servizio dipendenze Desio-Carate , Asl 3 Monza, psicoanalista di gruppo, docente presso l'I.I.P.G Milano, giudice onorario presso Corte Appello di Milano, coautore di "Psicoterapia delle tossicodipendenze" (F.Angeli, 2000), coautore di " La figura dell'alcologo" (F.Angeli,1999), autore d" Il lavoro terapeutico di gruppo "(F.Angeli,2003), autore di diverse pubblicazioni scientifiche nell'ambito della psicoanalisi di gruppo.

      Indice
        Prefazione, di Eugenio Gaburri

        Introduzione, di Alfio Lucchini

        Parte I - Definizione e trattazione storica del concetto di dipendenza e gruppo

        Le dipendenze patologiche: etimologia e semantica di un termine di confine, di Guglielmo Campione

        Il gruppo monotematico nelle dipende patologiche, di Michele Sforza

        Parte II - Il gruppo e la formazione

        Il gruppo di operatori e il gruppo dei pazienti: la supervisione dello staff nelle comunità terapeutiche per doppia diagnosi, di Guglielmo Campione e Antonio Nettuno

        I fattori curativi della psicoterapia di gruppo e la formazione del terapeuta nelle dipendenze patologiche, di Antonio Nettuno

        Parte III - I gruppi psicoanalitici

        Il gruppo nei pazienti polidipendenti: considerazioni cliniche, di Antonio Nettuno

        Il paziente dipendente da sostanze nel gruppo analitico classico, di Claudio Di Lello

        Gruppo a termine e presa in carico multipla nella cura delle dipendenze patologiche, di Gianpiero Ricci, Irmo Carraro e Nicoletta Jacobone

        Spazi di pensiero e di identità nel soggetto anoressico bulimico fra il rapporto con il gruppo familiare e l'appartenenza al gruppo terapeutico, di Francesco Comelli

        Parte IV - I gruppi psicoterapeutici

        Il gruppo nei pazienti cocainomani: gli aspetti antisociali, di Teresa Bellini, Carilla Dominoni e Guglielmo Campione

        Il lavoro psicoterapeutico di gruppo per le dipendenze da cocaina nel Ser.T. di Milano, di Giuseppe Mate

        I gruppi terapeutici per giocatori d'azzardo e loro famigliari: il percorso terapeutico a lungo termine a Campoformido - Udine, di Rolando De Luca

        Vivere con la sieropositività, di Luigi Valera

        Parte V - Altre esperienze di gruppo

        Il gruppo in carcere, conflitto e reato, di Gianpiero Ferrario e Francesca Campostrini

        La terapia di gruppo nel trattamento della dipendenza da nicotina, di Stefania Crespi

        Individuo e società: il potere trasformativo del gruppo nell'auto-mutuo-aiuto, di Piero Algisi e Biagio Sanfilippo



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