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Atti del 1°Congresso OPIFER

"Prospettive relazionali in psicoanalisi"


Tavola Rotonda - Conflitto e consenso

Presentazione di "La Ginestra", Associazione di cultura psicoanalitica

Vincenzo Loriga



La Ginestra è nata prima di tutto come rivista. Di psicanalisi ma anche di cultura. Quaderni di cultura psicanalitica, suonava - e suona ancora - il sottotitolo. Quasi a dire che più che la tecnica e la pratica giornaliera ci interessava il messaggio culturale inviato dalla psicanalisi nel suo momento più vivo e dinamico. Un messaggio che - piaccia o no - ha cambiato in profondità il modo di pensare, la sensibilità e, quindi, l'etica.
In sintonia con ciò, la redazione della rivista si è sempre sforzata di depurare il linguaggio dai gergalismi, per rivolgersi a un pubblico, intelligente ma non indottrinato, al di là degli schemi e delle scuole.
Dopo circa sette anni di lavoro in comune, un brillante redattore della rivista, Sergio Caruso, ci propose di fondare un circolo che portasse lo stesso nome. L'idea ci piacque, anche perché in qualche modo era già nell'aria. Parecchi dei nostri allievi, dopo l'analisi personale, ci chiedevano di organizzarci in gruppo, e di fondare una piccola scuola, che alternasse corsi di carattere più generale, aperti a tutti, a seminari di casistica. Così, nel 1997, la Ginestra si è costituita come circolo. A differenza della rivista, essa dedica una notevole attenzione ai problemi della clinica; ma si attiene però ai principi ispiratori della rivista: evitare i dogmatismi e, quindi, la contrapposizione delle scuole. Non opporre una teoria all'altra e una tecnica all'altra. Lasciare che ogni terapeuta sviluppi una propria politica relazionale nei confronti del paziente a seconda del suo temperamento e delle sue disposizioni.
Così nel circolo convivono - e speriamo durevolmente - analisti di diversa formazione e provenienti da scuole diverse: freudiana, lacaniana, jungiana.

L' attività del circolo è stata, per sommi capi, la seguente:

Corsi a più voci a cui hanno partecipato sia analisti che filosofi

1997-98: Cos'è che guarisce? Tema discusso in sette serate, e in cui si è cercato di individuare le differenze fra psicanalisi e psicoterapie varie, indicando come discrimine il fattore tempo. Più attenta, la psicanalisi, ai tempi personali del paziente; più desiderosa, la psicoterapia, di reinserirlo efficacemente nel gruppo sociale.

1998-99: Il riconoscimento. Corso diviso in quattro serate, che riprendeva un vecchio (ma pur sempre nuovo) nodo della terapia psicanalitica: la castrazione (freudiana) come lasciapassare verso il sociale, a cui fa riscontro il tema (hegeliano) della lotta per il riconoscimento, cioè della dialettica del servo e del padrone: ambedue centrati sul superamento dell'uomo-corpo.

1999-2000: L'ultimo Freud , in sei serate. Una dizione in qualche modo impropria, poché nel corso ci si è soffermati piuttosto sul Freud della seconda topica (quindi dei periodo di mezzo) che sul Freud finale. Si è insistito in particolare su testi corte Al di là del principio dei piacere e L'Io e l'Es, cercando di dipanare , in quella complicatissima matassa, i fili più importanti: prima di tutto quelli riguardanti la natura dell'Io, di colpo non più al centro ma, per così dire, alla periferia del soggetto. Con le relative implicazioni sul linguaggio e sull'etica.
2000-2001: Il narcisismo. Cinque serate. Si è tornati sul problema dell'Io già affrontato nel corso dell'anno prima, ma per studiarne gli ideali e i miraggi, fra cui, prima di tutto, quello amoroso, di cui Freud aveva così genialmente studiato i risvolti narcisistici nel suo saggio del 1914.

Lezioni a parte sono poi state tenute da alcuni soci del circolo. Ricorderò le più importanti.

Gabriella Brusa Zappellini, 1998: L'alba dell'arte, due serate sull'arte preistorica. Motivi di ricerca: l'emergere della concettualità umana e 1'affermarsi dei nuovi paradigmi simbolici.

Gabriella Brusa Zappellini, 2000: Caligari Faust e Golem, Gli incubi premonitori della tragedia tedesca. Tre serate dedicate al cinema espressionista tedesco nel periodo fra le due grandi guerre del secolo scorso.

Valeria Medda, 1999: Il femminile metropolitano dai primi alla fine del Novecento. Uno studio sull'evolversi della figura della donna nell'arte dello scorso secolo, cinema in primo luogo. Sei serate.

Pietro Andujar, 1999: La pulsione scopica nel cinema e nella psicanalisi. Cinque serate.

In esame, ancora, l'espressionismo tedesco, un ricordo di Hitchcock e poi le nuove leve del cinema americano, Coppola, Tarantino, con particolare riguardo a un film di Michael Powell, L'occhio che uccide (in inglese Peeping Tom), storia di un operatore cinematografico che si fa omicida per il piacere di ritrarre con la propria macchina da presa lo spavento delle sue vittime.

Pietro Andujar, 2000: L'istanza perversa nel cinema. Vampiri e, quindi, Polanski, Coppola, Herzog... Quattro serate.

Giulio Guidorizzi, 1999: Apollo e l'irrazionale. Una serata. Il noto antichista smonta l'idée reçue che in questa divinità manchino gli aspetti primitivi, selvaggi, e che si tratti soltanto di un dio solare, senza rapporti con sfere più inquietanti e buie.

E' in preparazione un corso di Luciana Ceriani sulla terapia della sabbia.

Nel settembre del 2000 il circolo ha poi organizzato a Milano, insieme col Centro Camuno di Studi preistorici diretto da Emanuel Anati, un convegno sull'arte rupestre, intitolato appunto Arte rupestre fra paleontologia e psicanalisi, che ha visto la partecipazione di studiosi di differenti nazionalità e di numerosi psicanalisti, fra cui il nostro Marco Bacciagaluppi.

Seminari di casistica vengono tenuti da me e da Pietro Andujar agli allievi.

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