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Atti del 1°Congresso SI-EFPP - Roma, 6 maggio 2000

"Costanti e Evoluzioni del Setting in Psicoterapia Psicoanalitica"




Coscienza strutturale del corpo e coazione a ripetere nel processo terapeutico

Luigi Scoppola



Si ipotizza che il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) sia una proprietà dell'esperienza formativa del bambino all'interno di un particolare sistema relazionale arcaico e del suo successivo destino man mano che diventa un processo interno (B.Brandchaft).
La qualità patogena conservata è quella di un irretimento arcaico.
L'imperativo che vuole che lo sviluppo del bambino proceda da un proprio nucleo vitale - cioè usare la propria mente per riuscire ad appoggiarsi sulla propria esperienza, esplorare l' ambiente interno ed esterno, perseguire interessi propri e impegnarsi in interazioni sociali con piacere ed entusiasmo - è stato incompatibile con i bisogni centrali dei suoi genitori, così come essi si sono riflessi nei loro stati mentali.
Tutto ciò è rimasto inscritto fin dalle prime organizzazioni della memoria costituitasi attraverso le reti neurali che si sono sviluppate sulla base della esplorazione sensoriale (G.M. Edelmann).
Gli irrisolti conflitti che ne sono derivati sono conservati come un sistema intrapsichico durevole di formazioni di personalità tra loro contrastanti, organizzato nella forma di stati mentali.
Ciò che uno potrebbe bramare, di sentirsi libero di essere, o, perfino , per un fuggevole istante, di sentirsi di essere, rimane permanentemente combinato e in contrasto con un'opprimente matrice di aspettative inconsce relative a ciò che egli "dovrebbe" e "non dovrebbe" essere.
Questo conflitto implicito, che è recitato fino all'esaurimento nel mondo interiore dei disturbi ossessivi e compulsivi, è la fonte dei conflitti con il proprio sé, con il proprio Io e con i propri oggetti .
Le ossessioni danno avvio a un ciclo di spossante attività mentale e il paziente è spinto a rimuginare e a speculare anche contro la sua volontà.
Il dubbio comincia ad intaccare senza posa perfino ciò che normalmente è più sicuro e si trasforma in un diluvio sempre crescente di indecisioni, perdita di energia e limitazioni alla libertà. Tutto ciò diviene una esperienza perturbante carica di contenuti inconsci.
Vi è l'impressione generale, sulla base di varie esperienze cliniche, che l'originaria autosussistente disposizione umana consista nell'attaccamento spontaneo del bambino ai suoi oggetti .Tale attaccamento costituirebbe una forza motivazionale primaria e durevole.
Questa prospettiva implica che i gradini più primitivi della personalità siano collegati alle vicissitudini dell'esperienza di attacccamento che determinerà successivamente l'intensità e la qualità dell'amore e dell'odio, nessuno dei quali può esistere indipendentemente da tale determinazione.
Se la madre non riesce ad accordarsi ai compiti evolutivi del bambino, il sistema originario di questo è proposto ad accordarsi preventivamente all'inflessibile organizzazione di personalità della madre e tale sottomissione garantisce la minaccia di non essere che può derivare dal tentativo di violare il programma del sistema stesso.
Quando alla renitenza o alla incapacità del bambino a seguire un "programma", che codifica regole di attaccamento affettivo, segue il distacco e l'estraniamento, l'esperienza centrale di questo è l'annunciata rottura del sistema di attaccamento.
Ogni tentativo contrario a tale rottura, altrimenti legata al bisogno evolutivo ed alla costruzione di un investimento oggettuale, crea il senso di colpa che è spesso l'unica traccia che resta di una interrotta relazione d'amore.
Stili e modelli precoci vengono interiorizzati nell'infanzia e si prolungano nell'adolescenza ed in tutte quelle vicende trasformative che propongono esperienze di distacco e cambiamento.
Il lungo avvio del processo di costruzione dell'identità di sé e poi dell'identità di genere e sessuale costituisce in questo tipo di patologia un sofferto percorso che può dar luogo ad arresti e devianze che caratterizzano i vari quadri clinici.
Una delle vicende più significative è l'attraversamento dell'esperienza psicotica che spesso non risparmia questi pazienti. Questa molto spesso nasce dalla impossibile accettazione dei dati di realtà che si vengono costituendo nella scoperta dell'oggetto sulla base degli stati di coscienza fondati sulle esperienze sensoriali e percettive di sé e del mondo che la scoperta dell'oggetto comporta. Tali esperienze vengono ad alimentare stati affettivi ad esse intimamente legati che non possono sottrarsi all'operazione di acquisizione di senso e di significato che i processi mentali comportano. Da qui le angosce di non integrazione , lo splitting, lo sdoppiamento, la negazione e la rottura del pensiero che caratterizza poi i quadri più gravi del DOC. Il fondamento di tutto ciò è la inderogabile esigenza della negazione della perdita e della separazione che nascono dalle esperienze concrete legate alla senso-percezione.
Fondamentali e deleterie sono le compulsioni insistenti , che continuano a tenere in equilibrio il sistema ed a restaurare attaccamenti arcaici che iniziano a indebolirsi. Così pure lo sono la separazione da autonomi referenti interiori o il loro annullamento .
Queste considerazioni mi inducono a fornire qualche brevissima tracce di un caso clinico da me seguito per 8 anni in analisi.
Un giovane di 22 anni, studente, con un trascorso di sofferenze prenatali e neonatali che nasce da un parto distocico di una madre in pericolo di vita per irrefrenata emorragia postpartum. Durante il lavoro analitico emergono le gravi sofferenze affettive della madre comparse in tutto l'arco della vita , così pure si evidenzia il legame di attaccamento patologico e la dominante identificazione del figlio al corpo della madre, e poi della sorella, accompagnata da fantasie infantili di travestititsmo.
Più in particolare,l'infanzia è molto sofferta ,persiste l'enuresi fino a 5 anni, vi sono frequenti episodi di invidia e gelosia nei confronti dei compagni, i genitori lo premono su principi di convenienza sociale e religiosa, all'inizio della adolescenza compaiono le prime organizzazioni ossesssive e compulsive che attraversano vari campi della sua attività limitandola e rendendola scarsamente produttiva sia nella vita di relazioni intersoggettive che nello studio. Non può ingoiare un boccone se prima non lo ha controllato, e così pure deve vestirsi e svestirsi più volte.
Raggiunta l'età adulta e confrontandosi con gli appuntamenti che essa comporta si rende conto della sua inadeguatezza a fronteggiare i propri conflitti che puntualmente si ripropongono in modalità più incompatibili ; consigliato dai genitori, chiede aiuto.
Nel corso dell'analisi, dopo un anno, compare ad un tratto la prima e importante storia affettiva con una coetanea. Ma inevitabilmente si attiva e si amplifica la crisi, già annunciata nella prima infanzia, di incerta identità di genere che viene progressivamente ad intrecciarsi con la compulsione a praticare verifiche omofiliche sulla propria identità sessuale e con i relativi sensi di colpa.
A questo punto il p. sembra avviato in un circuito labirintico tra coazione a ripetere, crisi di panico ripetute, disturbi somatoformi e momenti isolati di rottura psicotica. Tuttavia il rapporto con la ragazza sopravvive e si alimenta di esperienze sessuali soddisfacenti. Da un lato la tiene poco in considerazione, dall'altro le teme e ne è dipendente.
All'orizzonte del processo analitico è ormai comparso con chiarezza il modello mentale della organizzazione del suo disagio: ogni evento della sua vita che appartenga alla ampia classe (I.Matte Blanco) delle esperienze separative e di perdita e che provenga da eventi senso-percettivamente acquisiti assume un contenuto affettivo non contenibile e non elaborabile. La risposta immediata si configura nella necessità irrevocabile di conferma di sé attraverso esperienze concrete di verifica e di validazione delle proprie attribuzioni corporee per le quali corre seri rischi di varia natura.
Il problema dell'immagine di sé allo specchio, le attenzioni al proprio corpo, il confronto con i coetanei, le alterne vicende dei tentativi separativi dai genitori , la improvvisa e irrompente urgenza di correre al confronto comunque con ragazzi omofilici costituiscono lo sfondo su cui opera il lavoro analitico. Il suo rapporto costante e fedele con la ragazza non può ancora assumere il valore di amore ( lo diventerà col tempo) per ora è un referente femminile che tende a sostituirsi al rapporto con la madre e che non può ancora assumere il senso di un vero rapporto oggettuale di diversità e di alterità. Il lavoro costante e puntuale dell'analisi marca il tempo ed ha necessità di ampliarsi verso recuperi della esperienza e del significato di dati concreti relativi ad eventi somatici e mentali. La riproposizione mnestica di tali eventi nell'hic et nunc della seduta diviene la base da cui muoversi per la individuazione del contenuto affettivo e del significato che quelli possono assumere.
L'orizzonte è aperto verso il riconoscimento della irreparabile e inevitabile perdita alla quale si va inevitabilmente incontro quando si esplorano gli aspetti più profondi della organizzazione del DOC.
La spaventosa attrazione che la madre arcaica esercita sul figlio deve essere superata, pena la sopravvivenza. L'odio e l'amore si mescolano nei più profondi livelli dell'inconscio strutturale (I.Matte Blanco) e questa penosa esperienza di irretimento e di lotta per la libertà porta talvolta il p. a chiedere disperatamente aiuto.
Il superamento della coazione a ripetere è stato gradualmente raggiunto attraverso il ripercorrere insieme la narrazione attenta delle sue esperienze coattive ed una accurata analisi della modalità con la quale l'esperienza si congiungeva o veniva proposta da contenuti fantasmatici che esplodevano nella sua mente nelle circostanze di un timore di perdita, di cambiamento e di separazione.
Ma il momento culminante del lavoro analitico avvenne in occasione di una grave crisi confusiva che comparve quando la ragazza si operò di correzione del setto nasale. Egli fu allora preso dall'angoscia di una irreparabile perdita a seguito del pur limitato cambiamento di immagine che lei presentò. Andò incontro ad una grave crisi abbandonica per la quale mi chiese e ottenne di vedermi tutti i giorni. In tale occasione ricomparvero le fantasie di essere posseduto e ripreso dentro il corpo della madre, la paura di rompersi, di sdoppiarsi e di non avere più nessuno con cui confrontarsi.
In quella occasione fu necessario per lui ripercorrere dall'inizio le fasi della scoperta di sé, del suo corpo, della sua immagine, delle sue attribuzioni fisiche, delle sue qualità cognitive e della sua capacità di distinguere la realtà circostante.
Mi rendo conto che quel paziente fu condotto per mano, passo dopo passo, alla riconquista del senso di sé per poter pronunciare il fatidico "I am" winnicottiano.
Un evento, che ritengo importante, fu l'occasione in cui i genitori durante il periodo di crisi del figlio chiesero di incontrarsi con me. Io accettai la richiesta ma alla condizione che vi fosse la presenza del figlio. In quella occasione venimmo insieme a conoscenza per la prima volta che al quinto mese della gravidanza la madre ebbe la notizia che suo padre la abbandonava per andare via con un'altra donna. La madre riferì inoltre che aveva sentito quella gravidanza, impropria, diversa da quella avuta per la sorella del p. e vissuta con disinteresse e molta tristezza. Alla nascita aveva già perduto il liquido amniotico, fu un parto asciutto e molto doloroso poco dopo seguito da una copiosa emorragia inizialmente sconosciuta.
Aveva finalmente fatto la esperienza culminante che permetteva di riassumere, ripercorrere e integrare tutto il viaggio del lavoro analitico.
Dopo un anno si è sposato quella ragazza che intanto era diventata la compagna con la quale fare progetti comuni. Entrambi lavorarono con soddisfazione e successo economico.
Lui all'inizio dell'analisi aveva molta paura di volare.Il viaggio di nozze durò trenta giorni e fecero il giro del mondo.
Il fondamento terapeutico analitico in questo caso si è poggiato sulla emancipazione dai processi adattativi arcaici operanti esternamente e, soprattutto, nel mondo interiore delle relazioni della persona con se stessa. Tale emancipazione è necessaria per "liberare lo spirito dalla sua cella" ed è essenziale per la fondamentale trasformazione che deve avvenire nel trattamento del disturbo ossessivo.

Bibiliografia essenziale:
B.Brandchaft: Disturbi ossessivi:una prospettiva sistemica (traduzione di M.Garuglieri),Psichiatria e Territorio,1998,Vol.XV,5-19.
G.M.Edelmann, G.Tononi: Un universo di coscienza, Einaudi Ed.,Torino,2000.
A.R.Damasio: Emozione e coscienza,Adelphi Ed.,Milano,2000.
E.Gaddini: L'attività presimbolica della mente, in:Scritti,Cortina Ed., Milano 1989.
I.Matte Blanco: Pensare, sentire, essere, Einaudi Ed.,Torino,



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