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PSYCHOMEDIA
Psycho-Conferences

Atti del Congresso - a cura di Ermete Ronchi:

Università degli Studi di Brescia - Cattedra di Psicologia Clinica
in collaborazione con SINOPSIS - COIRAG - PSYCHOMEDIA


Workshop C
PROFESSIONI CLINICHE E SISTEMI DI CURA: QUALE AIUTO DA INTERNET?


PROMEMORIA DEL RECORDER

Cinzia Sacchelli

Psicologa, Psicoterapeuta, Nucleo Operativo per l'Alcologia ASL città di Milano.


Quasi casualmente, grazie al mio utilizzo di Internet, mi sono ritrovata a svolgere la funzione di recorder al workshop, "Internet e sistemi di cura : quale aiuto dalla rete". Gli iniziali timori, dovuti alla limitata e circoscritta frequentazione della rete che non mi consentiva di sentirmi una esperta in materia, si sono rapidamente stemperati incontrando gli altri membri del gruppo: condividendo la condizione di neofiti notavamo come ci accomunavano curiosità e timori nei confronti di questo nuovo mezzo. Attirati dalle promesse di poter essere facilitati nel rapido reperimento di materiali, articoli, informazioni, indirizzi avevamo cominciato le nostre esplorazioni nella rete, ma ancora con una certa circospezione: in fondo chi poteva garantirci della veridicità dei dati e della qualità dei contenuti ? Chi poteva guidarci nella ricerca consentendoci di non smarrirci nel mare magno dei siti? Notavamo che in questa fase iniziale i nostri punti di riferimento in rete erano costituiti da società scientifiche, centri, associazioni di categoria che potevamo identificare perché già conosciuti nella realtà della nostra pratica professionale. Essi poi potevano fungere anche come orientatori delle nostre ricerche in rete indirizzando o accreditando, attraverso la forma dei link, siti ancora sconosciuti.

Ci accorgevamo poi di come fosse più naturale per noi operare secondo le nostre abituali modalità piuttosto che acquisirne di nuove; banalmente notavamo come nessuno di noi presenti in questo WK avesse pensato di usufruire del mezzo telematico per iscriversi al Convegno. Se anche Internet rappresenta un grosso facilitatore, esso ci richiede la fatica di un cambiamento, l'impegno a familiarizzare con un nuovo strumento destinato a modificare definitivamente alcuni dei nostri comportamenti e abitudini.

Ci avevano colpito alcuni passaggi delle relazioni della mattinata; in particolare gli interrogativi rispetto alla possibilità di usare la rete per svolgere della psicoterapia o di utilizzarla come strumento ausiliario all'interno di una psicoterapia già avviata (per esempio in situazioni di temporanea impossibilità di un incontro personale tra terapeuta e paziente). Anche in questo caso ci si chiedeva se valesse la pena utilizzare mezzi diversi da quelli già sperimentati (telefono, lettera); in quali occasioni e con quali modalità; quali caratteristiche specifiche potesse avere l'interazione in rete (dialogo in rete, e-mail) rispetto a quelli più tradizionali.

Ancora ci chiedevamo quale tipo di accessibilità o tutela dovessero avere i contenuti di tipo psicologico immessi in Internet. Ci interrogavamo sulla possibilità che nella comunità virtuale fossero applicati i medesimi criteri già in uso rispetto ad altri mezzi, per esempio che vi sia una chiara distinzione tra il livello divulgativo e di offerta al popolo della rete dal livello scientifico e di scambio tra professionisti: il fruitore stesso potrebbe essere libero di operare la scelta del livello di proprio interesse, così come il cliente di una libreria sceglie autonomamente un testo di tipo divulgativo o di tipo tecnico. Allo stesso modo è possibile ricreare nella rete spazi più riservati e tutelati in cui è possibile lo scambio, il dibattito, il confronto, così come avviene per esempio in incontri formativi o di supervisione tra gli appartenenti a società scientifiche o gruppi di lavoro.

Esistono ancora tuttavia grosse resistenze a vivere il rapporto con la rete in modo più attivo e partecipato. Abbiamo voluto provare a mettere a fuoco alcuni motivi di tali resistenze e ci è parso che già la mancanza di familiarità con il mezzo possa suscitare sentimenti e atteggiamenti più tipici di chi si sente ancora un po' piccolo e insicuro. L'immissione di qualche cosa di proprio (un articolo, un contributo o un parere professionale) comporta l'esposizione ad un pubblico sconosciuto per numerosità e identità, in assenza di rassicurazioni date dal controllo e dal feedback: ciò può evocare timori del giudizio e della valutazione altrui. Inoltre tale atto comporta il superamento di una gelosia di possesso individuale (di informazioni, tecniche...) e la assunzione di una immagine di sè all'interno di una comunità più ampia nella quale i diversi membri possono accettare di assumersi alcune responsabilità e impegni perché fiduciosi e consapevoli che dalla appartenenza al gruppo e dallo scambio che in esso può attuarvisi potranno trarne maggiori benefici.



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Cinzia Sacchelli
Via Fondulo, 8b
26013 Crema CR
E-mail; cinziasach@libero.it


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