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PSYCHOMEDIA
Psycho-Conferences

Atti del Congresso - a cura di Ermete Ronchi:

Università degli Studi di Brescia - Cattedra di Psicologia Clinica
in collaborazione con SINOPSIS - COIRAG - PSYCHOMEDIA


Workshop A
CURARE VIA INTERNET: RISORSA O ILLUSIONE?


PROMEMORIA DEL RECORDER

Andrea Imbasciati

Psicologo


Per la verità accettando il ruolo di recorder del workshop “Curare via internet: risorsa o illusione?” non mi ero reso conto che si trattasse di un lavoro difficile. Apprestando ora questa sintesi, mi tornano in mente i pensieri che avevo mentre prendevo appunti, spaventato nella pretesa di restituire, nella successiva plenaria, la ricchezza degli spunti offerti dalla discussione. Anche ora, come in plenaria, chiedo ammenda per la mia manchevolezza nel rendere la complessità del discorso che è stato svolto.

Di buon grado, su suggerimento della conduttrice, la dott.ssa Giovanna Cantarella, il gruppo si dispone in circolo: siamo circa una quindicina di persone di provenienza “psi” con anzianità ed esperienza differenti: psicoterapeuti, psichiatri, psicoanalisti, psicologi, specializzandi in psicologia clinica e laureandi in psicologia. Già nella presentazione emergono accenni ad esperienze di cura legate al web: pazienti che, costretti ad allontanarsi per motivi di lavoro o di salute, interrompono le sedute e continuano il contatto con lo psicoterapeuta attraverso la posta elettronica. Già in questi accenni preliminari si può vedere l’impronta del successivo svolgimento della discussione.

Un primo chiarimento riguarda la genericità del termine “internet”: internet è un insieme di canali comunicativi - la posta elettronica, la web-cam, la chat e così via - ognuno con peculiarità espressive proprie; non ha senso parlare di internet tout court ma distinguere per ognuno di questi canali risorse e limiti.

La discussione si è quindi focalizzata sull’uso della posta elettronica: le esperienze, coraggiosamente portate allo scoperto da alcuni, raccontavano ad esempio di una paziente che riusciva con l’utilizzo di questo mezzo ad essere molto più affettuosa che in seduta; si è parlato di una modificazione del tranfert legata alle caratteristiche del mezzo espressivo. Gli interrogativi sui modi in cui si modifica il transfert ne hanno suggeriti altri sul controtransfert.

La prospettiva adottata mi è sembrato sottolineasse più le risorse che i limiti del mezzo o che comunque i limiti non fossero tali da precludere la sperimentazione e lo studio di questo mezzo: lo scetticismo che forse aveva accompagnato le relazioni della plenaria ad esempio nei punti in cui ci si chiedeva se l’impossibilità delle componenti paraverbali, olfattive o visive non precludessero ogni possibilità di psicoterapia, o ancora se potesse essere chiamata, quella via internet, “psicoterapia”, sono stati messi da parte in favore di un modo di comunicazione e di cura che permette un contatto altrimenti non possibile o difficile.

Le vicissitudini di lavoro e di vita possono spingere, forse ora più di una volta, ad allontanarsi dalla sede di inizio della psicoterapia e la continuazione del contatto può essere utile e comunque il fatto che questo contatto di fatto esista è di stimolo a ulteriori studi. Le modificazioni del transfert, in questo senso, non sono solo un minus di un mezzo d’espressione povero imposto dagli eventi, una deformazione per così dire, ma anche un altro modo d’essere.

Allo stesso modo l’oggetto dell’e-mail (il subject) è emerso come elemento ricco di significati o ancora il modo di chiudere la comunicazione; il modo in cui ci si firma colle iniziali, col solo nome o con nome e cognome. Di qui ci si è chiesti se fosse possibile solo un’analisi del testo dell’e-mail o anche un analisi attraverso il testo: in effetti le esperienze riportate parlavano di una continuazione del contatto terapeutico e non di un inizio di terapia in cui mancherebbero importanti ancoraggi a partire dal genere o dall’aspetto fisico della persona.

Certo la per-sona, maschera, si finge anche in analisi ma qual è il limite? Si è poi accennato anche ad elementi del setting: come stabilire ogni quanto ci si sente, quali le modalità di pagamento, c’è un equivalenza tra seduta ed e-mail? Altri limiti evidenziati riguardavano ancora la difficoltà di capire la pregnanza dello scritto del paziente: poniamo che il paziente scriva poche righe e ci impieghi per scriverle tutto il giorno, un parto difficile insomma che potrebbe non essere evidente al terapeuta cui manca il parametro temporale del paziente.

Questi limiti e queste risorse o se si vuole, i timori e le speranze, trama e ordito di un unico tessuto, sono state considerate a partire dalla pratica psicoterapeutica tradizionale, nell’ottica di un possibile travaso di conoscenze. Si è poi accennato alla web-cam: questa sorta di “piccolo fratello” che richiederebbe un certo tempo di assuefazione potrebbe rendere la comunicazione più simile a quella tradizionale, restituendo il tono di voce e l’espressione del viso.

Nel complesso dunque, addentrandosi nel tema proposto dal titolo del workshop, non è si discusso se sia o meno possibile curare via internet ma piuttosto di come lo possa essere, dei limiti e delle risorse.


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Andrea Imbasciati
Via Melzi d’Eril 7
Milano 20154
E-mail: andrea.imbasciati@inwind.it


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