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PSYCHOMEDIA
Psycho-Conferences

    Atti del Congresso - a cura di Ermete Ronchi:

    Università degli Studi di Brescia - Cattedra di Psicologia Clinica
    in collaborazione con SINOPSIS - COIRAG - PSYCHOMEDIA


TELEMATICA ED INTERCONNETIVITÀ:
L'INFORMAZIONE DEI GRUPPI PER I GRUPPI

RELAZIONE

Marco Longo

Medico Psicoterapeuta - Specialista in Psicologia Clinica, SPI (IPA) Cand. - IIPG (EFPP) Member - SPR-It Member - IAGP Member, Editor and Webmaster of the Internet Web Site and Telematic Review, PSYCHOMEDIA - Psychiatry, Psychology, Psychoanalysis, Psychotherapy.


In questi ultimi anni, come sappiamo, accanto ad una sempre maggiore diffusione dell'uso dei computers in ogni attività della nostra esistenza, senza dubbio favorita anche dallo sviluppo di programmi con interfaccia macchina-utente sempre più demplice e immediata o, come si dice in gergo, "amichevole", ciò che si sta radicalmente modificando è l'impiego stesso del computer: da uno strumento individuale di tipo "personal" o del tipo "postazione terminale" di un centro di calcolo, verso un utilizzo di tipo "relational", attraverso la connessione in vari tipi di rete.

Il collegamento dei computers in reti più o meno vaste, di tipo intranet ed extranet, cioè reti di tipo intra ed extra (o inter) aziendale, oltre che la interconnessione attraverso la più nota rete internet (che comunque già oggi e sempre più nel futuro sarà organizzata gerarchicamente a più livelli), sta anche modificando più o meno lentamente e capillarmente il nostro modo di lavorare e di scambiare informazioni: e così di fatto il computer si pone oggi come nuovo "strumento mediatico", ovvero come nuovo mezzo di comunicazione ed integrazione dell'intelligenza distribuita, capace cioè di favorire livelli collettivi e cooperazionali di lavoro, oltre che la diffusione e lo scambio dell'informazione personale e professionale.

Tuttavia, nonostante queste enormi potenzialità tecniche ed operative, in tutto il mondo e in Italia in particolare esiste ancora una sorta di sindrome "computer fobica", che di fatto frena o impedisce il pieno sviluppo dell'uso sia personale che interattivo dello strumento informatico. E viceversa esiste, anche perché cavalcata dai produttori di hardware e software, una sorta di sindrome "computer ludica", che può andare dall'uso più o meno adolescenziale e pseudo-trasgressivo del mezzo fino a franche situazioni di abuso o ciberdipendenza, sempre più riconoscibili anche a livello psicoatologico.

Del resto queste due opposte tendenze si sono manifestate costantemente nel corso della storia umana "all'apparir del nuovo" e corrispondono forse, a livello interno, a diverse parti della personalità, a cominciare dalle ambivalenze rispetto al nuovo e all'ignoto, per passare attraverso posizioni di tipo depressivo-impotente rispetto alla meccanicizzazione ed alla tecnologia, o viceversa di tipo più o meno francamente maniacale-onnipotente. Ma entrambe queste tendenze corrispondono anche forse a diversi e contrapposti vettori presenti oggi ad ogni livello nella nostra società post-industriale e pre-globale, come è facile constatare anche dalle opposte e contraddittorie tendenze geopolitiche all'internazionalismo ed all'etnocentrismo.

Ma venendo al nostro specifico campo, cosa possiamo o dobbiamo dunque fare per promuovere un impiego "relational" di tipo professionale dei mezzi informatici? E perché la comunità psichiatrica in particolare appare ancora così poco motivata a sfruttare l'enorme potenzialità di scambio ed informazione favorita dalle reti?

E ancora: in che modo vanno costruiti i siti web di informazione psichiatrica? chiusi e iperspecialistici o, secondo lo spirito più democratico di internet, aperti e comprensibili, oltre che visibili in rete, anche ai non tecnici e quindi ai pazienti? In che modo dunque si può garantire non solo un arricchimento dello scambio tra operatori dal settore, ma anche una corretta diffusione delle informazioni relative alle cause, alla cura ed alla prevenzione della sofferenza mentale?

E di più: hanno valore, e quale, e come possono eventualmente essere condotte le cosiddette "consulenze psichiatriche in rete", che possono prendere la forma di "supervisioni" o addirittura di "terapie on-line", pratiche entrambe già molto diffuse sia all'interno dei paesi di lingua anglosassone o ispano-americana? per non parlare del ponte clinico-telematico sempre più emergente con l'est e l'oriente! Come si può insomma utilizzare la rete per la formazione e/o come ausilio per interventi terapeutici?

Sono queste le sfide che da qualche anno, anche in Italia, diversi psico-pionieri della rete stanno tentando di affrontare realizzando siti web e servizi on-line di interesse psichiatrico. Non senza difficoltà, in parte per i motivi generali già descritti, in parte per la ben nota e spesso desolante situazione del settore stesso al quale ci rivolgiamo: per la frammentazione della nostra cultura e del nostro operare come psichiatri, per il confronto o meglio lo scontro costante fra i vari modelli epistemologici, per la dificoltà di una reale comunicazione e di uno scambio reale sulle diverse esperienze portate avanti in modo disperso e spesso, permettetemi di dirlo, francamente narcisistico ed autoreferenziale sia nel privato che nel territorio.

Da tutto questo si evince il possibile ruolo del nuovo mezzo mediatico e di internet per una rinnovata tendenza all'incontro tra operatori psichiatrici, al confronto costruttivo e forse anche all'integrazione di modelli e pratiche operative. Ma anche il loro possibile ruolo per la salute mentale in generale, per la diffusione di una corretta e puntuale informazione per i pazienti e i loro familiari, anche atraverso la costruzione di siti di esperienza gruppale e di auto-aiuto, oltre che di informazione sanitaria.

Vorrei dunque parlarvi ora della mia peronale esperienza dell'uso della rete e in particolare del sito da me gestito, Psychomedia (il cui indirizzo web è www.psychomedia .it).

Io non so se avete già avuto modo di dare un'occhiata al mondo di Internet, uno spazio virtuale che si sta sempre più rapidamente popolando soprattutto di migliaia e migliaia di piccole iniziative editoriali, in cui singole persone o gruppi spesso presentano e pubblicizzano solo se stessi, quasi a ricercare una nuova conferma della propria identità solo per il fatto di "essere in rete". Ma essere in rete non significa essere in comunicazione e di fatto la dimensione microscopica della stragrande maggioranza di questi siti ha per conseguenza il fatto che essi finiscono per essere visitati solo pochissime volte dagli utenti della rete, che si rivolgono invece avidamente a sempre nuove pagine web.

Psychomedia nasce invece con l'idea di costituire insieme al contributo di molte persone ed associazioni un'area molto ampia, un vero nodo telematico, con al suo interno molte voci autorevoli che in PM si incontrano e si confrontano su vari argomenti, pubblicando schede ed articoli, offrendo informazioni su congressi, seminari, bibliografie, recensioni, ecc., il tutto in due lingue: italiano ed inglese; un'area ampia e contenutisticamente ricca quindi, capace di attrarre e mantenere l'interesse dei suoi lettori ed anche di favorirne il feedback, altrimenti possiamo anche dire addio ad ogni sogno di nuova interattività e democraticità della rete; un'area comunque ben collegata in un'operazione comune e sinergica con altre aree web analoghe che stanno sorgendo anche in altri paesi.

Per realizzare il progetto ci siamo mossi in due direzioni parallele: da una parte verso la costruzione di una redazione coposita e diffusa, cioè costituita da vari sottogruppi redazionali di specialisti residenti in varie città italiane ed estere, in continuo collegamento telematico tra loro; dall'altra allacciando contatti con Associazioni, Centri studi, Servizi Territoriali, Ambulatori Universitari, Comunità Terapeutiche ecc.

I sottogruppi redazionali procedono autonomamente nella redazione delle varie Aree Tematiche specialistiche di PM, ma anche sincronicamente, lavorando tutti per la realizzazione delle Aree di carattere generale, come ad esempio quelle relative agli annunci dei congressi ed alle recensioni dell'editoria cartacea. Per quanto riguarda le varie Associazioni, Centri studi, ecc. abbiamo invece costruito all'interno di Psychomedia degli specifici siti web con le principali informazioni su ognuno di essi, ma anche articoli, schede, annunci di giornate di studio e seminari, corsi di formazione, ecc.

Tutta PM può dunque essere considerata un'operazione editoriale di tipo gruppale, sia perchè questo è lo spirito che anima da sempre il lavoro della redazione, uno spirito di possibile incontro e collaborazione del resto sintonico a quello che sottende la stessa rete internet, sia perchè anche le Associazioni, i Centri Studi ecc. di cui curiamo la presenza in rete sono essi stessi in fondo strutture o istituzioni formati da gruppi di colleghi. Ovviamente la sfida per quanto riguarda la redazione è come riuscire a lavorare bene in un "gruppo tra i gruppi", ovvero avendo da una parte i gruppi committenti delle Associazioni, Centri ecc. e dall'altra il gruppo largo degli utenti di PM.

Ci tornerò tra breve. Vediamo invece un momento come è fatta PM. La struttura generale del sito di Psychomedia è ormai oggi, a circa tre anni e mezzo dalla sua fondazione, sufficientemente stabile nella suddivisione in Aree Tematiche e Siti Interni, anche se probabilmente subirà ancora diversi aggiustamenti, sia grafici che di impaginazione, grazie anche al feedback dei lettori. PM può oggi infatti contare su una media di ingressi, cioè su un numero di diversi visitatori, che oscilla tra 5000 e 7000 netsurfers al mese, che possono naturalmente entrare anche più volte al mese nel sito.

Un grande successo, senza dubbio. M avediamo come ci si è arrivati.

Psycomedia fu concepita nel corso del 1995 con lo scopo di portare in rete il lavoro di ricerca svolto fin dal 1993 dal Gruppo di Studio su "Salute Mentale e Comunicazione" e dai Seminari su "Memoria e Comunicazione" da me organizzati presso l'Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo, di cui sono socio e docente.

In particolare il lavoro dei Seminari si è soffermato sullo studio dei "fenomeni illusionali di massa" (Anzieu) che storicamente si sono sempre verificati al momento della prima introduzione a livello locale, nazionale o universale di nuovi e più sofisticati mezzi di telecomunicazione: posta, stampa, telegrafo, telefono, cinema, radio, televisione, ed ora naturalmente Internet; nonché sui successivi e conseguenti fenomeni di delusione relativi alla istituzionalizzazione dei media.

Altra affascinante particolarità del nostro lavoro è stato il seguire il parallelo sviluppo nella storia umana 1) dei mezzi di comunicazione riguardanti il trasferimento dei dati, ovvero dell'informazione "digitale", concreta, tecnica, rispetto 2) ai mezzi di comunicazione riguardanti il trasferimento delle emozioni, ovvero dell'informazione "analogica", umanistica, artistica; il tutto utilizzando come sempre in prevalenza un vertice di osservazione di tipo psicosociologico e psicoanalitico.

Ad un certo punto il gruppo del seminario ha cominciato a pensare alla possibilità di entrare direttamente in internet, per mettere la nostra ricerca a confronto con quella di altri gruppi che stanno compiendo un analogo lavoro nel mondo; è nata così l'idea della fondazione di un Sito esplicitamente dedicato alla psichiatria ed alla psicoterapia ma anche alla comunicazione e alla sua relazione coi mass-media, da cui il nome PsychoMedia

Il Sito fu dapprima organizzato come Rivista Telematica, suddivisa in varie Sezioni, comprendenti già al suo primo apparire in rete circa 40 Aree Tematiche riguardanti i vari aspetti di specializzazione teorica e applicazione pratica di Psichiatria, Psicologia, Psicoanalisi, Psicoterapia e ovviamente del loro rapporto ad ogni livello con la Comunicazione, mentre come è noto successivamente PM si è trasformata in quella che potremmo definire una sorta di "casa editrice telematica".

Superando (non senza difficoltà) alcuni ostacoli burocratici (internet era ancora "sconosciuta" allora agli organi competenti come "mezzo editoriale") della Testata di PM fu finalmente accettata la registrazione presso il Tribunale Civile di Roma il 5 Luglio 1996

Da allora PSYCHOMEDIA si pone ufficialmente come la prima Rivista Telematica del settore Psy interamente edita e regolarmente registrata in Italia (ovvero non dipendente in parte o in tutto da altre testate o altri siti editi e/o registrati all'estero

Dapprima nata come Rivista, dicevamo, ben presto PM ha anche cominciato ad offrire spazio web e consulenza per la costruzione e la pubblicazione on-line dei Siti di molte Associazioni, Centri Studi, ecc.; e sono ormai quasi quaranta i Siti Interni di Psychomedia, ai quali si aggiungono i circa venti Siti di Riviste cartacee del settore psichiatrico e psicoterapeutico

Il sito ha nel suo complesso un vertice di tipo tendenzialmente "relazionale" (in senso sia sistemico che psicoanalitico), cioè attento alla dinamica ed alle relazioni tra Gruppo e Individuo: ad esempio, riguardo all'Area "Infanzia", il punto centrale che cerchiamo di mettere in risalto non sono tanto e soltanto la psicodinamica e/o la psicopatologia del bambino, quanto la situazione relazionale in cui avviene (o non avviene) il suo sviluppo; e così nell'area "Disagio" (facendo riferimento al termine inglese "disease") l'accento viene tendenzialmente posto soprattutto sulla "cultura" dei gruppi (famiglia, istituzioni mediche e/o psicologiche) che contornano la persona affetta da ritardo mentale, malattia cronica, neoplasia, ecc., con particolare attenzione alle dinamiche presenti in questi gruppi ed agli effetti sul membro "malato", che può essere aiutato ad esprimere le proprie potenzialità o, al contrario, schiacciato e ghettizzato nel suo disagio e nella sua sofferenza.

Attualmente il progetto editoriale di Psychomedia si sta ulteriormente allargando verso l'offerta di consulenza relativa alla costruzione di siti e servizi internet e intranet (alcuni dei quali già in corso di realizzazione qui a Roma e nel Lazio) per gli organismi aziendali locali e regionali del settore psichiatrico, con lo scopo di perseguire non solo l'informazione professionale in rete, ma anche di promuovere sempre più l'uso della rete da parte di detti organismi

PM si pone dunque oggi come un punto di riferimento per favorire una maggiore comunicazione e coordinamento tra i vari enti, il territorio, gli operatori e i professionisti e naturalmente gli utenti, per i quali ultimi stiamo studiando la costruzione di pagine informative espressamente dedicate, diverse cioè da quelle edite per l'informazione e l'aggiornamento professionale

Ma per realizzare in pieno il progetto di Psychomedia occorre mantenere sempre vivo il suo carattere di tipo gruppale, che costituisce la vera novità, solo in parte favorita dal mezzo telematico, rispetto agli altri strumenti editoriali classici, di tipo cartaceo o multimediale. anche per questo abbiamo attivato una decina di mailing lists, per favorire lo scambio tra professionisti su vari temi.

La scelta (finora almeno) è stata quella di pubblicare un "sito aperto" (anche se questo significa che chiunque in rete può leggerlo, da cui la necessità ad esempio di non inserire esempi clinici riconoscibili nei testi, proprio e forse più che come ai congressi e nei libri) e di mantenere invece le liste "chiuse" ai soli professionisti ed operatori, previa domanda di iscrizione opportunamente correlata da presentazione.

Si nota bene tuttavia la enorme discrepanza tra il numero degmli accessi e quello degli iscritti alle liste: molte migliaia di lettori al mese, contro i circa 300 iscritti alle liste. D'altra parte è noto che moltissimi net-surfers, anche per vari e comprensibili motivi, non desiderano affatto essere iscritti a nessuna lista e purtroppo neanche apparire come utenti, da cui a tutt'oggi l'ancora scarso feedback dei metori, nonostante il loro numero.

Uno dei problemi che riguardano internet in generale infatti, come tutti i gruppi larghi, è l'anomia e/o l'anonimato, come preferite ... ovvero la sensazione, che un po' sempre si ha in rete, di confrontarsi con un gruppo-massa con un gruppo cioè più o meno largo, ma comunque "invisibile" e in quanto tale di dimensioni ignote ... e purtuttavia ben percepibile proprio a causa del sistema mediatico che ne permette l'aggregazione e il funzionamento a livello tecnico.

Forse anche per questo ci sono tante metafore acquatiche sulla rete ... chi può conoscere infatti le dimensioni del mare? eppure se ci si immerge o se si naviga (o anche semplicemente se si pensa o si desidera o si teme di farlo) comunque ci si confronta con la massa acquatica ... e la distanza ... anche se poi in rete, a differenza del mare, i tempi di attraversamento e /o di contatto con la meta sono pressoché immediati ... mentre nessuno si preoccupa della rotta seguita dai dati, del resto in tempo (quasi) reale ...

Il che fa riflettere: forse tanto quanto il confrontarsi con un sistema-massa può ingenerare una sensazione di impotenza, altrettanto il confrontarsi con un sistema non soggetto alle leggi della fisica e della biologia può ingenerare una sensazione di onnipotenza ... da cui forse la "grande illusione" della comuncazione globale ...

Questa sensazione (di impotenza-onnipotenza), ovviamente più o meno riconosciuta a livello cosciente, sembra produrre a vari livelli emozioni e reazioni in tutti gli utenti della rete, del tutto simili in parte e in parte anche diverse naturalmente a seconda della personalità dei net-surfers e a maggior ragione a seconda dei motivi (coscienti o inconsci) per cui il singolo individuo si confronta e/o utilizza la rete e in particolare le mailing lists ...

Ma l'impressione generale è che il confrontarsi con la rete e in particolare con i gruppi mediatici di lavoro si accompagna sempre ad un certo livello di confusione ... lo si vede ad esempio anche dalla confusione che certe persone fanno scrivendo alle liste come se scrivessero proclami a tutta la rete ... o dai frequenti "lapsus mediatici", per cui si scrive in lista quando si vorrebbe scrivere privatamente, si nomina qualcuno quando si sta parlando di un altro, ecc; ecc; ... o dalla tendenza a nascondersi, senza mai trovare spazio e tempo per intervenire, pur continuando a seguire i dibattiti in corso, quasi subendoli ...

E tutto questo, anche per quanto riguarda le liste, forse ha a che vedere anche col non sapere veramente a chi si scrive ... di quali umani sia realmente composto il gruppo virtuale (che quindi di fatto è un "gruppo reale sui generis", dato che il vero gruppo virtuale casomai è solo nella nostra mente) ... quali siano i loro interessi ecc. ecc.

Da qui la necessità di chi opera in rete di favorire non solo l'informazione e la pubblicazione di dati (altrimenti rifondiamo una sorta di nuova televisione), ma anche il collegamento e la comuncicazione reale tra gli utenti della rete. Ma anche il collegamento e la sinergia tra le varie risorse presenti in rete, mantenendo anche una stretta comunicazione e scambio con gli enti ed ai servizi presenti sul territorio. Da qui inoltre la necessità di realizzare al più presto anche in Italia un coordinamento delle diverse risorse psichiatriche e psicopatologiche attualmente presenti in rete, collegandole alle associazioni classiche operanti sul territorio.

Bibliografia generale di questo congresso

Index altre relazioni di questo congresso

Marco Longo
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E-mail: psychomedia@flashnet.it
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