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Università degli Studi "La Sapienza" Roma
VI Centro di Psicoterapia Cognitiva
in collaborazione con
APC - Scuola di Psicoterapia Cognitiva

Abstract del Congresso Internazionale

Personalità e relazione
Un gioco polifonico tra le parti


Roma, 10-11-12 Maggio 2007



La moralità nel disturbo antisociale

Francesco Mancini, Rosario Capo, Livia Colle


I recenti fatti di cronaca hanno segnalato con urgenza un fenomeno già da tempo noto dagli insegnanti italiani di ogni ordine e grado: l'aumento esponenziale dei problemi di aggressività e di condotta in età evolutiva.
Tale tema è di particolare rilevanza anche perché i bambini che evidenziano queste difficoltà comportamentali nella prima infanzia presentano un elevato rischio per lo sviluppo futuro di comportamenti violenti e azioni criminose, problemi di salute mentale, drop-out scolastico, abuso di sostanze, difficoltà occupazionali, problemi familiari e di coppia (Aguilar, Sroufe, Egeland e Carlos, 2000).
E' stato stimato che circa un terzo dei bambini con problemi di aggressività e condotta ad esordio precoce sviluppino un disturbo di personalità antisociale in età adulta (Bloomquist e Schnell, 2002). La percentuale restante mantiene gravi problemi nel funzionamento sociale e lavorativo, quali: difficoltà di coppia, condotte violente, gravi disturbi di personalità, criminalità e disoccupazione.
Nella presente relazione si cercherà di offrire una spiegazione, in base ai principi della psicologia cognitiva e della teoria scopistica della motivazione, del progressivo sviluppo di psicopatia ed antisocialità (aggressività "proattiva", deliberata, "predatoria") a partire dal disturbo oppositivo-provocatorio (aggressività generalmente "reattiva" e con funzione sociale, ossia indirizzata alla gestione del rapporto con l'autorità e con il gruppo dei pari).
Senza misconoscere il ruolo delle inabilità e dei mancati apprendimenti (scarsa empatia; ridotto repertorio di abilità sociali; deficit di attenzione; difficoltà di inibizione degli impulsi e di regolazione emotiva; ecc.) nella genesi e nel mantenimento dei disturbi aggressivi ed antisociali, si evidenzierà il ruolo degli scopi (condizioni da evitarsi e/o da ottenere) nella determinazione e nella stabilizzazione della condotta antisociale e il loro influsso sul ragionamento (es. giudizio morale) e sui bias cognitivi (sistematica attribuzione di ostilità ed inaffidabilità altrui; scarsa considerazione per la sofferenza altrui; ecc.) tipici di tali quadri psicopatologici.
Verrò messo in luce, in particolare, il ruolo della percepita inaffidabilità/arbitrarietà delle figure con ruolo di "Autorità" e della rassegnazione precoce nei confronti dello scopo dell'affiliazione (appartenenza al gruppo e considerazione delle gerarchie à diritti, doveri, regole) come determinanti significative del comportamento oppositivo e provocatorio (DOP). Saranno messe in luce, inoltre, possibili linee evolutive che da tale quadro psicopatologico (il DOP, appunto) possono condurre ad esiti ancor più drammatici come il disturbo della condotta in età adolescenziale e l'antisocialità in età adulta.


Domande:

1) Qual è la percentuale di soggetti con disturbo oppositivo-provocatorio che generalmente evolve in un disturbo antisociale in età adulta?

  • Un terzo (ESATTA)
  • Due terzi
  • La metà
  • Un quarto

    2) Nella prospettiva presentata all'interno della relazione, come si può spiegare il passaggio dall'aggressività "reattiva" (disturbo oppositivo-provocatorio) all'aggressività "proattiva" (disturbo antisociale e psicopatia)?

  • Iper-investimento nei confronti dello scopo della dominanza
  • Desiderio di risultare superiore e "speciale"
  • Rassegnazione nei confronti dello scopo dell'affiliazione e perdita del ruolo di regolazione delle figure di "Autorità" (ESATTA)
  • Estrema avversione per l'omologazione alle regole


    3) I soggetti antisociali generalmente si caratterizzano per una scarsa considerazione nei confronti della sofferenza e delle emozioni altrui. In quali frangenti sono invece abilissimi nel percepire e comprendere gli scopi, le avversioni e le sensibilità altrui?

  • Quando l'interlocutore è un bambino
  • Quando hanno lo scopo di raggirare e/o danneggiare l'interlocutore (ESATTA)
  • Quando sono sentimentalmente interessati all'interlocutore
  • Se vengono loro somministrati antidepressivi di nuova generazione


    4) Quale esito evolutivo tende a stabilizzare più di altri il comportamento antisociale?

  • Il drop-out scolastico
  • La morte del padre
  • L'abuso di alcool in età adolescenziale
  • L'affiliazione a sub-culture devianti (ESATTA)


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