Spassionati Amore e Odio di parte sono sentimenti impulsivi Gemelli
Marco Longo
Dopo la vile aggressione a Silvio Berlusconi da parte di una persona
psicolabile, visto il clima di spassionati e spesso decisamente eccessivi
sentimenti gemellari e contrapposti di amore e odio per il Premier, che da
tempo sembra dividere a metà il Paese (ma per fortuna ci sono anche tante
posizioni più moderate, pur se meno evidenti e strillate)
provo a dare un contributo psicosociologico con una piccola critica per un
certo "idealismo positivo di parte" che sottende il coro impulsivo (ma
anche un po' strumentale, diciamocelo) di chi a destra, amando
spassionatamente Silvio, ora cerca i "mandanti morali" nell'altrettanto
spassionato odio di parte di certi oppositori (idealismo negativo
antagonistico, dopo mi spiego meglio)
è una posizione comprensibile, essendo stato colpito il proprio Leader, ma
non certo libera da condizionamenti di parte e dunque non sufficientemente
realistica, perché una visione più condivisibile della realtà richiede
sempre il superamento dei condizionamenti di parte e soprattutto grande
moderazione, mentre lo slancio impulsivo spesso accieca parecchio
la storia insegna invece che, da sempre, quando una qualsiasi persona
diviene grande protagonista di una qualsiasi scena finisce fatalmente
anche per dividere la gente tra chi lo ama e chi lo odia (parlo
naturalmente delle reazioni estreme, da una parte e dall'altra, poi
ovviamente ci sono anche le tante reazioni moderate, per fortuna)
per questo ci può essere sempre il pazzerello di turno che, un po' per la
sua condizione e storia psicopatologica, ma forse anche per sue profonde
insicurezze, o per un'invidia infantile o adolescenziale non elaborata,
per il fatto di sentirsi solo, non abbastanza amato, reietto e/o solo per
cercare un momento di protagonismo, aggredisce proprio quella persona
famosa (pensiamo ad esempio a John Lennon, come a tanti altri casi) e
proprio perché è famosa e super amata e superosannata da tanti altri,
dunque non per odio personale e soprattutto non perché si senta spinto ad
agire da un clima difuso di odio, tutto il contrario casomai
dopo di che il clima di divisione già presente fa sì che si alzino
gemellari, contemporanee e contrapposte voci da una parte ovviamente di
dura condanna del gesto aggressivo e dall'altra parte (purtroppo) persino
inconsulte voci di approvazione ... ma entrambe queste posizioni non
aiutano a mitigare il clima già scottante e non privo di pericoli (ad
esempio per la democrazia)
per spiegare meglio (spero) incollo qui un intervento che ho scritto in
calce ad una mia nota precedente (14 dic 2009) sul clima di violenza che
purtroppo si respira oggi in Italia e sulla necessità di abbassare TUTTI i
toni ...
... cosa che però non sembra ancora avvenire, soprattutto a destra
(comprensibilmente, essendo stato colpito SB, ma con i rischi di
irrigidimenti reazionari che potrebbero essere molto dannosi per la
democrazia e di gesti inconsulti da parte di certe frange violente, se non
frenate) ed anche nella parte estrema della sinistra (con i rischi di
innescare ancora altro odio, altri gesti assurdi e conseguentemente
un'escalation di violenza, da entrambe le parti)... Mostra tutto
sottolineo il punto cruciale dell'attuale troppo marcata divisione tra
destra e sinistra, senza sufficiente spazio per posizioni moderate
aggiungo solo qualcosa, se posso, che viene dalla mia esperienza di
psicosocioanalista (scusandomi per la rapidità e la genericità delle
argomentazioni, visto il poco spazio e tempo a disposizione)
quando in un gruppo largo, in un popolo intero (mettiamo gli italiani
tutti) crollano i modelli, gli antichi ideali e si perde di vista l'etica
(come dopo il '90), si passa facilmente ad una situazione generale di
decadenza ideologica e morale collettiva; e in più la perdita di speranza
comporta un parallelo aumento di emozioni scomposte ed impulsive di
illusione acritica, di populismo e di giustizialismo
se in questa situazione generale un sottogruppo (mettiamo in questo caso
la destra) trova e si identifica troppo impulsivamente ed emotivamente in
un leader forte e seduttivo, finisce per amarlo sopra ogni cosa e al di là
di ogni possibile critica
parallelamente l'altro sottogruppo (mettiamo in questo caso la sinistra),
se orfano di una leadership altrettanto appariscente ed esibizionistica,
finisce necessariamente solo per odiare il leader altrui, altrettanto
impulsivamente ed acriticamente
se poi su tutto questo soffia nefasto il vento della propaganda, da
entrambe le parti, i rischi di una sorta di guerra civile (speriamo solo
delle parole) mi sembrano evidenti
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