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PSYCHOMEDIA
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16 Dicembre 2009


Spassionati Amore e Odio di parte sono sentimenti impulsivi Gemelli

Marco Longo


Dopo la vile aggressione a Silvio Berlusconi da parte di una persona psicolabile, visto il clima di spassionati e spesso decisamente eccessivi sentimenti gemellari e contrapposti di amore e odio per il Premier, che da tempo sembra dividere a metà il Paese (ma per fortuna ci sono anche tante posizioni più moderate, pur se meno evidenti e strillate)

provo a dare un contributo psicosociologico con una piccola critica per un certo "idealismo positivo di parte" che sottende il coro impulsivo (ma anche un po' strumentale, diciamocelo) di chi a destra, amando spassionatamente Silvio, ora cerca i "mandanti morali" nell'altrettanto spassionato odio di parte di certi oppositori (idealismo negativo antagonistico, dopo mi spiego meglio)

è una posizione comprensibile, essendo stato colpito il proprio Leader, ma non certo libera da condizionamenti di parte e dunque non sufficientemente realistica, perché una visione più condivisibile della realtà richiede sempre il superamento dei condizionamenti di parte e soprattutto grande moderazione, mentre lo slancio impulsivo spesso accieca parecchio

la storia insegna invece che, da sempre, quando una qualsiasi persona diviene grande protagonista di una qualsiasi scena finisce fatalmente anche per dividere la gente tra chi lo ama e chi lo odia (parlo naturalmente delle reazioni estreme, da una parte e dall'altra, poi ovviamente ci sono anche le tante reazioni moderate, per fortuna)

per questo ci può essere sempre il pazzerello di turno che, un po' per la sua condizione e storia psicopatologica, ma forse anche per sue profonde insicurezze, o per un'invidia infantile o adolescenziale non elaborata, per il fatto di sentirsi solo, non abbastanza amato, reietto e/o solo per cercare un momento di protagonismo, aggredisce proprio quella persona famosa (pensiamo ad esempio a John Lennon, come a tanti altri casi) e proprio perché è famosa e super amata e superosannata da tanti altri, dunque non per odio personale e soprattutto non perché si senta spinto ad agire da un clima difuso di odio, tutto il contrario casomai

dopo di che il clima di divisione già presente fa sì che si alzino gemellari, contemporanee e contrapposte voci da una parte ovviamente di dura condanna del gesto aggressivo e dall'altra parte (purtroppo) persino inconsulte voci di approvazione ... ma entrambe queste posizioni non aiutano a mitigare il clima già scottante e non privo di pericoli (ad esempio per la democrazia)

per spiegare meglio (spero) incollo qui un intervento che ho scritto in calce ad una mia nota precedente (14 dic 2009) sul clima di violenza che purtroppo si respira oggi in Italia e sulla necessità di abbassare TUTTI i toni ...

... cosa che però non sembra ancora avvenire, soprattutto a destra (comprensibilmente, essendo stato colpito SB, ma con i rischi di irrigidimenti reazionari che potrebbero essere molto dannosi per la democrazia e di gesti inconsulti da parte di certe frange violente, se non frenate) ed anche nella parte estrema della sinistra (con i rischi di innescare ancora altro odio, altri gesti assurdi e conseguentemente un'escalation di violenza, da entrambe le parti)... Mostra tutto

sottolineo il punto cruciale dell'attuale troppo marcata divisione tra destra e sinistra, senza sufficiente spazio per posizioni moderate

aggiungo solo qualcosa, se posso, che viene dalla mia esperienza di psicosocioanalista (scusandomi per la rapidità e la genericità delle argomentazioni, visto il poco spazio e tempo a disposizione)

quando in un gruppo largo, in un popolo intero (mettiamo gli italiani tutti) crollano i modelli, gli antichi ideali e si perde di vista l'etica (come dopo il '90), si passa facilmente ad una situazione generale di decadenza ideologica e morale collettiva; e in più la perdita di speranza comporta un parallelo aumento di emozioni scomposte ed impulsive di illusione acritica, di populismo e di giustizialismo

se in questa situazione generale un sottogruppo (mettiamo in questo caso la destra) trova e si identifica troppo impulsivamente ed emotivamente in un leader forte e seduttivo, finisce per amarlo sopra ogni cosa e al di là di ogni possibile critica

parallelamente l'altro sottogruppo (mettiamo in questo caso la sinistra), se orfano di una leadership altrettanto appariscente ed esibizionistica, finisce necessariamente solo per odiare il leader altrui, altrettanto impulsivamente ed acriticamente

se poi su tutto questo soffia nefasto il vento della propaganda, da entrambe le parti, i rischi di una sorta di guerra civile (speriamo solo delle parole) mi sembrano evidenti


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