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PSYCHOMEDIA
CONGRESSI E SEMINARI

A.F.P.P.
Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica

Firenze, 10 Maggio 2003

Owen Renik

Use of self-disclosure in the treatment of a borderline patient

Utilizzo dell'autosvelamento del terapeuta nel trattamento di un paziente borderline

Sala della Colombaria,
via S. Egidio 23, Firenze
ore 9,15-13,30


Owen Renik è membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Americana; ex-Direttore della rivista "Psychoanalytic Quarterly".

Riproporremo alcuni brevi estratti dalla presentazione scritta da Antonino Ferro per il seminario di Renik a Milano, e intitolata :

"Il letargo delle teorie e il giardiniere insonne"

......Nella "Prefazione" alla edizione italiana di Apprendere dall' esperienza Bion dice che il migliore tributo del lettore al libro sarebbe quello di renderlo superato. ... Nell'ultimo suo scritto Arrangiarsi alla meno peggio, egli si augura che Freud non venga usato come uno schermo contro la conoscenza e come barriera contro l'ignoto, posizione che non stupisce in chi aveva sempre pensato all'analisi come una sonda che allarga di continuo il campo che esplora.

Non è storicamente questo il modo abituale di procedere in psicoanalisi, dove I'ossificazione della teoria - che pure entro certa misura serve a trasmettere un sapere precipitato in una forma stabilizzata -è qualcosa che per decenni ha paralizzato lo sviluppo della teoria stessa e delle sue applicazioni. .......Anatemi sono stati via via lanciati ad esempio nei confronti della Klein, ma poi i "kleinisti" a loro volta ne hanno lanciati. Anatemi contro Bion, e a loro volta i "bionisti" si sono poi ritenuti gli unici detentori della verità, e così di seguito. ........ C'è anche un motivo profondo per ciò: sappiamo tutti che Bleger postula l'esistenza di un "nucleo agglutinato" a monte della posizione schizoparanoide e della posizione depressiva. Questo "nucleo agglutinato", che in analisi si stratifica nel setting, ma si stratifica anche nelle istituzioni, nel sapere istituzionale e nella ripetizione del noto, è come un tappeto liscio e lucido che ricopre i percorsi del già conosciuto. E' un tappeto fatto da un insieme di gatti o forse di tigri accoccolati ''uno accanto all'altro: basta un qualsiasi 'scossone' che il tappeto si anima, si frattura e balzino vivi gatti, tigri, emozioni, dubbi, interrogativi: tutte cose che comportano ancora una necessità di 'pensare ancora una volta ' , laddove la tentazione di ognuno di noi e di ogni istituzione, compresa quella psicoanalitica, è quella di avere già pensato una volta per tutte. .......Per loro intrinseca natura tutte le teorie tendono a lignificarsi, a cristallizzarsi sino a diventare dogmi e quindi con l'inevitabile corollario di sacerdoti e sacerdotesse dell'ortodossia.

Ma in questo giardino che sembra pietrificato ecco che si aggira un Giardiniere Insonne.

Un giardiniere che desidera vedere che gli alberi possano tornare a gemmare e a dare frutti che taglia rami secchi, che semina, che toglie erbacce e apre continuamente nuove aiuole senza curarsi delle ire dell'Assessore al Torpore dei Giardini. ..Ma, a ben guardare, nella penombra ecco -mi dico- sì, ne riconosco i tratti, ma è proprio lui: è Owen Renik !

Lui al quale va la nostra rabbia perchè non ci lascia dormire, e tutta la nostra gratitudine perche ci obbliga a stare svegli con lui e a pensare.

La psicoanalisi americana (e ancora una volta quante volte si è sentito: "Ma questa non è psicoanalisi"!) - spesso con il contributo doppiamente attivo, di Owen Renik come Autore e come Editor per oltre un decennio della più significativa Rivista di Psicoanalisi Americana (lo Psychoanalytic Quarterly) -ci ha inquietato, allarmato, costretto a cimentarci con concetti comel'enactment, la self-disclosure, la irriducibile soggettività dell'analista, l'intersoggettivismo.

Stavamo tornando a pensare che un pisolino adesso ce lo meritavamo e arriva di nuovo Owen con una bomba in uno dei pilastri dell'assetto classico: il setting! Una eresia. E' la fine della psicoanalisi. E' la deriva del soggettivismo, è il trionfo dell'improvvisazione per i "Benpensanti". lo non credo assolutamente ciò: è nuovamente materia per pensare.

Pensare non vuole dire essere d'accordo, o essere in disaccordo, vuoI dire aprire un dialogo, dialettizzare anche in modo aspro: in modo che gatti e tigri girino e generino nuove possibilità, nuovi pensieri e ròmpano vecchie anchilosi.

Antonino Ferro



L'iscrizione al seminario per i partecipanti esterni all'AFPP è di euro 50 + IVA.
Per informazioni e iscrizione: Dott. Antonino Brignone - Tel. 3483365832
E-mail abrignone@iol.it


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