PM - HOME PAGE ITALIANA PM-TELEMATIC PUBLISHING PSYCHO-BOOKS UNO SPAZIO PER TOMMASO SENISE

PM-TP
PSYCHOMEDIA
Psycho-Books

Pietro Roberto Goisis e Gioia Gorla
UNO SPAZIO PER TOMMASO SENISE

4.3. Pietro Roberto Goisis - Ricordo di Tommaso Senise *



Penso che si possa parlare di Tommaso Senise da vari punti di vista, da differenti angolature, cogliendone le molteplici sfaccettature che lo caratterizzavano.
Io vorrei raccontare il suo modo di essere un maestro.
Ho avuto la fortuna di frequentarlo negli ultimi vent'anni della sua vita, in maniera indiretta per i primi cinque, con continuità e vicinanza negli altri. E' stato un rapporto che è nato e si è sviluppato al di fuori di ogni contesto ufficiale o burocratico, tale quindi da farmi ancor di più apprezzare e comprendere uno degli elementi centrali del suo insegnamento morale e teorico, cioè quell'amore per la libertà che possono sperimentare soprattutto due individui che decidono di frequentarsi per i loro reciproci bisogni.
Fui suo allievo in un corso di formazione di base sulla psicoterapia breve di individuazione in adolescenza, tenuto nel 1981 presso il Centro di Psicologia Clinica della Provincia di Milano. Nei primi incontri mi trovai di fronte una persona che con grande semplicità e generosità ci lesse un suo articolo sull'argomento, soffermandosi su ogni frase, spiegandocela, discutendone con noi tutti. Poi un certo giorno tolse dalla borsa uno scassato registratore portatile, prese delle cassette e ci fece ascoltare l'intera fase di consultazione da lui condotta con una adolescente. La qualità della registrazione era pessima, l'audio precario (già lui certo non parlava ad alta voce...), l'acustica della stanza non certo ottimale, nel nastro spesso si ascoltavano rumori di ogni tipo (ambulanze lontane, echi del traffico, scricchiolii, campanelli, ecc.), a volte ci voleva un interprete (spesso ero io) per decifrare i colloqui, la situazione non era delle più facili, insomma. Ma noi tutti eravamo così magicamente immersi dentro la seduta, spettatori in prima fila di straordinarie ed immediate interazioni tra Tommaso e la sua giovane paziente, partecipi delle tappe attraverso le quali si andava delineando il percorso di individuazione. Poi si discuteva dell'andamento di ogni seduta con grande spontaneità ed egli era sempre totalmente disponibile a mettersi in discussione in prima persona, senza creare il minimo imbarazzo in tutti noi. E così via, una cassetta per ogni incontro, fino alla fine della consultazione. Io credo di non avere mai appreso così tanto e con tale qualità come in quell'anno di lavoro assieme.
In seguito ho continuato ad usufruire del suo insegnamento, attraverso la discussione su casi clinici, conversazioni informali, gruppi di supervisione, articoli e libri, ricavandone sempre un nutrimento continuo. Posso dire, infine di avere avuto l'onore di essere diventato suo amico.
Tommaso Senise sapeva insegnare come per «trasmissione da membrana permeabile». L'approfondimento era una lenta, quasi inavvertibile sedimentazione e filtrazione di materiale che, alla fine, diventava un corpo organizzato e completo di sapere. Il suo era un vero e proprio insegnamento maieutico, con il quale permetteva all'interlocutore di arrivare alla conoscenza ed all'approfondimento attraverso un proprio consapevole percorso; portato avanti nel pieno e totale rispetto del pensiero altrui, senza peraltro venir meno al diritto di critica ed al rigore teorico e clinico.
Ho spesso pensato a quante persone possano considerarsi a pieno titolo suoi allievi ed a come non mi sembra che ci siano tensioni per una ipotetica primogenitura. Credo che a tutti noi faccia piacere sentirci accomunati dal fatto di avere avuto un maestro come Tommaso.
Mi sono sempre chiesto se a lui potesse far piacere essere considerato un maestro. Con la presunzione che sempre appare quando si pensa di conoscere una persona, posso rispondere che sicuramente non gli apparteneva la possibilità di definirsi «maestro» (era troppo timido e modesto per farlo), ma che forse lo lusingava il fatto di esserlo considerato da coloro ai quali aveva trasmesso il suo insegnamento e che lo esercitavano.
Mi capita, a volte, di tenere dei seminari di formazione sull'adolescenza. In queste occasioni sono solito parlare della tecnica elaborata dal dottor Senise spiegando come io la applichi. Ricordo che un giorno, anche per evitare accuse di millantato credito, gli chiesi se lui aveva qualcosa in contrario a che io mi presentassi come un espositore del suo pensiero. La sua risposta e l'autorizzazione che mi diede mi sembrarono anche commiste di un poco di compiacimento sulla possibilità che le sue idee trovassero ulteriore circolazione.
Negli ultimi anni ha continuato ad essere una guida per tutti noi, anche quando vari imprevisti di salute l'hanno costretto a più riprese al riposo forzato. Sia durante la malattia, sia durante la convalescenza, appena poteva riprendere il lavoro, continuava a garantirci la sua disponibilità, a darci il suo sostegno. Non più di due mesi fa parlava con fervore e con convinzione della possibilità di riprendere i seminari di supervisione nella scuola di psicoterapia del Centro di Psicologia Clinica.
E un'amara constatazione quella relativa al fatto di come sia così difficile trovare dei maestri, ma di come basti così poco perché ci vengano portati via. Quanto ci mancherai «buon maestro» Tommaso!

*Adolescenza, vol. 7, n. 1, gennaio-aprile 1996, Pensiero Scientifico Editore, Roma, Pag. 99/100

PM - HOME PAGE ITALIANA NOVITÁ RIVISTA TELEMATICA EDITORIA MAILING LISTS