PM - HOME PAGE ITALIANA PM-TELEMATIC PUBLISHING PSYCHO-BOOKS


PM-TP
PSYCHOMEDIA
Psycho-Books




Coordinamento Psicopedagogisti-Psicologi iscritti all'Ordine della Regione Lazio

DALLO PSICOPEDAGOGISTA ALLO PSICOLOGO DELL'EDUCAZIONE

M. Benedetto - S. Brizi - R. Ceccarelli - T. Di Bonito - B. Iellamo - P. Marinelli - M. Matteini - G. Morelli - L. Pace (*)




PREFAZIONE

Una "figura" discussa e contestata quella dello psicopedagogista scolastico!

Per più questioni, è apparsa fin dalla sua origine, risalente poco oltre la seconda metà degli anni Settanta, portatrice di ambiguità nella posizione e nelle funzioni.

Appartenente, infatti, ai ruoli degli insegnanti di ogni ordine e grado ,a tutto diritto perché proveniente dallâinsegnamento attivo e, nello stesso tempo, chiamata a svolgere attività "a latere" di quelle propriamente scolastiche, a fianco dei colleghi e dei Capi dâIstituto allâinterno dellâistituzione, nonché mansioni di coordinamento allâesterno nei confronti degli organismi, degli enti e delle "figure" professionali cointeressate e coinvolte nei problemi attinenti lâinserimento e lâintegrazione dei soggetti in difficoltà e degli portatori di handicap in particolare, ha assunto su di sé la difficile funzione di "mediazione" tra posizioni e atteggiamenti, differenti e spesso molto lontani tra loro, dei plurimi soggetti (insegnanti, genitori, capi dâistituto, psicologi, sociologi, psichiatri, ecc.) portatori di esigenze, bisogni, istanze diverse.

Il suo compito non è stato facilitato neppure dalle prime e successive norme e circolari, spesso non chiare ed esaurienti, che avrebbero dovuto determinare con maggiore precisione lâ assetto funzionale, organizzativo e metodologico di questa "figura", colta poi, recentemente, come snodo öchiave dei rapporti e delle relazioni esterne e delle interrelazioni esterne, quale "figura di sistema" in una realtà sempre più reticolare.

Non facile, anche, è stato per gli psicopedagogisti scolastici il "farsi riconoscere" competenze specifiche sul piano professionale non tanto formalmente ed oggettivamente perché comunque riscontrabili in atti e documenti, quanto piuttosto umanamente e personalmente sia nel contesto dei Collegi dei Docenti resistenti al cambiamento, sia nei confronti dei Capi dâIstituto che non sempre hanno riconosciuto la necessità e lâopportunità di avvalersi dellâopera di un tale professionista e spesso non hanno accettato di buon grado la loro presenza.

La loro "esistenza" come psicopedagogisti, legata e condizionata dallâapprovazione da parte del Collegio dei Docenti del progetto operativo di attività e di interventi predisposto "ad hoc" ed articolato secondo le necessità proprie e le realtà specifiche di un determinato contesto scolastico ed ambientale, è apparsa precaria subito fin dalla fase, per così dire, di "gestazione", complicata anche dalla non scontata e pacifica accettazione delle famiglie degli alunni e dalla celata diffidenza di alcuni colleghi.

Non sempre, in verità, e non in tutti i contesti, nei quali si è proposta lâistituzione della funzione psicopedagogica nella scuola, si sono verificate le situazioni che abbiamo rappresentate: molte sono state, anche, le "isole felici" nellâarcipelago scolastico che hanno visto un avvio positivo e ancor più unâattuazione e uno sviluppo soddisfacenti ed efficaci. Le circostanze, a tal riguardo, sono importanti e significative: dipende, non solo, dalle caratteristiche e dalla maturità professionali della persona che si propone per svolgere la funzione di psicopedagogista, dei singoli insegnanti e del Capo dâIstituto, ma anche dal "clima" che si è riusciti ad instaurare e che si respira nellâambiente scolastico, dalla "visione" che si ha della struttura e delle "risorse umane" che ne intessono la trama, dalla "linee orientative" (valori di riferimento) che presiedono ed informano lâorganizzazione stessa della scuola e che, dunque, muovono lâagire, determinano i comportamenti e gli atteggiamenti delle persone.

Forse gli ultimi quindici anni hanno consentito a tutti di acquisire maturità in ordine alla questione e le pagine che seguono vogliono essere non solo un percorso "storico" e "teorico" sul ruolo e sulle funzioni dello psicopedagogista scolastico, ma anche una "rappresentazione" e una riflessione sulla pratica educativa dellâattività effettuata da un gruppo "rappresentativo" di psicopedagogisti che hanno realizzato esperienze vive e concrete nella scuola, dalla materna alla superiore; una testimonianza, dunque, che acquista valore ancor più nel contesto odierno nel quale lâistituzione scolastica "si muove" e "vive", pensando a plurime "figure di sistema" e ripensando, forse, anche alla natura degli interventi psico-pedagogici e alla "posizione" che alcuni professionisti competenti sul piano psicologico andranno e potranno occupare nel presente e nel futuro sistema scolastico italiano.

Ci auguriamo solo, e questo è il pensiero che consegniamo ai lettori nel presentare questo studio ö ricerca, che il pedagogico, congiunto allo psicologico, che da sempre ha composto il nome "psicopedagogista", non vada perso o disperso . Giova ricordare, infatti, che i processi che si svolgono nella scuola e le attività che si promuovono, quali essi siano, ma sempre nellâottica della "salute", di tutte le componenti scolastiche , dovranno imprescindibilmente attingere dalle scienze psicologiche e pedagogiche , le prospettive e le finalità che orientano lâagire educativo, organizzativo e didattico.

Ci auguriamo, pertanto, che queste pagine segnalino la necessità e ravvivino lâistanza nel futuro psicologo dellâeducazione di collocarsi sempre, di fronte ai problemi che sono vivi e presenti, con intelligenza pedagogica, per affrontarli e cercare di risolverli.

Rossana Cuccurullo
 


PM - HOME PAGE ITALIANA NOVITÁ RIVISTA TELEMATICA EDITORIA MAILING LISTS