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Coordinamento Psicopedagogisti-Psicologi iscritti all'Ordine della Regione Lazio

DALLO PSICOPEDAGOGISTA ALLO PSICOLOGO DELL'EDUCAZIONE

M. Benedetto - S. Brizi - R. Ceccarelli - T. Di Bonito - B. Iellamo - P. Marinelli - M. Matteini - G. Morelli - L. Pace (*)




CONCLUSIONI

di Paola Marinelli

RIFLESSIONI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO

La flessione degli investimenti individuali e collettivi che da tempo affligge la formazione scolastica rende necessario ed immediato il recupero del credito sociale attribuito alla scuola. Tale processo di riappropriazione della credibilità dell'istituto scolastico si articola a nostro avviso in due momenti essenziali:

  1. la centralizzazione dei bisogni specifici del singolo e della collettività appartenenti al territorio in cui la scuola opera, che presuppone una diversificazione dell'offerta formativa a livello locale, nonché una flessibilità organizzativa e gestionale;
  2. una responsabilità autocentrata, che impedisca l'attribuzione a soggetti istituzionali diversi dalla scuola delle responsabilità relative all'insoddisfazione dell'utenza - che crea conseguenze sia sull'incremento degli insuccessi e degli abbandoni scolastici, sia sullo spreco delle risorse relativamente al costo pubblico dell'istruzione - e che favorisca invece il raccordo tra i vari ordini di scuola e le altre realtà istituzionali presenti sul territorio, al fine sia di migliorare la continuità e l'orientamento (contro la dispersione scolastica), sia di educare alla salute e alla psicosocialità (per prevenire i disagi psicologici e per incentrare una comunicazione democratica attenta alle risorse del singolo, della collettività e dell'ambiente, finalizzandola alla promozione delle interazioni che avvengono nel contesto socio-ecologico).

Perché si concretizzino in maniera ottimale simili forme di autonomia gestionale, si presuppone che l'intero processo organizzativo contenga in sé le coordinate per agire in modo gradualmente preordinato, così da perseguire e raggiungere un duplice obiettivo:

  1. la rilevazione della qualità offerta dal servizio reso dalla scuola, a partire dalla ricerca di indicatori cui si riferiscono le positività o le negatività dell'azione scolastica (quali ad es. l'adeguatezza dell'offerta formativa, la professionalità docente, l'idoneità della struttura scolastica, i diversi fattori ambientali interagenti nel processo, ecc.);
  2. la promozione della qualità del servizio stesso, attraverso la realizzazione dei bisogni e delle aspettative utili all'utenza e che si traduce nella capacità di:
    1. incentivare le abilità interpersonali (motivazione, comunicazione, gestione dei conflitti, ecc.);
    2. potenziare le individualità (mediante la conoscenza di se stessi, del proprio tempo, dello stress scolastico, ecc.);
    3. delineare la programmazione e la pianificazione istituzionale (attraverso la valutazione di tendenze, bisogni, priorità, obiettivi, valori);
    4. connettere la scuola ad altre risorse istituzionali presenti nel territorio.

L'autonomia didattico-organizzativa e il nuovo contratto di categoria del settore scolastico delineano, con maggiore chiarezza, competenze ed ambiti di lavoro. Si profilano con forza, nello scenario scolastico, figure docenti (funzioni obiettivo) con compiti di informazione e/o coordinamento relativi alle seguenti aree: a) gestione del piano dell'offerta formativa, b) sostegno al lavoro dei docenti, c) interventi e servizi per studenti, d) realizzazione di progetti formativi d'intesa con enti ed istituzioni esterne alla scuola. In tale contesto, caratterizzato da una forte complessità e problematicità, si rende oltremodo necessaria la figura dello psicologo dell'educazione come facilitatore della "relazione". Precipuo compito dello psicologo dell'educazione sarà quello di "consulente" ossia lo specialista al quale faranno riferimento le diverse componenti scolastiche (dirigente scolastico, docenti, funzioni obiettivo, organi collegiali, agenzie territoriali, alunni, genitori, struttura amministrativa ed organizzativa della scuola) con l'obiettivo precipuo di intervenire sui processi relazionali, organizzativi e formativi. L'ambito di lavoro così delineato non si sovrappone a quello degli psicologi delle ASL e degli Enti Locali ai quali compete l'aspetto diagnostico e l'intervento terapeutico, mentre allo psicologo dell'educazione spetterà l'intervento preventivo e quello in rete sui diversi componenti del processo educativo (vedere legge Autonomia e contratto per specificare l'esigenza del nuovo dirigente scolastico di avvalersi di consulenti). Occorre pensare alla figura del "consulente" - psicologo dell'educazione come specialista che interviene su domanda, ma il cui progetto operativo agisce sull'intero sistema scolastico ed egli diventa punto di riferimento "stabile" per docenti, genitori ed alunni.

Pertanto lo psicologo dell'educazione, in qualità di consulente, è una figura esterna alla scuola ma è fondamentale che, a garanzia di efficacia ed efficienza, il suo intervento sia continuativo, pluriennale. Si potrebbe prevedere la presenza di nuclei operativi a livello distrettuale alle dipendenze degli Enti Locali con il precipuo compito di offrire consulenza psicologica alle scuole del territorio di appartenenza. Pensiamo ad una istituzionalizzazione della figura, al fine di garantirne, oltre alla continuità di intervento, anche l'autonomia, indispensabile alla specificità del lavoro da svolgere.

Riteniamo indispensabile inoltre non trascurare il tema della formazione.

Infatti, considerata la complessità e la delicatezza del lavoro da compiere, riteniamo opportuno che venga condotto da personale qualificato che riunisca in sé la professionalità della formazione e della specializzazione nel campo della psicologia applicata, nonché in campo psicopedagogico attraverso tanti anni di lavoro scolastico.

I vari corsi professionali formativi che sono stati realizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione, dall'Università di Roma e dal Provveditorato agli studi di Roma hanno contribuito ad evidenziare oltre alle funzioni specifiche ed agli ambiti d'intervento, anche le competenze teorico/operative e le abilità/capacità ritenute indispensabili sia per l'espletamento delle attività, che per una armoniosa e funzionale integrazione nella realtà scolastica.

E' indispensabile pertanto acquisire la conoscenza delle tecniche di comunicazione e di conduzione di grandi e piccoli gruppi.

Ogni istituzione scolastica infatti è un grande sistema costituito da un insieme di sottosistemi interagenti.

Per la sua particolare struttura sociale l'efficienza e l'efficacia di una istituzione scolastica è valutabile non solo dai risultati cognitivi conseguiti dai singoli studenti, ma anche dall'interazione congrua, funzionale e produttiva di tutti i componenti del sistema.

Per completare le abilità di gestione di un gruppo e di analisi del contesto esaminato è utile strumento acquisire la conoscenza delle tecniche di osservazione delle dinamiche spontanee del gruppo classe, per decodificare l'interazione verbale e comportamentale che strutturano il clima della classe esaminata e conseguentemente facilitare una maggiore produttività e una crescita positiva dei singoli componenti.

Un'altra area di competenza è individuabile nella conoscenza delle discipline scolastiche e dei processi cognitivi implicati negli apprendimenti, al fine di definire gli itinerari didattici adeguati allo sviluppo dei singoli allievi.

Si ritiene fondamentale pertanto la padronanza epistemologica delle discipline pedagogiche e la conoscenza della psicologia dello sviluppo in modo da individuare precocemente problematiche relative a difficoltà di apprendimento.

È altresì importante .la capacità di formulare profili dinamici funzionali dei disturbi dell'apprendimento, che colpiscono circa il trenta per cento degli alunni e che si evidenziano nelle abilità di lettura e scrittura, nella capacità di calcolo e che richiedono interventi ed attenzioni particolarmente accurati per l'efficacia del recupero.

Vorremmo sottolineare inoltre, come già fatto in altri contesti, che occorre operare una distinzione tra l'ampliamento del mercato del lavoro, che rappresenta il "futuro" del Disegno di Legge, ed il "presente", costituito dagli psicopedagogisti-psicologi. Riteniamo opportuno evitare contrapposizioni o scontri generazionali, nel contempo riteniamo anti-economico disperdere le professionalità già acquisite.

L'acquisizione di un ruolo autorevole, perchè stabile, consentirebbe di riscattare i molti anni di pesanti tributi personali e professionali, dovuti al vincolo dell'esubero degli Organici e quindi all' "entrata" e "uscita" dalle classi, alla commistione e confusione di ruoli e incarichi.


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