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Seminari
di Neuropsichiatria, Psicoterapia e Gruppo Analisi
2013 - 2014

"Donne psicoanaliste dalla Bella Epoque al Futurismo"

di Dr.ssa Anna Maria Meoni
Coordina Dr.ssa Marirosa Franco
(t) testo di relazione fornita dal relatore (r) elaborazione testi dialogo a cura Dr.ssa Antonella Giordani


Il Prof. Pisani premette un benvenuto di apertura per l'anno accademico seminariale 2013-14

"Benvenuti anche questo anno ai seminari di cui io sono fondatore e animatore. Debbo ringraziare diverse persone. La prima persona è la dottoressa Conti Pallai, che ancora una volta ci ospita nella sede della Casa Editrice EUR, poi debbo ringraziare il Prof. Ignazio Majore che con la sua presenza e con i suoi allievi contribuisce in maniera notevole ad elevare il livello dei nostri seminari, la Sign.ra Pina Pagnini Meoni la quale è una partecipante ospite d'onore. Debbo dire che mi rincresce moltissimo di averla inserita soltanto quest'anno (nell'intestazione del calendario-incontri), ma meglio tardi che mai, perché la signora Pina Meoni è stata l'animatrice e punto di riferimento per tutti questi anni fin dall' inizio dei seminari, negli anni '90. Ha dato un contributo morale e sostanziale perché continuassero e l'ho insignita per diversi anni di menzione con targa e da questo anno le dedico la menzione nella pubblicazione on line su Psychomedia la prestigiosa edizione specialistica che ci accoglie.
Debbo ringraziare i collaboratori, del così detto staff, sono collaboratori che iniziano dall'89 – 90, Anna Maria Meoni, Marinetta Ferrante, Marirosa Franco e Antonella Giordani, che ancora una volta tiene la segreteria e si occupa della pubblicazione degli atti di questi seminari.
Giuseppina Colangeli, Eliana Altaguerra: sono persone che hanno lavorato con me a stretto contatto sin dall'inizio.
Ringrazio tutti voi per la partecipazione, che è una partecipazione come ormai sappiamo di tipo multidisciplinare e multipersonale: ognuno di noi ha da dire qualcosa e questo qualcosa entra in contatto dialogico con quello degli altri secondo il presupposto che la verità assoluta non esiste ma può avere molte sfaccettature e ognuno di noi ha l'opportunità di imparare gli uni dagli altri.
Vi ringrazio di nuovo e vi auguro un buon anno accademico seminariale".

La Dr.ssa Marirosa Franco coordinatrice introduce l'incontro esprimendo il piacere di presentare il primo seminario di questo anno accademico che è tenuto dalla dottoressa Anna Maria Meoni, già conosciuta dalla maggior parte dei partecipanti. Sottolinea comunque alcune caratteristiche molto importanti della relatrice da anni impegnata in formazione e perfezionamento di Psicoanalisi e Psicologia Analitica, individuale come di gruppo.
Ha costantemente operato dal 1975 nel settore pubblico del Servizio Sanitario Nazionale in qualità di Medico Psichiatra sviluppando una progressiva carriera fino al Primariato raggiunto nel 1989, quando si sono incontrate per la prima volta quando lei stessa ha cominciato a lavorare in Psichiatria. Aggiunge una nota personale e lo fa ricordando con affetto : "La Dr.ssa Meoni mi ha introdotto in Psichiatria quando vi arrivavo per caso. Non ero ancora specialista in Psichiatra e credo che l'imprinting che lei mi ha dato me lo porto dietro e devo dire che mi salva in molte situazioni, pur avendo poi anch'io sviluppato formazione successiva e specializzazione in Psichiatria. L'ho conosciuta da vicino e vi posso assicurare che è una personalità eclettica e creativa: non si ferma mai di fronte a nessuno ostacolo. Per darvi un esempio devo dire che, dopo la pensione, è diventata imprenditrice agricola ed è riuscita a pubblicare una relazione internazionale facendo invidia ad altri esperti che non erano riusciti ad individuare molti problemi dell'agricoltura forestale. E per la disciplina che ci appartiene ancora recentemente ha organizzato un Convegno, al quale molti di voi hanno partecipato, sui "Soggiorni di Freud ad Orvieto" anche in questo caso con tratto nuovo e originale ha portato in luce aspetti sconosciuti della storia e dell'impegno professionale di Sigmund Freud".
Questa sera la Dr.ssa Anna Maria Meoni ci parlerà di

(t) [ "Donne psicoanaliste dalla Bella Epoque al Futurismo"

Premessa
Questo seminario integra la relazione che ho proposto nel 2013 al Convegno Interdisciplinare " I soggiorni di Freud a Orvieto: dalla autoanalisi alla Psicoanalisi" (1). In quella occasione ho approfondito il contributo alla Psicoanalisi dato dalle prime donne psicoanaliste del '900 ed in particolare la posizione assunta nei confronti della invidia del pene da Freud teorizzata in tema di sviluppo della sessualità femminile.
L'idea che vi potesse essere un legame tra le prime Psicoanaliste e gli aspetti innovativi della espressione artistica nel '900 la devo piuttosto alla lettura di riflessioni tra futurismo e psicoanalisi pubblicate da Fausto Agresta nel 2011 (2). La trattazione di questo tema comprende le posizioni psicoanalitiche sull'Arte, trattate anche ad Orvieto, ma essenzialmente nel profilo del pensiero di Freud in relazione ai dipinti rinascimentali di Luca Signorelli (3). A questo proposito è invece da esaminare lo specifico, ma molto controverso, tema delle posizioni psicoanalitiche su l'Arte contemporanea nel '900 e mi accingo a farlo dalla prospettiva femminile quale era quella della Psicoanalisi alla prima ora .
La Psicoanalisi si è interessata, ma non si è appassionata ai suoi artisti contemporanei. Sembra che gli psicoanalisti allora volessero evitare facili entusiasmi o particolare attenzioni ai movimenti artistici d'avanguardia, per quanto d'avanguardia fosse anche il pensiero scientifico psicoanalitico.
Nel '900 Arte Contemporanea e Psicoanalisi, sono state entrambe criticate e osteggiate dalle reciproche Accademie, ma mai si sono manifestamente alleate. La nascente Psicoanalisi è stata sostanzialmente diffidente verso quel nuovo dove essa stessa si rappresentava in particolare l'inconscio, il surrealismo e il simbolismo. Novità che pur tuttavia eccitavano quell'epoca, che, intensamente e inequivocabilmente, si rappresenta nei dipinti di avanguardia, nella moda , nella vita delle donne psicoanaliste : atteggiamenti e comportamenti pervasi da quello stile costantemente tutto sempre più nuovo che va dall' Art Noveau al Futurismo. Nuovi abiti che sempre più liberano il corpo, scelte di vita sociale sempre più indipendenti, grandi viaggi, ma soprattutto un pensiero colto e raffinato, assolutamente libero, che aggiunge contenuto a quel movimento politico femminile per l'emancipazione genericamente raccolto nel Femminismo, con il quale la Psicoanalisi analogamente non sviluppa alleanze manifeste (4). Di fatto la Psicoanalisi riconosceva alle donne i diritti all'esercizio della professione e l'accesso al training, anche se la storia dell'ammissione agli studi universitari e delle carriere accademiche anche per le psicoanaliste dimostrava non poche difficoltà.

'900 Arte e Psicoanalisi (nascita)
Freud in particolare ha voluto rimarcare le distanze da Salvator Dalì, esponente prorompente del Surrealismo (5), che era molto interessato ad identificarsi con la Psicoanalisi, ma anche generalmente un po' tutti gli Psicoanalisti all'epoca appaiono piuttosto preoccupati di evitare una impropria contaminazione e di definire le differenze. L'interesse manifestato da Jung nel 1913 per Marcel Duchamp e il movimento Dada era destinato ad esaurirsi presto nel 1917 e non vi sarà mai una ritrovata corrispondenza o identità della Psicoanalisi con artisti e movimenti esplicitamente connessi alle risorse creative riconducibili a manifestazioni dell'inconscio (6).
In conclusione Arte e Psicoanalisi sebbene cominciano insieme quasi nello stesso ventennio (1880-1900) una nuova strada di ricerca in realtà lo fanno separatamente condividendo identica matrice culturale di fine '800 : assai complessa e vistosamente influenzata dalla cosiddetta rivoluzione industriale,che cambierà radicalmente abitudini e comportamenti sociali in modo assai significativo.
In vero già tra il 1877 e il 1890 si esprime la Belle Epoque già in tutte le sue aspre contraddizioni con la " Hall di Saint Lazare" di Claude Monet e " Campo di grano con corvi" di Vincent van Gogh.

Le novità che provengono dalle avanguardie artistiche sviluppano in modo articolato, diversificato e contraddittorio. Mentre più omogenee e coerenti, forse più prudenti, appaiono presentarsi le novità psicoanalitiche a prevalente rigore scientifico, che resta delimitato nel dibattito specialistico.
Ma cronologicamente non si può non osservare che Freud scopre transfert e contro trasfert (7) trattando Bertha Pappheneim, illustre sua paziente femminista, proprio mentre si afferma lo stile della nuova epoca con l'Art Noveau nella foto segnalata dal vezzo del fiore di stoffa ad ornare il petto nella foto ritratto di Bertha Pappheneim.

'900 Psicoanalisi e Estetica
Centrale è il dilemma se l'inconscio può essere considerato artista o se le immagini che l'inconscio inconsapevolmente produce siano Opere d'Arte. Un tema questo assai caro agli artisti di quel periodo variamente impegnati alla ricerca della genuinità, del profondo e del primitivismo.
C. G. Jung, che più di Freud ha dedicato attenzione ai meccanismo psicologici della creatività, poi definitivamente afferma che l'individualità delle immagini mentali è arte indipendente. Le immagini hanno un valore mitopoietico che richiama il simbolo come prodotto creativo ma non necessariamente artistico (8). Una netta separazione quindi tra rappresentazione artistica e l'inconscio dell'artista. Inconscio personale dell'artista persona al quale, eventualmente si può applicare la Psicoanalisi in via interpretativa.
In Storia dell'Arte continua l'esame critico in questo tema che diventa una disciplina specialistica più appropriatamente definita Estetica (9), mentre in Psicoanalisi si accoglie solo un ramo di questo sapere ed investigazione che diventa Psicoanalisi Applicata per le sole finalità diagnostiche, interpretative e terapeutiche e ciò a partire dalle prime intuizioni dello stesso Freud che segue la sua profonda attrazione per il mondo dell'Arte purché sia arte classica o rinascimentale (10).
L'interesse di Freud per l'arte è piuttosto centrato su studi classici e documentazione archeologica e la metodica ricerca culturale è per Freud indirizzata a quelle metafore mito poietiche utili a confermare l'universalità delle sue scoperte dei complessi inconsci, già narrati nei miti. Vale a dire la prova documentale dell'inconscio nella dolente umanità narrata dalle testimonianze archeologiche e rappresentata dai prodotti artistici dei quali ci resta testimonianza. (11)
La predilezione di Freud per J. W. Goethe come scienziato, con riferimento ai vasti studi naturalistici (12), e al tempo stesso come artista, per le narrazioni che l'hanno reso celebre (13), conferma l'atteggiamento positivista che fu di Freud e che la Psicoanalisi e Freud non hanno mai abbandonato. Lo stesso interesse di Jung alla ricerca di elementi mitopoietici nelle immagini che appaiono in sogno o nei disegni spontanei o nelle fantasie dell'individuo in realtà prescinde dal valore artistico (14). Lo spiccato interesse diagnostico che la Psicoanalisi e la Psicologia analitica dimostrano per immagini, realizzate o metaforicamente espresse, è volto a riconoscere alle immagini aspetti universali o archetipici legati al funzionamento inconscio, che è universalmente presente nelle iconografie non solo, ma anche quando raggiungono livello artistico.

'900 Arte e Principi di Psicoanalisi (arte terapia)
Nella Storia dell'Arte alcune forme di Arte concettuali, Art Brut , Primitivismo, Arte Naives rappresentano ancora oggi argomento di grande dibattito sul tema della connessione tra espressione artistica ed espressione dell'inconscio. La critica d'Arte si sofferma sulle influenze della Psicoanalisi sull'Arte e cerca di comprenderne l'influenza della emergente psicoanalisi sulla evoluzione e innovazione artistica nell'arte del '900 (15). D'altro canto Psicoanalisi e
Psicologia Analitica superano nel corso del XX secolo i limiti della applicazione interpretativa e da pratiche diagnostiche sperimentano anche pratiche psicoterapeutiche che si validano sempre più in successi terapeutici quando i disordini mentali comportano difficoltà di verbalizzazione e di capacità d'introspezione.
In questo contesto l'immagine realizzata dal paziente è trattata come i sogni e diventa oggetto di associazione libera per promuovere introspezione e in ultima analisi per consentire l'interpretazione terapeutica (16). Un complesso contesto nel quale spesso accade di scoprire talenti inespressi e che porta a rivalutare in una luce nuova grandi artisti malati (17). Molti gli esempi dell'arte del '900 di artisti disturbati ma anche di artisti capaci di dare prove d'Arte in assenza di tecnica e professionalità. Celebrati come  Naïves contribuiscono al grande tema Arte e Follia. Tema che ormai riempie le biblioteche e sempre affascina i settori culturali più diversi sugli aspetti del processo creativo in rapporto alla lucidità della coscienza o all'impulsività dell'intuizione (18). E' un capitolo ancora non completamente chiuso nonostante l'importante contributo neuro fisiologico che indica come altamente probabile un funzionamento distinto per sedi e percorsi neurofisiologici del processo creativo cosciente che definiamo opera d'arte e del processo inconscio di creazioni di immagini, processi che seguono strade parallele ma che non si incontrano mai rimanendo sostanzialmente indipendenti. Ciò anche se entrambi i percorsi presentano transitoriamente sintomi e fenomenologie compatibili con alterazioni quantitative e qualitative dello stato di coscienza quali il caos creativo-caos confusionale o le associazioni intuitive – meccanismi ripetitivi. E ciò senza tener conto del fenomeno neurofisiologico sensitivo della vista per il quale l'immagine di ciò che vediamo è basilarmente già una interpretazione degli organi ricettivi.
Resta invece nel mondo degli artisti l'idea prevalente che nell'opera d'arte passa un messaggio profondamente inconscio ed emozionale che, filtrato da un pensiero e da una sapienza, è capace di restituirne l'immagine o la metafora come nella poesia. Un'idea raccolta da P. Klee (19) intorno alla quale hanno lavorato tutti gli artisti del '900.

'900 donne psicoanaliste e arte ( immagini )

Accanto alle profonde trasformazioni dell'arte figurativa, che abbandona la rappresentazione della realtà per astrarsi o simbolizzarsi sempre più nel '900, si affermano due grandi scoperte che mettono a disposizione nuovi mezzi tecnici di realizzazione di immagini : la Fotografia (1839) e il Cinema (1895) per rappresentare e, diremo oggi, interpretare con l'obiettivo , invece che con la matita o il pennello la realtà. La memoria storica da quel momento comincia ad acquisire un numero innumerevole di documenti fotografici. Questi documenti fotografici sono quelli attraverso i quali ho potuto sperimentare un confronto storico tra immagini dipinte e quelle scattate, in posa o istantanee e che pongo alla vostra attenzione con una presentazione in Ppt.

La consultazione delle immagini che cito nel testo a seguire è condivisibile pubblicamente in un album che ho postato su google e che preliminarmente consiglio di scorrere in visione per cogliere le coincidenze delle novità artistiche con le tappe fondamentali dello sviluppo della Psicoanalisi:


https://plus.google.com/photos/111780597118070172797/albums/5952698210652341457/5952698211947270626?pid=5952698211947270626&oid=111780597118070172797

Dalle foto documentarie, peraltro non molto numerose negli archivi a disposizione, ho cercato di cogliere, così come catturati dall'obiettivo, atteggiamenti e adeguamenti alla moda che si andavano sviluppando nelle psicoanaliste, come peraltro in tutte le donne di allora, in parallelo con le novità emergenti in Arte e con un'altra dominante novità sociale femminile che si impone nel '900, genericamente chiamata Femminismo.

( dia n.19 )

Ho organizzato la presentazione delle immagini con un criterio storico sequenziale secondo le tappe più significative dello sviluppo della Psicoanalisi. Propongo un confronto tra immagini artistiche che ho scelto tra quelle contestuali alle tappe fondamentali delle scoperte psicoanalitiche e scatti fotografici del medesimo periodo tra i ritratti delle psicoanaliste . Il criterio di scelta delle immagini di Arte Nouveau quali Liberty, Nabis e Secessione Viennese e Futurismo è in rapporto alla data di realizzazione dell'opera collegabile ai progressi pubblici della Psicoanalisi e ciò per meglio cercare di definire chi cercava cosa nei momenti più significativi del progresso intellettuale e scientifico dell'epoca immaginando una reciproca notizia e/o notorietà dell'uno all'altro e viceversa.

( dia n. 10 )

Doveroso è il riferimento all'Impressionismo e all'Espressionismo che precedono l' Art Noveau , per quel dramma sotteso, a partire dal suicidio di Van Gogh (20), che sembra segnare l'inizio di una nuova storia di dramma collettivo culminato nella Seconda Guerra Mondiale, che l'opera di Munch magistralmente esprime. E l'intenso turbamento che trascorre il '900 nelle storie degli intellettuali sembra culminare nella sintesi della pulsione di morte e di vita sviluppata da Freud (21) seguendo il pensiero precedentemente affermato da Sabina Spielrein (22) e Lou Salomé (23).

( dia n. 8 )

Le immagini fotografiche documentarie delle donne psicoanaliste, che sono prevalentemente ritratti, mostrano una timida presenza delle novità nell'adeguamento alla moda delle psicoanaliste se paragonate alle dirompenti e provocatorie di immagini femminili proposte dalla interpretazione artistica.

( dia n. 12 )

Le immagini che propongo presentano nel complesso un prodotto sinergico e drammatico allo stesso tempo del cambiamento macroeconomico denominato rivoluzione industriale, da molti considerato all'origine di quanto è nel '900 accaduto nel bene e nel male. Il fenomeno sociale della rivoluzione industriale e delle due grandi guerre, come a tutti noto, immettono le donne a tutto campo e in tutti i campi e in tutti i lavori prima del riconoscimento dei loro diritti civili e introducono, non per ultimo, una nuova moda più semplificata in rapporto alle loro nuove occupazioni pubbliche per lavoro : sempre più fuori casa e fuori famiglia. Le crinoline sono le prime a sparire e il cappello è l'ultimo accessorio che si semplifica fino a perdere il suo compito di definizione di ruolo per assumere sempre di più l'essenziale della sua funzione utilitaristica. Il cappello assume fogge definibili come prevalentemente sportive e se ne può fare anche a meno nel prêt-à-porter .

( dia n. 25 )

Come le figure femminili appaiono sempre più realistiche nell'arte, nude e vecchie oltre che spettinate o matte, così è la vita e la professionalità delle Psicoanaliste pioniere.

( dia n. 17 )

Dal punto di vista della Storia dell'Arte ho semplificato un campo molto complesso in due settori distinti.
Da una parte l'Art Nouveau che dal 1984 comincia presentando cose moderne rispetto a quanto già di nuovo aveva portato l'Impressionismo che aveva abbandonato i codici figurativi tradizionali e, dall'altra parte, il Futurismo .

( dia n.9 )

Il futurismo si intreccia con i movimenti secessionisti, ma trova ancora da dire qualcosa di nuovo e che ho titolato la modernità nella modernità.

( dia n.16 )

Tutto succede in una manciata di anni, articolati in tanti e diversi movimenti, che si intersecano e sviluppano nella produzione anche di uno stesso artista, che, ora influenzato da una tendenza o dall'altra, poi aderisce concettualmente all'uno o all'altro dei movimenti emergenti.
La massima contemporaneità delle due tendenze è nel 1910 che sembra un anno cruciale da tutti i punti di vista (24). Secessione Viennese e Futurismo si esprimono contemporaneamente in quell'anno, ma non solo.
Ma è anche il 1910 l'anno in cui Lou Salomé pubblica, non ancora psicoanalista, il più celebre dei suoi testi (23), mentre Klimt si è a lungo applicato al Fregio di Bethoven dove spoglia la donna (25) e propone un universo femminilizzato. Già in Erotica nel 1910 e poi nel testo sul narcisismo (26) la stessa Lou Salomè propone in anticipo su Freud il concetto di un buon narcisismo appannaggio del femmineo. E' sempre nel 1910 che Sabina Spielrein (22) intuisce quella evidenza dell'istinto di morte che Sigmund Freud riprenderà dopo dieci anni riconoscendo l'importanza di questa intuizione in Al di là del principio del piacere (21).

 

Nell' interessante libro di saggistica di Harrison (27) l'intuizione di Sabina Spielrein è connessa ad alcuni aspetti tragici del '900 di suicidi di intellettuali, che ho creduto di cogliere, come sottofondo drammatico della Belle Epoque, nella produzione di Munch che dà un volto all'angoscia collettiva di quel momento e nella coincidenza con la data del suicidio di Van Gogh 1890, che data l'inizio convenzionale della Belle Epoque.

La documentazione fotografica delle donne psicoanaliste pioniere è scarna e molto essenziale. Da quelle poche foto si intuisce un adeguamento ai costumi per esempio dai fiori di stoffa su abiti ancora severi, indizio cauto di Art Nouveau, fino al copricapo di Anna Freud , che è quasi in tenuta da motociclista a confronto con la precedente foto in bicicletta quando comincia giovanissima la sua carriera psicoanalitica in abito tradizionale.

( dia n.21 )

Ed invero Anna Freud, la più giovane delle pioniere, nasce con l'Art Nouveau (1895) ma entra in Psicoanalisi (1920) a Futurismo ormai Manifesto. Sembra una donna futurista, come a Marinetti sarebbe piaciuta, affatto sottomessa, combattiva e assolutamente determinata. Capace di formarsi una indipendenza professionale dal tanto illustre padre e una identità di genere affermata nella omosessualità discreta, ma fermamente realizzata (28).

( dia n.23 )

La figura di Anna Freud si pone nella questione femminile del Futurismo:un movimento né femminista né tradizionalista, ma a giudizio di più recenti visitazioni a forte impulso provocatorio (29) (30), che emerge dai manifesti quasi oltraggiosi fino a spinte rivoluzionarie di controtendenza nella questione della sessualità femminile orientata alla libertà (31) e che richiama l'impostazione iniziale di Lou Salomé (23).

Le donne psicoanaliste, pioniere nel 1900 e le altre a seguire, prevalentemente operano con solide professionalità con ruoli istituzionali e titoli accademici in un campi assolutamente nuovi e in formazione, dove concentrano tutta la loro energia, piuttosto che in battaglie sociali per la conquista dei diritti sociali e politici della donna (32).
Anna Freud, Sabina Spielrein, Helen Deutusch, Toni Wolff, Emma Jungh e Melanie Klain sono figure dirigenziali di importanti strutture operative e didattiche da loro create e mantenute in momenti istituzionali non certo facili tra due grandi guerre e una grandissima crisi economica e sembrano anteporre i fatti alla precedenza dell'acquisizione dei diritti. Molte invece le primissime pazienti e collaboratrici di Freud direttamente coinvolte nei movimenti femministi locali (33).
Un capitolo a parte è rappresentato dal fascino discreto di Marie Bonaparte che nasce (1882) in pieno Impressionismo, incontra la Psicoanalisi (1916) e muore (1962) quando il Futurismo è già passato, continuando a gestire un ruolo e un potere, economico e politico, dal quale dipende la salvezza dello stesso Freud e della Psicoanalisi.

( dia .22 )

Il fascino provocatorio di Lou Salomé, che nasce nel 1862 con i Preraffaelliti e muore a Futurismo ormai affermato, è un fascino di vera avanguardia , ma che si accompagna ad una grande autorevolezza intellettuale che non è seconda allo stesso Freud. Entrambe, Marie Bonaparte e Lou Salomé, si pongono al servizio della Psicoanalisi, che efficacemente proteggono dai realistici e attuali rischi di denigrazione intellettuale e di persecuzione fisica.

Appare di poter concludere che l'impegno professionale ha coinvolto interamente le donne pioniere della Psicoanalisi, apparentemente meno attente alla moda e all'arte contemporanea o alla politica per quanto affatto estranee a quanto andava accadendo.
Grandi rivoluzionarie, forse anche più delle stesse femministe con le quali solo in alcuni casi hanno apertamente condiviso le battaglie per i diritti sociali e per la libertà sessuale.

( dia n.18 )

Ma questi diritti e libertà hanno con coraggio semplicemente preso e vissuto, senza ostacoli importanti che potevano venire dal loro ambiente familiare e sociale. Nei loro compagni di vita o nei loro padri hanno trovato o scelto soggetti capaci di sostenerle e rispettarne l'indipendenza volitiva.
Infine, ma non per ultimo, mi è doveroso segnalare come difficile è stata per me questa ricerca per la continua interferenza di informazioni o polemiche che riflettono una lettura intellettuale tradizionale anche agli stessi psicoanalisti dove diffusamente era accettata la sessualità erotica solo extra matrimoniale o extra professionale (34).
L'attenzione al pensiero delle psicoanaliste è stata offuscata dal prevalente pettegolezzo intorno alle loro libertà sessuali, ma non possiamo oggi negare che loro innovazioni in campo teorico sono state invero più tardi accettate, solo quando molti anni Freud finalmente le ammette, peraltro dandone correttamente loro atto (35).

 

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(r) Fa seguito alla relazione il dialogo tra i partecipanti:

Prof. Pisani : si richiama alla professoressa Anna Maria Vivona, una relatrice di questi seminari che probabilmente ricorderà anche Anna Maria Meoni, per lo spessore e l'importanza dei suoi contributi a questi seminari ancora dai primi anni 90 : in particolare sul Narcisismo in letteratura dove citava il gigante Nembrot. Dante Alighieri ha dedicato un canto particolare a questo personaggio superbo, che assieme agli altri aveva costruito la torre di Babele con lo scopo di raggiungere il cielo e così essere come Dio. Ma Dio li ha voluti punire e ha distrutto la Torre di Babele e li ha dispersi e ha seminato la diversità dei linguaggi e delle lingue. Il secondo seminario della Dr.ssa Vivona, bellissimo e al quale si ispira nel lavoro gruppo analitico, dove ha così citato Platone l'ideatore del dialogo : "dal civile confronto delle idee nasce il vero".
Io tendo ad aggiungere un forse " dal civile confronto delle idee forse può nascere il vero".

Questa presentazione della Dr.ssa Meoni, a suo avviso è bellissima, perché non solo presenta la parte scientifica della psicoanalisi, ma si completa con illustrazioni e la scelta delle immagini d'Arte. Gli ha fatto ricordare la mostra di Klimt visitata a Firenze con un gruppo di risocializzazione in trattamento al CSM diretto dalla Dr.ssa Meoni.
A proposito di Helen Deutsch ricorda che proprio questa psicoanalista è stata l'analista di Sigmund Foulkes, che ha sviluppato con lei l'analisi personale prima e poi ha completato la supervisione con Nunberg - Hitschmann, ha avuto due supervisori prima di creare la gruppo analisi : è molto, ma molto, interessante.
Crede sarebbe anche opportuno approfondire due donne che entrano nella storia sia di Freud come di Jung. Una è Anna O, con la quale sia Breuer che Freud hanno avuto un coinvolgimento sentimentale, transfert si fa per dire, ma nessuno ne parla e probabilmente era ciò che chiamiamo un transfert agito. La seconda è Sabina Spielrein, che da paziente è divenuta importante psicoanalista e ciò prima della sua morte tragica per la persecuzione nazista perché ebrea.

Dr.ssa Meoni: precisa che in vero Sabina Spielrein era riuscita a sottrarsi alla furia del nazifascismo, ma in Russia dove si era rifugiata ha trovato la morte per mano del totalitarismo di Stalin che l'ha uccisa insieme alle figlie.

Prof. Pisani ricorda che Sabine è stata l'amante di Jung , ma vi è ragione di ritenere che fosse oggetto d'amore sia di Freud come di Jung. Sabina Spielrein è stata un'analista di altissimo livello teorico e pratico, che è entra negli aspetti umani di questi due grandi personaggi ai quali si era rivolta prima per terapia e poi per la formazione analitica.

Dr.ssa Meoni : ammette che studiando questo argomento più volte è rimasta un po' infastidita dal fatto che la documentazione esistente in generale sembra molto attratta dalle storie di amanti tra psicanalisti, più che dalle considerazioni scientifiche sui contributi di queste donne. Porta l'esempio di quanti siti pornografici emergono quando con Google si cerca Lou Salomè.
Si trascura a suo parere di considerare quella che era un'abitudine sociale, normale nel 700 e nell'800 e forse dalla notte dei tempi, di legittimare la sessualità fuori dal contratto sociale matrimoniale in altre situazioni relazionali tra amanti : circostanze e spazi e luoghi spesso anche istituzionalmente riconosciute con dignità di ruolo, non certo oggetto di scandalo e meno che mai di pornografia.

Prof. Majore : al proposito ricorda, tra le psicanaliste famose, l'incontro con la Principessa Alessandra Tomasi, nobile lettone per l'originario casato e che ha vissuto in Italia dedicandosi alla Psicoanalisi dopo il suo secondo matrimonio con il Principe scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Quando l' ha conosciuta gli chiese : "lei perché vuol fare lo psicanalista?" Lui rispose: "perché mi interessa". Lei aggiunse: "nelle sue analisi ha avuto delle aberrazioni, cio¸ delle fuoriuscite dell'inconscio nelle situazioni drammatiche?".


Dr.ssa Meoni chiarisce di essersi limitata sostanzialmente a queste tre donne: Marie Bonaparte, Anna Freud e Lou Salom¸. In realtˆ sono molte di pi¯, ma considera che studiarle tutte vederle tutte ¸ veramente una impresa difficile. Oggi come oggi non ¸ facile trovare i testi originari. Racconta che in una prestigiosa libreria romana cercava un testo di Lou Salom¸ : il commesso ha offerto una decina di testi dal titolo Lou Salom¸, ma nessuno scritto da Lou Salom¸. Dai cataloghi delle librerie Lou Salom¸ come autore non sembra registrata : il suo nome ¸ relegato in un mare di titoli ciarpame, nei quali ridondano di aspetti di relazioni sessuali irregolari che in realtˆ non erano irregolari per niente. Marie Bonaparte aveva i suoi amanti, il marito lo sapeva benissimo ed era del tutto normale, cio¸ quella era la situazione dell'epoca. Siamo noi oggi che la coloriamo in maniera pi¯ trasgressiva di quanto effettivamente allora non fosse.

Prof. Majore: a proposito di Marie Bonaparte ricorda che proprio lei ha consentito la fuga di Freud in Inghilterra perché era tanto importante e famosa per il suo nome da superare la volontà persecutoria dei nazisti.

Dr.ssa Meoni conferma che approfondire questo aspetto non è stato facile, perché non c'è completa condivisione nelle biografie con quello che sta dicendo Majore e che lei invece condivide pienamente. Ha faticato molto a ricostruire questi aspetti storici di una complessa situazione politica europea negli anni 30 del '900.
La domanda da porsi è la seguente : " Pare possibile che Freud sia potuto fuggire da Vienna, non solo con tutti i suoi soldi, ma anche con tutti i suoi preziosi oggetti archeologici e anche con tutte le sue carte ? " Deve trovare il fatto una spiegazione essendo assolutamente vero che quando hanno preparato la valigia dei documenti, carte e appunti e manoscritti di Freud, che erano forse le cose più importanti, la Gestapo era presente e pienamente informata che proprio Marie Bonaparte con Anna Freud preparava i plichi : quindi non poteva che trattarsi di " valigia diplomatica". A questo punto non si sa se Marie Bonaparte abbia messo a disposizione il denaro per corrompere la Gestapo o se la Gestapo piuttosto dovesse rispetto alle prerogative diplomatiche di Marie Bonaparte.

Dr. Zipparri è certo che vi sono stati anche soldi.

Dr.ssa Meoni: era così, ma quanta gente ha pagato la Gestapo senza ottenere nulla per poi comunque morire? Marie Bonaparte era la moglie del secondogenito al trono di Grecia , una dinastia europea voluta a regnare in Grecia quale baluardo alle mire imperialiste dei Sultani Turchi. Durante il periodo di sviluppo del nazifascismo (adesso io semplifico maledettamente ma comunque il succo è questo), la casa reale di Grecia danese, imparentata con l'Inghilterra e con lo Zar di Russia, era quella che faceva più paura a Hitler, in buona sostanza, perché aveva la stessa radice, perché aveva una intensa attività diplomatica e se Hitler l'avesse contrastata si sarebbe trovato a dover fronteggiare un conflitto con i Turchi (la dico in maniera proprio banale ma credo efficace). Quindi Marie Bonaparte era molto più potente di quanto potesse apparire. Era anche francese e ultima discendente di Napoleone Bonaparte: l'ultima Bonaparte, come amava definirsi. Ci sono anche altre cose che andrebbero spiegate. Ad esempio il rispetto di Hitler durante l'invasione della Francia, per l'attività psicoanalitica in Francia della Principessa di Grecia che era profondamente francese e ciò mentre Hitler già stava perseguitando gli psicanalisti sia che fossero ebrei come non ebrei.
La stessa Lou Salomè se non fosse morta di leucemia, sarebbe stata uccisa da Hitler: era predestinata a questo, perché intellettuale e psicoanalista, non perché ebrea. Quindi sembra che Freud si è sicuramente salvato ( per alcuni versi sembra contro la sua volontà o consapevolezza del pericolo che correva), grazie a Marie Bonaparte influente dal punto di vista economico (francese ricchissima perché proprietaria del Casinò di Montecarlo) e dal punto di vista diplomatico ( ruolo dinastico acquisito di Principessa di Grecia). In sintesi una Psicoanalista francese al tempo stessa una diplomatica danese Principessa di Grecia (secondo alcuni impegnata anche in attività di intelligence ) : francamente una donna veramente eccezionale e della quale si attende la pubblicazione degli archivi privati, che per volontà testamentaria non potrà essere prima del 2020.

Dr. Zipparri : gli è piaciuta molto questa presentazione essenzialmente perché l'accostamento dei quadri, delle opere d'arte con la psicoanalisi insieme a quello che ha detto ha trasmesso che la psicoanalisi sia nata come un movimento interdisciplinare, anche nel senso che Lou Salomè veniva da un'estrazione intellettuale completamente estranea alla psicoanalisi, più vicina alla filosofia. Sottolinea che non sa se la relatrice ha proprio espresso questo discorso dell'interdisciplinarietà volutamente o influenzata dalla presentazione dei seminari di Rocco Pisani che l'ha preceduta oggi:seminari che a distanza di un secolo, continuano ad avere questa dimensione di scambio fra varie discipline. Poi rivolge una domanda alla relatrice in base ad una diversa considerazione e cioè se queste donne psicoanaliste, soprattutto queste prime donne psicoanaliste, gli sono sembrate molto all'ombra di grandi uomini, cioè nel senso Emma Jung era la moglie di Jung, Anna Freud era la figlia di Freud, la stessa Toni Wolff era l'amante di Jung, e chiede: "Tu come donna e anche come psicoanalista che idea ti sei fatta?".

Dr.ssa Meoni: risponde "Io mi sono fatta l'idea che erano veramente eccezionali, perché era come se non fossero né la figlia, né la moglie, né l'amante"

Prof. Majore : anche gli uomini erano all'ombra di Freud o di Jung non solamente le donne: poi c'è stata la Klein che senza essere all'ombra di nessuno, ha creato tutta una cosa sua, molto discutibile ma insomma l'ha fatta.

Dr.ssa Meoni: approfondendo questi argomenti, devo dire onestamente, che mi sento cresciuta professionalmente. Avevo studiato e pensato Freud quale maestro di tutti e poi mi pare di comprendere che è stato insegnato da Lou Salomè.

Prof. Majore: ricorda che la Klein e Anna Freud sono state in grandissimo contrasto.

Meoni: conferma che il contrasto è stato grande, ma ricorda che è stato proposto come contrasto fra la figlia Anna che doveva proteggere il verbo del padre dal pensiero della Klein . Non sembra sia stato questo tipo di contrasto. Emerge dalle controversie impostazione diversa. Piuttosto una visione diversa tra le due professioniste impegnate nella clinica Neuropsichiatrica infantile, per nulla dominato dal pensiero di Freud.
Anna Freud non è la figlia del padre, è una neuropsichiatra infantile con un diverso pensiero e una diversa esperienza da un'altra neuropsichiatra infantile la Klein. Le controversie sembrano solo ed unicamente sulla interpretazione della psicologia e psicoanalisi infantile e appare superficiale considerare questa proposta di figura di figlia in difesa del padre.
Anna Freud ha fatto la figlia del padre, nel senso che ha assistito il padre e lo ha assistito da due punti di vista. Intanto non dimentichiamoci che Freud nel 1926 si è ammalato gravemente. Tutto quello che ha fatto dal 1926, che è stato parecchio, fino a quando è morto nel 1939, l'ha potuto fare solo perché qualcuno lo ha assistito e questo qualcuno era essenzialmente la figlia con il supporto di Marie Bonaparte, ma essenzialmente è stata Anna Freud. Inoltre ha assistito il padre dal punto di vista intellettuale per la realizzazione di una idea e della storia e della memoria di questa idea. Dopo la morte del padre ha continuato ad occuparsi della divulgazione del suo pensiero, quindi è fedele al pensiero del padre. Però per se stessa apre una clinica per bambini a Londra. Una cosa incredibile, ha montato un ospedale, ha montato una scuola, ha impostato la neuropsichiatria infantile mentre infuriavano venti di guerra. Un livello pratico-clinico per i bambini che prima mancava totalmente : prima non si pensava a curava i bambini dal punto di vista psicologico o psicoanalitico.

Dr. Lusetti : non aveva mai riflettuto sulla provenienza dei contributi molto originali, però a pensarci bene è vero che Freud era contornato da personalità eccezionali; a parte le persone che sono diventati dissidenti e quindi Jung e Adler. L'unico forse fra gli uomini che avevano un pensiero originale in parte ripreso da Freud, era Abraham, purtroppo morto molto giovane. Sono le donne che gli hanno passato dei concetti originali da Lou Salomè con il narcisismo e Sabrina Spielrein con l'istinto di morte : quindi cose molto importanti. Il problema però è che erano donne, cioè non si contrapponevano a lui e che si muovevano su altre coordinate senza antagonismo per creare una propria scuola di pensiero in contrapposizione a quella del capo. Freud ha avuto molto agio di prendere da loro quello che c'era di buono senza doversi contrapporre. Gli pare che questa sia una riflessione che può scaturire da quanto esposto.

Dr.ssa Meoni: condivide questa riflessione e ritiene che meglio si possa comprendere con la questione della invidia del pene nello sviluppo della sessualità femminile. Marie Bonaparte ha scritto "La psicologia femminile" e Lou Salomè ha scritto "Erotica" in realtà è una psicologia femminile. Queste donne psicoanaliste,si sono mosse sempre in maniera equilibrata, non contraddicendo Freud, però non hanno mai accettato il discorso dell'invidia del pene. Se non c'è l'invidia del pene nelle donne non ci può essere conflitto e quindi non poteva esserci nelle donne psicoanaliste un conflitto con Freud. Bisogna anche ammettere che quello che loro pensavano a proposito della invidia del pene mai è stato contrastato da Freud che ha sempre proposto in maniera probabilistica il tema dell'invidia del pene nello sviluppo della sessualità femminile, e ciò prima ancora del contributo e della risonanza nelle donne psicoanaliste. Una questione peraltro rimasta aperta.

Dr. Lusetti: a proposito del pene gli è venuto in mente una cosa buffa che ha letto. C'è un antropologo molto famoso che si chiama Jared Diamond, il quale ha interpretato l'omosessualità maschile in un certo modo, cioè secondo lui il pene, l'interesse per il pene e anche per le dimensioni, del confronto fra i peni, è un problema essenzialmente maschile non che la donna se ne disinteressi, non dice questo, però è l'uomo che si interessa di queste cose, tant'è che ci sono delle statistiche americane che dimostrano che i maggiori frequentatori di riviste pornografiche che hanno come immagini principali i peni, l'erezione, sono uomini non sono donne. Quindi questo discorso dell'invidia del pene è anche un po' questo insomma, il pene viene giocato nella rivalità fra uomini anche a livello intellettuale, perché l'invidia del pene è questo: insomma essenzialmente c'è un conflitto fra uomini e le donne si muovono su coordinate completamente diverse.

Dr.ssa Meoni: chiede di essere corretta se dovesse sbagliare. Sa che sta per semplificare al massimo, ma tante volte bisogna anche semplificare per capirci. Allora i due generi maschile e femminile fenomenologicamente sono diversi, quindi la scoperta della diversità di genere anatomica dovrebbe pure avere un riflesso psicologico. Qui comincia Freud che dice: al bambino che scopre che la bambina non ha il pene, gli viene l'angoscia di castrazione; pensa che qualcuno l'ha tolto, l'ha tagliato. La bambina che vede questa differenza dice: la mamma non me l'ha dato; cattiva la mamma che l'ha dato a lui e non l'ha dato a me; da qui nascerebbe l'invidia del pene della bambina che si arrabbia con la mamma perché a lei non ha dato il pene.
Questo è quanto si vede da quella che è stata la teorizzazione di Freud sugli aspetti normativi del complesso di castrazione che non finisce mai e che porta all'Edipo. Quindi come la mettiamo con l'Edipo? Freud ha avuto parecchi problemi, perché mentre l'Edipo con l'uomo fila benissimo, con la donna non fila, ed allora ha detto: "c'è nella donna, ma è rovesciato, è ribaltato, arriva più tardi ecc ecc." e Freud è rimasto radicato sulla ipotesi dell'invidia del pene. Ad un certo punto ( la relatrice ammette di non essere tanto sicura di quanto sta per esprimere ulteriormente) arriva Lacan che dice: " ma il problema non è avere il fallo. E' essere il fallo".

Prof. Majore: propone la storiella del contrasto fra una bambina ed un bambino. Lui dice: io ho il trenino. Lei dice: io ho la bambola. Ad un certo punto lui dice: ed io ho il pisello. Allora lei scappa e piange e dopo torna e dice: senti ha detto mia madre che da grande posso avere tutti i piselli che voglio.
Dr.ssa Meoni : conviene anche parlarne in questa maniera perché è poi la tesi di Lou Salomè in Erotica dove afferma che il problema sta nel fatto che la donna essendo amata è talmente gratificata nel suo narcisismo che ha un tipo di narcisismo sano, creativo, non conflittuale e che non da problemi; quindi siamo narcisiste ma, per fortuna che lo siamo ed anzi in un certo qual senso questa sicurezza e creatività del narcisismo femminile si riflette anche in tutti coloro che ci stanno vicino, compresi gli uomini, benedetti quelli che lo sanno apprezzare. È la capacità di amare che sarebbe una caratteristica spiccatamente più femminile e meno maschile, perché è una capacità creativa: non sa se sia vero, però questa è la tesi di Lou Salomè.

Dr.ssa Meoni:si riferisce poi a quanto detto da Zipparri su un altro aspetto interessante che prima ha dovuto tralasciare: c'è un diverso atteggiamento nel 900, tutti gli artisti di queste avanguardie che erano interessatissimi alla psicoanalisi, a Freud e a tutto quello che stava girando da questo punto di vista, di contro sono stati molto poco considerati dagli psicanalisti ma soprattutto da Freud, che invece era assolutamente tradizionale, cioè era archeologo e se guardava all'arte, guardava l'arte rinascimentale. Non poteva vedere né gli impressionisti né meno che mai i futuristi.

Dr.ssa S. Palumbieri: evidenzia che il Surrealismo desiderava come padre spirituale Freud e lo citano in qualche modo, invece lui non li considerava minimamente.

Dr. Zipparri: riporta testualmente quanto diceva Freud e cioè che i surrealisti non erano completamente pazzi ma, come l'alcool, pazzi al 90%.

Dr.ssa Meoni: sempre parlando d'arte richiama un ritratto di Marie Bonaparte del quale non ha potuto rintracciare l'autore e chiede se qualcuno riesce a capire di quale scuola possa essere questo ritratto con i fiori.


Dr.ssa Palumbieri: non sa, comunque è una donna. In quegli anni si dipingeva in questo modo, queste donne un po' austere, un po' classiche. Questo ritratto è un po' classico come genere, l'elemento floreale però non è un elemento molto incisivo, non è neanche da considerarsi liberty; come stile sembra neoclassico, si vede anche dalla capigliatura e dalla postura.

Dr.ssa Meoni :questi francesi sono antipaticissimi perché in Francia, dove è nata e vissuta Marie Bonaparte ( non ricordo il posto ma è Francia), c'è un Museo dove hanno fatto una mostra per Marie Bonaparte. Hanno un catalogo ma non riesco ad averlo, devo andare lì a prenderlo.

Dr.ssa Palumbieri : più che altro si tratta di fanatici. Spiega che hanno fatto quel bliz su Roma quando per il centenario del Futurismo c'è stata la mostra alle Scuderie Papali. Quella è una mostra nata a Parigi in quanto gli italiani hanno esportato in tutto il mondo il futurismo, pur essendo l'Italia la patria del Futurismo. I francesi invece, si avvalgono del fatto che Marinetti pubblicò su 'Le Figarò' il primo manifesto del futurismo nel 1909 e dicono: "ma lui l'ha pubblicato qua" quindi è un movimento francese non è italiano. Quindi c'è stata questa diatriba però di fatto Marinetti era italiano, il movimento futurista nasce in Italia con tutti gli adepti: Boccioni, Balla e tanti altri, quindi gli esponenti sono soprattutto italiani, però i francesi ci provano tanto è vero che in questa occasione ancora una volta hanno portato questa mostra che è stata creata lì e ci sono stati dei quadri che non c'entravano niente, hanno messo anche Picasso, Braque, tutto inframmezzato. Invece la mostra importante sul futurismo fatta nel 2009 è quella che si è tenuta, paradossalmente a Milano, perché effettivamente il movimento futurista nasce soprattutto a Milano, poi si diffonde anche a Roma.

Prof. Tempesta osserva che la mostra importante è stata a Venezia a Palazzo Grassi, nel 1998, poi dopo è venuto Milano, dove tra l'altro è nato il Futurismo.

Dr. Muscarà: rileva che hanno fatto delle sezioni anche a Napoli, perché c'era una sezione del Futurismo napoletano.

Dr.ssa Palumbieri: quanto detto dal Professor Pisani parlando dell' interdisciplinarietà circa la psicanalisi (che mette in contatto con tante realtà e con tanti aspetti della vita dell'uomo, anche di quella che è la cultura imperante), riguarda anche la grandezza del futurismo, che non è solo l'arte e la pittura, ma è cinema, è moda, è teatro, è modo di vivere, è cartellonistica, è grafica: appartiene a tutto il nostro modo di essere, di esistere e di vivere anche il quotidiano. Questi aspetti c'erano tutti nella mostra di Milano, nel centenario che è stato celebrato, invece nella mostra di Venezia c'era soprattutto l'arte che riguarda il primo periodo del futurismo e poi l'areopittura del secondo periodo.

Prof. Tempesta: però nella mostra di Venezia c'era l'influenza che il futurismo ha avuto nell'arte europea e mondiale.

Dr.ssa Palumbieri :anche a Milano era presentato.

Prof. Tempesta: sottolinea che fondamentalmente Venezia è stata il primo riconoscimento ufficiale dell'importanza del Futurismo nella cultura, anche perché questi movimenti in Italia sono stati completamente negletti dalla guerra in poi, dalla sinistra, perché era una cultura, un' arte fascista e quindi è stata avversata, negata. I primi a rivalutarla sono stati gli Inglesi negli anni 70 che hanno veramente riscoperto il valore importante del futurismo come primo movimento di rottura dirompente rispetto a quella che era la cultura della Belle Epoque e dell'Art Nouveau. Non crede che ci siano state solo figure femminili o maschili, che si siano interessate al futurismo nell'ambito della psicanalisi, disciplina che era culturalmente completamente fuori da questo discorso presa piuttosto dalla ricerca e dall'introspezione.

Dr.ssa Meoni: domanda "Oggi o allora"?

Prof. Tempesta: risponde "Allora".

Dr.ssa Meoni : conferma anche dal suo punto di vista come allora nessun psicanalista si è interessato neanche di Monet. Non ne volevano sapere niente di quella rivoluzione, pur essendone loro stessi parte. Ecco questo è il succo della mia presentazione: tu, come essere vivente e cittadino, sei parte di una rivoluzione culturale a tutto campo, cioè non la sola Psicanalisi è una rivoluzione culturale, ma è tutta una rivoluzione culturale importantissima e stravolgente concentrata nel primo '900. E' il Futurismo che, come si diceva, ha cambiato il mondo? Ma erano passati 20-40 anni ma il mondo già lo avevano già cambiato: cioè è stato un rotolio continuo".
Prof.Tempesta: il Futurismo è stato il primo che ha enfatizzato quella che con Boccioni per esempio è stata la rottura del positivismo industriale.

Dr.ssa Meoni: invita i presenti ad immaginare di passeggiare per il '900 (1910-1940).

" Non importa che età avete, secondo e siete un po' confusi perché vi hanno riempito di fiori, per la prima volta vi hanno fatto vedere le donne vere nude, poi arrivano con tutti questi aeroplani; nel frattempo dovete sopportare due guerre con i bombardamenti e una crisi economica e tanti si sono ammazzati o sono stati uccisi. Questo è il 900, ed è una cosa stravolgente. Di tutto questo oltre quello che è stato scritto e qualche fotografia, restano i quadri, restano i dipinti di Klimt, i dipinti di Balla, i dipinti di Boccioni, i dipinti di Monet, la cartellonistica, il cinema, che è stato inventato in quel periodo.
Cioè non c'era assolutamente tempo di metabolizzare niente e questo può forse spiegare la rigidità ossessiva di Freud e degli Psicanalisti di andare diritti sulla loro strada, mentre intanto scoppiavano le bombe
".


Dr.ssa Franco : in conclusione dell'incontro la coordinatrice ringrazia la Dr.ssa Meoni per questa configurazione filosofica e culturale della nascita della psicanalisi, perché niente nasce dal niente.



Note di redazione:
(r) dialogo nel dibattito a seguire la registrazione vocale degli interventi dei partecipanti rivista dalla relatrice Dr.ssa Anna Maria Meoni.
Antonella Giordani agior@inwind.it e Anna Maria Meoni agupart@hotmail.com


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