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Seminari
di Neuropsichiatria, Psicoterapia e Gruppo Analisi
2011 - 2012

Cuba un’arte anche italiana

Dr. ssa Silvana Palumbieri - film documentario RAI TECHE doc.TV-dur.42’
Coordinatore Prof. R.A. Pisani
(t) testo di relazione fornita dal relatore (r) elaborazione testi dialogo a cura Dr.ssa Antonella Giordani


La Dr.ssa Silvana Palumbieri presenta il film documentario dal titolo “Cuba, un'arte anche italiana” in visione prima del dialogo tra i partecipanti a questo seminario che brevemente introduce:

(t) [ Il film-documentario “Cuba, un’arte anche italiana” di Silvana Palumbieri prodotto da Rai Teche racconta una grande avventura sconosciuta. Cinque secoli di opere degli architetti, costruttori, scultori e pittori italiani che hanno edificato imponenti fortezze, affrescato cattedrali, decorato e costruito teatri, dato volti di marmo o bronzo agli eroi delle guerre d’indipendenza cubana, impiantato quartieri dell’Avana che portano ancora il loro nome, ricoperto di marmi e fregi imponenti palazzi, impiantato scuole d’avanguardia.

Ogni parte dell’isola è segnata dalle loro vicende artistiche. Che portano ai nomi dei 7 Antonelli, Giuseppe Perovani, Antonio Meucci, Giuseppe Triscornia; Boni, Gamba e Nicolini, i fratelli Remuzzi, Pogolotti, Garatti, Gottardi, Paradiso. Sono giunti da Gatteo di Romagna e da Roma; dalla Liguria e da Palermo; da Firenze e da Carrara; da Bergamo, Brescia e Mantova; da Giaveno nel torinese. Hanno ottenuto per la prima volta immagine che arriva da rari spezzoni di inizio secolo emersi dalle Teche Rai, riproduzioni introvabili dall’Archivio fotografico cubano, documentari senza circuito dall’ambasciata di Cuba in Italia, documentazioni originali dal Museo dell’Emigrazione Italiana, materiali iconografici inediti dalla Dante Alighieri.

Il 27 ottobre 1492 Colombo lascia la prima impronta italiana a Cuba, oggi resa dall’arte del restauro su palazzi e chiese del mirabile tessuto architettonico cubano. ]

(r) Fa seguito alla relazione il dialogo tra i partecipanti:

Dr.ssa Palumbieri introduce evidenziando che “Cuba, un'arte anche italiana” è un documentario inedito, né la Rai, nè altre istituzioni si sono mai occupate dell’influenza e degli apporti dell’arte e dell’architettura italiana a Cuba. Essendo argomento mai trattato da altri , è stato difficile recuperare le fonti iconografiche, ogni immagine rappresentata è stata colta nei posti più incredibili. Ad esempio, le foto della cattedrale di San Cristobal le sono state mandate dall’istituto fotografico dell’archivio di stato di Cuba dell’Avana. Sottolinea che ogni immagine nasconde una sorpresa perché le notizie le informazioni e conoscenze che ha acquisito si scopre che Cuba e cubani non conoscono molto la loro storia, così come le stesse istituzioni. La complessità della situazione di ricerca di fonti bibliografiche ha reso per lei ancora più interessante questo lavoro.

Dr.Tempesta valuta che essendo la dominazione spagnola durata fino al 1800, tutta la gestione ha risentito dell’influenza spagnola, anche nella Cuba Barocca.

Dr.ssa Palumbieri evidenzia che il colonialismo comincia in quell’epoca e poi va avanti, attraversa tutta la storia di Cuba. C’è da considerare però una stranezza nel popolo cubano nel senso che entrare in contatto con queste persone era quasi impossibile perché non hanno storia e non hanno memoria, tanto è vero che coloro che hanno visto il suo documentario sono rimasti allibiti: i cubani stessi non conoscevano tutto questo patrimonio. Ora verrà proiettato anche all’Avana nelle istituzioni.

Dr. Lusetti pensa che possa derivare dal fatto che molti discendono dagli schiavi e quindi non sentono la frattura.

Dr.ssa Palumbieri conferma che le loro radici sono soprattutto africane per gli schiavi portati lì, ma anche che le radici sono anche dei colonizzatori spagnoli e, per via delle incursioni dei pirati inglesi, tracce anglosassoni e infine, per la dominazione statunitense, anche influenze americane.

Dr. Tempesta ribadisce la presenza di una grossa componente spagnola bianca che erano le famiglie importanti le quali appartenevano ad una certa casta.

Dr.ssa Palumbieri riferisce che le commistioni sono culturali, religiose, linguistiche, e anche fisiche Si possono osservare numerosi tipi di pelle, dalla più chiara a quella più scura, un meticciato incredibile.

Dr.Lusetti chiede se anche gli spagnoli abbiano lavorato in senso artistico, cosa ci sia di arte spagnola.

Dr.ssa Palumbieri sottolinea che sul piano architettonico, come ha già detto il Dr. Tempesta, c’è il barocco delle mille chiese, poi le costruzione di stile coloniale che caratterizzano molte città dell’isola. Per l’arte pittorica e plastica non ha esplorato il settore.

Dr.. Tempesta evidenzia che in pratica dal 1905 al 1960, fino alla caduta di Batista erano governi locali condizionati dagli americani.

Dr.ssa Palumbieri pensa che con la morte di Fidel Castro, Cuba forse potrebbe cambiare, ma è difficile dire come, perché è un paese molto nascosto. C’ è sempre la paura dell’espansionismo USA : Miami è a sole 120 miglia da Cuba.

Dr. Zipparri si collega all' embargo nel quale Cuba vive a partire dal regime di Castro in poi. Lo ha colpito proprio la nascita di Cuba, che si vede all’inizio del documentario, dove appare tutta arroccata, con le roccaforti per difendersi dai pirati. Gli sembra che, quasi come se fosse un imprinting di questa isola, è rimasta così fortificata e arroccata, inaccessibile.

Dr.ssa Palumbieri: la prima impronta italiana su Cuba è stata di Colombo che, dopo la prima isola scoperta nel Nuovo Mondo, è approdato in quest’isola. Sembra quasi un destino che gli italiani dovessero entrare in contatto con questo paese, con questo posto.

Prof. Pisani chiede se sia andata sul posto a studiare tutto ciò.

Dr.ssa Palumbieri: riferisce il metodo di lavoro e di studio che è stato solo di archivio. Ha dovuto fare una ricerca di testi, di immagini e anche di suoni e musiche. Per la colonna sonora c’è stata una ricerca musicale molto approfondita nella discoteca Rai. La colonna sonora è costituita da tutte le musiche tradizionali e popolari cubane dall’inizio fino ai giorni nostri; poi ha inserito anche musica classica arrivata e consumata lì perché i cubani amavano molto la musica classica, l’opera e quindi anche in questo ambito c’è commistione. La musica non si sente molto bene perché il DVD professionalmente in RAI non è usato; per le proiezioni si trasmette esclusivamente con supporti IMX digitali, quindi supporti di grande professionalità. In teoria lei non dovrebbe neanche far vedere i DVD, però ora tutti chiedono i DVD persino nei festival: a Trieste hanno proiettato un DVD nonostante fosse un festival internazionale.

Dr. Tempesta rileva la stranezza di questa presenza italiana che è indipendente, infatti nell’America Latina c’è stata una forte immigrazione di italiani, il 50% di argentini sono italiani; invece qui a Cuba non c’è una presenza di immigrazione italiana ma è proprio una scelta precisa di persone, una selezione di elité culturale. Evidenzia che in Argentina, c’erano anche influenze nazionali per cui lì hanno mantenuto le tradizioni (ad esempio a Buenos Aires la madonna di Nostra Signora di Bonaria viene da Cagliari), mentre invece qui è proprio una selezione culturale .

Dr. Lusetti ritiene che sarebbe interessante sarebbe sapere se la popolazione locale ha un pallido sospetto di queste cose.

Dr.ssa Palumbieri riferisce che la conoscenza di tale patrimonio culturale da parte dei cubani sembra non esserci affatto a parere degli addetti dell’Ambasciata Italiana, che hanno visto il documentario, e dei i membri dell'Ambasciata Cubana a Roma, con i quali ha avuto moltissimi rapporti e che le hanno fornito molto materiale filmico di Cuba.

Dr. Lo Turco è rimasto colpito da quella parte di architetti italiani, che dopo la rivoluzione, dopo la venuta di Castro, vanno a Cuba e fanno delle cose bellissime, utopistiche. Partono da Firenze perché Cuba prometteva, come sempre promette la rivoluzione che offre la possibilità di fare delle cose rivoluzionarie, artisticamente pregnanti. Gli hanno ricordato un po’ la rivoluzione Russa. Anche nella rivoluzione Russa fanno la stessa cosa, partono con un' utopia: il teatro, l’arte,addirittura l’Asilo psicoanalitico di Mosca dove va persino il figlio di Stalin (la psicoanalisi a Mosca lo ha tanto impressionato!), ma dopo un po’ tutto questo viene schiacciato. Effettivamente nel documentario abbiamo visto delle cose bellissime ma poi si intravvede una qualche decadenza e non solo: questa utopia è stata abbandonata e queste cose bellissime sono state distrutte

Dr. Tempesta reputa sia stata una imitazione di quello che era accaduto in America Latina, Brasilia per esempio, con la costruzione di una nuova architettura e una nuova urbanistica legata a questi paesi nuovi. All’inizio di questa rivoluzione c’era questa carica e c’erano anche i soldi russi, dopo di che non c’è stata più una lira, c’è stato l’embargo ed è finito tutto.

Dr. Lo Turco considera il fallimento dell’utopia cubana molto somigliante al fallimento dell’utopia della rivoluzione russa la quale parte con un’apertura, una brillantezza invece diventa poi una chiusura, un’oppressione.

Dr.Lusetti sottolinea una differenza importante nel senso che in Russia c’è una grandissima tradizione culturale. Ad esempio in Russia gli architetti italiani sono andati a fare Leningrado prima della rivoluzione, quindi era un terreno fertile dove si poteva seminare e qualcosa poteva rimanere. A Cuba, rivoluzione o non rivoluzione, invece c’era il deserto, quindi anche quello che è stato fatto prima della rivoluzione è rimasto nello stesso modo campato in aria perché non c’era assolutamente un tessuto connettivo.

Dr.Lo Turco gli sembra assomigli ad un certo tradimento delle speranze rivoluzionarie anche nel comunismo europeo, dove appunto si parte con tanto entusiasmo per la realizzazione dell’uomo nuovo, dell’uomo totale che si esprime a tutti i livelli.

Dr. Tempesta considera che per certi aspetti abbiano fatto un uomo nuovo, non ad imitazione americana. In fondo la rivoluzione cubana in certi settori, anche come organizzazione, ha degli aspetti peculiari legati a questa loro cultura della terra.

Dr. Lo Turco nel documentario ha osservato la bellezza del territorio, invece ci ritorna il deserto perché è abbandonato. Queste immagini lo hanno colpito.

Dr.ssa Sgattoni ripensa a quando venivano costruite alla Magliana le abitazioni per i baraccati. Lei era una giovane studentessa e ricorda che i suoi amici di università dovevano portare al Prof. di Sociologia la documentazione di quello che stavano facendo alla Magliana. Ebbene l' aveva colpita che quando venivano assegnati questi appartamenti dove c’erano le vasche da bagno ecc.. si verificava che erano usate per metterci le oche, le galline. Troppo lontano dal loro modo di vivere : i baraccati, quindi, in qualche modo compensavano quel divario per rendere funzionale ciò che per loro era prioritario : alimentarsi e mantenere una continuità della loro cultura. Quindi se questi sono popoli che ballano in piazza con questo folclore ecc. un qualche cosa che è stilisticamente troppo complesso forse non è facilmente assimilabile.

Dr. Lo Turco sottolinea che però Cuba aveva le sue tradizioni, che erano ancora più radicate in Russia. L’Asilo psicoanalitico nasce come una cosa completamente rivoluzionaria; c’era di mezzo la Sabine Spielrein che finisce lì a lavorare insieme alla Vera Schmidt . Coloro che si occupava dei bambini doveva essersi sottoposto ad un’analisi personale; c’era il diario della giornata e le riunioni di gruppo in cui discutevano quello che avevano osservato durante il giorno. Nel 1917 iniziare una cosa del genere sembra un’utopia: non si è fatto da nessuna altra parte. Quando se ne occupò gli sembrò una cosa avanzatissima, quando qui a Roma si aprivano i primi asili nido e leggere queste cose fu comunque una cosa importante e poi il film di Faenza che ci ha informato che c’era anche la Spielrein (in verità qui in Italia quell’esperienza veniva raccontata come appartenente alla Vera Schmidt.) Però tutto questo ad un certo punto viene completamente chiuso: quei luoghi dove si doveva danzare, fare musica, fare teatro, quei posti straordinari nelle scuole che dovevano nascere e che promettevano chissà cosa, furono abbandonati completamente. Cita lo Stato nascente di cui parla Alberoni o comunque il momento rivoluzionario e poi il momento istituzionalizzante, che è un momento di chiusura in cui le speranze di una nascita spesso vengono tradite dai problemi di potere.

Dr.Tempesta sottolinea che le fantasie di cambiamento sono fantasie della classe elitaria: la rivoluzione russa non l’hanno fatta i poveracci, l’ha fatta una certa classe, come la rivoluzione a Cuba.

Prof. Pisani vuole spendere una buona parola nei confronti di Fidel Castro che ha instaurato sicuramente una dittatura, però non è una tirannia basata sullo sfruttamento, caso mai è un ordine dittatoriale che in qualche modo ha la finalità di rendere e risolvere collegialmente la povertà. Non sa quanto Castro abbia facilitato le arti a Cuba.

Dr. Lo Turco interviene per confermare che risulta che all’inizio le abbia favorite.

Dr. Tempesta ricorda che dopo gli anni 60 Cuba ha avuto un collasso non di poco conto.

Dr. Lo Turco evidenzia che anche la Russia ha avuto la guerra fredda, ha dovuto pensare più alle armi; però poi c’era anche il problema di questo potere assoluto del quale dovevano tener conto e questa specie di ingegneria un po’ pazza.

Dr. De Cinti in riferimento a Cuba e a questa ingegneria, reputa che coloro che sono arrivati nel paese cubano, forse perché avulsi dalla situazione, hanno creato qualcosa che non serviva.

Prof. Pisani ringrazia la Dr.ssa Palumbieri che con la proiezione di questo interessante documentario, da lei realizzato, ha fornito al gruppo seminariale molti spunti di riflessione.]

Note di redazione:

(r) dialogo nel dibattito a seguire la registrazione vocale degli interventi dei partecipanti rivista dalla relatrice Dr.ssa Silvana Palumbieri.

Antonella Giordani agior@inwind.it e Anna Maria Meoni agupart@hotmail.com





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