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A. M. P.
SEMINARI STRAORDINARI 2000

"Il pensiero di P. Bion Talamo e W. R. Bion"
Dedicato a Parthenope Bion Talamo

D.ssa Anna Maria MEONI (chairman)

Due Interventi liberi


Allinizio della mattinata


D.ssa Anna Maria MEONI (chairman).

Solo una mezza parola per spiegare, a coloro i quali non hanno una frequentazione abituale con noi, che questo seminario è nel programma dei seminari che abitualmente facciamo nello spirito dello scambio delle informazioni e delle conoscenze (ed anche delle emozioni se vogliamo) tendenti alla ricerca per una maggiore conoscenza. Si è voluto dedicarlo a Parthenope Bion, non per farne una memoria rispetto alla sua scomparsa, ma proprio perché, noi, l’abbiamo sentita vicina e continuiamo a sentirla vicina.



Due Interventi liberi


Intervento del Prof. Aldo ROSSI

Vorrei tornare sul problema di 1 + 1 = 3.
A parte che io ritengo che se si vuole raggiungere la chiarezza, ciò che è scienza esatta non va confusa con delle elaborazioni psichiche che noi facciamo liberamente su tanti problemi. In tal senso direi che ciò che è stato detto potrebbe essere modificato dalla seguente riflessione.
In Biologia, (tenendo conto di ciò che è l'evoluzione e quindi continuità di tutti i vertebrati che conducono fino all'uomo, non c'è un'interruzione nella soluzione di continuità) il sesso femminile è garantito dal fatto che esiste la possibilità della partenogenesi che è prevista soltanto per la femmina e non per il maschio. Pertanto, la femmina automaticamente è 1, ma anche automaticamente 2 e automaticamente 3, mentre il maschio è sempre 1.
Quindi le riflessioni di questo genere devono essere inserite nel contesto di una elaborazione e di una spiegazione nella nostra psiche, che non può eludere il fatto biologico.
Grazie.


Intervento del Dr. Aldo LOMBARDO

Ho partecipato allo studio del "pensiero di Bion" quando a Londra l'anno scorso ci fu un memorial full letterature e mi colpì quanto tutto il pensiero Bion sia stato determinato dalla sua partecipazione alla guerra. Quindi, diciamo, egli ha vissuto delle situazioni estreme ed ha intuito delle cose importanti. Il punto che volevo fare era questo: quando si parla di individualità e di dimensione gruppale che aiuta a cogliere degli aspetti che dentro di noi a livello individuale nel rapporto 1:1 sfuggono, e mi veniva in mente lo studio sulle amebe. Se noi vediamo una ameba, da sola, di cui ne possiamo studiare tutti i comportamenti, perdiamo di vista una caratteristica particolare dell'ameba quando vive in gruppo.
Se noi vediamo migliaia di amebe insieme, hanno la tendenza ad aggregarsi ed a trasformarsi in un vermiciattolo di due tre centimetri che si muove, ha una bocca, dei piedi un intestino e si può riprodurre.
Questo elemento della biologia, secondo me, può aiutare un po' a capire lo sforzo che probabilmente faceva anche Bion nel cercare di scoprire quali sono quegli elementi della nostra biologia che ci lasciano sempre insoddisfatti quando facciamo un'analisi individuale. Come se ci fosse qualche cosa ancora mancante.
Grazie.



Al termine della mattinata


D.ssa Anna Maria MEONI (chairman)

Il filo conduttore, di tutti i temi che sono stati ampiamente sviluppati, è stato una ricerca sul pensiero ed una affermazione abbastanza condivisa che la comprensione (di quale sia la genesi del pensiero) non può essere ridotta alla sola dimensione psicoanalitica o comunque psicoanalitica-ortodossa.
Quindi vi è la necessità di avere un concorso interdisciplinare delle altre materie. Su questo aspetto è stata portata una grande attenzione al contributo che viene dato al pensiero nella interrelazione, ma anche, soprattutto, nella interrelazione di gruppo da una parte e, dall'altra, ad alcune altre dimensioni della psiche della mente umana che appartengono ad una dimensione emozionale- sentimentale qual'è la capacità di avere fiducia, la fede, l'empatia e i prodotti che sono poi sorprendenti sul piano dell'azione e su quello della configurazione delle etiche.
Tutto questo lavoro di pensiero, di ricerca e di conoscenza ci porti anche a cercare di capire le ragioni per le quali avvengono certe cose terribili distruttive. E questo l'ho sentito sia nei relatori, sia negli interventi, quando ci si domanda perché poi tutto vada a finire nel senso della distruzione quando parte da basi che invece sembrerebbero orientate alla vita ed alla costruzione.


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