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A. M. P.
SEMINARI 2003 - 2004
Domenico Surianello

Le comunicazioni non verbali nei gruppi



Premesso che nei gruppi di psicoterapia a breve termine (T.A. livello fondamentale) vi partecipano pazienti psicosomatici con minimo insat e media scolarità, è necessaria sempre una buona selezione onde evitare il fallimento dei gruppi stessi.
La selezione avviene mediante il colloquio psichiatrico, e la somministrazione di materiale diagnostico di tipo psicometrico introspettivo. Comunque sia, le eventuali verbalizzazioni vere e proprie si verificheranno durante i setting terapeutici, individuali e di gruppo. Inizialmente, durante la seduta con il terapeuta, e la ripetizione degli esercizio a domicilio, è possibile che si verifichi l’aumento dell’intensità dei sintomi, i quali recedono rapidamente subito dopo la fine della seduta. Queste sono comunicazioni non verbali, provenienti dalla ribellione dell’inconscio, il quale non accetta di essere spiazzato o sottomesso. Per effetto di queste possibili reazioni, i pazienti sono tentati di abbandonare la terapia. A questo punto, l’intervento preventivo del terapeuta consente la permanenza nel gruppo, in quanto il paziente prende coscienza delle possibili difficoltà del tutto innocue.
Nella somministrazione degli esercizi si procede con cautela e in modo graduale fino al superamento della fase iniziale. D’altra parte, lo studio caratteriologico della persona disturbata consente di evitare incidenti di percorso. L’occhio vigile del terapeuta, durante la seduta, consente una buona visione globale, dei singoli e dell’intero gruppo “qui ed ora”.
De Juriaguerra nel selezionare i pazienti ha individuato una popolazione di disturbati mentali di tipo tonico-psico-affettivi, che manifestavano reazioni psicosomatiche ed impulsive abnormi. Questi soggetti vengono divisi in due gruppi, uno differente dall’altro, ma che hanno in comune l’aggressività interna. Il primo gruppo è costituito da soggetti con reazioni vegetative variabili e instabili, sempre in attesa di qualche evento o di un pericolo imminente. Il disturbo è di tipo “isterico” o “isteroide”. Sono

persone ce si ribellano facilmente al minimo ostacolo, anche in assenza di sollecitazioni. Non sopportano le attese, non si accodano alle file, contestano ogni cosa, spesso rifiutano qualsiasi forma di terapia, sono i cosiddetti “fai da te”.
Nel secondo gruppo troviamo pazienti che presentano disturbi di tipo tonico-caratteriale con pulsioni aggressive. Queste persone sono quelle che sentono la loro aggressività nel corpo di coloro verso i quali è diretta. L’aggressività non la esternano mai, la introiettano, la spostano sul piano viscerale. Di conseguenza, l’aumento della tensione corporea costituisce il nucleo patologico fondamentale, attraverso il quale si modifica la fisiologia del viscere e si struttura il sintomo. Il paziente mediante il sintomo fa riferimento alla malattia dell’organo in questione. I soggetti appartenenti a questo gruppo si possono dividere in due sottogruppi, uno con base organica dimostrabile: gastrite, ulcera gastrica e gastroduodenale, colite ulcerosa, psoriasi ecc.; uno con base organica non dimostrabile: colon spasmo, tachicardia, tachipnea, cefalea tensiva, alterazione della libido, alterazione del ciclo mestruale, alterazione della digestione ecc.
I tonico-caratteriali di solito sono i frequentatori delle strutture sanitarie di medicina generale e specialistica, esclusa la psichiatria. La somatizzazione spinge questi pazienti a rivolgersi e ad accettare interventi e terapie illegalmente sul mercato, vedi fattucchiere ed altri imbroglioni. Solo quando si chiude il cerchio decidono ed accettano di consultare lo psichiatra. Comunque sia, sono pazienti con un ottimo insat, disponibili soprattutto a psicoterapie di breve durata, cioè terapie meno impegnative, in particolare la psicofarmacologia.
Il Training Autogeno “livello fondamentale” può essere considerato un intervento facilmente accettato per il fatto che interviene sul sintomo. In effetti, quando manca il sintomo questi pazienti sono guariti o per lo meno si ritengono guariti. Questi sono coloro che più facilmente lasciano il gruppo o l’individualità non appena avvertono il minimo benessere. A questo punto, l’intervento del terapeuta evita l’uscita dal gruppo unilaterale e improvvisa. Sono queste le comunicazioni non verbali dei soggetti con disturbo della personalità su base organica non dimostrabile. D’altronde si tratta di soggetti con l’Io debole, scarsamente strutturato.
Freud stesso, a suo tempo, aveva evidenziato che il disturbo della personalità deriva dalla mancata strutturazione dell’Io, per cause frustranti nell’infanzia e mai risolte.

In conclusione, si può affermare che nella persona disturbata l’Io debole lascia sempre le “porte aperte” per l’entrata e la fuga del sintomo. L’ascolto del corpo e la meditazione consentono di darsi delle risposte non verbali sul sintomo. E’ la caratteristica di coloro che non riescono ad esternare mediante la verbalizzazione. L’utilizzo degli esercizi di T.A. consente la riduzione della tensione corporea, migliorando l’attività fisiologica del viscere e il rapporto corpo-mente e viceversa.


Bibliografia essenziale
- S. Freud, Compendio di psicanalisi, Boringhieri;
- A.R. Pisani, Seminari di Neuropsichiatria e Psicoterapia 1996-1999, Edizioni Universitarie Romane;
- J.H. Schultz, Quaderni di esercizi per il Training Autogeno, Feltrinelli;
- J.H. Schultz, Il Training Autogeno, Feltrinelli;
- F. Pommier - T. Pietrangelo, Corso di Sofrologia, Melusina;
- R.D. De Bousinger, Distensione e Training Autogeno, Mediterranee.


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