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A. M. P.
SEMINARI 2003 - 2004
Anna Maria Meoni*

Le comunicazioni nei gruppi di direzione istituzionale


PREMESSA

Dirigere significa volgere o far volgere verso un punto determinato e implicito è il concetto che si segua la strada più breve e più conveniente. Diventa sinonimo delle attività di governo ed ha una duplice accezione autoritaria o democratica. L'aspetto che qui trattiamo è la direzione collettiva in organizzazioni di gruppo,là dove i gruppi di direzione si identificano in organi di coordinamento di una determinata attività,per lo più appartenente ai sistemi democratici,senza escludere le espressioni strategiche collettive dei sistemi autoritari.

Pellizza da Volpedo: La fiumana(1895-1896)
Pinacoteca di Brera di Milano

Democrazia è un termine di derivazione greca (demos, "popolo", e kratein, "potere") che indica un sistema politico basato sulla sovranità dei cittadini, ai quali è riconosciuto il diritto di scegliere la forma di governo e di eleggere direttamente, o indirettamente, i membri del supremo corpo legislativo dello stato, così come i funzionari addetti all'amministrazione locale, nonché, in alcuni casi, anche il capo dello stato. Le città-stato greche e Roma antica durante i primi anni della repubblica furono democrazie dirette: nelle assemblee pubbliche si radunavano tutti i cittadini (a esclusione degli schiavi e delle donne) con diritto di parola e di voto. Ciò era possibile a causa delle piccole dimensioni delle città-stato. Un contributo importante alla diffusione del modello democratico fu dato dalla Riforma protestante, che adottò in genere il congregazionalismo, secondo cui il potere nella congregazione spetta all'insieme del popolo, che lo esercita direttamente oppure secondo i meccanismi di elezione e delega. I socialisti, fondarono la loro versione della democrazia sulla critica della rappresentanza, che implicava la sola libertà politica e il loro programma puntava a una trasformazione sociale ed economica della società ottenibile unicamente con l'applicazione delle regole della democrazia diretta non solo agli organi politici, ma anche a quelli economici. La democrazia liberale è adottata, almeno formalmente, dalla maggioranza degli stati esistenti nell'ultimo scorcio del XX secolo.
Oggi nella realtà contemporanea occidentale ed europea non c'è nessun governo o gestione privata, organismo politico o economico, che non siano,strategicamente, rette e dirette da gruppi di vertice decisionale o gruppi di direzione. Da ciò l'importanza di meglio conoscere il funzionamento,le dinamiche e la comunicazione che si svolge in questi tipi di gruppi molto speciali.
Gruppi omogenei ,per patologia e età , sono formati da soggetti che ,essi stessi, sono a capo di altri gruppi operativi, che contestualmente presiedono. Il ruolo sociale di capo, conferito per delega,elezione o naturale ledership, implica importanti ambizioni che li hanno spinti ad acquisire e dimostrare competenze e potere prima di diventare membri di un gruppo di direzione. Nel gergo di branco diremo che sono animali alfa reduci da aspre battaglie per conquistare la supremazia di capo branco e che,per ironia della sorte,si trovano ad dover cooperare tra loro. Vasta problematica psicosociale in questi gruppi ove domina ,per l'individuo che è parte, il confronto con i meccanismi d'invidia e la frustrazione narcisistica,che in questo contesto è più esaltato che in qualsiasi altra pregressa esperienza di gruppo. I meccanismi di difesa che spontaneamente sviluppano producono contesti ad elevato clima di ipocrisia, rifugio in atteggiamenti stereotipati, esaperato controllo della comunicazione non verbale e verbale. Un silenzio surreale riempito di parole prive di odore.


DESCRIZIONE

La dinamica dei gruppi istituzionali di Direzione (consigli,comitati,uffici di direzione,parlamenti),in accordo con le osservazioni di W.Bion e secondo l'ottica psicoanalitica,appare permeata da resistenze e difese che, relative ai processi primari,sono connesse al secondo assunto di base o altrimenti detto gruppo di accoppiamento. Nel linguaggio politologico,l'aspetto fenomenologico dei comportamenti derivanti dal secondo assunto di base o gruppo di accoppiamento,da W.Bion descritto, corrisponde alle alleanze. La comunicazione in tali contesti è la comunicazione del non detto,che,perfettamente cela,sommersa da un fitto dialogo razionale,l'ansia primitiva di natura psicotica,lo splitting,l'identificazione proiettiva. Perfettamente formato da pari e per definizione senza capo il gruppo di direzione ha in sé esaltata l'angoscia di spersonalizzazione. Presiede questo gruppo un " Primus inter Pares " ,la leadership del quale non ha bisogno di essere riconosciuta ,perchè si identifica automaticamente con l'idea della istituzione della quale il gruppo di direzione è in buona sostanza l'organo decisionale. Il potere che questo gruppo deteniene è un potere legato alla conoscenza e/o informazione della volontà della organizzazione della quale il gruppo è organo decisionale strategico. Il fatto che,in pratica,nessuna decisione operativa efficace venga quasi mai presa , dal lavoro di gruppo in questi gruppi, deriva dallo spostamento nel tempo di conflitti interni al gruppo. Aspettative di colpa ed indegnità,inconfessate ed inconfessabili,per effetto della eros di coppia così si orientano verso soluzioni messianiche. La tanto abusata,non a caso, missione aziendale,parola mutuata dalla cultura anglosassone, in accordo con R.Guenon,si può collegare,sebbene non sia filologicamente esatto,con il presupposto messianico di una ipotetica,per quanto non realizzabile, rigenerazione spirituale in modo da conferire ad obiettivi pragmatici una sacralità, peraltro in sé fondamentalmente estranea a questo genere di obiettivo. Un problema quanto mai attuale nella civiltà contemporanea che tende ad estendere criteri di gestione privata alle pubbliche amministrazioni.
L'assunto di base del gruppo di accoppiamento,basato su una relazione acritica di transfert sessuale tra alcuni membri del gruppo,sviluppa l'unica soluzione possibile di evitamento dell'ineluttabile conflitto tra individui che,a costo di dolorose battaglie di potere nei gruppi originari,hanno guadagnato l'appartenenza di diritto nel bureau o gruppo decisionale di vertice aziendale esercitando,in buona sostanza,la propria aggressività e,non per ultimo,preserva dallo splitting.
La comunicazione in questi gruppi è prevalentemente enigmatica. Tutti i componenti si sentono interrogati e sono ,inevitabilmente, coinvolti da angosce relative a sensi di colpa. Non vi è più differenza in queste situazioni tra colpe reali e colpe immaginarie. La fusione e processi di spersonalizzazione, gruppo connesse, corrispondono, individualmente,alla non più procedibile differenziazione tra colpe reali e colpe fantasmatiche. Le abituali difese di condotta delle funzioni dell'Io,attive nelle dimensioni extragruppo o nel contesto delle leadership dei gruppi di origine,quali la negazione e/o la giustificazione delle colpe reali, si vanificano nel qui ed ora delle riunioni dei gruppi di direzione. Il clima che ne deriva è un clima sorprendentemente melanconico e senza speranza.
La regola pragmatica di celare e nascondere la verità proprio nel non detto è come un dogma. I risvolti sociali del mito della Sfinge,che propone enigmi a coloro che passano sul ponte di Tebe,si vedono bene in queste situazioni di comunicazione coartata per il pericolo oggettivo di essere fraintesi con gravi conseguenze. L'enigma quindi è una buona soluzione nel breve termine per evitare di svelare i propri supposti segreti. Ma alla lunga distanza si impone la soluzione dell'enigma sia per passare il ponte,che per non essere dilaniati dalla Sfinge.
La verità dunque finisce per rivelarsi in ciò che si nasconde. Un esercizio di antica memoria per svelare, che non è solo ripreso dallo psicoanalista, attraverso l'interpretazione,ma circola nei gruppi di direzione nella reciprocità di enigmatici trasferts. Bilanci,relazioni,dati funzionano da indovinelli e sciarade,tutti gravati,come sono a giudizio unanime,da gravi sospetti di inattendibilità. Le intense emozioni primitive negli individui , che questi gruppi compongono, sono solo parzialmente e superficialmente controllate dalla organizzazione che il gruppo si dà avvalendosi delle , a tutti note, tecniche di riunione. L'applicazione delle tecniche di riunione non sortisce, pur tuttavia , nessun effetto sulla realizzazione dell'obiettivo,ma contiene acting e angoscie primordiali. Ciò perché,se si realizzasse l'obiettivo,il gruppo,per assurdo,perderebbe la sua principale difesa costituita dalla speranza messianica,che speranza deve rimanere. Prevale dunque l'aberrante situazione di non cambiamento dominata da coazioni a ripetere e principi vincolanti e inalienabili:credenze,regole e quant'altro si presti a funzionare come principio di funzionamento non rinunciable,così realizzando burocrazie fini a se stesse e autoalimentate.
La comunicazione in questi gruppi è sempre ordinata,la parola è concessa a chi ne ha facoltà,secondo l'ordine di prenotazione,una parola che resta per lo più inascoltata. Infatti le parole funzionano come suoni,cantilenanti o tamburellanti,che,nella generale distrazione tracciano un rumore non verbale ,come una musica che è criptata nella comunicazione attraverso le parole. Una musica che è generalmente poco orchestrata composta di serie di a soli in prevalente solipsismo.
Una dimensione di incomunicabilità che è affidata ad intese criptiche e fraintendimenti in pratica poco pericolosi,ma che evoca grande sofferenza emotiva. Sono queste riunioni l'esperienza più difficile per chi è divenuto capo a qualcosa e, per ciò, costretto ad essere nel gruppo di direzione. Esperienze dalle quali si vorrebbe poter fuggire,ma anche desiderate perché testimonianza della identità di ruolo e di uno status sociale duramente conquistato in precedenti conflitti.

D'altro canto il gruppo di direzione è una componente strutturale del Macrosistema di appartenenza,che è dominato da altro e diverso assunto di base sia quello di dipendenza,che quello di attacco e fuga,che possono rispecchiarsi nel gruppo di direzione. Per esempio un bureau militare sarà più facilmente dominato dall'assunto di base di attacco e fuga,che influenza decisioni esasperate ed esagerate,almeno a chi ne vede gli effetti decisionali all'esterno. Ai molti infatti non è è sfuggito l'irrealistico esasperato bombardamento delle regioni delCaucaso,Afganistan,Iraq nei recenti conflitti definiti umanitari. Sono decisioni strategiche che il gruppo di direzione prende collegialmente per processi di alleanze pulsionali in coerenza con l'assunto di base del macrosistema operante,ma non certo sulla base del principio di realtà.
D'obbligo quindi è domandarsi quale possa essere una soluzione per questi così disagiati gruppi di simili,che simili sono sulla base di colpe comuni connesse alla aggressività . Questione di non facile soluzione,se non per gli aspetti più intuitivi di promuovere la cooperazione,trovando modo,all'interno delle regole di riunione,di valorizzare l'identità del singolo per limitare l'emergenza di quelle difese psicotiche che il gruppo automaticamente evoca. La comunicazione sarebbe allora suscettibile di miglioramento,ma la qualità resterebbe limitata a quel tanto di chiarezza e sincerità sufficiente per accordarsi sulle strategie di perseguimento dell'obiettivo,senza necessariamente ricorrere a procedimenti enigmatici di alleanza. D'obbligo dunque è il riferimento a Didier Anzieu là dove,questo autore psicosociologo di formazione psicoanalitica,sostiene che non vi è gruppo senza immaginario e che,proprio questo immaginario,quale produzione fantasmatica,è in ultima analisi la vera e unica possibilità di trovare solidarietà ed efficacia. E' così che alla comunicazione attraverso i suoni delle parole si sostituisce,su base emozionale ed inconscia,una comunicazione metaforica di funzionamento primitivo. Questo accade anche nei gruppi di direzione che si comportano come sistemi razionalizzanti. Le metafore di gruppo che si attivano sono quella biologica,che porta con sé l'immagine del corpo e dello spirito di corpo a sottolineare l'interdipendenza dei membri tra loro, o la metafora della macchina ,dove prevale l'immagine della interazione di potenza dei pezzi costituenti il gruppo:l'unione fa la forza e così via.
Comunicare è un processo che consente di scambiare idee e informazioni e un procedimento al tempo stesso che costruisce passaggi tra sistemi isolati,che non sempre è immediato nonostante lo sviluppo protesico oggi offerto dai potenti mezzi di comunicazione mediatica. Media o non Media,in un gruppo di direzione domina l'identificazione proiettiva,che risiede nel convincimento collettivo che le parole non esprimono direttamente l'idea o la convinzione di chi parla. La vera informazione resta criptata in un codice tutto da scoprire,ma non solo. La vera informazione è anche manipolata dall'immaginario fantasmatico del largo gruppo di appartenenza e imprigionata nella rete delle perversioni narcisistiche dei giochi di potere. Circola pur tuttavia,quasi a dispetto, negli agiti non verbali che creano ponti immaginari tra i partecipanti e un barlume di elaborazione primitiva dei contenuti e delle decisioni s'affaccia alla coscienza.
Nella seconda metà del XX secolo l'attenzione ai gruppi naturali dal punto di vista psicoanalitico suggerisce molteplici indicazioni psicoterapeutiche. Anche dal punto di vista psicosociologico si conviene che relativizzare l'identificazione con il potere può essere utile per rinforzare le funzioni dell'Io e per meglio sostenere le angosce psicotiche che comunque il gruppo evoca. I presupposti psicotecnichi hanno portato a definire i trattamenti per questo tipo di gruppo e a chiamarli Gruppi di formazione-alias t-group-o gruppi di diagnosi e si rifanno alle osservazioni di K.Lewin e di C.Rogers.
Ma in realtà l'indicazione terapeutica ,che non c'è, costringe a cercare sempre nuove prospettive di trattamento per sistemi che sono più apportatori di disagio, che soluzione di problemi.
Si è anche ipotizzato di agire sui transfert multipli o sui processi di comunicazione sistemico-relazionali. Ma i gruppi di direzione non possono essere condotti da un terapeuta esterno,perché sono gruppi che esistono solo in quanto costituenti di un sistema chiuso depositario di poteri e segreti che non possono essere divulgati. Chiunque vi si introduca sviluppa trasfert negativi a matrice persecutoria.
Se non è possibile un trattamento psicoterapico del gruppo di direzione,se non è possibile il trattamento individuale dei membri del gruppo di direzione,forse è possibile promuovere in intervento di largo gruppo. Infatti i gruppi allargati in compresenza di diversi direttori di diversi sistemi favoriscono i processi psicoterapici di mirroring e le esperienze di egotraining in actio,ciò secondo i presupposti di Gruppoanalisi definiti da S.Foulkes.
E' certo che la componente sociale del Sé merita forse ancor più magiore attenzione di quanto finora la Psicoanalisi non abbia a ciò dedicato.
E' su questo presupposto del Noi esistenziale che si fonda la possibilità di dialogo nei larghi gruppi e quella Koinonia da De Marè auspicata,sulla base delle sue esperienze di conduzione di gruppi terapeutici mediani.


CONCLUSIONI

L'esperienza di chi scrive,dall'iniziale entusiasmo del principiante alle responsabilità di direzione,porta a concludere che per far sì che un gruppo di direzione sia facilitato a "guarire" nel profondo,oltre i confini di una manipolazione normalizzatrice del gruppo stesso sempre possibile,alcuni accorgimenti possono essere presi senza rischi sul piano pratico e sul piano clinico.

Le operazioni di facilitazione raccomandabili sono ,secondo le circostanze del qui ed ora, operazioni di seating:
* aggiornare le decisioni con sospensioni di piccolo e medio termine per introdurre tempi di riflessione sulle parole degli altri
* aggiornare l'ordine del giorno su temi globali per ricordare l'appartenenza al macrosistema
* stabilire un calendario articolato in sessioni contigue di tre giorni dividendo ciascuna sessione in tre parti per consentire lo svolgersi delle naturali dinamiche di gruppo


Si facilita così l'espressione dei sentimenti di odio ,mentre si attenua l'ansia della comunicazione con i frequenti rimandi a breve e si relativizza ciò che accade nel gruppo di direzione, perché non si dimentica ciò che accade nel macrosistema di riferimento. Sono operazioni che chiunque può proporre in questi contesti di gruppi omogenei senza leader.
Una speranza non necessariamente messianica può essere introdotta e,anche se non costituisce una soluzione,è però un elemento di fiducia reciproca che contribuisce a contenere l'esperienza profondamente melanconica dei gruppi di direzione in situazioni altamente critiche sul piano sociale e sul piano esistenziale.


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