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S.I.P.S.I.
Scuola Internazionale di Psicoterapia
nel Setting Istituzionale
Orientamento
scientifico



Indirizzo scientifico-culturale

La Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale (S.I.P.S.I.) ha lo scopo di impartire una formazione professionale idonea all'esercizio dell'attività psicoterapeutica individuale secondo un indirizzo metodologico e teorico-culturale riconosciuto in ambito scientifico nazionale ed internazionale, che è quello della Psicoanalisi (Freud, 1886-1938; Gabbard, 1995; Gaddini, 1989; Semi, 1996).

All'interno di questo orientamento ha però una sua fisionomia originale per l'attenzione che pone agli aspetti gruppali della mente individuale, all'antropologia ed all'etnopsicoanalisi (Nesci, 1993; 1996; 1998; Nesci e coll., 1993; Oremland, 1997; Poliseno, 1986; Poliseno e coll., 1991). Da tempo, infatti, il dibattito scientifico, nel movimento psicoanalitico (Oremland, 1991; Racamier, 1982), riconosce che accanto alla Psicoanalisi "classica" (con l'uso del lettino, nelle quattro o cinque sedute settimanali prescritte dagli standard della International Psychoanalytic Association - IPA - o nelle tre sedute settimanali prescritte dal "modello francese") ed alla psicoterapia psicoanalitica (che può anche svolgersi vis-a-vis al ritmo di una o due sedute settimanali) si sono, di fatto, affermate modalità di lavoro clinico psicoterapeutiche che, svolgendosi in ambiti istituzionali diversi (dipartimenti di salute mentale, ambulatori di servizi sanitari, consultori familiari, scolastici, o di altro tipo) devono, necessariamente, adattarsi a notevoli variazioni di setting. Queste nuove modalità di "lavoro psicoanalitico" (Marie-France Dispaux, 2000) non vengono però insegnate, né negli Istituti di Training dell'IPA, né nelle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica, che si limitano a dare agli Allievi le regole standard del trattamento così come si svolge nel setting tradizionale dello studio privato. Lo psicoterapeuta viene così lasciato solo nel suo lavoro clinico quando questo si colloca, come accade sempre più spesso, nella realtà sociale di tutti i Paesi dove si pratica la psicoterapia, in situazioni istituzionali complesse, in aree di confine, dove è necessario operare difficili mediazioni tra esigenze diverse - dei pazienti, dei loro familiari, dei terapisti, dei servizi in cui si pratica la cura. Resta così senza risposta una nuova ed importante domanda di formazione psicoterapeutica, una domanda che parte dal riconoscimento della necessità di acquisire nuove capacità mentali che permettano di "inventare" setting adeguati al contesto istituzionale, e quindi il dispiegarsi delle potenzialità presenti nello scenario terapeutico e organizzativo. La formazione alla psicoterapia oggi è ancora prevalentemente orientata all'acquisizione delle tecniche, astraendo la questione delle interferenze tra campo della relazione terapeutica e contenitore istituzionale. E' necessario invece costruire percorsi formativi che permettano di pensare e utilizzare i processi istituzionali che attraversano il setting (Profita, Ruvolo, 1997).

In questo scenario si colloca l'iniziativa del gruppo di psicoanalisti, gruppoanalisti e docenti universitari italiani e stranieri (quasi tutti membri dell'IPA) che ha riflettuto per molti anni prima di dare vita, nel 1999, al The International Institute for Psychoanalytic Research and Training of Health Professionals (IIPRTHP) un'associazione culturale che ha posto tra i suoi scopi statutari la costruzione di una nuova Scuola di Psicoterapia. L'IIPRTHP è quindi l'Ente Gestore ed il Legale Rappresentante della Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale (SIPSI) che si caratterizza appunto per il suo respiro psicoanalitico internazionale e per l'attenzione alle dinamiche istituzionali.

L'idea-guida è quella di rispondere in modo adeguato ai nuovi bisogni che stanno emergendo, rendendo accessibile una formazione psicoanalitica di alto livello a tutti quei medici e quegli psicologi che operano o aspirano ad operare in ambiti istituzionali (servizi sanitari di ogni tipo, inclusi quelli scolastici militari e penitenziari) svolgendo, di fatto, un lavoro psicoterapeutico, tanto socialmente utile quanto tecnicamente e concettualmente difficile per la necessità di doversi "inventare" ogni volta un setting che riesca ad includere le caratteristiche dell'istituzione in cui ci si trova ad operare.

Proporre una simile formazione non è facile... Lo psicoterapeuta, infatti, oltre a dover imparare a condurre una psicoterapia che abbia piena dignità di un "lavoro psicoanalitico", in qualunque contesto istituzionale, ivi compreso lo studio privato, deve anche imparare a dialogare e collaborare in modo proficuo con psichiatri, medici e psicologi, di "Scuola" diversa dalla sua. Nelle istituzioni sanitarie (ma anche nell'attività privata), infatti, è cosa ordinaria che un paziente possa essere seguito da uno psicoterapeuta di un certo indirizzo ed un familiare da un Collega di indirizzo del tutto diverso... e l'incapacità di dialogo culturale tra i due può avere gravi riflessi sugli andamenti delle rispettive psicoterapie (individuali, familiari o di gruppo che siano) indipendentemente dalla apparente "correttezza" con cui vengono condotte.

Riconosciuta, già all'inizio degli anni Novanta, l'estrema complessità del progetto che si voleva realizzare, si è allora deciso di rimandarne la realizzazione e condurre delle sperimentazioni didattiche più semplici e rigorosamente controllabili in un setting istituzionale adeguato: un policlinico universitario. Si è cominciato così a costruire e valutare nuovi percorsi formativi per verificare la praticabilità dell'idea di consentire ad operatori sanitari e ricercatori (figure professionali diverse: medici, biologi, psicologi, infermieri, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, ecc.) di integrare le prospettive della Psicoanalisi nella loro pratica professionale all'interno di settings istituzionali.

Primo frutto di questa collaborazione è stato l'apporto degli psicoanalisti dell'I.I.P.R.T.H.P. ai Corsi di Perfezionamento e Formazione in Psico-Oncologia, Psichiatria di Consultazione e Clinica Psicosomatica dell'Università Cattolica che, dal canto suo, ospita, già dall'anno accademico 1999-2000, i Workshops Internazionali dell'Istituto, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.

Queste prime esperienze, avviate nel 1993, hanno avuto un grande successo: gli Allievi dei Corsi di Psico-Oncologia, in particolare, hanno chiesto di poter continuare a lavorare insieme, di non limitare l'esperienza formativa ad un solo anno accademico (come impone la regolamentazione dei Corsi di Perfezionamento) ma di trovare una forma giuridica che consentisse l'approfondimento del training. Si è arrivati così a strutturare, di fatto, un percorso quadriennale, ed a teorizzare un setting specifico per questo tipo di formazione "aperta" in Psico-Oncologia (Nesci e coll., 1997; Nesci e coll., 2001). Nel corso di queste esperienze si è confermato in modo drammatico il bisogno (e l'attuale carenza) di psicoterapeuti capaci di integrarsi in équipes interdisciplinari all'interno di istituzioni sanitarie pubbliche e/o private, oltre che di lavorare, con competenza, come liberi professionisti.

I tempi erano finalmente maturi per procedere alla realizzazione del progetto originario, costruendo un percorso ad hoc, riservato a medici e psicologi interessati a diventare psicoterapeuti con delle competenze in più: quelle che aiutano a muoversi in realtà complesse, dove alle dinamiche consce ed inconsce della relazione terapeutica è essenziale che si riconoscano anche quelle (egualmente consce ed inconsce) portate dalle variabili istituzionali... dinamiche che richiedono letture antropologiche più ampie, aperture culturali (e transculturali) più attente. D'altronde è ormai sempre più evidente per tutti l'importanza di integrare approcci diversi nella pratica della psicoterapia, con la consapevolezza che altrimenti, sempre e comunque, si rischia di "perdere di vista" e "scartare" qualcosa di prezioso. Se dunque la nostra Scuola ha un preciso orientamento psicoanalitico, garantito dagli insegnamenti caratterizzanti, quasi tutti affidati a Docenti membri dell'International Psychoanalytic Association, essa si presenta anche aperta a contributi di Docenti psicoterapeuti di Scuola Cognitivo-Comportamentale e Sistemico-Relazionale (orientamenti anche questi di riconosciuta validità metodologica, efficacia clinica e tradizione scientifica) ed impegnata a promuovere l'integrazione dell'approccio psicoanalitico con la pratica psicoterapeutica che si svolge nelle istituzioni alla ricerca di soluzioni creative e "transizionali" per il superamento dei problemi di setting che il lavoro istituzionale inevitabilmente comporta, in uno scenario continuamente in movimento.


Bibliografia

Freud S. (1886-1938) "Opere", Boringhieri, Torino, 1978.
Gabbard G.O.: Psichiatria Psicodinamica, Raffaello Cortina, Milano, 1995.
Gaddini E.: "Scritti" a cura di M.L. Mascagni, A. Gaddini, R. De Benedetti Gaddini, Raffaello Cortina, Milano, 1989.
Dispaux M.F.: "Some reflections on the process of psychoanalytic training in the context of the psychotherapy/psychoanalysis debate", IPA Newsletter 9, 2, 2000.
Nesci D.A.: "Entre la terre et le ciel: quelques remarques sur l'usage du divan dans le setting psychanalytique." Revue Canadienne de Psychanalyse 1: 61-72, 1993.
Nesci D.A., Poliseno T.A., Averna S., Mancuso A.K., Ancona L., Mancuso S.: "Studio della vita prenatale e paradigma gruppale" in "La donna e le crisi psicobiologiche" a cura di Scardino e Barbato, CIC Edizioni Internazionali, Roma, pp. 68-71, 1993.
Nesci D.A.: Entre le ciel et le terre: reflexions sur un cas." Revue Canadienne de Psychanalyse 4: 75-87, 1996.
Nesci D.A.: "L'art et le pouvoir: un itineraire psychanalytique autour du Persée de Benvenuto Cellini." Revue Canadienne de Psychanalyse 6: 99-112, 1998.
Nesci D.A., Poliseno T.A. (a cura di): "Metamorfosi e Cancro - Studi di Psico-Oncologia", SEU, Roma, 1997.
Nesci D.A., Poliseno T.A., Averna S., Salvatore G., Linardos M., Squillacioti M., Barra A. "Linee-guida per la formazione in Psico-Oncologia: sintesi di un'esperienza." Rivista Italiana di Psico-Oncologia, 1, 2001.
Oremland J.D.: Interaction and Interpretation: Psychoanalysis or Psychotherapy?, The Analytic Press, Hillsday N.J., 1991.
Oremland J.D.: The Origins and Psychodynamics of Creativity: a Psychoanalytic Perspective. The International Universities Press, Madison CT, 1997.
Poliseno T.A.: "Sguardo sul corpo e sguardo del corpo: note su un gruppo di lavoro con enterostomisti." In "Le Psicosi e la Maschera" a cura di Orlandelli, De Risio, Ferro, IES Mercury, Roma, pp. 321-325, 1986.
Profita G., Ruvolo G. (a cura di): "Variazioni sul setting", Raffaello Cortina, Milano, 1997.
Racamier P.C.: "Lo psicoanalista senza divano", Raffaello Cortina, Milano, 1982.
Semi A.(a cura di): "Trattato di Psicoanalisi", Raffaello Cortina, Milano 1996.

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