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Metodo M.C.C. (Mente - Cervello - Corpo): quando la Psicoterapia sposa le Scienze applicate

 

Sabrina Ulivi, Giovanni Cozzolino e Antonella Gramigna



L'integrazione in psicoterapia si configura come una ricerca teorica e clinica importante, che assume la natura epistemologica di un processo in continua evoluzione, piuttosto che di un metodo acquisito. Essa può essere ricondotta a quattro modalità: integrazione teorica, fattori comuni, integrazione assimilativa, integrazione tecnica. La forma più evoluta e più difficile di integrazione sembra essere l'integrazione teorica, che raccoglie i processi epistemologici che permettono la costruzione di nuovi paradigmi, attraverso la riorganizzazione e la sintesi di modelli conoscitivi e clinici diversi. L'integrazione teorica rappresenta un processo di dialogo e confronto di conoscenze relative a prospettive diverse come le neuroscienze, le life sciences, la psicopatologia, la psicologia dello sviluppo, la fenomenologia, la teoria dei sistemi complessi, sulla base del principio epistemologico della consilienza.

La relazione tra processi psicoterapeutici e neuroscienze ha messo in evidenza il ruolo centrale dei processi di vita di connessione–differenziazione, selezione–stabilizzazione, riparazione–sviluppo, che assumono particolare importanza nella regolazione–disregolazione affettiva, nella evolutività, nell'intersoggettività e nella esperienzialità: tali conoscenze evolutive sono alla base della pratica psicoterapeutica.

Questa area integrativa clinica di natura essenzialmente interpersonale–esperienziale–somatica–affettiva globale è stata identificata come "Affective Balance Therapies" (Panksepp, 2009; Fosha, Siegel e Solomon, 2009).

Le stesse caratteristiche epistemologiche costituiscono le basi del Modello di Psicoterapia EAIE (Evolutività, Affettività, Intersogettività, Esperenzialità) elaborato presso l' Istituto di Psicoterapia Integrata – Scuola di Psicoterapia riconosciuta dal MIUR e diretta dal Prof. Ezio Menoni – dal quale ha preso corpo la programmazione prima e l'applicazione poi, di una prassi terapeutica denominata Metodo M.C.C. (Mente–Cervello–Corpo).

Il Metodo, elaborato da Sabrina Ulivi, oltre alle teorie di riferimento sopra menzionate, si lega a ricerche scientifiche internazionali proprie dei campi di studio della Epigenetica e della Psiconeuroimmunologia (PNI) sempre nell'ottica della consilienza dei saperi.

La PNI ha spalancato, da qualche anno, l'universo nuovo e inesplorato del rapporto stretto tra Psiche e dimensione immunometabolica. Tale relazione, in passato tratteggiata dalla medicina psicosomatica, ha sorprendentemente evidenziato una realtà e una dimensione dalla vastità sconvolgente e affascinate.

La disciplina svela, e si appresta a farlo ulteriormente, i collegamenti delle dinamiche psiconeuroimmunitarie utilizzando l' Epigenetica, la Fisica quantistica, l' immunologia e le neuroscienze affettive come "strumenti operativi di conoscenza" per spiegare i meccanismi ed i possibili processi patologici legati ad una asincronia che, partendo dal livello molecolare, arriva ad inficiare una o più strutture di vita. Può essere vero anche il suo contrario.

La intromissione tra l'universo psichico e quello normalmente definito "fisico" sono ipotesi o certezze che appartengono alla storia stessa della medicina e, più di recente, alla Psicologia.
L' energia proveniente dal mondo interagisce con il nostro corpo e con la sua struttura più intima (quella proteico–cellulare) alterandone il funzionamento, essa produce eventi sia a livello fisiologico che a livello definibile genericamente come "psichico".

Qualsiasi variazione del "comportamento" di una proteina è dovuto all'alterazione qualitativa di carattere polare, quindi energetica, di un segnale di campo: il segnale energetico di campo (come lo definiva Einstein) incontra la materia (proteina), in questo contatto la polarità del segnale (positivo o negativo) e la sua potenzialità (in intensità e frequenza) interagiscono con la proteina stessa alterandone la composizione in modo dinamico. Questo origina, a cascata, un cambiamento di composizione di un numero crescente di proteine: si modificano tipo e caratteristica polare. L'insieme dinamico di tale nuovo comportamento altera la cellula, composta di proteine, variandone natura e funzione. La cellula, altera, a sua volta, le caratteristiche ed in funzionamento dell'organo composto dalle cellule interessate dal fenomeno .

Quale che sia il segnale di campo, esso interessa, in modo assoluto, la percezione dell'ambiente circostante producendo situazioni che possono condurre ad uno stato patologico o ad una evoluzione fisiologica.

Il segnale patogeno è un segnale che viene prodotto in situazioni ed eventi particolari che possono perdurare anche a lungo. L' ambiente può avere, nei confronti della nostra realtà materica, un effetto danneggiante nel tempo.
Questo effetto si definisce generalmente stressante o stressogeno. Lo "stress", di cui molto si parla in questi tempi, risulta essere la causa primaria di patologie sia psichiche che fisiche, spesso fortemente invalidanti.

La motivazione centrale della forte influenza negativa del fenomeno "Stress" è dovuta alla sua caratteristica energetica e alla conseguente capacità di interagire con una particolare popolazione cellulare che nel nostro organismo determinano la capacità di difesa interna dello stesso.

Questo insieme sistemico di cellule (normalmente definito Sistema Immunitario) rappresenta la prima reazione disarmonica, e quindi patologica, da segnale di campo "stressante".
Le cellule del S. I. vengono investite dal segnale energetico, esse alterano, così, il loro comportante e la loro funzione: tale alterazione proteica produce una serie di sostanze (ormoni) che agendo sia all'interno che all'esterno della cellula ne inibiscono le funzioni primarie.

L'aspetto psichico dell' asse sin qui sintetizzato rappresenta l'altra parte dell'universo fenomenico in questione. La parola ambiente deve essere intesa nel suo concetto assoluto. Con questo termine si deve significare qualsiasi forza agente su di noi: la nostra dimensione psichica rappresenta la stragrande maggioranza della composizione del nostro essere ed è, per questo, parte integrante del processo.

La radice del nostro psichismo ha origine dallo stato di "consapevolezza", è qui che l'universo fisico–neurologico sposa la realtà fisico–quantistica in una dimensione binaria nella quale, la cellula e l'energia danno origine alla realtà psicologica .

Lo studio della cellula, da un punto di vista epigenetico, ha dato la possibilità di mettere in luce una parte della stessa che era stata assolutamente trascurata dalla biologia classica e dalla genetica : la membrana . Questo sottile "velo" che determina e avvolge il corpo stesso della cellula ha uno spessore di meno di 2 milionesimi di millimetro ed è formato da una stretta rete di "recettori" detti "recettori di membrana", essi sono preposti a reagire a certe frequenze energetiche provenienti dal campo.

Esistono circa 100.000 recettori sulla superficie delle cellule, ognuno di questi reagisce ad una singole frequenza. La ricezione di questa energia e di questa frequenza – attraverso le vie interne alla cellula – raggiunge le reti neuronali che afferiscono al cervello.
A seguire, la percezione, iniziata dai recettori di membrana, viene memorizzata dalle reti di neuroni appartenenti al Sistema Limbico del cervello. Il passo seguente genera un effetto in reazione alla percezione dello stimolo da parte dei recettori di membrana attraverso una rete di proteine / "effettori" che producono la risposta alla ricezione. Questo sistema, che in epigenetica prende il nome di : "complesso di proteine di membrana in qualità di recettori/effettori" , determina quello che in psicologia si chiama semplicemente "consapevolezza" .

La consapevolezza è qualcosa di energetico, la consapevolezza è energia. Come tale è in grado di cambiare la materia: il modo in cui essa viene memorizzata, cioè conservata nei registri di memoria (reti neuronali che fungono da "accumulatori" di energia e quindi di frequenze), determina il nostro potenziale stato fisiologico e, di conseguenza, quello patologico.

Questo sistema determina anche la memorizzazione di stati stressanti che porrebbero in essere, in tempi medio–lunghi, una significativa alterazione del sistema immunitario con conseguente insorgenza di patologie invalidanti come il Parkinson o l'Alzheimer, nonchè numerosissime differenziazioni dei fenomeni tumorali.

Al di là di questo vi sono le alterazioni di carattere genetico dovuto ad intromissioni, definite appunto epigenetiche, che determinano alterazioni profonde del sistema immunologico oltre che neurologico.
Da tempo esistono studi sulla incidenza di processi cognitivi (ricordi o pensieri di varia natura) che agiscono, a livello placentare, sul feto. Tutto questo comproverebbe come le reti neuronali in formazione siano anche, di fatto, accumulatori di energia e di frequenze che si esprimeranno con i loro effetti dopo la nascita.

Un ambiente stressante, sia prima che dopo la nascita, produce emissioni di frequenze con il potere di "spengere" alcuni recettori a livello di membrana cellulare lasciandone attivi altri. Questo genera, in ricezione, il passaggio solo di alcuni segnali scatenando un esito "particolare" a livello di effettori.

Lo stesso "effetto" di replicazione di alcune proteine contenute nel DNA è legato a questo processo.
In molti hanno lungamente pensato che una malattia genetica fosse una "condanna da espiare" in quanto inscritta nel nostro bagaglio ereditario. Sappiamo ad oggi che questo non è sempre assolutamente vero. Il bagaglio ereditario non ha nulla a che vedere con lo scatenamento di una patologia il cui "progetto" è presente nel nostro genoma. È il segnale di campo proveniente dall'esterno che "rompe", in un dato punto, l'involucro proteico che racchiude il DNA.

La vita della cellula è regolata dai recettori che si trovano sulla sua superficie e dal fatto che siano occupati o meno da ligandi. Su scala globale questi infinitesimali fenomeni fisiologici che avvengono a livello cellulare, possono essere tradotti in vistose modificazioni nel comportamento, nell'attività fisica e perfino nell'umore. Essi agiscono spesso con alterazioni cromosomiche dando origine alla proliferazione anarchica cellulare.

La scommessa del tentativo di integrazione sinergica tra epigenetica, psiconeuroimmunologia, neuroscienze affettive e psicoterapia integrante, è legata alla possibilità di sperimentare ed agire tipologie di ricerca–azione costruendo modelli e assi terapeutici di carattere nuovo attraverso la conoscenza approfondita e puntuale, a partire dalla cellula, dei processi di vita, della loro genesi e della loro evoluzione.

Nella letteratura internazionale che si occupa di psicoterapia è possibile reperire spesso il termine integrativo, il termine integrante è poco o per niente in uso. Facendo, però, riferimento alla semantica delle parole, l'approccio presentato non poteva esimersi dal ricercare vocaboli che, per significato, riportassero il concorrere alla costruzione di un intero. Il tentativo di una consilienza di saperi non tratta di "aggiunte" a qualcosa di preesistente per costituirne il completamento, l'essere umano non è un insieme di molecole, organi e strutture, è solo un uomo.

 

 

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