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Psicobiologia e Neuroscienze



Psicoanalisi, Poesia della Fisica (parte seconda)

di Fabrizio Marcolongo (famarlon@tin.it)

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un modello quantistico per la mente

Il tema congressuale del Decimo Congresso della Società Psicoanalitica del 1994, 'La risposta dell'analista e le trasformazioni del Campo', ha avuto, a detta del curatore della pubblicazione del volume, Gaburri E. (Gaburri E., 1997, p.13), una storia un po' travagliata. Infatti dopo numerosi dibattiti fu approvato con le note che riporta Gaburri: '... E' astratto, è troppo teorico, solo pochi analisti lo hanno approfondito, ...'

Ma in quel libro 'Emozione ed Interpretazione' sono tratteggiate alcune grandi intuizioni sul funzionamento della mente, che ogni autore si è premurato di classificare come metafore.

Ci concentreremo sull'approfondimento di alcuni temi della sezione teorica di questo libro. Apre questa sezione un lavoro di Corrao del 1986. L'autore parla di un 'campo delle trasformazioni' del gruppo, ma tale modello può essere applicato nella situazione analitica duale, in cui gli aspetti della attività mentale sono disponibili in forma di 'protopensieri'.

E più avanti si legge che ogni osservazione è la scelta di un particolare evento in cui i fenomeni sono correlati in forma di vere e proprie coppie di opposti.

Più avanti ancora si legge: ' Ci dobbiamo abituare al pensiero che la coscienza non è un qui e l'inconscio non è un là. La psiche è piuttosto una tonalità conscio-inconscia' (p.37).

L'autore dà anche la definizione di campo che è 'una funzione il cui valore dipende dalla sua posizione nello spazio-tempo (cronotopo). Si può anche dire che il campo è un sistema a infiniti gradi di libertà, forniti, forniti dalle infinite determinazioni possibili che esso assume in ogni punto dello spazio e in ogni istante del tempo' (p.37). Da qui è possibile elaborare equazioni specifiche.

Animata dai principi della psicoanalisi di Bion, parte degli psicoanalisti italiani hanno teorizzato e fatto entrare nella loro pratica clinica questa base teorica del 1986, i principi della fisica relativistica che così benevolmente apostrofava Freud: '...Che cosa pretendete d'altro in nome della tolleranza? Probabilmente che, se qualcuno ha espresso un'opinione che noi riteniamo fondamentalmente errata, gli diciamo: 'Grazie per averci contraddetto. Lei ci preserva dal pericolo dell'autocompiacimento e ci dà l'occasione di dimostrare agli americani che siamo davvero broadminded com'essi sempre auspicano che la gente sia. ...'(Freud S., 1932; p.249-250). Il mio scritto ha ragione di essere dalla parte di Freud 'broadminded' che cercherà di notare qualche incrinatura su questa metafora, e offrire al lettore la sensazione di chi accetta di considerare la descrizione di Hameroff sulla attività conscio-inconscia della mente, come la più vicina alla descrizione di campo che Corrao aveva già delineato dal 1986, riprendendo alcuni principi relativistici del 'Progetto per una psicologia'.

'... E' vero che noi non crediamo una sola parola di ciò che lei dice, ma questo non importa. Probabilmente lei ha ragione quanto noi. Chi può mai sapere, infatti, di chi è la ragione? Ci permetta, nonostante l'antagonismo, di ospitare il suo punto di vista nelle nostre pubblicazioni. Speriamo in compenso che Lei avrà la gentilezza di adoperarsi in favore del nostro, che pure respinge.' Sarà questa evidentemente l'usanza del futuro, quando l'abuso della relatività einsteiniana avrà preso piede definitivamente. Per il momento, invero, non siamo giunti a tanto. ...' (Freud S., 1932; p.249-250).

Ed in questo senso la relatività pare, rimanendo un modello, essere sempre 'come una metafora', un 'come se', .... Il mezzo mediatico della produzione cinematografica ha avuto modo di celebrare la relatività.

Nel celeberrimo film '2001 odissea nello Spazio', Stanley Kubrick delinea le vicissitudini degli umani in un futuro a contatto quotidiano con le distanze astronomiche e con la cibernetica animistica. Viene infatti celebrato in questo film l'impero economico di una famosa industria americana di computer con il nome HAL 9000. Negli anni di produzione di questo film, la industria IBM aveva prospettato un futuro con computer forniti di quell'animismo cibernetico di cui scrivevo più sopra. HAL infatti è l'espressione in codice della 'IBM' (il codice consiste nel leggere IBM con un numero di lettera inferiore: H è l'ottava lettera dell'alfabeto, 8+1=9: ' i ' è la nona lettera dell'alfabeto e così via).

Se si considera l'aspetto del tempo si può notare come la concezione del tempo in psicoanalisi sia molto vicino al concetto relativistico di tempo, non solo per quello che riguarda il corpo dottrinario della psicoanalisi ma soprattutto anche per quanto riguarda l'attività clinica. La sensazione che se ne raccoglie è qualcosa che si avvicina alla produzione letteraria di Italo Calvino, ed in particolare a quella intorno agli anni Sessanta, in rapporto alle nuove scoperte scientifiche ed ai viaggi spaziali. Ciò che da questo autore viene rappresentato in molti racconti, credo faccia parte delle condizioni emotive di alcune relazioni interpersonali descritte nell'analisi. A volte le crisi di relazioni per problemi non risolti derivano in alcuni casi dalla 'non sincronia' degli orologi emotivi delle persone, dal tempo emotivo necessario all'elaborazione, che nel mondo della astronomia è rappresentata dalle distanze per attraversare le quali anche la luce impiega intervalli di tempo molto lunghi.

A volte infatti ciò che dal paziente può essere constatato in una seduta, può aver impiegato tempi di elaborazione molto lunghi e quindi apparentemente lo spazio della seduta avvicina distanze emotive a volte molto ampie: come nella teoria degli spazi di Hilbert, eventi spaziali diversi possono avere tempi identici e determinano 'cambiamenti' delle prospettive emotive dei rapporti interpersonali.

Ritornando a '2001, Odissea nello spazio', nel finale del film si immagina che l'astronauta superstite attraversi lo spazio-tempo, per giungere in una stanza, arredata in stile settecentesco dove egli scorge dal casco della sua tuta, un altro Sè che siede al tavolo mentre cena, e quest'altro suo Sè, guarda il suo Sè astronauta che guarda un altro suo Sè al letto di morte, molto invecchiato. Si è voluta rappresentare una umanizzazione della sensazione della compresenza di tempi diversi nello stesso spazio (la stanza settecentesca). E' una delle scene più suggestive di questo film, quella più romantica. Il senso di estrema malinconia di quest'uomo perso nello spazio e nel tempo, rende ragione dell'estrema importanza di quest'opera sia in campo artistico che in quello scientifico. Pare inoltre celebrato anche il futuro della ricerca nel campo della cibernetica in quanto, come la conoscenza passa attraverso la scoperta del monolito, così pare che la scoperta del funzionamento della coscienza passi attraverso la istituzione di nuove teorie della fisica e della psicoanalisi. (Penrose, 1994; Hameroff, 1993, 1994).

Analogie tra processo primario e modello quantistico

Nel 1996 Alan Sokal, professore del dipartimento di fisica dell'Università di New York, scrisse un articolo pubblicato in 'Social Test' (Sokal, 1996), in cui furono descritte le teorie derivanti dalla Meccanica Quantistica nelle loro implicazioni sociali e filosofiche. In questo articolo Sokal fece uso di leggi scientifiche corrette mettendole fra veri errori e usandole in un modo che solo un principiante avrebbe potuto fare.

Oggi quindi è molto difficile ogni successivo tentativo di citare una singola legge quantistica senza ricordare ai referees di riviste scientifiche questa pericolosa 'gaffe'.

Tuttavia, sebbene non ci siano possibilità di dimostrare da un logico e scientifico punto di vista il legame tra la meccanica quantistica e l'inconscio, spero che i lettori si lasceranno trasportare dalla mia e dalla loro 'phantasie'.

Considero la psicoanalisi un sistema formale allo stesso livello della meccanica quantistica. Possiamo quindi considerare la teoria psicoanalitica, le energie libidiche, l'equilibrio di forze interne alla stessa stregua di altre teorie che hanno dato origine alle varie geometrie (di Euclide, Lobaciewskij, etc.) e ai vari possibili mondi corrispondenti.

Per quanto riguarda la meccanica quantistica possiamo considerare tre principi:

Non esiste descrizione del tempo in cui sia possibile una distinzione fra prima e dopo

la realtà non è influenzata dalla negazione

vi è un trasferimento di energia tra un fotone e un altro

Dalle teorie del Processo Primario, possiamo trarre una lista di tutti i principi dell'inconscio che potrebbero essere definiti assiomi come in altri sistemi formali, come per es. nella geometria euclidea: punto, linea retta e piano.

Molti manuali di psicoanalisi contengono gli assiomi dell'inconscio e del processo primario (S. Freud, 1915, Weiss, 1931; Brenner, 1955).

Tra i principi del processo primario ve ne sono tre che sono molto simili a quelli sopra menzionati della meccanica quantistica:

Passato e futuro si sovrappongono: la successione del tempo non ha significato

Non esistono le contraddizioni non sense

Vi è trasferimento di energia da un'idea all'altra.

Su un numero monografico sulle analogie tra psicoanalisi e fisica di 'American Imago' ho trovato interessante il consiglio di Jean Schneider riguardo le metafore dei modelli in fisica così come in psicoanalisi. L'autrice afferma che esse vengono spesso distorte e ci suggerisce di leggere i classici della metapsicologia sulla relazione mente-corpo attraverso le lenti della fisica quantistica. (Schneider J., 1997)

Ora è possibile considerare gli assiomi che distinguono il mondo quantistico e possiamo vedere che è possibile sovrapporli.

Assiomi

Processo Primario

Quantum Theory

Non prima e dopo

+

+

Non influenzato dalla negazione

+

+

Vi è un trasferimento di energia da un'idea all'altra a)

+

+

a) Consideriamo il trasferimento di energia da un'idea all'altra in modo indeterminato: come in fisica l'energia è descritta dalla natura indeterminata (corpuscolare o ondulatoria), è possibile considerare i neuroni come strutture organizzate in due livelli di trasmissione di informazione:

'Livello neurocorpuscolare' dove la trasmissione dell'impulso è realizzata dalla polarizzazione della membrana;

'Livello neurondulatorio' in cui la modificazione dei dimeri di tubulina all'interno della struttura dei microtubuli determina il passaggio di informazioni in forma quantistica.

In ordine alla materia di questa ultima frase della nota alla tabella credo sia necessaria una spiegazione ulteriore.

In 'Ombre della Mente' Penrose (1996) afferma che le strutture microtubulari che sono all'interno di ogni cellula costituiscono la gran parte dell'attività neuronale e potrebbero costituire gli organi della coscienza.

Si ricorda il lavoro di Jibu e Hameroff (Jibu M. et al., 1994) in cui dimostrarono la alta velocità di computo basata su un principio che chiamarono 'superradianza' in cui i microtubuli giocano il ruolo di strumenti ottici a coerenza non lineare, un modo per dire che la superconduttività è realizzata senza utilizzare un substrato a bassa temperatura. Questo potrebbe spiegare la alta velocità di calcolo del cervello.

Vorrei sottolineare che gli elementi del processo primario nella tabella ci suggeriscono che l'Inconscio lavora attraverso gli organi con i quali i principi della Meccanica quantistica sono realizzati: i microtubuli. Ciò che Freud aveva scoperto in termini semantici potrebbe essere spiegato in termini fisico - matematici (formali - sintattici).

Questa comparazione tra la meccanica quantistica ed i principi del processo primario del 'sistema formale' psicoanalisi come vedete ci porta a riconsiderare la conduzione dell'impulso in un modo più adeguato agli eventi reali, possibili ma verificati solo con le esperienze di Albrecht-Buehler G., (1998, 1992) e Jibu, (1994), e che ci costringono a pensare all'attività cerebrale non solo come 'neural network' organizzata attraverso le teorizzazioni della TSGN, ma anche come una stratificazione di modelli di connessione dove la TSGN è solo l'elemento di dimensioni cellulari. L'altra dimensione è quella 'd'onda', considerando il trasferimento di energia che avviene all'interno delle strutture microtubulari dei neuroni. Come vedete il dualismo mente corpo, tra cellule e pensiero comincia qui, considerando che tra la mente e l'attività cellulare vi è una energia fotonica che trasporta informazioni e che modifica, attraverso la 'superposition' l'aspetto microscopico del potenziale d'azione cellulare.

Quello che si propone qui infatti è la considerazione che l'attività cellulare è in parte microscopica (quella che individua una membrana cellulare con una polarità ed una differenza di potenziale: - 80mV), ed in parte 'nanocellulare', (che ha un riferimento nella struttura microtubulare e che ha come analisi dimensionale, gli spazi interemolecolari dei dimeri di tubulina interagenti con l'acqua molecolare all'interno dei microtubuli: 9 – 14 nm).

I due mondi sono in connessione ma interagiscono con leggi diverse: quella della dimensione cellulare, è ancora il mondo dell'elettrologia e magnetismo classico, la dimensione 'nanocellulare' è quella della fisica e della meccanica quantistica.

Alcuni modelli di Corrao, Antonino Ferro e Petrella si riferiscono a quest'ultima realtà della mente, quella relativistica. 

Fisica Psicoanalitica

In questi paragrafi sono racchiusi i tentativi di leggere in termini fisici (quantistici) alcune delle metafore quantistiche, rifacendomi agli scritti di Penrose e di Hameroff.

Le metafore utilizzate compiono, tra il 'vero' ed il 'metaforico', lo stesso itinerario linguistico del mito.

Neuroni e Microtubuli

Uno dei problemi affrontati rispetto alla funzionalità di questi due aspetti disparati (da un punto di vista dimensionale) della 'biologia' della mente, è il legame possibile esistente tra le due strutture, la cellula e il suo organulo citoplasmatico, microtubulo, e il loro vicendevole funzionamento.

Hameroff, prendendo atto e data per scontata la intuizione di Eccles della teoria del dendrone, dà per scontata anche l'unificazione funzionale della fisiologia dei due domini, 'cellulare' e 'nanocellulare', la trasmissione per de/polarizzazione della membrana e trasmissione microtubulare, considerando l'idea di una unità funzionale, microtubulare/neuronica che chiama 'nucleone'. Il punto di congiunzione tra la struttura microtubulare e la struttura della membrana plasmatica è ipotizzato da Hameroff essere il nexus o giunzione serrata o gap junction. Questo dispositivo di giunzione cellulare è presente tra le connessioni dendritiche che organizzano lo spazio intercellulare ampio dai 10 ai 20 nm:

http://cellbio.utmb.edu/microanatomy/epithelia/epithelia_slides/sld038.htm
http://cellbio.utmb.edu/microanatomy/epithelia/epithelia_slides/sld039.htm

Hameroff ipotizza essere presente un dispositivo nel punto di congiunzione tra cellule e nel quale sono prospicenti le strutture microtubulari delle cellule in connessione. Tale dispositivo tra microtubuli e membrana plasmatica che si chiama 'Proteina Associata ai Microtubuli' (MAPs; Microtubules Associated Proteins), fa parte delle Gap Junctions. Nelle giunzioni dendritiche vi sono le MAPs che trasportano le risultanti energetiche del trasporto di informazioni fotoniche avvenute all'interno dei microtubuli. ' ... così i siti di attacco delle MAP agiscono come nodi che sintonizzano e organizzano le oscillazioni quantistiche e predispongono le possibilità e le probabilità del collasso degli stati quantici nella realtà che in questo caso è un pensiero. (orchestrated objective reduction: Orch OR). Le giunzioni serrate o gap junctions potrebbero determinare l'attraversamento degli stati quantici tra i dendriti...'. (da Hameroff, ibidem).

Coscienza ed Inconscio o Sistema del Conscio-Inconscio?

Una delle battute di Corrao nel lavoro del 1986, riguardava la inconsistenza della importanza di distinguere lo stato di coscienza dall'inconscio.

Le strutture che sono implicate con i processi coscienziali, per esempio i circuiti cortico-talamo-corticali che funzionano ad una frequenza di 40 Hz., (Servan Schreiber D, 1998) sono connesse con le strutture microtubulari, connesse a loro volta con alcuni organuli e dispositivi citoplasmatici che sono le gap junctions e le MAPs. L'energia che attraversa i circuiti cortico-talamo-corticali e i microtubuli è la stessa ma si differenzia soltanto in due forme diverse, una in forma di de/polarizzazione della membrana neurale, l'altra in forma di oscillazione quantistica tra stati antitetici rappresentati dal diverso orientamento dei dimeri di tubulina. Queste unità formate da sistemi che funzionano prevalentemente su stati connotabili (individuabili con onde EEG della coscienza), che costituiscono gran parte della corteccia cerebrale e indicabili come neurali (cellulari), sono connessi alla rete quantica dei microtubuli, attraverso Gap Junction e MAPs. Hameroff chiama questo sistema 'nucleone', che in qualche modo riprende la struttura del dendrone di Eccles, ma ne toglie la indeterminatezza rispetto al carattere noumenico dello psicone, una entità più filosofica che scientifica.

I fascicoli di dendriti interconnessi gli uni agli altri a formare i dendroni vengono quindi soppiantati dalla struttura dei 'nucleoni' che comprendono tutte le possibili comunicazioni col mondo quantistico dei microtubuli, aumentando enormemente la velocità di calcolo.

Stando quindi a queste recenti teorizzazioni e considerando le possibili capacità di calcolo del nostro S.N.C., potremo considerare una sinossi che considera il tempo in psicoanalisi e in fisica.

Il concetto di tempo in psicoanalisi e in fisica

Nella stanza d'analisi il tempo è un elemento relativo che segue la condizione emotiva della coppia terapeutica, come del resto per ogni relazione umana. Ma nella relazione analitica incide un quid in più. Qui e ora è una condizione neutrale (sa bene l'analista quanto valga questa neutralità) sulla quale il paziente disegna i suoi paradigmi relazionali. E' fatta salva quindi la qualità della relazione che il paziente costruisce nella stanza d'analisi, trasposta in un tempo diverso da quello che ha visto l'origine delle situazioni conflittuali, che di solito sono molto antiche, per alcuni anche a livello preverbale, e che coinvolgono le relazioni parentali. E' stato affermato più volte che questa situazione assomiglia alla situazione della 'investigazione', o alla situazione della atmosfera 'dell'impersonare' della 'teatralità'. Ma dal punto di vista della veridicità della relazione viene vissuta con tutta la forza della relazione parentale originaria: questa relazione è una verità che è presente nel S.N.C. Potremo apprezzare ora, dopo aver considerato alcuni aspetti della attività neurale alla luce delle varie teorie fin qui prese in esame, una sinossi che illustra complessivamente 'il tempo' della mente, come una tabella di marcia dei pensieri e delle strutture che li originano:

 

Evento

Tempo

Attività neurale

Protopensieri del Campo (1)

Attività di orientamento cellulare (2)

10-37 seconds

Microtubuli e Fotoni Evanescenti

Attivazione dello Psicone (3)

10-15 seconds

Attività dendronica

Oscillazioni coerenti a 40 Hz

25 ms

2 x1015 nucleoni (4) - 20,000 neuroni

Ritmo alfa (da 8 a 12 Hz)

100 ms

5 x 1014 nucleoni - 5000 neuroni

Pre - azione (5)

125 ms

Potenziali preparatori aree frontali

Soglia sensoriale di Libet (1979)

500 ms

1014 nucleoni - 1000 neuroni

Modificata da Hameroff, Penrose (1998):

1) Corrao, 1986 - (2) Polaritoni; Albrecht-Buehler G., 1998, 1992 - (3) Eccles, 1994 - (4) definizione: nucleons (nucleoni): costituiti da Neuroni, Gap Junctions, MAPs, ed i microtubuli (Hameroff; Penrose, 1998) - (5): Kornhüber, 1974

Schrödinger e la capacità negativa dell'analista

Il tentativo di costruire una 'oggettività' dell'osservazione psicoanalitica, comporta in A. Ferro, un atteggiamento 'relativistico'. Il modo utilizzato precedentemente dai Baranger per descrivere modalità di rapporto della relazione analitica è legato alla fisica dell'elettrologia e magnetismo. Il termine 'Campo' (derivato dagli scritti di fenomenologia di Merleau – Ponty, e con riferimento specifico al 'Campo elettromagnetico') riguarda la relazione 'bipersonale', inconscia e fantastica data dal prodotto delle identificazioni proiettive incrociate tra analista e paziente. Questo modo di considerare il rapporto offre la possibilità di un confronto con altre discipline che hanno descritto questi fenomeni in termini matematici.

E' possibile descrivere infatti i meccanismi psichici con la stessa serie di stratificazioni di conoscenze che abbiamo via via scoperto attraverso la fisica delle particelle. Il presupposto fondamentale è la considerazione che gli eventi descritti dalla fisica quantistica che esplicano gli eventi subatomici possono essere lo strumento di descrizione per gli eventi subatomici che avvengono all'interno dei microtubuli dei neuroni (responsabili di aspetti fisiologici alla base delle emozioni). Abbiamo già un bagaglio di nozioni derivanti dalla psicoanalisi e sarà mia cura, in questo paragrafo, accompagnarvi nella descrizione delle teorie psicoanalitiche, viste da un'ottica di quello che propongo essere il 'sistema formale' che può rappresentare un nuovo modo di realtà emotiva.

A. Ferro parla nel suo libro 'Nella stanza d'analisi' di una capacità specifica dell'analista che ha codificato come: 'capacità negativa dell'analista'. In passato questa figurazione, che l'autore pone nell'accentuazione dell'aspetto cognitivo della relazione transferale, si stemperava in moniti più o meno generici ad un atteggiamento di 'neutralità'. Quasi come se in passato la neutralità fosse qualcosa di scontato e facile da realizzarsi..

Il concetto esposto da Ferro, che continua dalla produzione Bioniana, equivale ad un farsi da parte per far sì che il paziente possa scegliere, ' ... sapendo permanere nel dubbio, in PS, consentendo l'apertura di infinite storie (o infiniti sensi), ...' (Ferro A., 1996, p. 6).

Come se ciò che è pensato dal paziente sia in forma 'indeterminata', non avente ancora una direzione e un verso ben determinato. L'analogia è qui con qualcosa che è molto lontano dalla psicoanalisi, ma che, credo, calzi perfettamente.

Il tecnicismo della disciplina della fisica impone la discussione dell'equazione di Schrödinger con le notazioni ket di Dirac che io ho trascritto da un libro di Penrose. Ma chi è interessato al nocciolo della questione credo possa saltare tutti i passaggi, nel caso rimando il lettore alle note di Penrose a pagina 326 (Penrose, 1996)

L'equazione che qui abbiamo menzionato è quella di Schrödinger che dà la variazione rispetto al tempo dello stato quantico o funzione d'onda. Ora lasciate perdere tutti questi paroloni tecnici che il matematico ed il fisico trova familiari e non me ne vogliate se il destino vuole che molto spesso il secondo termine dell'equazione sia indicato con la lettera .

Potremo allora leggere la nostra equazione come lo stato quantico del sistema che esprime la somma con fattori di peso 'complessi' (W e Z) di tutte le possibili alternative disponibili al sistema.

In termini matematici i due fattori A e B da cui dipende lo stato quantico del sistema sono a loro volta dipendenti da due numeri complessi: W e Z. Nel caso della menzionata notazione: la probabilità che sia possibile descrivere in tali modalità la traiettoria delle particelle elementari è data dal coefficiente del quadrato dei valori assoluti di W e Z, e svolgendo tale operazione, si ha che la traiettoria di un fotone ha una certa parte nemmeno ipotizzabile, non prevedibile. La traiettoria delle particelle elementari è descritta attraverso gli spazi di Hilbert e ' ... qualche volta lo spazio di Hilbert può avere un numero finito di dimensioni ...' (Penrose, 1996, p. 345) ed applicando per questi casi la regola che di solito si applica ad uno spazio euclideo, la risultante traiettoria si dedurrà attraverso la regola del parallelogramma.

Più spesso lo spazio di Hilbert ha infinite dimensioni, essendo associato a particelle che viaggiano alla velocità della luce, come i fotoni evanescenti cioè i protopensieri, ' ... come nel caso degli stati di posizione di una particella, in cui a ogni posizione corrisponde una dimensione. Lo stato generale che descrive la posizione della particella è una sovrapposizione con fattori complessi di tutti i singoli stati di posizione.' (Penrose, 1996, p.345). Se ne può dedurre una definizione di Campo come spazio vettoriale complesso.

Paragonando quindi il pensiero e le sue traiettorie come la descrizione di un evento 'con un modello fisico' come la traiettoria di una particella nello spazio, il problema della definizione della interpretazione giusta, della descrizione più esatta rispetto alla materia inconscia che il paziente tenta di esporre con il suo materiale in seduta, potrebbe essere descritto in termini matematici. Uno dei problemi a quel punto potrebbe essere quello di scegliere l'equazione esatta per descrivere l'indeterminazione del calcolo di uno stato futuro di un sistema. Forse l'equazione di Schrödinger potrebbe illustrare quest'aspetto della realtà?

Se noi dovessimo indicare in termini quantici la capacità negativa dell'analista, cioè la incapacità di essere sicuri che la descrizione dell'evento inconscio corrisponde a ciò che la coppia t-p stanno descrivendo come essere l'interpretazione più probabile, con una descrizione della 'traiettoria' del corso della interpretazione, nel caso potremmo utilizzare l'equazione di Schrödinger?

Quindi nella accezione psicoanalitica, la interpretazione insatura, 'la capacità negativa' dell'analista, il fatto di incontrare punti semaforici, è un po' come dire, in fisica quantistica, lasciare indefinita la equazione di Schrödinger. Detta così questa frase suonerebbe un po' bizzarra ma ciò rende ragione del fatto che l'osservazione scientifica di elementi come i fotoni è già stata eseguita tenendo conto delle grandi probabilità di errore in cui questi eventi esistono.

Questo stato di cose parrebbe una mera opinione, ma c'è inoltre una serie di dati che abbiamo analizzato nei precedenti paragrafi ed in particolare la teoria di Hameroff sulla superposizione degli stati quantici dei dimeri di tubulina, che ci indirizza ad una serie di conferme della teoria psicoanalitica, espressa nelle modalità dell'equazione di Schrödinger.

Prego i lettori di non farsi fuorviare dalle apparenze: i diversi campi di indagine ( psicoanalisi e fisica), le diverse modalità di indagine (letteratura e semantica per la psicoanalisi; tecnica ed esperienziale per la fisica...simbolo e forma [teorizzazione di modelli]), ma di considerare solo ed esclusivamente l'analisi dimensionale: i quanti di energia per la fisica e per la psicoanalisi.

L'equazione di Schrödinger è sufficiente a spiegare la 'Capacità negativa dell'analista', perchè è una descrizione matematica del comportamento delle particelle elementari che costituiscono i protopensieri che inducono la coppia analitica a rimanere in una condizione 'indeterminata' fino a che la determinazione di un pensiero plausibile, dato anche in forma di immagine onirica, si esplichi come 'superposition' (Hameroff, Penrose, 1998) risultante della elaborazione di tutti i possibili protopensieri presenti nel campo della coppia analitica.

La mia idea è che la psicoanalisi ha istituito una specie di sintassi e di grammatica, tutta, diciamo, simbolica, direi poetica, su aspetti che invece letti in chiave cibernetica, suonano così lontano dalle emozioni, ma così vicino all'essenza del funzionamento delle particelle elementari.

Le esperienze che avvalorano le tesi di Hameroff sulla conduzione quantistica all'interno dei microtubuli dei neuroni in chiave psicoanalitica ci suonano un po' più umanizzate. Le sue immagini sul libero arbitrio, un po' semplici (vedi free-will su Hameroff – slide show), ci fanno comunque pensare al fatto che Hameroff ha dato maggiori spiegazioni per una comprensione delle modalità di funzionamento dell'inconscio, non della coscienza, o forse del sistema conscio/inconscio. Come le immagini diano origine alle emozioni è una frontiera solo esplorata dai registi come Wim Wenders in 'Fino alla fine del mondo'.

Ferro quindi quando suggerisce di rimanere in questa capacità 'negativa' cioè quella in cui l'analista non definisce nulla, rimane in questa posizione di non svolgimento dell'equazione di Schrödinger.

Semafori e spazi di Hilbert

Quello che abbiamo visto nel capitolo precedente in forma di equazione poteva anche significare uno 'spazio vettoriale complesso'. Non abbiate paura di queste definizioni e seguitemi.

Un sistema quantistico, per cui cioè valgono le leggi della velocità della luce scoperte da Einstein, presenta alcuni problemi, rispetto alle relazioni degli oggetti e dei punti in relazione fra loro. In un mondo alla velocità della luce tutte le cose potranno essere descritte con molti punti di riferimento (n punti di riferimento), non come succede per la fisica classica, per cui la posizione di un punto del sistema di riferimento rimane costante nel tempo. In un sistema quantistico la posizione dello spazio e del tempo non è costante. Allora lo spazio di Hilbert è la descrizione delle variazioni dello spazio e del tempo quando la velocità è quella della luce, e in particolare, è la famiglia di tutti i possibili stati di un sistema quantistico. E' possibile quindi che in uno spazio di Hilbert, che è anche un luogo geometrico di tutte le geometrie possibili, trovi esistenza lo spazio vettoriale complesso, cioè per qualsiasi coppia di numeri complessi ne è verificata l'equazione di Schrödinger. Quest'ultima frase è il lessico e la sintassi che regola il modo matematico di esprimere 'l'ombelico vuoto' di 'Galleria di Stampe', che è il punto di riferimento necessariamente senza spazio e senza tempo della compresenza questa volta non di un punto ma dell'emozione. Allora il quadro rappresenta la narratizzazione, che sottintende la proprietà e la capacità della coscienza dell'Io: 'essere arrivato all'edificio che conserva le tele',... 'il paesaggio della zona della città che ospita l'edificio della mostra che si può con astrazione osservare ', ...ed 'il Sè che osserva i quadri all'interno della Galleria'. In questo modo il quadro, come lo specchio, è un sistema di narratizzazione che ha correlati sia nella mente dell'autore, sia nello spettatore.

Questi correlati degli aspetti della coscienza dell'Io del pittore e spettatore del quadro possono essere espressi nei termini della teoria del campo.

Lo spazio di Hilbert ha uno spazio infinito di dimensioni, come nel caso degli stati di posizione di una particella, in cui a ogni posizione corrisponde una dimensione.

Potete adesso avere elementi per immaginare con questi principi la relazione analitica.

In alcune descrizioni di eventi possibili si parla di eventi controffattuali, come effetti dovuti a cause non verificatesi ...: un effetto che è il risultato di una causa che non si è verificata! (Penrose, 1996)

A queste parole il lettore psicanalese avrà certamente scorto tra le righe che le 'reminiscenze' di freudiana memoria, per lo psicoanalista, possono avere così, anche non verificatesi, una ragion d'essere e/o solo essere fantasticate nella mente del paziente. Un sistema di logiche formali, che è stato verificato scientificamente nella teoria quantistica e che, all'epoca di Freud, poteva essere presente solo negli ultimi anni ma non aveva ancora avuto applicazione anche in altri campi del sapere.

Ora la verifica della effettiva ipotizzabile esattezza di tali affermazioni è lasciata alla quantità di elementi che collimano rispetto alla teoria quantistica dell'inconscio, non della coscienza, proprio per la poesia con la quale gli psicoanalisti si sono espressi descrivendo il funzionamento quantico dell'inconscio.

In fondo la poesia è un mezzo di espressione semantica per ottenere la comunicazione di concetti relativamente poco condivisibili. Così ho pensato che gran parte dei principi psicoanalitici fosse in definitiva una fisica delle particelle che costituiscono le emozioni che passano nel nostro cervello.

Per arrivare ai concetti di 'punti semaforici' di Ferro dovremmo ancora menzionare lo stato correlato, cioè il principio attraverso il quale è possibile che il misuratore influenzi la misura in un modo molto specifico.

Quando l'autore parla di punti semaforici, in realtà si riferisce ad una geometria bidimensionale. Un punto semaforico, se come esempio pittorico si rifà ad Escher ('Casa di Scale'), è in realtà un punto costituito da aspetti tridimensionali, cosa per cui la prospettiva 'semaforica' (incrocio tra più strade che si sviluppano nelle due dimensioni) non rende un altro aspetto, che è quello della temporalità e del movimento. Quel viaggio che molti analizzandi fanno è un viaggio con una macchina del tempo che incontra dei punti che hanno in comune spazi di Hilbert congruenti, punti in cui la distorsione delle rette che dipartono dai punti di fuga è determinata da come si esperisce il 'campo bipersonale' nel tempo, se insieme la coppia ritorna all'epoca infantile, se ritorna al tempo attuale, se viaggia all'epoca dell'adolescenza, etc.

Affermare che il 'campo bipersonale' non si muove più nella dimensione della fisica classica ma alla velocità della luce, dimensione che abbiamo visto essere possibile sia nello stato di coscienza che nell'inconscio, vuol dire che ciò che la psicoanalisi ha sempre considerato come 'campo bipersonale' con le leggi fisiche riferite al campo è, in realtà, un campo che ha velocità 'non classiche' ma relativistiche. Ciò comporta che il campo è in realtà uno 'spazio vettoriale complesso', per il quale valgono le notazioni 'ket' di Dirac, per cui si viene a connotare lo spazio di Hilbert, la famiglia di tutti i possibili stati di un sistema quantico. I principi quantistici sono gli stessi che Hameroff e Penrose sostengono per il funzionamento della 'coscienza'.

Abbiamo già parlato della capacità negativa dell'analista descritta da Ferro come la dimensione terapeutica dell'astensione dal definire in termini concreti lo stato d'animo della coppia T-P.

Il concetto stesso di interpretazione insatura dà l'idea della concezione di relatività della relazione analitica, dove in concetto di insaturità ha a che vedere con quello di sistemi di riferimento coordinati, (che viaggiano alla stessa velocità): la mente dell'analista non può prevedere tutti i possibili sensi delle associazioni del paziente ed il lavoro più importante è quello del progressivo lavoro di chiarificazione per fare in modo che sia il paziente stesso a costituire dei suggerimenti concreti per una interpretazione.

Protopensieri

Poniamo in evidenza che il funzionamento mentale deriva essenzialmente, come più volte sottolineato , dalla risultante di miliardi di stimolazioni di piccole unità. Abbiamo stabilito nella prima parte che queste unità cambiano di dimensioni se noi ci occupiamo del sistema di reti neurali (le connessioni sinaptiche) e del sistema di reti microneurali (cioè il sistema dei microtubuli).

Con la struttura dei microtubuli poniamo essere compresenti coppie di opposti di una affermazione, che può essere formulata nella mente del paziente o dell'analista, riprendendo la definizione di lavoro onirico in Freud: '... un pensiero formulato nel modo ottativo viene sostituito in una serie di immagini date nel tempo presente ...', (Freud, 1900, p. 33), o in forma di flash onirico della veglia (Ferro A., 1996).

Cioè i pensieri, che sono immaginati nella mente della persona, sono presenti nella forma di coppie alternative di affermazione e negazione.

Ora cercheremo di rendere più chiara questa descrizione, con l'aiuto degli esempi artistici che abbiamo citato.

Tutti gli elementi di un pensiero che di solito si esplicano con un'immagine, ordinano una serie di dimeri di tubulina a disporsi in conformazioni diverse ma sempre orientate nelle due posizioni possibili (polarizzazione, non polarizzazione della molecola) e per ogni stato vi sarà una corrispondente dimensione spazio-temporale (cronotopo) che è connessa con quel tipo di immagine-pensiero. Quello che noi chiamiamo elaborazione è la disposizione nello spazio-tempo della risultante di ogni singola posizione del dimero di tubulina.

Questa dimensione non ancora pensiero, non ancora cosciente, è il protopensiero.

Nella raffigurazione utilizzata da Hameroff, cioè del 'blister' di dimensione senza spazio e senza tempo, possiamo far rientrare tutte le immagini che assomigliano a quadri di Escher come 'Casa di Scale', 'Relatività' o 'Salita e Discesa', dove infatti all'azione del soggetto ritratto 'l'animaletto girevole' o 'la persona che percorre le scale', apparentemente vengono attribuiti verso, direzione e modulo, che cambiano a seconda del punto di vista, cioè a seconda del sistema di riferimento, cioè a seconda del foglietto spazio-temporale che prendiamo per riferimento.

Osservando meglio i quadri di Escher citati, potremo facilmente individuare la scena che si divide in frammenti componenti l'intera azione. Così per ogni segmento di quadro sarà possibile osservare un'azione dello scendere, in altra quella del salire, senza che poi questa azione abbia una storia definita, ...come è ben visibile, il fascino della produzione di Escher è proprio 'l'indeterminatezza' dell'azione.

Potremo infatti immaginare questa azione indefinita (non vedremo in questi quadri un'azione finita) come il luogo del 'gap' spazio-temporale, e in questo senso ogni frammento del quadro (per esempio relatività) sarà un cronotopo a sè stante.

Hameroff individua questa serie di sistemazioni spaziotemporali dell'azione come una serie di stati dei dimeri di tubulina all'interno dei microtubuli, che daranno origine ad una sovrapposizione di stati che corrisponde all'idea risultante.

Vi è inoltre in questo sistema una realtà fisica che è quella del vuoto. Il problema viene citato da Preta L., (ibidem) ed anche Hameroff viene costretto dalla sua teoria a considerarne gli aspetti filosofici. Ma Hameroff si chiede in che spazio sono le riduzioni allo stato quantico. E se queste possono 'trovare spazio' nel vuoto. Lo spazio vuoto esiste?...

' ... Sappiamo che in dimensioni dell'estremamente piccolo, lo spazio-tempo non è coerente, ma quantistico. L'elettrodinamica quantistica e la teoria del campo quantistico prevede la presenza di particelle/onde virtuali (fotoni evanescenti o polaritoni) che entrano ed escono dal campo di esistenza, creando una 'schiuma' nel loro cammino. La presenza di fotoni evanescenti o polaritoni è stata verificata (Albrecht-Buehler G., 1998 <n.d.a.>). Quando alcuni polaritoni o fotoni evanescenti sono isolati nello spazio tra le superfici, la pressione della 'rete della schiuma quantistica' tiene le superfici insieme...' (Hameroff, 1998).

Questa forza che tiene le superfici insieme è sostanzialmente una pressione che viene indicata come forza di Casimir che per le superfici microtubulari si calcola in un range (dipendente dallo spessore) da 0.5 a 20 atmosfere. Ma la psicoanalisi continua le sue metafore. Rivolgendosi alla mente lo ha sempre fatto con l'infinitamente grande, l'universo, trovando interessanti le teorie del 'Big', ...(Bang/Crunch), non considerando invece le teorie dello 'small' come 'la schiuma quantica del vuoto'. '... Ma la cosmologia contemporanea sembra poter rinunciare all'idea che l'universo debba avere un inizio assoluto o un tempo finito nel futuro. E se l'origine dell'universo fosse una creazione dal nulla, una fluttuazione casuale, spontanea, imprevedibile, del vuoto che genera l'essere?...'. ( Preta L., 1997; p. 46). Il pensiero invece, senza scomodare universi, è lì, all'interno dei microtubuli, che compare e scompare, come polaritone o fotone evanescente, tra la schiuma quantica del vuoto, che esercita una pressione quantificabile tra le superfici dei microtubuli: 'too good to be true'?

Le conseguenze possibili

Una delle possibili conseguenze è il 'misunderstanding'. Mi riferisco qui non tanto agli aspetti letterali delle cose, ma alla 'Babele' delle accezioni dei concetti che ho citato. (Riolo, 1997; Rugi, 1998) Per esempio pensare alla teoria quantistica come alla New Age o ad un nuovo modo di considerare la religione, ...

(http://www.geocities.com/Athens/Acropolis/3976/Statemnt.html); (http://www.geocities.com/Athens/Acropolis/3976/Connect.html).

Oppure di connotare in termini magicamente telepatici le teorie del campo. La macchina del tempo analitica, l'apparato per acchiappare il caso (Preta, 1997), funziona se sono mantenuti efficienti i 'setting-devices', cioè tutta quella serie di 'dispositivi' atti a far sì chè la macchina del tempo funzioni. Potremo quindi rifiutare ogni accusa di 'telepatia' se consideriamo la attività dell'analista come poggiata su solide basi di conoscenza del paziente. Ecco che ora ci appare chiara la liceità della battuta riguardo al fatto che una buona interpretazione o chiarificazione può avvenire quando siano trascorsi due o tre anni di analisi. Questo può essere semplicemente spiegato dal fatto che la chiarificazione e la interpretazione hanno un loro senso se abbiamo preso del tempo per costruire un 'campo' che sorga nelle menti della coppia analitica, poggiato sulla percezione e sulla cognizione. Ci deve essere insomma un tempo in cui la mente dell'analista è impegnata in una fase di input cognitivo.

Ma eravamo al 'too good to be true', ...

Certo, che la psicoanalisi con queste 'scoperte' sulla trasmissione quantistica, l'origine dei pensieri, la verifica temporale della distinzione tra conscio ed inconscio, potrebbe effettivamente assumere quel ruolo di scienza verificabile che mai ha raggiunto: infatti se ci rivolgiamo alla storia del pensiero scientifico, per considerare quale scienza si è avvicinata all'origine del pensiero, quale altra scienza se non la psicoanalisi di Bion e Corrao si è spinta così avanti per spiegare ciò che accade nella mente?

Possiamo dire che, d'altro canto i fisicalismi, i contestualismi, ... gli –ismi ci impediscono di avere una visione entusiastica dell'una o dell'altra teoria.

Tutte le teorie esposte negli ambienti 'produttivi' di questo tipo di conoscenze, privo di psicoanalisti (cognitivisti, psicologi comportamentisti, fisici, informatici, etc.) e costituito da persone che vedono ormai morta da tempo la psicoanalisi, sono abbastanza claudicanti quando affrontano il problema del 'free-will', mentre la psicoanalisi ha da tempo argomenti da vendere, ma senza prove, ... forse perchè di prove non ne ha bisogno.

Come un grande poema, la psicoanalisi è la descrizione delle emozioni, del loro nascere e dispiegarsi, della loro tenacia e forza, del loro essere. Si è occupata sempre degli aspetti inconsci, cioè, direbbe un fisico, degli aspetti 'evanescenti' del pensiero.

Nella mente dello psicoanalista, il modello fisico era già presente da tempo, fin dalle origini della teoria psicoanalitica: la presenza di 'fotoni evanescenti', cioè dei protopensieri.

Il suggerimento cinematografico

Lorena Preta ci indica la visione del film 'La vita è una cosa meravigliosa' (Preta L., 1997) per illustrare la dimensione del tempo e della 'contingenza' degli eventi.

Cita inoltre la paleontologia ed il libro di Stephen Jay Gould, come un altro modo di interpretare il 'meraviglioso' della vita sulla Terra.

Bene, anche Hameroff, resosi conto della mole della sua idea ha poi cominciato ad applicare questo tipo di 'meraviglioso' anche alla Storia Naturale della Comunicazione, e ne è scaturita una nuova Storia Naturale di questo pianeta che ha come origine la comparsa delle strutture microtubulari nelle forme di vita unicellulari, come responsabili di una certa consapevolezza. (Hameroff, 1998, Slide Show in website).

Esistono inoltre altre produzioni cinematografiche più recenti della 'contingenza' che io definirei in maniera un po' più complessa con il termine 'superposizione quantistica'.

Un film che rappresenta questa dimensione è 'Sliding Doors' La tranquilla vita di Helen scorre ... come quella di tutti in un mare di opportunità scandite dallo spazio, dal tempo, e dall'avvicendarsi dell'attività del cervello su questo pianeta. Il nostro pensiero non segue le regole della fisica classica, e così è possibile vivere, sognare o fantasticare frammenti di vita. Due sono gli aspetti che fanno capolino: la teoria dei cronotopi di Batchin, ed il paradosso del gatto di Schrödinger .Nel paradosso di Schrödinger un oggetto macroscopico come un gatto (o come una Helen) sia posto in una sovrapposizione lineare quantistica di due stati chiaramente distinti diciamo gatto vivo e gatto morto (oppure diciamo Helen al di qua o al di là delle 'sliding doors'). Peter Howitt, il regista ci offre un modello di applicazione della teoria quantistica e pare ci sia riuscito. Per quanto riguarda la teoria dei cronotopi, sembra che gli sceneggiatori pian piano seguano l'esempio dei compositori di musica contemporanea, cioè metaforicamente non siano più attenti alla melodia o all'armonia di una composizione scenica, ma siano più attenti al ritmo...all'avvicendarsi spazio – temporale del ritmo degli eventi. Ma qui le sliding doors ci danno la possibilità di scelta, come in 'Cascata' o 'Casa di Scale' o 'Relatività' di M.C. Escher,...lo sguardo si posa prima su una prospettiva, poi su altre e così via, come le scelte della vita...

L'ipotetico incontro con uno psicoterapeuta, per ogni individuo può essere concepito come una porta che si apre e che si chiude, uno 'Sliding Doors' sul destino della persona che si affaccia all'incontro con se stessa.

Continuando le analogie tra l'origine quantica del pensiero e la produzione cinematografica di questi anni un altro suggerimento ci proviene dal film 'Contact'.

Uno dei possibili messaggi del film sembrano quelli che provengono fin dalle prime immagini. Il pianeta Terra, circondato dagli echi delle onde elettromagnetiche dei nostri elettrodomestici e sistemi di comunicazione, (l'eco è quella delle stazioni radio e televisive) si perde nell'universo che contiene la nostra galassia, .... La verità del nostro pianeta e del genere umano, ....

Siamo soli. Questa è la grande verità emotiva. E in alcuni casi lo siamo precocemente, sia traumaticamente, che impotentemente.

La protagonista del film, quella bambina che è colta di sorpresa dalla morte del padre, rappresenta una parte di tutti noi. C'è sempre una parte bambina di noi che si aspetta la presenza dei genitori e che questi ci proteggano da ciò che da ogni bambino: ' ... è segretamente temuto' (Pavese C., 1990, p. 400). E' superfluo notare che il sistema di codificare il significato dei messaggi degli 'alieni' è per immagini; si ricordi la definizione che Freud dà del lavoro onirico. Ma la protagonista, questa trentenne, che viaggio poteva intraprendere per poter finalmente affrontare se stessa ed i propri fantasmi che durano quanto un sogno (il viaggio durerà come una fase di sogno R.E.M.).

Non vi pare che la navicella riproponga quella serie di contenitori, di spazio-tempo, di costanza di elementi, quali il lettino per raggiungere tra le galassie quell'elemento di luce che Fornari riporta ne 'La riscoperta dell'anima'. Come la vita appare ai nostri occhi di neonati nei primi momenti di vita, al di qua del canale del parto? Non è anche questo un tunnel spazio-temporale?

Essere vicini al dolore, senza esserne da questo distrutti è ciò che viene vissuto al momento del parto, è la perdita della vita intrauterina, ed è la perdita per questa bambina del film, anche della stessa madre, che morirà di parto. La nascita è la verità che deve essere accettata con quanto di dolore comporta.

Una volta arrivata a destinazione con un viaggio all'interno di questa navicella la cui posizione di guida ricorda il lettino analitico, il Contatto con 'l'alieno' è stabilito con le sembianze del padre. Ma quanti incontri costruiscono la metafora di questo se non il sogno, la fantasia, ....

Conclusione

Non lascio che una 'non conclusione' anche per sottolineare la estrema dinamicità dello scenario scientifico che stiamo vivendo in questi anni, ... direi in questi giorni, giorno per giorno. Alcune riflessioni finali quelle sì. Da tempo si ricerca una scientificità (falsificabilità) dei principi della psicoanalisi. La assenza della attività dei microtubuli nella situazione di anestesia potrebbe spiegare la assenza dell'attività inconscia. Processo primario e teoria quantistica possono sovrapporsi per offrire un senso non alla falsificabilità ma al corpus dottrinario della psicoanalisi. L'analisi dimensionale dei tempi sta a ricordare che c'è un tempo assoluto, che forse ancora non abbiamo avuto l'esigenza di considerare, che non sarà l'era o il femtosecondo, ma credo sarà comunque una 'unità' che scandisce in qualche modo il quantificabile dell'impiego dell'esistenza e questa 'unità' forse è il tempo che impiega il protopensiero a diventare pensiero. La poesia sta nell'aver spiegato cose (l'origine dei protopensieri) con un sistema lessicale derivante dalle scienze umane, che hanno a che vedere più con il mito che con la legge fisica, mentre è possibile spiegare questi eventi con le leggi di una teoria che sta evolvendosi, via via che le sperimentazioni si infittiscono e progrediscono.

Ricordo con Goriano Rugi (Rugi G., Gaburri E., 1998, p. 48) l'accordo di Freud con Einstein, Mach, Hilbert ... come a segnare un intento, un tendere a ....

Bibliografia:

Pavese C., Il mestiere di vivere, Einaudi, 1990

Merleau-Ponty M., 1995, La natura, lezioni al Collège de France 1956-1960, edizione italiana 1996, Milano, Cortina.)

Freud S., 1900, Il sogno, Boringhieri To, 1970


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