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Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Conversazione sul percorso delle coppie adottanti con Monica Vitolo

Maurizio Mottola



Nell'ambito del convegno Psicologia e Salute Linee di indirizzo per l'Assistenza Psicologica(Napoli, 22-23-24 ottobre 2009), organizzato dall'Ordine degli Psicologi della Campania con la collaborazione del Dipartimento di Psicologia dell'ASL Napoli 1 Centro, si è svolta tra l'altro la sessione Le esperienze campane di assistenza psicologica, nella quale è stata presentata l'esperienza Il percorso delle coppie adottanti, a cura della psicologa e psicoterapeuta Monica Vitolo, alla quale abbiamo posto alcune domande.
In che cosa consiste il suo specifico lavoro di dirigente psicologo all'Unità Operativa di Psicologia Clinica e dell'Età Evolutiva, ASL Napoli 1 Centro?
Nello specifico voglio descrivere il complesso e particolare intervento che viene offerto alle coppie aspiranti all'adozione. Sono responsabile di uno dei Poli Adozione della Asl Napoli 1 Centro e ricevo richieste di consultazioni sia per il distretto 31 che per il 32. Il distretto 31 comprende le zone di Avvocata, Montecalvario, Mercato Pendino, S. Giuseppe e Porto; il distretto 32 Ponticelli, Barra e S. Giovanni a Teduccio. L'estensione di questi due distretti è molto ampia, la popolazione è composita, il territorio comprende sia grandi insediamenti urbani e della cinta periferica che elementi del vecchio centro storico. Ciò comporta una disomogeneità tra le coppie per livello culturale, estrazione sociale e capacità economica. Va da sé che a volte anche le dinamiche soggettive di pensiero e di azione variano molto da una richiesta all'altra.
Come è strutturato il percorso per le coppie aspiranti all'adozione ?
Il lavoro è stato da me strutturato in vari livelli. Un primo livello prevede un raccordo interistituzionale con i Servizi Sociali di zona che, a seconda del quartiere di residenza, si occupano di effettuare un primo incontro ed una visita domiciliare (come richiesto dal Tribunale). A questo livello esiste un raccordo ed uno scambio continuo di informazioni tra il Servizio Sociale e la nostra Unità Operativa. Un secondo livello riguarda dei colloqui psicologici individuali e di coppia condotti da me in sede, focalizzati sulla osservazione delle dinamiche personali e di coppia, sugli stili di comunicazione, sull'analisi delle difese soggettive e sul vissuto dell'esperienza traumatica del lutto. Il lutto, molto presente, riguarda il vissuto di non aver avuto un figlio proprio in modo naturale. Molte coppie arrivano alla scelta di fare domanda di adozione dopo aver provato grandi frustrazioni, dopo essersi sottoposte a tentativi non riusciti di fecondazione assistita ed arrivano psicologicamente "distrutte" dalle esperienze precedenti vissute come trauma della non gravidanza. Ho riscontrato sovente addirittura una tendenza a negare questa componente di dolore e di angoscia, che spesso sfocia nell'angoscia di morte, passando attraverso l'angoscia di vivere una vita monca, attribuendo ciò all'assenza di un figlio, piuttosto che riconoscere un proprio spazio di vuoto esistenziale. La difesa contro fobica affonda in una radice di tipo narcisistico ed onnipotente, difficile da toccare e dolorosa da vedere. Gli elementi più destabilizzanti vengono così stabilizzati dalla difesa e dalla negazione, volendo mostrare all'operatore (in questo caso alla psicologa) un quadro di generico "buonismo" e di altruismo, tipo "vogliamo adottare per dare tanto affetto ad un bambino che non ne ha". Frase tipica, antica e moderna insieme ed allo stesso tempo molto coprente, che non consente un accesso immediato alle proprie emozioni e alla propria coscienza. Valutando queste grandi difficoltà di intervento, ho realizzato una scheda di auto descrizione apposita, attraverso la quale i coniugi hanno la possibilità di descriversi senza sentirsi invasi, con una notevole riduzione dell'effetto intrusivo, che avrebbe potuto comportare un'ulteriore chiusura, rischiosa per la consultazione.
Cosa rappresenta l'ulteriore fase degli incontri di gruppo per le coppie aspiranti all'adozione?
Infine viene realizzato un lavoro di gruppo al terzo livello con più coppie che hanno fatto domanda di adozione. Il gruppo che conduco ha lo scopo di utilizzare ed osservare il passaggio dal soggettivo all'intersoggettivo, con una comunicazione poco strutturata tra persone che sono allo stesso stadio della domanda. Il gruppo si centra sui temi dell'aspettativa, della motivazione e della frustrazione; facendo anche riferimento alle tematiche della difficoltà di inserimento in casa propria di un eventuale bambino adottato, che è già problematico per la sua situazione psichica di origine. In ultimo si mettono in luce anche le aspettative circa l'accoglimento di un bambino straniero difficile, proveniente da un paese diverso, spesso più povero o in via di sviluppo, portatore di una cultura differente e lontana, estraneo alla nostra lingua. Mi è sembrato molto interessante notare lo sviluppo e lo svolgimento della comunicazione nel gruppo: partendo da un'iniziale posizione di difesa, alcuni soggetti giungono ad una maggiore apertura e riescono ad utilizzare il contesto del gruppo come uno spazio "altro" di arricchimento, di sostegno e di apprendimento. Riescono cioè a vedere uno scambio tra il proprio Sé e gli altri e si arricchiscono di nuovi elementi, diversi da quelli prima posseduti. Altri, invece, vivono nel gruppo un ulteriore elemento di chiusura e riportano un'esperienza magra, non si aprono alla crescita, non consentono lo scambio, non vedono l'Altro da Sé nei compagni del gruppo. Eppure ogni volta, al di là delle resistenze personali, il gruppo non è mai la somma delle parti, ma un prodotto a parte che è peculiare in se stesso, con differente percorso e differenti risultanze. Dinamiche sempre composite e poco prevedibili dall'inizio. Ritengo che questo lavoro con le coppie adottive sia un'esperienza molto interessante, che mi arricchisce ogni volta e tuttora mi dà molto sia a livello umano che professionale. Mi occupo di adozioni ormai da diversi anni e il riscontro che ogni ciclo di gruppo coppie mi offre è un rimando misto di sofferenza, attrazione-repulsione e richiesta di aiuto, che straripano da una sede istituzionale ed inondano lo spazio del privato personale.


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