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Il viaggio interiore

Maurizio Mottola


Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale"


Venerdì 6 marzo 2009 si è svolta a Napoli, alla Libreria Guida Merliani, la presentazione del libro Il viaggio interiore Esperienze, riflessioni, esempi (Bert Hellinger, Tecniche Nuove, pagine 140), organizzata dal Centro Studi per il Counseling: "Bert Hellinger ci invita a metterci in cammino verso il centro di noi stessi. Là dove più siamo presenti a noi stessi. L'autore descrive passo per passo questo "viaggio interiore".
Ci mostra i pericoli in agguato lungo il cammino, che ci distolgono, ci trattengono o ci costringono addirittura a tornare indietro. Spesso durante questo viaggio ci viene donata una prospettiva. Tutto d'un tratto sappiamo quale sarà il passo successivo della nostra vita. Talvolta ci troviamo tuttavia di fronte a una porta chiusa. Allora attendiamo che si apra come per incanto e restiamo a guardare con raccoglimento qualcosa di nascosto, che ci attrae, anche se continua a restare invisibile. Un libro che nutre la mente e dà forza.".
Secondo lo psicoterapeuta tedesco Bert Hellinger -che ha elaborato l'approccio delle costellazioni familiari e sistemiche- "Viviamo in un'epoca in cui gli ordini sociali cambiano con estrema rapidità, e se da un lato questa evoluzione sociale incrementa la flessibilità, la mobilità e la possibilità -per ciascun individuo- di scegliere liberamente, dall'altro accresce il senso di alienazione e disorientamento, di perdita delle proprie radici, e rischia anche di limitare il senso di benessere legato a un chiaro sentimento di appartenenza.
Molti dei problemi familiari e individuali che le persone portano in terapia costituiscono il risultato del crollo del vecchio ordine sociale e familiare e della difficoltà di elaborare un nuovo ordine che superi la prova del tempo e si ponga al servizio dell'amore. Gli ordini tradizionali che definivano i ruoli e la divisione del lavoro tra uomini e donne, ad esempio, stanno cambiando così rapidamente che molte coppie devono compiere uno sforzo enorme per definirne di nuovi adatti alla loro situazione presente.
Spesso poi si scopre quanto imprevedibili siano gli effetti a lungo termine di tali nuovi ordini sui figli e sull'amore, così come si può realizzare che gli sforzi compiuti non sempre sono coronati dal successo. Oggi le coppie si impegnano a fondo per cercare di raggiungere, nel loro stare insieme, un ordine che un tempo veniva liberamente desunto dalle norme della comunità di appartenenza".
L'approccio di Bert Hellinger è molto proficuo nell'evidenziare quanto siamo "irretiti" come anelli nella catena delle generazioni, trovandoci spesso a pagare le conseguenze degli errori dei nostri avi.
Esiste come una sorta di "fedeltà invisibile" che ci spinge a ripetere inconsapevolmente qualcosa che non appartiene alla nostra propria vicenda e tutto ciò ci rende invischiati in intrecci che si estendono per diverse generazioni e si muovono su di un piano arcaico della psiche (e pertanto difficilmente accessibili al pensiero razionale), poiché per la psiche profonda varrebbe la regola per cui le colpe, le perdite, le esclusioni relative ai propri antenati si trasmettono ai discendenti.
é solamente con la impegnativa e talvolta dolorosa consapevolezza di tali "irretimenti" transgenerazionali che si acquisisce maggiore libertà (sia per gli individui che per i gruppi).
Inoltre nella pratica psicoterapeutica va sostenuta quella dimensione sacra e silente, profonda e centrale nell'esistenza umana, che - libera dal tempo - accade nel presente.
Naturale e semplice nella sua essenza, è tuttavia nascosta e difficile da trovare quando si affollano parole, immagini accattivanti, concetti sofisticati, discorsi accademici, tecniche limitanti. Tale dimensione - definibile meditativa - sfugge di solito ai teorici, ai conoscitori, agli operatori spesso concentrati sul tecnicismo di un approccio o su un risultato formale.
Il tema della presenza -qualità costitutiva della meditazione- indica come, rinunciando a molte parole, ai rumori della conoscenza, al bisogno teso e poco rassicurante del sapere, si possa cominciare a mettere la conoscenza al servizio di questa forza, già da quando la si inizia a riconoscere, muovendosi in questo spazio del "non-sapere", dove il terapeuta non ha aspettative verso ciò che fa ed osserva semplicemente i segnali profondi che nascono dall'incontro con il soggetto in un ambito di fiducia in ciò che accade nell'immanente.
E' comunque difficile per chi proviene da un approccio psicologico rinunciare a modelli prestabiliti ed accogliere quello che il presente propone, senza giudicarlo, senza inscriverlo in qualche teoria classica e scientifica.
Quando il terapeuta non cerca più conferme, né successo personale o riconoscimento superficiale, allora si dischiude uno spazio "meditativo", in cui la soddisfazione è essere presente con riverenza a quel che c'è, apprezzandone la quiete, la rilassatezza, la possibilità di uscire da un'ottica dicotomica, in cui giusto e sbagliato sono sempre faticosamente in lotta fra loro.
Tramite tecniche di consapevolezza è possibile promuovere sia un risveglio cosciente dei sensi e delle capacità percettive e sia strumenti e processi che permettono di individuare con tempestività i segnali non verbali inconsci, che sono messaggi essenziali e ricchi di informazioni per lo svolgimento delle costellazioni familiari e sistemiche.


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