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“Educare alla sicurezza”: conversazione con Silvana Capasso

Maurizio Mottola


Giovedì 4 e venerdì 5 novembre 2010 si è svolto all'auditorium dell'Ordine dei Medici di Napoli sulla tematica Educare alla sicurezza Incidenti negli ambienti di vita il 7° Congresso della sezione di Napoli Polimnia Marconi dell'Associazione Italiana Donne Medico (AIDM), alla cui consigliera Silvana Capasso, organizzatrice dell'evento, abbiamo posto alcune domande.

Perché la scelta della tematica Educare alla sicurezza? Gli incidenti negli ambienti di vita sono tra le più frequenti cause di mortalità e morbilità, spesso hanno esiti permanenti, fortemente invalidanti. Come i relatori del convegno hanno più volte ribadito, essi sono la quarta causa di morte nei 27 Paesi dell'Unione Europea e per alcune fasce di età, in particolare quella più giovane, addirittura la prima. Sono quindi un grande problema di sanità pubblica e un costo molto rilevante per i sistemi sanitari di tutti i paesi. Ma, e ciò più conta, sono un problema sottovalutato dalla popolazione, che ha dell'importanza degli incidenti una percezione ridotta. In particolare si pensa che l'accidentalità non sia prevenibile e che la fatalità giochi un ruolo preminente. Tale assunto è falso, poiché la varietà dei dati statistici dimostra che in alcuni paesi gli eventi si sono ridotti di numero ed importanza, se sul tema si avviava una campagna di prevenzione ben orchestrata e supportata dalla volontà politica, se le norme di sicurezza venivano recepite ed applicate, se la rilevazione degli eventi veniva standardizzata per permettere lo studio accurato del fenomeno. L'Associazione Italiana Donne Medico ha tra i suoi fini istituzionali anche lo studio dei problemi riguardanti la salute della collettività; per questo la nostra sezione ha deciso di avviare una Campagna sociale di sensibilizzazione e informazione, di cui il Congresso di questo anno è l'apertura. Seguiranno altre azioni che avranno come target in particolare casalinghe e caregiver di anziani e bambini, ma anche scolari e docenti. La differenza di genere che ruolo svolge nell'ambito degli incidenti (domestici e stradali)? Le statistiche ci dicono che l'incidente domestico coglie di più coloro che stanno molto in casa, e quindi casalinghe, bambini, anziani e disabili. Le casalinghe in particolare sono da sempre una delle categorie più colpite, per fortuna spesso con incidenti di gravità medio-lieve. Purtroppo nelle fasce di età più avanzate l'incidente domestico, in particolare la caduta, rappresenta una importante causa di morte. L'incidente stradale è invece responsabile di elevata mortalità per gli uomini, in particolare quelli in età giovane-adulta. Il servizio sanitario nazionale si indirizza ad una progressiva riorganizzazione di fatto, con il cambiamento della prevalenza in fieri del numero di donne medico sui loro colleghi maschi: una vera rivoluzione strisciante e silenziosa. Anche il trend delle iscrizioni alla facoltà di Medicina ne dà la conferma. Infatti secondo i dati del MIUR sugli specializzati, il trend a favore dei medici donna è iniziato dal 2000 e si è mantenuto costante per sei anni. Qual è la sua opinione in proposito? Penso che per le donne la cosiddetta ‘professione di aiuto' sia una scelta storica, che ha profonde motivazioni, legate appunto al genere. Ma mentre ‘diventare' medico-donna è facile perchè si tratta di studiare e competere con i maschi in applicazione e sacrificio, ‘fare' il medico-donna è nel nostro paese difficile e molto faticoso. Molte colleghe hanno rinunciato a sposarsi o ad avere figli per raggiungere importanti obbiettivi di carriera. Quelle che non lo hanno fatto hanno dovuto barcamenarsi con il doppio lavoro casa/ospedale o casa/ambulatorio, rinunciando a scalare le ‘vette' e accontentandosi della stima dei pazienti e spesso dei colleghi. È noto che le donne in posizioni apicali sono in proporzione assai meno numerose di quanto ci si aspetterebbe dal numero di iscritte ai vari Ordini dei Medici. Ora però la situazione sta cambiando per mera ‘azione di massa', dal momento che in alcune Specializzazioni, Pediatria per esempio, il rapporto maschi/femmine è all'incirca di 2 a 30 e quando si tratterà di selezionare un Primario sarà possibile dover scegliere tra sole donne. La femminilizzazione della professione medica ha però un impatto che si sta svelando in questi anni: da un lato alcune specializzazioni, da sempre interpretate come maschili, per esempio la Chirurgia o l'Ortopedia, rischiano di avere carenze di specializzati, dall'altro il gran numero di donne preme perché si modifichi qualcosa nell'organizzazione del lavoro e nella strutturazione delle carriere. La nostra Associazione si è mossa anche organizzando convegni e tavole rotonde per una disamina accurata di questo tema, e penso che dovremo occuparcene sempre di più negli anni a venire.



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