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Per una Psicopatologia dell'Essere: i nodi della formazione in Psicoterapia

Maurizio Mottola


Giovedì 13 maggio 2010 si è svolto all'auditorium dell'Ordine dei Medici di Napoli il convegno Per una Psicopatologia dell'Essere: i nodi della formazione in Psicoterapia, organizzato dall'Associazione Psichiatri e Medici Psicoterapeuti e dall'Istituto Internazionale di Studi Psicologici e Psicopatologici, con relazioni di Mario Bottone, Ornella De Sanctis, Maurizio Mottola, Carlo Pastore, Felice Zoena; tra i partecipanti presenti anche Raffaele Felaco -presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania- e Marilù Galdieri -assessore alla formazione ed al lavoro della Provincia di Napoli-.

Il convegno ha approfondito le riflessioni sul fatto che l'avanzamento delle neuroscienze tende a soppiantare l'impianto psicopatologico, in nome di una pretesa superiorità scientifica delle cosiddette scienze positive nello studio del comportamento umano. Di conseguenza l'occhio dissecante della technè sostituisce l'orecchio in ascolto della persona. Si tende, così, a dimenticare che il mandato della salute mentale è quello di prendersi cura della persona in quanto essere nella sua verità, a fronte del suo agire che è figlio di un divenire tanto erroneo, quanto angosciante. Da qui Per una Psicopatologia dell'essere, che è il tentativo di riportare al centro della questione-cura la persona in quanto autenticità dell'essere. Lo strumento principe di questo nuovo centramento non può essere, allora, il comodo trincerarsi dietro una technè che, parafrasando un più celebre aforisma, "spegne le voci degli uditori di voci", ma quello di "dare voce a mille voci altrimenti tormentose". Nasce così il discorso sulla psicoterapia con tutte le sue problematiche teoriche, didattico-metodologiche, normative ed istituzionali, che - sic et simpliciter - non è al riparo essa stessa da una technè pervasiva ed oggettivante. La salute mentale è il regno della soggettività e del possibile, non per questo meno nobile del dominio del probabile e del riproducibile. La salute mentale è il luogo della dedizione e della solidarietà, dove la verità non si esprime sotto la forma di potenza, forza, dominio, come nella technè, ma come l'apparire di ciò che non può essere smentito. La salute mentale è lo spazio dell'ascolto, unica strada  per un agire che non sia un "agito". Inoltre, relativamente ai nodi della formazione in psicoterapia, va evidenziato che al 31 dicembre 2009 le scuole di formazione in psicoterapia con autorizzazione ministeriale sono risultate 341 (204 le sedi principali e 137 le sedi periferiche). Molto varia la distribuzione delle scuole di formazione in psicoterapia autorizzate. Su 341 ce ne sono 112 al Nord, 145 al Centro, 84 al Sud ed Isole, con la seguente ripartizione per Regioni: Lazio 74; Lombardia 53; Emilia Romagna 26; Toscana 26; Sicilia 26;Veneto 25; Campania 23; Piemonte 18; Puglia 17; Sardegna 12; Liguria 10; Abruzzo 9; Marche 8; Calabria 5; Trentino Alto Adige 3; Friuli Venezia Giulia 3; Umbria 2; Basilicata 1; Molise 0; Valle d'Aosta 0. Si va dunque da 74 scuole del Lazio a zero del Molise  e della Valle d'Aosta. A Roma e provincia poi c'è il massimo numero di scuole autorizzate: 71. Le 341 sedi (attive al dicembre 2009) possono essere state autorizzate ad operare accogliendo sino a 20 allievi per ogni primo anno di corso. Così ogni anno si rendono disponibili potenzialmente 6.820 posti di nuovo accesso alla formazione in psicoterapia. Questo numero coincide all'incirca con il numero annuale dei laureati in Psicologia, che -dopo anni di crescita al ritmo del 6/7%- si sono attestati su circa 7.000 unità all'anno. Teoricamente questo significa che per ogni laureato in psicologia vi è un posto per la formazione in psicoterapia e -continuando il trend di autorizzazione di nuove scuole- presto vi sarà più di un posto. La dislocazione territoriale ha risposto alla richiesta del mercato, per cui le scuole sono più numerose là dove sono state e sono attive le più affollate facoltà di Psicologia: al Centro ed al Nord più che al Sud, e nei capoluoghi di provincia con sedi di Facoltà, con le conseguenze di un'imposta mobilità geografica agli allievi. L'analisi dell'attuale rapporto specializzati/popolazione consente di vagliare se questo diffuso impegno formativo in psicoterapia di psicologi e medici corrisponde ai bisogni reali di promozione e sostegno della salute o non determina un eccesso di competenze specialistiche, che non trovano poi sbocchi professionali adeguati. In questo ambito non è stato fissato un indice ottimale, che risulti da una realistica valutazione epidemiologica. Facendo riferimento a quanto accade in Europa, si constata che il rapporto tra laureati in psicologia e popolazione si colloca tra il massimo del Belgio di 1,7 per mille ed il minimo della Grecia di 0,2 per mille, passando per altre nazioni in cui il rapporto oscilla intorno al 1 per mille; in Italia tra gli psicologi gli psicoterapeuti sono oltre 25 mila, con un rapporto dello 0,43 per mille abitanti. A questi ultimi vanno aggiunti i circa 12.500 medici psicoterapeuti, il che porta ad un rapporto psicoterapeuti/popolazione di 0,65 per mille, con un massimo dell'1,10 per mille nel Lazio ed un minimo dell'0,18 in Basilicata. Comunque, se continua il trend formativo delle Facoltà di Psicologia, entro il 2016 ci saranno oltre 50 mila nuovi laureati, con presumibilmente altri 25.000 che successivamente si indirizzeranno alla specializzazione in psicoterapia. Infine va considerato che in Italia già adesso si conta il maggiore numero di psicoterapeuti dell'intera Europa: attualmente sono oltre 37.000 - di cui all'incirca due terzi psicologi ed un terzo medici ed è psicoterapeuta uno psicologo su 2,3 del totale degli psicologi ed un medico su 33,2 del totale dei medici -, pari allo 0,62 x mille abitanti in Italia. Questo è il quadro della situazione, del quale occorre pertinentemente prendere atto, altrimenti si corre il rischio di interventi definibili "tentate soluzioni", che possono anche aggravare la situazione piuttosto che renderla migliore.


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