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Psichiatria - Documenti



Posizione ufficiale della SIP sul testo unico di riforma della legge 180



La posizione della Società Italiana di Psichiatria rispetto alle proposte di legge sulla riorganizzazione dell’assistenza psichiatrica e sulla prevenzione e la cura dei disturbi mentali è stata espressa chiaramente con un documento ufficiale approvato all’unanimità dal Consiglio Direttivo nell’ottobre del 2001 e con forza ribadita nell’audizione presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati il 31 gennaio 2002.

Con rammarico notiamo che la maggior parte delle preoccupazioni e sollecitazioni sollevate in tale sede non sono state recepite nel testo unificato “Norme per la prevenzione e la cura delle malattie mentali” che ripropone sostanzialmente quanto espresso nelle proposte precedenti.

Come già scritto nell’ultimo capoverso del documento della Società, riaffermiamo che: “La Società Italiana di Psichiatria è pronta a collaborare con tutto il suo patrimonio scientifico, culturale e di esperienza operativa alla stesura di un nuovo progetto-obiettivo o di un testo legislativo che integri la legge 180 (833) senza stravolgerne i principi”.

Conveniamo che sia necessaria una riflessione per un miglioramento complessivo dell’Assistenza psichiatrica.
Individuiamo schematicamente alcuni problemi :
a) aumentare l’accessibilità dei servizi, superando procedure farraginose e burocratiche, per garantire tempestività nelle risposte;
b) migliorare l'assetto organizzativo di tutte le strutture del DSM ai fini di una maggiore flessibilità nell'attuazione dei percorsi di cura, soprattutto per i pazienti affetti da disturbi mentali gravi;
c) rinforzare la rete di interventi domiciliari, anche in situazioni di urgenza, e sviluppare una forte continuità terapeutico-assistenziale;
d) incrementare la dotazione di strutture semiresidenziali e residenziali, a differente gradiente di intensità riabilitativa e assistenziale, finalizzate agli interventi sulle disabilità ed all’integrazione familiare e sociale ;
e) sviluppare strategie di intervento precoce, al fine di ridurre il tempo che intercorre tra l'esordio della patologia e la presa in carico, migliorando così sensibilmente le prospettive di guarigione;
f) definire in modo più appropriato le procedure per gli accertamenti ed i trattamenti sanitari obbligatori, specificando le responsabilità e le titolarità dell’intervento, senza abbassare i livelli di garanzia per il paziente ma rinforzandoli in relazione al diritto all’accesso ad una cura tempestiva ed efficace;
g) mettere in atto programmi adeguati per il sostegno alle famiglie, ai fini di non disperdere risorse e relazioni che sono fondamentali nei processi di cura;
h) coniugare gli aspetti organizzativi con la possibilità che il paziente sia partecipe ad ogni livello del programma d'intervento, anche attraverso la scelta consapevole del luogo di cura e del curante per migliorare la adesione al trattamento;
i) mettere in campo nuovi strumenti per l’integrazione sociale e lavorativa del paziente, nel contesto del tessuto sociale e non in surrogati di esso, superando barriere e stigmatizzazioni che ancora oggi riducono le opportunità per pazienti e familiari;
l) migliorare il funzionamento in rete dei servizi, pubblici e privati, puntando all’integrazione e all'incremento della qualità dell'assistenza erogata;
m) favorire il coinvolgimento dei pazienti e delle associazioni dei familiari nella individuazione delle priorità e nella verifica della efficienza dei servizi;
n) sviluppare adeguate iniziative di formazione ed aggiornamento, per migliorare costantemente la competenza e la motivazione degli operatori.

A nostro parere il nuovo testo non aiuta a rispondere a queste esigenze, in quanto apre più problemi e contraddizioni di quanti non ne risolva.

Tralasciamo un aspetto che dovrà essere affrontato dai giuristi : il testo unificato appare, in molte sue parti, invasivo delle competenze regionali da parte dello Stato.
La Società Italiana di Psichiatria intende affrontare gli aspetti più rilevanti dal punto di vista tecnico ed etico.

La psichiatria ha, in oltre venti anni, faticosamente svolto un percorso, che la porta oggi a essere universalmente percepita come una branca della medicina. Lo scorporo della legge psichiatrica dalla L. 833, che il testo unificato implicitamente propone, segna una brusca inversione di tendenza, in quanto riporta la normativa riguardante l’assistenza psichiatrica a una condizione analoga a quella precedente al 1978, al di fuori della cornice legislativa riguardante complessivamente la salute della persona.

E’ antistorico riproporre una categoria astratta, " malattie mentali ", scientificamente superata e tecnicamente infondata, come se, in analogia, tutta la restante parte della medicina scientifica si riorganizzasse intorno ad una categoria astratta di “ malattie somatiche” e non su aree tecnico-specialistiche fortemente differenziate per metodologia diagnostica e per strumenti clinico-terapeutici.
La psichiatria si occupa di persone , di patologie e di esigenze molto diverse: disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, disturbi di personalità, disturbi dell'adattamento, disturbi psicogeriatrici, disturbi schizofrenici, disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza, dipendenze patologiche, disturbi del comportamento alimentare, disturbi psichiatrici secondari a malattie somatiche di vario tipo e grado.
Cosa accomuna tutte queste malattie ma soprattutto le persone che ne sono affette ?
E' davvero necessario per una buona cura una " legge speciale" per i disturbi mentali come se fossero riconducibili ad una matrice comune ed unitarietà di base ?
La definizione dei processi di cura e della loro appropriatezza è compito della comunità scientifica e non certo oggetto di direttive statali (a qualsiasi livello) che sono invece necessarie per la tutela dei diritti, per gli assetti organizzativi e per l'allocazione delle risorse.

Concentrarsi prevalentemente sulla potenziale pericolosità che riguarda poche e specifiche condizioni patologiche e situazioni - per le quali si richiedono interventi di particolare complessità tecnica e di tutela per il paziente ed il contesto Ð significa trasformare le persone affette da disturbi mentali in persone delle quali non fidarsi, da temere e da controllare.
Così facendo si finisce per stigmatizzare , discriminare ed isolare , danneggiando ed indebolendo pazienti e familiari, allontanandoli dalla cura ed impoverendo opportunità e qualità della vita.

Crediamo che spingere la psichiatria, e con essa pazienti ed operatori, ai margini della medicina scientifica e della sua organizzazione - come è stato per tanti anni proprio fino alla riforma sanitaria - determini la perdita dell’ integrazione culturale, scientifica, tecnica e pratica della psichiatria con le altre discipline mediche.
Tale integrazione ha consentito un fondamentale miglioramento della cura degli aspetti mentali in tutte le condizioni somatiche e delle patologie somatiche nelle persone affette da disturbi mentali .
Gli psichiatri e gli operatori della salute mentale non si identificano nel ruolo di controllori della “ follia” e dei “ folli”, che ne delegittima funzione, professionalità , identità e motivazioni .

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