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PSYCHOMEDIA
TERAPIA NEL SETTING INDIVIDUALE
Psicoanalisi in America Latina



Marisa Pelella Mélega

Il racconto continuo dei sogni nel processo analitico, secondo D. Meltzer


 

Introduzione

Arte e Scienza sono due manifestazioni della creatività umana raramente presenti in una sola personalità come in Leonardo da Vinci.

Leonardo aveva un suo metodo per investigare e conoscere: osservava i fenomeni, affascinato dal funzionamento della natura, aveva una mente che creava i significati di quello che osservava e produceva poi oggetti artistici o scientifici.

La scoperta dell’inconscio e la costruzione del metodo psicoanalitico è il risultato della creatività scientifica di Freud. A noi, come suoi successori ci resta da applicare il metodo rispettandolo nella sua essenza e permettendosi di ascoltare la creatività esistente in ognuno di noi, anche se non sarà della grandezza di Leonardo o di Freud, fatto che succede uno in ogni secolo, se succede.

Ma può essere di una certa grandezza quando uno spirito investigativo funzionando in una mente artistica, è presente in una personalità che ama l’essere umano e vuole generare e promuovere la creatività, com’è il caso di Donald Meltzer.

Secondo me uno dei più importanti sviluppi che Meltzer ha portato alla psicoanalisi di oggi è stata la revisione della Teoria dei Sogni e l’ulteriore sviluppo della comprensione della vita onirica. Più di una volta ho sentito Meltzer domandare a un pubblico di psicoanalisti perché non usavano il materiale dei sogni nella seduta analitica.

Secondo lui gli psicoanalisti stanno abbandonando l’analisi dei sogni.

Per Meltzer il processo psicoanalitico e la narrativa dei sogni hanno una loro storia naturale che si avvicina alla storia naturale dell’individuo. Questo non vuol dire che il lavoro nella stanza di consultazione sia un’indagine archeologica. Al contrario, la storia naturale dell’individuo si presenta nel transfert infantile. Questo vuol dire, a sua volta, che si spera che l'analista sia capace di ricevere questo transfert infantile, ossia c’è bisogno che l’analista si incarichi del transfert materno.

Per Meltzer conoscere un sogno significa arrivare alla sua struttura simbolica ( Meltzer a San Paolo,1997 ).

Meltzer ha dato un contributo importantissimo, a mio parere, nel suggerire, sostenuto dalla teoria del pensiero di Bion, che la formazione dei simboli si origina dall’oggetto interno e non dal self (o dall’Ego) come si pensava con i lavori di Klein e Segal. Lo spiega benissimo nel suo lavoro in portoghese “Além da Consciência” (al di sopra della Coscienza), (Pubblicato nella Revista Brasileira de Psicanálise-1993). Non è mio compito descrivere tutti gli apporti originali di Meltzer che sono tanti, ma invece, portare avanti il mio proposito di dare una testimonianza viva del lavoro di Meltzer nell’analisi dei sogni e di come il contatto con questa visione ha sviluppato il mio lavoro.

Quello che mi lascia sbalordita è l’acutezza di Meltzer per capire la “formazione simbolica” e la continuità della forma del sogno; lui mette da parte tutto quello che è aneddotico, tale e quale la via di accesso che un chirurgo attua allontanando i diversi strati di tessuto per arrivare all’organo da esaminare.

Meltzer menziona la deludente storia della pratica dell’analisi dei sogni che fu inaugurata come la “strada maestra per l’inconscio” (Freud). Egli attribuisce parte della trascuratezza del materiale onirico alla teoria meccanica sui sogni, che li valuta di poca importanza nella vita mentale, che ha portato eminenti psicoanalisti, dicendolo con Meltzer, a concludere che l’insegnamento dell’analisi dei sogni è un fatto di interesse più storico che tecnico.

Secondo Meltzer il quasi abbandono dell'analisi dei sogni nella seduta analitica, è originata dall’evitare l’esperienza emozionale di questo lavoro. Ossia una resistenza da parte dell’analista di approfondire il coinvolgimento emozionale nel processo di transfert-controtransfert; cita Bion quando dice che la maggior parte dei pazienti non ha bisogno di offrire resistenza, perché sa come mobilitare la resistenza dell’analista ad una partecipazione più profonda.

Perciò nei due partner del lavoro analitico la resistenza non è messa in moto contro la percezione emergente ma costituisce una disposizione mutevole nei confronti della realtà psichica, verso il riconoscimento di figure e transazioni del mondo interno.

L’interesse sui sogni è ripreso a partire dalla letteratura Kleiniana per la forte affinità tra il materiale onirico ed i fenomeni che si svolgono nei bambini in analisi: il giocare, il disegnare; le fantasie e le manifestazioni dirette del transfert.

Meltzer ammette che è centrale nel suo stile, il lavoro con i sogni sentendo una grande facilità, forse un vero talento.

II

Possiamo ora seguirlo in questa supervisione avvenuta dieci anni fa e che tuttora mi causa una forte impressione ed ha influenzato molto la mia pratica analitica. Trascrivo una parte di questa esperienza di supervisione originalmente sul nastro della presentazione. (questo testo é stato trascritto dal nastro della supervisione di San Paolo ed è stato tradotto in italiano dall’autrice.)

Meltzer:

Abbiamo visto ieri che è una paziente di trentanove anni, con quattro sedute alla settimana e che dall’inizio è entrata in un profondo rapporto transferale dominato dalla confusione prodotta per l’inversione del rapporto di dipendenza. Durante questo periodo la paziente è andata in vacanza in un modo tale da sembrare che l’analista fosse la bambina e la paziente la madre, e in questo periodo spedì una cartolina che non arrivò prima del suo ritorno in seduta.

L'impressione di Meltzer è che sia una ciclotimica potenzialmente depressiva e con una forte tendenza omosessuale e con una personalità grandiosa (powerful).

In questo materiale dei cinque primi mesi d'analisi ci sono otto sogni che presento ora con le associazioni della paziente:

1º Sogno: " Mia sorella è ritornata dalla Svizzera, mio padre le ha regalato un’auto ed io grido ‘ingiustizia, ingiustizia ".

. Mi sveglio spaventata.

2º Sogno: Il divano stava nel mezzo della stanza di analisi e tu (l’analista) con le mani sopra i miei ginocchi, mi dicevi che avevi bisogno di affetto e attenzione, in un clima sessualizzato. Nella seconda parte del sogno eri ancora tu, la tua figura fisica, ma con la pelle scura, le spalle strette, eri come una persona... (ci vuole un poco di tempo per trovare la parola) rachitica?... no, piccolina,... ed era un’altro ambiente con altre persone, e noi due stavamo sedute e parlavamo. "

Questi due sogni sono stati raccontati in una seduta di lunedì dopo un mese di analisi.

Il giorno dopo porta un sogno che lei ha detestato e racconta con innumerevoli dettagli e che presento in sintesi:

3º Sogno: “Stavo con un enorme uccello, il collo senza penne, era una ‘gallina di Angola’? o una gallina di Jó? La porto in un negozio per essere preparata, (cucinata), in Rua Pamplona che però non è un negozio di alimentari ma di ombrelli, simile ad uno vicino alla casa di quando ero bambina. Infatti io abitavo molto distante dalla Rua Pamplona”.

4º Sogno: Stavo in un sentiero di terra con l’acqua ai due lati, e arrivavo in un lago di acqua chiara e piatta, dove si potevano vedere bastoni da passeggio; l’idea era che le persone passando per questo sentiero perdevano i bastoni da passeggio, era dovuto alla difficoltà di attraversarlo: qualcuno li raccoglieva per restaurarli, un antico desiderio di restauro, è un mio antico desiderio di avere un negozio di antiquariato”.

Prossimo alle vacanze di luglio (in Brasile sono vacanze corte, di circa 15 giorni) lei avvisa che le hanno regalato un biglietto aereo per visitare la sorella che studia in Svizzera. Di conseguenza perderà tre settimane di analisi andandosene prima delle vacanze analitiche. A sua richiesta recuperiamo qualche seduta in anticipo su quelle che perderà.

Al ritorno, 1º Agosto, arriva euforica per l’incontro molto desiderato con “l’analista meravigliosa”, ( sic ) e domanda se ho ricevuto la cartolina, le dico di no, parla del viaggio e indaga sulle sedute in sostituzione. Gli dico che per la prossima settimana forse avrò un’ora libera.

Continua a parlare del viaggio e a un certo momento si acquieta e dice di sentirsi “vuota” e comincia la sonnolenza che frequentemente si presenta nelle sedute.

Gli dico che mi sembra che si è infranta un’illusione e il contatto reale con me ed i miei impedimenti per sostituire le sedute l’ha posta di fronte ad un’analista che frustra e lei si é “ritirata”. Segue un mese difficile con sintomi fisici, negazione del “mentale”.

5º Sogno (Seduta 29/08/88): "Ero in una stanza, io stavo a letto forse malata, e mia madre mi era vicina. Arriva mio padre e bacia mia madre, i due erano più giovani di quanto lo siano ora. Mio padre abbraccia mia madre, la pizzica e si eccita sessualmente, si allontana per farsi la doccia, prepararsi per “fottere”... e chiama mia madre. Lei ritarda, sembra che vuole rimanere con me, e mio padre si arrabbia e per questo finisce l’eccitazione sessuale (usa di nuovo una parola volgare – fregola). "

Alla seduta di lunedì, una settimana dopo porta due sogni.

6º Sogno (05/09): “Ero in una casa antica con i miei genitori. Mio padre riceve un pittore un poco barbone e vuole che rimanga a dormire. ‘Io so che lui in verità non vuole che rimanga’. Allora io prendo l’iniziativa (dopo aver superato la sorpresa di come è possibile che mio padre inviti un estraneo a dormire, a stare con noi) e dico che lui non rimarrà con noi!”

7º Sogno: “Un poliziotto (che mi piaceva quando ero bambina, era un attore ed era bello) entra con la moto nella mia casa.”

Una settimana dopo, in una seduta successiva ad una assenza per un “atto mancato” racconta:

8º Sogno: “Ero con una amica, vicina a una piscina, e lei la ricopre con una tela per proteggerla dalle foglie che cadono portate dal vento. Nella prossima scena del sogno stiamo noi due, io e lei; io mettevo del riso in una pentola piccola e con il procedimento della cottura aumentava il volume e il riso cadeva dalla pentola. Tu (l’analista) e gli altri mi guardavate con atteggiamento critico.”

Meltzer: É importante sapere che questa paziente era vegetariana e che durante l’analisi, nel 3º mese, ha avuto un episodio con vomito ricorrente, con disidratazione e ha perso una seduta.

Devo ancora menzionare che durante queste vacanze, ha mandato una cartolina a Marisa che non é arrivata fino a quando hanno ricominciato le sedute. Abbiamo allora il sogno nel quale lei è più giovane dei genitori e lei interferisce con la loro sessualità perche mamma vuole stare con lei, e la seduta prima, Marisa ha ricevuto la sua cartolina. E’ anche importante menzionare che, nella seduta precedente lei ha dormito, sul divano, già era avvenuto durante un anno. E con questo supponiamo che lei abbia dormito nella stanza dei genitori per molto tempo.

Domanda: Come può supporre Meltzer che la paziente abbia dormito nella camera dei genitori per un lungo tempo?

Meltzer: Io penso che il materiale di inversione della dipendenza è aver dormito per un anno durate le sedute d’analisi, suggerisce che sia una bambina che ha vissuto in mezzo alla sessualità ripetutamente. Lei può sentire sua madre dire: “No, la bambina ancora è sveglia.” Un bambino nella stanza dei genitori ha due scelte: intromettersi nel rapporto sessuale dando segni che è sveglio o partecipando nel rapporto in un modo masturbatorio, fingendo che dorme.

Marisa ora ci darà le associazioni sui vari sogni.

Marisa: Nei due primi sogni non ci sono associazioni. Nel sogno dell’enorme uccello lei dice che odia mangiare pollo, da quando era piccola, lei non mangiava carne e solo poco tempo fa ha ricominciato.

Quando era piccola, sua madre le chiedeva che andasse a comprare la carne, ma lei non sopportava l’odore, e doveva trattenere il fiato. Si ricorda di un incidente: un’amica corre verso lei con nelle mani un pollo tenuto per il collo, lei si spaventa e nel fuggire sbatte contro un palo della luce e sviene. Ricorda anche che all’università scelse come animale da osservazione tre pulcini e per un anno accompagnò la loro crescita, essi diventarono belli ma uno di loro morì. Ripensandoci trova curioso aver scelto un’animale che non le piaceva.

Meltzer: Nel sogno su questo grande uccello, un’immagine appare: questo enorme uccello pendente tenuto dalla mano per il collo senza penne. Possiamo realmente avere l’idea di una bambina o una donna che tiene un pene in mano e sbatte la sua testa, e lei corre e entra nel palo come un pene e rimane chiusa fuori.

Non è la vista del pene che ha provocato un impatto. É la vista del pene che è tenuto dalle mani di una bambina o di una donna. É importante visualizzare che il pene e lo scroto sono confusi con il seno e il capezzolo. Nel sogno lei sta portando l’uccello per farlo cucinare, ma il negozio vende ombrelli. E questo porta al sogno seguente dove la scena degli ombrelli ritorna come bastoni da passeggio.

Tra questi due sogni lei ha avuto un episodio di vomito ripetuto al punto di disidratarsi e perdere una seduta. Quindi il sogno dei bastoni da passeggio delle persone anziane, che si trovano nell’acqua possiamo vederli come connesso con il vomitare nella toilette. Lei vomitava tutti questi ombrelli-peni, questi colli dell’uccello che si trasformarono in ombrelli che lei ha ingoiato e poi vomitato.

Ancora in questo sogno lei ha l’idea di qualcuno che riscatti questi bastoni per restaurarli per le persone anziane, un’idea di riparazione, che lei lega con un’idea che sempre ha avuto di avere un piccolo negozio d’antiquariato.

Questo sembrerebbe un impulso riparatore ma possiamo vedere che è infatti un impulso di pulizia e lei vorrebbe riavere tutti questi bastoni che aveva buttato via, e così, venderli nel suo negozio d’antiquariato. Allora, non è realmente un gesto riparatore, ma è quello che la signora Klein denominò falsa riparazione... è una riparazione maniacale. Ora, dopo questo sogno viene la parte in cui le vacanze analitiche stanno per arrivare e lei decide di andare a vedere la sorella, presumibilmente la stessa del sogno nel quale ella ha ricevuto l’auto e la paziente dice che è ingiusto. Ora noi siamo a confronto con la paziente con la sua decisione, dato che la sorella le ha inviato il biglietto aereo etc. etc. E se ne va due settimane prima delle vacanze concordate con l’analista e quando Louise ritorna l’analista è in vacanze e cerca di recuperare qualche seduta, ma ci sono difficoltà di orario e lei diventa sonnolenta e depressa. É un interessante episodio perché la paziente diventa esattamente come i genitori che sono andati via per le vacanze lasciando i figli soli con qualcuno e al ritorno i bambini vogliono sapere tutto del viaggio bello che hanno fatto e sono contenti di aver ricevuto la cartolina etc. ... ossia, la paziente diventa come i genitori che non capiscono assolutamente niente di come i bambini si sentono con la separazione.

Come conseguenza all’analista che non aveva ricevuto la cartolina e non aveva potuto immediatamente farle recuperare qualche seduta lei cade in uno stato depressivo, esattamente come una madre che non capisce niente di bambini e si sente assolutamente distrutta e ripudiata perché i bambini non sono contenti e invece le girano le spalle e sono infelici e arrabbiati.

Marisa: Questo periodo dell’analisi è difficile, c’è un senso di delusione... lei, una buona madre che i bambini non apprezzano.

In questo contesto avviene il sogno del padre che vuole avere un rapporto sessuale con la madre, i due sono più giovani, ma la madre non vuole lasciare la bambina e il padre perde l’erezione.

Lei infatti dice in questa seduta che gli sembra di non saper fare l’analisi e ha pensato di interromperla al che l’analista le fa vedere come ha paura perché non sa quel che sente. Lei concorda e le viene in mente il sogno appena descritto.

Meltzer: Riprendendo tutta la narrativa possiamo vedere in questo materiale rapporti parte-oggetto, dove capezzolo e seno, pene e scroto sono completamente confusi ed anche pene e scroto si intercambiano nella confusione.

Ora vediamo un interessante materiale con problemi di colpa e di chi è colpevole. É ingiusto vedere i genitori che banchettano tra di loro mentre lei è affamata.

Marisa: Due sedute dopo questo sogno parlavamo del suo modo di cercare la responsabilità – a proposito di uno scontro tra colleghi di studio – e le sembrava molto penoso ammettere la sua partecipazione nel dissenso avvenuto. Lei mi dice che la pazzia non è mai stata ammessa nella sua famiglia e che lo zio paterno ha vissuto con loro per molti anni, era schizofrenico in uno stato di deterioramento ma non si poteva mai menzionare che era malato perché il padre si arrabbiava. Quando lo portarono all’ospedale psichiatrico su indicazione di Louise, era in fase finale e morì. Lei si sentì colpevole per questa morte. Si ricorda di un incidente con la sua macchina, provocato da un camion pochi giorni fa. “É stata un’ingiustizia! Quello ha provocato l’incidente, ma non ha un soldo, ed io devo pagare? Intanto, lui ha riconosciuto la sua colpa e ha promesso di studiare una forma di pagamento per me. In questo modo mi sono sentita meglio, perché mio padre quasi sempre mi incolpava quando avevo un danno alla carrozzeria dell’auto, anche quando la colpa non era mia ed io mi infuriavo per questo.”

Si ricorda di aver investito una bambina di undici anni ma i presenti hanno testimoniato che lei non ha avuto colpa. Però lei si è sentita molto colpevole, forse perché i suoi genitori gli avevano lasciato l’incombenza di badare al gatto della loro casa. Lei ci andava a fatica ed è successo l’incidente.

Meltzer: Lei non sopporta di sentire la colpa e tutto quello che lei sa è che è vittima di un sistema che la spinge nel senso di farle sentire la colpa e che secondo lei viene dalla sua famiglia. Trasferendo questo alla vita familiare: lei non vuole prendersi cura della piccola sorella, e cosi quando la sorellina si fa male mentre la paziente è occupata a giocare e non si accorge; la colpa è dei genitori che lasciano la sorellina con lei...

Traducendo il fatto: lei non voleva dormire nella stanza dei genitori!

Cosi se lei è sveglia interferendo con il loro rapporto... è colpa loro. Sì, lei fa finta di dormire, lei può osservare e partecipare al rapporto sessuale e questo interferisce con la sua salute e con il suo sviluppo; è colpa loro!

Ora riprendiamo il sogno che dimostra precisamente che cosa succede nella camera da letto dei genitori... dove ci sono due differenti eventi: uno quando lei interferisce, e un’altro quando lei partecipa al rapporto sessuale.

Leggiamo di nuovo il quinto e il sesto sogno.

Meltzer: Questo è assolutamente preciso. Possiamo vedere la scena: il padre si prepara per andare a letto con la madre e Louise vede il suo pene non eretto, ma lei sa cosa succederà appena lui si corica, avrà un’erezione per un rapporto sessuale con la madre.

Ora comincia la sua onniscienza: Lei sa che lui non vuole realmente avere il rapporto con la madre..., lui non vuole avere un’erezione, lui non vuole stare con la madre, così lei si agita, fa rumori e mamma la prende e la porta a letto e papà si addormenta. Questa interferenza onnisciente è esattamente l’onniscienza con la quale lei aveva trasferito lo zio all’ospedale psichiatrico dove mori. Il suo stato di mente di onniscienza e l’interferenza con la sua sessualità è colpa dei genitori, perché lei non voleva dormire nella loro camera da letto, come non voleva badare al loro gatto.

Ora prendiamo il prossimo sogno che mostra l’altro lato del quadro, quando lei fa finta di dormire.

Marisa: 7o sogno “É un poliziotto – (quando io era bambina lui era un attore molto bello) – entra in casa con la motocicletta.”

Meltzer: Possiamo vedere l’intero quadro: Il bel poliziotto che entra nella sua casa, il suo pene eretto che entra dentro di lei. Niente di buono in quello che succede, lei ha partecipato, e niente di cattivo in quello che succede è colpa sua. Non è colpa sua, è di qualcun’altro e possiamo vedere che in questo modo l’identificazione proiettiva produce questa inversione questo sentimento di onniscienza: lei sa di più che i suoi genitori, e questa è la sottostante storia degli stati maniaco-depressivi.

Il fatto è che io (Meltzer) ero principalmente interessato e ho chiesto a Marisa che presentasse le sedute in questo modo perché volevo farle vedere il processo narrativo nei sogni, con sogni che coprono il periodo di 5 mesi di analisi e che tutti insieme raccontano una storia, degli stati maniaco-depressivi. Terribili confusioni zonali accadono... Possiamo vedere queste serie di confusioni zonali. La confusione tra pene, feci, capezzolo, bambino e la confusione tra bocca, ano, vagina. A livello di parte oggetto sono cosi intercambiabili e con un uccello con il suo collo nudo, senza penne l’associazione della ragazza è che tiene l’uccello in mano.

Possiamo vedere delle sue fantasia nelle quali la combinazione parte-oggetto del capezzolo e seno, del pene e scroto sono assolutamente indistinguibili, e questo è un materiale edipico pre-genitale perché la copula è orale, i genitori mangiandosi mutuamente, in un banchetto, e la sua difficoltà con la carne...

La scena della ragazza che tiene il pollo per il collo... e lei battendo la testa al palo, suggerisce fortemente che la visione che l’ha colpita é stata quella della madre che suchiava il pene del padre. E questo ci conduce al sogno dei bastoni di passeggio e il lago, sogno che accompagnò l’esperienza del vomitare... un bebè che mentre succhia il seno, il capezzolo si confonde col pene, e cosi non introietta il seno... ma ruba il pene. Questo l’ho scritto in un “paper” sugli stati ciclotimici.*

Per rispondere a quale è la natura dell’onniscienza possiamo considerare la descrizione di Bion sul più importante tipo di onniscienza che è quella basata sulla trasformazione in allucinosi e nel mio libro Extended Metapsychology, c’è un capitolo che illustra come la trasformazione in allucinosi opera: le percezioni del mondo esterno sono registrate internamente e immediatamente distrutte, e espulse nel mondo esterno che diventa pieno di oggetti distrutti e le esperienze della paziente sono che lei percepisce con assoluta certezza lo stato di distruzione di questi oggetti del mondo esterno...

L’altro tipo di onniscienza che viene dall’identificazione proiettiva, principalmente con la madre, è che la paziente guarda attraverso gli occhi della madre e vede il mondo con la saggezza della madre interna. Io ho scritto di questo in un “paper” intitolato The Delusion of Clarity of Insight (Il Delirio della Chiarezza dell’Intuizione).

Un’altro tipo di onniscienza che è realmente un tipo di stupidità dovuta alla negazione della realtà psichica è la mancanza di immaginazione davanti a una situazione: la persona può solo immaginare un possibile significato e con assoluta certezza di essere l’unico. In Inglese si dice: “one-track-mind”, avere una mente di una “sola pista”.

La trasformazione in allucinosi è molto difficile da dimostrare ai pazienti. C’è una confusione nel transfert del paziente che sa quello che tu pensi e senti verso lui ed è estremamente difficile mostrare che è onnisciente perché le evidenze che lui vede sono differenti dalle evidenze che tu vedi. Tu parli in un tono di voce e lui ascolta in un’altro tono di voce. Tu parli con un tipo di vocabolario che per lui ha un differente significato. Ed è certamente un tipo di impasse molto difficile e una delle ragioni che sia cosi difficile è che il paziente rimane in silenzio su questo. Ed il suo sentimento interno è: “Oh, non parlo di questo con lei (l’analista) perche lei non capisce”. Lo stesso succede nei matrimoni. Ci sono delle zone che rimangono silenziose, che non si possono comunicare.

III

Circa un anno dopo porto a Meltzer nuove sedute dove ho potuto seguire la continuità di certe strutture oniriche e fare delle formulazioni a livello “transferale”.

In questa supervisione presento 6 sedute nella quali ci sono tre sogni; come segue:

LONDRA, 16/06/89 Supervisione con D. MELTZER delle Sedute di Louise, del: 18, 19, 20, 24, 25 di Aprile/89 e 2/ Maggio/89.

 

Seduta del 18/04/89 martedì – (lunedi – giorno festivo in Brasile)

Mi informa che ha passato i giorni festivi a letto e che ha fatto le interviste per essere ammessa e al ritorno ha preso una grossa pioggia e ha avuto un raffreddore. Spiega il suo stato per fattori esterni...

Continua a parlare del suo stato febbrile, e non sa se dormendo o sveglia ha avuto un sogno:

“Era in un luogo con strade strette... come Venezia, ma senz’acqua. Dovevo trovare qualcosa, e dovevo girare a sinistra, ma non c’era uscita... non so se era un consolato o una prefettura. Entro, c’erano circa otto gradini e un pianerottolo, poi altri gradini e un’altro pianerottolo... e arrivo in un posto dove ci sono rovine (archeologiche), molto belle, e mi sorprendo nel vederle ... le persone dietro di me si prendevano questi oggetti per portarseli via ... a me sembrava che non si doveva fare questo, ma poi mi sono pentita... c’erano statue di leoni, di persone che dovevano essere restaurate, ... un posto molto bello.”

Louise dice che l’analisi é una restaurazione. La prefettura gli ha ricordato che in questi giorni ha preparato i formulari dell’Imposto di Rendita. Sinistra è una parola che le ha fatto pensare al partito della sinistra.

L’analista pensa al livello transferale del materiale del sogno, forse Louise cerca la seduta che non ha avuto il lunedì, e che aveva detto che le sarebbe mancato ma non chiese una sostituzione. Nel corridoio che conduce alla sala di analisi la porta è a sinistra ma non c’è uscita, né entrata, è chiusa per lei = lei non ha seduta. Le scale che ora sale, sono i gradini di un’altro tempo, il tempo dell’infanzia quando dormiva fuori dal corpo principale della casa, insieme alla persone di servizio, quando aveva 8 anni, ossia, quando nacque la sorella e lei se ne andò dalla camera da letto dei genitori.

Le belle rovine, scoperte sono anche le emozioni provocate dalle interviste di selezione, conoscere altre persone, altre situazioni. Lo dice anche lei in un’altro modo quando afferma che in verità la città del sogno le sembrava Firenze con gli scavi e che le sembra una gran sciocchezza scavare e scavare perché sempre ci saranno rovine romane e questo interferisce con la vita attuale.

Ma c’è anche sempre il disturbo, dico io, di essere esaminata attraverso le interviste provocando turbolenze (assenze alle sedute e malesseri fisici). Riprendo in considerazione la sua descrizione di non sapere se stava sognando o se era sveglia e sentiva rumori in uno stato di sonnolenza che si presenta frequentemente durante le sedute.

Lei é d’accordo. Io aggiungo che sembra uno di quei stati di mente che sorgono quando si allontana dal rapporto con me e prende posto una bambina che sente dei rumori, nella camera dell’analista e non può distinguerli, né vedere cosa sta succedendo.

Lei si ricorda che il corridoio che dava accesso alla sua casa – entrando attraverso il panificio era lungo e stretto e che la camera accanto a quella dei genitori era la sua e le due comunicavano internamente ma era stata occupata dal nonno paterno per molto tempo.

Lui era diabetico e frequentemente soffriva di malesseri e entrava in coma e cadeva dal letto, e i genitori lo soccorrevano e lei sentiva tutto questo movimento. Il fatto è che il padre e il nonno dormivano presto per svegliarsi a tempo, per il lavoro nel panificio mentre lei e la madre rimanevano sveglie fino a tardi.

 

Seduta del 19/04/89 – mercoledì

Arriva in orario, si sdraia sul divano e sospirando “sono molto stanca... ieri dopo pranzo ho avuto nausee e vomito... forse sono stati dei legumi che ho mangiato... che indisposizione!” Un lungo silenzio e mi viene in mente il sogno che lei ha raccontato ieri, il percorso dove non c’era uscita e saliva vari gradini fino a trovare le belle rovine. Che cosa avrà vomitato? Cosa sono questi legumi? Gli dico che forse ha vomitato qualcosa di indigesto, che invece di seguire il suo percorso naturale, digestione e assimilazione e evacuazione dei rifiuti, é successo in senso inverso e poi il vomito. Forse la cosa indigesta è quel che sente nel nostro rapporto e non vede uscita, come nel sogno, e deve espellere tutto quel che si è rovinato.

Louise resta in silenzio, immobile senza dar segno di avermi ascoltato. Gli domando cosa succede e lei non risponde. Venticinque minuti sono passati e mi rendo conto della muraglia che lei ha alzato per non continuare il dialogo, come se lei sapesse che non c’è niente da fare, non c’è “uscita”. Mi dice che non riesce ad “uscire” da questo stato. Arriviamo alla fine dell’orario.

 

Seduta del 20/04/89 – giovedì

Arriva in orario, si sdraia e commenta del suo malessere di ieri ... che poi ha vomitato tutto il pomeriggio, e che da quel suo stato di immobilità lei non sa come uscirne, non lo fa di proposito... Stamane in un flash forse sentendo una frase alla radio “il diritto di conoscere” ha capito che lei si impedisce di conoscere.

Gli dico di si, la sonnolenza è una muraglia che non ci fa continuare la nostra strada investigativa. E’ un’angoscia nel progredire come se lei sapesse di arrivare al peggio. Il problema è voler sapere senza davvero aver avuto un’esperienza reale.

Lei fa segni di avermi ascoltato e alludendo al sogno di martedì mi racconta che il nonno paterno abitava con loro occupando la camera che doveva essere sua e lei passò a dormire nella camera dei genitori.

Non si ricorda quando fu trasferita in una parte della casa che si arrivava attraverso una scala grande dove c’erano due stanza, in una dormiva lo zio schizofrenico e nell’altra le cameriere – e lei dormiva con le cameriere.

Ricorda che di solito si addormentava sul divano e la madre la portava in braccio fino a questa stanza, forse aveva 8 anni.

Non sa precisamente ma forse il nonno mori quando la sorella aveva 3 anni!

Io commento che essere “chiusa” o impedita (?) di conoscere come lei ha detto può avere il significato di evitare di assistere al rapporto sessuale dei genitori.

 

Seduta 24/04/89 – lunedì

Cinque minuti in ritardo, non mi guarda mentre mi saluta. Sospira... mi informa sulla sua salute e che venerdì scorso ha fatto un’altra intervista, l’è piaciuta la sua “performance”. Poi parla di un sogno, dello stesso giorno? o del giorno dopo? ... e cerca di localizzarlo esattamente.

Gli domando che importanza lei dà a questo. Risponde che è dovuto al fatto che si preoccupa della sua memoria... che durante l’intervista disse che aveva quarant’anni, e che sta pensando sempre a questo, e che si è ricordata che ha avuto un’ulcera quando si è separata dal marito, e ora ha pensato “immagino che mi succederà quando mi separerò dai miei genitori, quando loro moriranno.”

Commento che situare il sogno nel tempo significa anche voler capire se nel tempo del nostro intervallo la memoria sul nostro rapporto le sfugge. Lei concorda. Il sogno:

“Ero con i miei genitori e una guida (turistica) in un posto come un deserto e arabi come il film I gioielli del Nilo (Agatha Christie), e dovevamo attraversare una montagna con un passaggio difficile, stretto... e la guida aggancia una corda in una parte della montagna e fa la prova ma la corda non tiene bene, e allora – visualmente molto nitido – sorge la soluzione che consiste nel mettere un pezzo di giornale per avvolgere l’estremità della corda per formare un appoggio... come si fa in casa per rinforzare e stabilire un chiodo nella parete. Cosi é stato possibile salire e attraversare... . E arrivo in un posto molto ampio... varie persone... e vedo che mia madre é rimasta sospesa alla corda... Corro verso lei... questa sensazione è forte nel sogno, una ragazza mi dice ‘guarda come sei rossa del tanto correre’ è una sensazione forte nel sogno, e io le spiego che devo correre perché mia madre è li... . Ora la scena cambia... non è più l’Oriente, ci sono palazzi... ed io vedo mia madre appesa, al punto di cadere – perché non riesce più a reggersi e penso... cadrà sulla strada?... sulla macchina? Ora sembra che è successo, che lei è morta... e io mi sveglio molto angosciata.”

L’angoscia è passata solo quando sono andata a casa sua e l’ho vista bene, e molto attiva.

Nota: Questo sogno sembra raccontare un’altra parte della sua storia. Gli faccio notare che quando sale con i genitori e c’è il passaggio stretto lei “taglia la scena”... e si trova in un altro posto come quando è stata tolta dalla camera dei genitori e portata nella stanza alla fine della scalinata. Penso anche che l’immagine della madre appesa alla corda somiglia a quella dell’uccello col collo senza penne del sogno di un anno fa,

(riferimento alla supervisione già presentata); penso anche che lei è preoccupata col tempo, il passaggio del tempo, la separazione dall’oggetto, la perdita dell’oggetto! Il suo svezzamento è stato traumatico da quanto mi ha raccontato.

 

Seduta 25/Aprile/89 – martedì

Cinque minuti di ritardo, si sdraia, sospira e dice che si ricorda dell’ultimo pezzo di un sogno...

A – Un pezzo di sogno per l’analista che ti ha aspettato. Come se io fossi una figlia che aspettavo la mamma, affrettata e negligente che mi porta qualcosa per acquietarmi.

Lei rimane circa venti minuti in silenzio.

A – Quello che le ho detto l’ha toccata molto?

Lei – Tu non mi hai permesso di raccontarti il sogno...

A – Perche no? Se aspetto la tua comunicazione da venti minuti, in silenzio?

Lei – Ma tu hai parlato del ritardo quando io volevo parlare di un’altra cosa; tu potevi parlarne alla metà o alla fina della seduta... tu vuoi le cose a modo tuo.

Seduta del 02/05/89 – martedì

(1º maggio senza seduta)

Arriva otto minuti in ritardo.

Racconta un sogno:

“Ero in una casa a due piani, come quella che ho abitato dagli undici ai diciassette anni, dopo che mio padre ha venduto il panificio. Al piano di sopra c’era una riunione, io partecipavo, avevo l’età di oggi... molto gradevole... poi gli invitati se ne vanno ed io apro una bottiglia di “soda”, ma in verità sembrava una bottiglia di birra, di quelle piccole, tipo esportazione, e mi metto a studiare. Sento un rumore e dall’alto della scala vedo che al piano di sotto la porta di un armadio si muove. Scendo e c’è un uomo lì dentro. Esco di corsa dalla casa, spaventata e mi sveglio allarmata.”

Dice che non le piace la “soda” ma la birra sì e si ricorda che ieri l’ha presa mentre leggeva il “Fausto”. Dice che l’uomo del sogno sembrava uno zio di Rio de Janeiro che lei apprezzava molto quando era piccola e andava in vacanze da lui – ed anche il cugino che era un idolo per lei, lavorava come reporter.

Domando che cosa ha sentito durante il sogno e mi dice “minaccia”. Di che? “Non so, di qualcosa di nascosto”.

A - Di un attacco sessuale?

L - “Di mio zio?”

A - “O di tuo padre”.

L - “É distante per me quest’idea. Da quando mio padre mi picchiò (si riferisce all’episodio del gioco della fruttivendola) mi allontanai da lui... è recente la mia approssimazione e l’affetto tra noi”.

Mentre parlavamo io immaginavo il significato di questo sogno nel rapporto del transfert, e lo stato di mente forse claustrofobico, quando si mette dentro all’oggetto, al sentirsi esclusa dal convivio con l’analista (la seduta mancata) – e intrusivamente cerca di vedere, stare in mezzo all’ambiente dell’analista – genitori.

Dopo la lettura della seduta del 18/04/89 Meltzer dice: C’è qualche complicazione con le persone della sinistra che, anche se loro non causano la rovina, ma il fatto è che rubano pezzi e oggetti e questo contribuisce alla rovina. Le persone della sinistra sarebbero i pazienti dell’analista che, come lei, pagano le sedute a prezzi più bassi e in qualche maniera l’esplorano o l’esauriscono. É questo il sentimento.

Lei è stata malata – e quando lei è malata a causa della malattia psicosomatica o se è una malattia fisica usuale, lei fa un sogno ipocondriaco. E’ un sogno nel quale l’analista è la madre malata invasa da tutti i bambini che vogliono le sue cose e rubano e danneggiano e la lasciano in rovina. Quando lei è malata, si sente identificata a livello ipocondriaco con questa mamma esaurita e danneggiata.

Questa è la sua situazione, ma lei nega che è uno di questi bambini di sinistra che rubano. Lei paga le sue tasse.

Ora a proposito degli scavi è la sua maniera di dire in quanto che in verità, la curiosità è come una rapina perché nonostante può mettere in luce delle informazioni, deve fare danni per entrare dentro e scavare intorno per cercare informazioni. L’implicazione è che la sua tremenda curiosità intrusiva lei la sta proiettando sugli altri bambini, gli altri pazienti, mentre lei è una brava ragazza. Sembra molto appropriato che tutti i rumori vengano dalla stanza coniugale e la fantasia di entrare dentro e esplorare l’interno della madre.

Lei capisce correttamente che è una cosa stupida perché rovina la madre. Ma lei sa che quel che uno deve fare, se ha qualche domanda, è domandare e se la mamma risponde che sono cose private e che non vuole raccontarle, allora uno deve farsi i fatti suoi.

Anche se tutti lo fanno, questo accordo sugli onorari, facendo uno sconto e dandogli una ricevuta di valore più basso di quello che paga, è un fattore di sospetto per lei. Questi sono i rumori che ha rimpiazzato nella sua memoria, i rumori del coito parentale. La risposta è probabilmente che lei vive in un tipo di identificazione proiettiva vicariante con altre persone, lei ha fantasie su di loro, si identifica con loro e con l’analista e nonostante aver detto che lei e sua madre andavano a letto presto, lei non ha detto, e questo probabilmente significa, che loro due andavano a letto insieme e quando il padre veniva lei era messa in un’altro posto.

Lei è una donna che nega fortemente la realtà psichica, con un adattamento pseudomaturo e una vita infantile molto turbolenta e masturbatoria.

Meltzer domanda se Louise mi parla di questo, e io rispondo di no.

Meltzer suggerisce di domandarle come ha potuto vivere da sola questi anni. Perché è una vita con fantasie masturbatorie molto ricca e con una intensa identificazione proiettiva con l’analista e forse con altre donne, come rappresentanti della figura materna e lei vive in un tipo di sessualità vicariante.

Meltzer domanda se Louise rimane amica di queste donne e l’analista risponde di sì.

Meltzer crede che la maggior influenza formativa nella sua infanzia è stata stare a letto con la mamma. Lei è stata l’unica bambina a dormire al piano di sopra fino agli otto anni, la casa significa anche la madre, la geografia dell’interno della madre.

Meltzer domanda se lei lavora come terapista. Rispondo di sì.

Meltzer - Domanda se Lei si sente afflitta con i suoi pazienti perché c’è un forte sentimento in questo sogno, anche dicendo che sono belle camere, bello spazio, che loro realmente l’hanno rovinata tutta questa gente entrando e portando pezzi di rovine via.

Ed è questo che i bambini fanno con le loro madri. Loro fanno la madre a pezzi. La fanno diventare vecchia, esausta, se papà non la restaura e l’aggiusta continuamente. Ma se lui è molto occupato con il proprio padre o con il fratello lui non può riparare la mamma.

E lei è preoccupata se esiste un uomo nella vita dell’analista che possa restaurarla, mantenerla sana, con salute, a causa di tutti questi bambini analitici che fanno l’analista a pezzi. Certamente, non lei, no, lei è una brava ragazza, e non farebbe questo.

Sulla Seduta del 20/04/89 Meltzer dice:

Devi ricordati che in uno stato di identificazione proiettiva ci sono due diversi tipi di fenomeni:

il fenomeno di identificazione con la madre rovinata, esausta, con sentimenti terribili, rovinata dai bambini.

il fenomeno dello stato claustrofobico con sentimenti persecutori.

Qui i sentimenti persecutori crescono, i bambini sentono che si trovano dentro della madre e mangiano. É un mangiare cibi schifosi, come se fossero delle feci che poi vomitano. Si ammalano come fanno i bulimici.

E’ un fenomeno dovuto alla separazione. L’intero quadro è: la bambina si corica nel suo letto e sente i rumori della camera da letto dei genitori, e si masturba mettendo le dita nella sua vagina o ano, ed ha la fantasia di stare dentro la madre, immaginandosi là, guardando e cercando di scoprire cosa succede là dentro – rubando alimenti e ammalandosi perché questo alimento è realmente indigeribile.

E questa è la situazione di quelli che soffrono di bulimia. Si mettono dentro e si riempiono con le feci della madre e poi si sentono male e vomitano. La bulimia cammina insieme con l’anoressia: lo spavento di ingrassare sta nella certezza che tutti li guarderanno come se avessero rubato alimenti.

Il grasso sotto la pelle è sentito come feci sotto la pelle ed è vissuto in modo ripugnante.

Rispetto al silenzio di Louise Meltzer dice:

“Questo tipo di barriera tra paziente e analista è molto frequentemente dovuto al fatto che il paziente si astiene dal comunicare materiale all’analista. Cosi, esiste una barriera di segreti che risulta dal fatto che lei non può parlare perché ci sono tante cose che lei non ha detto all’analista e che la renderebbero capace di capire il suo stato mentale attuale dove la cosa principale è la masturbazione. Questa cosa succede alle bambine, alle figlie e le loro madri non sospettano che le bambine si masturbano. Questo è un segreto che madre e figlia sono conniventi nel mantenerlo.

Figlia e madre si accecano di fronte alla loro sessualità. La figlia non domanda che cosa mamma fa nel letto e mamma non domanda che cosa la bambina fa nel letto. Così c’è una segreta cospirazione familiare sulla sessualità.

Io avrei voluto interpretare che c’era un mutuo impedimento per indagare. Esiste una confusione tra la cosa come segreto e la cosa come privato. Se la madre dice che quello che lei e il padre fanno a letto è privato la ragazza potrebbe dire che quello che lei fa a letto è anche privato. Ma il fatto è che i diritti non sono gli stessi perché ‘mamma è responsabile per te”.

Dopo la lettura della seduta 24/04/89 Meltzer dice:

Lei, preoccupata con la memoria, si sveglia angosciata e visita la madre. Si sente responsabile; ora sta nel mondo esterno nel mondo della realtà esterna (è uscita dall’identificazione proiettiva con l’oggetto interno) e in questo contesto porta il sogno nel quale la stanno mettendo al seno.

E’ molto importante in questo sogno capire il significato di questo giornale: è stato avvolto, in un punto della montagna e questo rende possibile che si fissi la corda. Pensando in montagne e corde sembra irreale, ma é significativo quanto all’abilità del bambino per prendere il capezzolo. Questo bebè può attaccarsi a un capezzolo con una certa qualità che può essere rappresentata dal giornale.

E quali sono le qualità di un giornale che servirebbero per questa rappresentazione? Questo è il rompicapo! Io penso che la qualità rappresentata è qualcosa come ‘niente ti succederà, le cose cattive succedono agli altri’ e con questo il bambino può attaccarsi al seno. Per questo noi leggiamo il giornale per sapere quante brutte notizie sono successe, agli altri.

Se il capezzolo-seno dice: ‘niente di male ti succederà, tu sei il bebè della mamma’, il risultato è che allora qualcosa può succedere alla madre. Allora la madre è in pericolo, il seno è in pericolo e non il bambino.”

Marisa – Pensavo che nel contesto è così irreale rifare un legame col giornale, una cosa fasulla, con conseguenze per la madre.

Meltzer – Si perché c’è una inversione. Per questo la riassicurazione non sortisce effetto. Se tu riassicuri un paziente che niente di male gli succederà, ciò immediatamente intensifica l’ansia che qualcosa di male succederà all’analista.

La riassicurazione solo trasferisce l’ansia dal self all’oggetto, ma non fa niente per l’ansia. Ed è questo che possiamo vedere illustrato in questo sogno: la madre che mantiene un vincolo di riassicurazione con il suo bambino aumenta la sua ansia che qualcosa di male succederà alla madre.

Marisa – Come nello svezzamento?

Meltzer – Sì come se lo svezzamento significasse che il seno sta morendo e non che il bambino si allontana dal seno perché comincia a mangiare altri alimenti.

Marisa – vede un rapporto tra questa movimentazione onirica ed il fatto che Louise si prepara per entrare in una istituzione.

Lei é ritornata al mondo interno, dentro l’oggetto. E’ di nuovo un sogno claustrofobico..

Ritorniamo al rapporto sessuale dei genitori, dentro la madre, rubando l’alimento e ubriacandosi e poi si spaventa col pene del padre nascosto dentro la madre, la scena dell´armadio nel sogno.

Dopo la lettura della seduta di 02/05/89 Meltzer dice:

Lei é ritornata al mondo interno, dentro l’oggetto. E’ di nuovo un sogno claustrofobico.. Lei é ritornata al mondo interno, dentro l’oggetto. E’ di nuovo un sogno claustrofobico..

Ritorniamo al rapporto sessuale dei genitori, dentro la madre, rubando l’alimento e ubriacandosi e poi si spaventa col pene del padre nascosto dentro la madre, la scena dell´armadio nel sogno.

 

* Meltzer, D. ( 1963 ) - Un contributo alla metapsicologia degli stati ciclotimici.


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