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PSYCHOMEDIA
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Sport e Psiche



Immersione in relitto: rischio e incidenti nello sport subacqueo

di Jennifer Hunt

Articolo pubblicato su Psychoanalytic Quarterly, LXV, 1996, pp. 591-622

[traduzione a cura di Salvatore Capodieci e Maria Luisa Gargiulo]




Riassunto

Questo articolo utilizza la teoria psicoanalitica per prendere in esame la sfida del rischio e di incidenti nel caso di un subacqueo. Vengono esaminati i conflitti inconsci che sembrano alimentare il coinvolgimento del sommozzatore nelle immersioni profonde fino a portarlo vicino ad un incidente fatale per malattia da decompressione. Particolare attenzione viene rivolta al ruolo che svolge il padre del subacqueo nell’evoluzione delle fantasie pre-edipiche ed edipiche e nei conflitti che sembrano essere associati all’incidente. Lo studio si basa su interviste effettuate a persone che praticano la subacquea ricreativa e a subacquei tecnici.



Introduzione

Questo articolo utilizza la teoria psicoanalitica per esplorare i motivi della sfida del rischio e di incidenti nel caso di un sommozzatore maschio, che chiameremo Sam.
Rischio, sofferenza e incidenti sono aspetti presenti nell’attività sportiva tanto ricreativa quanto competitiva a tutte le età (Bissinger, 1990; Fine, 1987; Hughes & Coakley, 1991; Sabo, 1989; Sabo & Panepinto, 1990; Young, 1993; Young et al., 1994).
Le persone che non sono in grado di impegnarsi in un’attività rischiosa e di affrontare sofferenza e incidenti in modo socialmente adeguato non vengono considerati di fatto degli atleti (Brant, 1993; Curry, 1993; Donnelly & Young, 1988; Durso, 1994; Ewald & Jibou, 1985; Nixon, 1993).
Negli sport estremi il rischio non riguarda tanto sofferenze e ferite, ma la possibilità di un incidente mortale. Nonostante l’alto tasso di rischio e di incidenti dovuti alle attività sportive non esiste nessuno studio di tipo psicoanalitico in materia.
Il mio studio si basa su interviste e ricerche tra subacquei, che ho iniziato nel 1991. Le interviste cliniche e la ricerca sociologica rappresentano la prima fonte dei dati. Fino ad ora sono stati formalmente intervistati trentasei subacquei, che svolgono attività ricreative o immersioni profonde [1]. Ciascun sommozzatore è stato intervistato da tre a sei volte per circa un’ora e mezzo. Gli incontri erano condotti settimanalmente e in modo consecutivo in relazione agli impegni di lavoro e alla disponibilità del subacqueo. Ad alcuni di essi è poi stata fatta un’intervista di follow up dai 3 ai 12 mesi dopo il termine dell’indagine.
I colloqui clinici con soggetti che interagiscono con un ricercatore e che vengono osservati nel loro setting naturale sono complessi. Le reazioni transferali e controtransferali possono essere distorte e intensificate a causa dei rapporti che spesso si stabiliscono nella vita reale tra analista e subacqueo durante la ricerca scientifica.
I subacquei non sono stati considerati dei pazienti e, pertanto, le loro parole e le loro azioni non sono state interpretate come sarebbe avvenuto in un contesto psicoanalitico o psicoterapico. Questa modalità di incontro, condotta accuratamente, ha favorito e facilitato la qualità delle informazioni fornite dal subacqueo, senza creare un’interazione psicoterapeutica che avrebbe allontanato il subacqueo.
Questa ricerca condivide i comuni limiti metodologici di molti altri studi psicoanalitici applicati allo sport, all’arte e alla letteratura, che si basano su materiale storico e biografico. Si basa su un numero limitato di colloqui e i dati etnografici esulano dalla situazione psicoanalitica. Come conseguenza, le interpretazioni tendono ad essere piuttosto generiche, focalizzandosi su quelle dinamiche che vengono spesso viste fra ragazzi, che hanno vissuto un’infanzia simile a quella di Sam. Le conclusioni che riguardano la dinamica del rischio e dell’incidente sono necessariamente speculative e aspettano l’elaborazione da parte di quegli psicoanalisti che si occupano del trattamento dei soggetti che svolgono sport estremi.

Sam

Sam è membro di un gruppo di subacquei che fanno immersioni tecniche a notevoli profondità e con elevata percentuale di rischio per esplorare relitti o grotte. Il sommozzatore tecnico ha un equipaggiamento molto complesso e avanzato e utilizza una varietà di miscele di gas per facilitare il raggiungimento di maggiori profondità, massimizzare il tempo di permanenza sul fondo e minimizzare il rischio di narcosi da azoto, di malattia da decompressione e della tossicità dell’ossigeno [2]. L’incidente di Sam e il suo coinvolgimento nelle immersioni profonde sembra condensare una serie di conflitti a diversi livelli di sviluppo. Questo studio descrive gli avvenimenti sottostanti un incidente subacqueo quasi fatale ed esplora i fattori edipici e pre-edipici, che possono avere contribuito al verificarsi dell’incidente. Particolare attenzione è rivolta al ruolo del padre di Sam nello sviluppo del conflitto bisessuale e nell’attaccamento sadomasochistico, che appaiono essere state le cause della sfida del rischio da parte di Sam. Sam è un uomo attraente e con una forte personalità e con un buon senso di umorismo e di curiosità. E’ laureato ed occupa un importante posto in campo scientifico. Il suo primo matrimonio si è risolto con un divorzio dopo un anno, si è risposato ed ha due figli. Sua moglie ha un reddito modesto derivante da un lavoro impiegatizio e passa la maggior parte del suo tempo con i figli e le faccende domestiche. Il padre di Sam è un medico specialista in Medicina Sportiva e sua madre lavora come segretaria.
Sam ama la sfida delle immersioni in acqua fredda ed è appassionato di esplorazione di relitti e di grotte, attività che comportano di superare i limiti delle immersioni ricreative. Un giorno, dopo essersi immerso durante l’ultimo viaggio della stagione, Sam cominciò a sentirsi male. La malattia e la fatica sono tra i fattori che predispongono i subacquei alla PDD (Patologia da Decompressione) e incrementano la loro vulnerabilità alla Narcosi da Azoto. Nonostante ciò, Sam dormì bene e al mattino decise di immergersi, razionalizzando il rischio di un incidente pensando che si trattasse di un’immersione semplice.
Sam disse: “Quando mi svegliai mi sentivo abbastanza bene. Aspettai alcune ore prima di scendere. Era una bellissima giornata ed era un’immersione di routine per me. Avevo già fatto dieci immersioni nel relitto e alcune penetrazioni a 70 metri. Pertanto un’immersione a quella profondità non rappresentava per me nulla di complicato”.
Sam discese lungo il cavo dell’ancora e iniziò a esplorare il relitto. La profondità e la durata dell’immersione associate al suo cattivo stato di salute facilitarono l’inizio della narcosi. Egli si lasciò attrarre sempre più dal relitto e prolungò la sua immersione permettendo a potenti impulsi interiori di prendere il sopravvento sul suo pensiero razionale. Intervennero una serie di problemi tecnici dovuti al prolungamento dell’immersione e uno stato di disorientamento mentale. Fu costretto a fare una risalita veloce verso la superficie saltando le obbligatorie tappe di decompressione e riportando un incidente quasi fatale dovuto alla PDD.
Nell’ambiente subacqueo vengono sanzionate certe categorie di rischio, ma gli incidenti sono considerati frutto di incompetenza (Hunt, 1993); di conseguenza i sub, che hanno riportato una malattia da decompressione, subiscono un giudizio di tipo negativo che intensifica il senso di vergogna che può essere correlato a fantasie inconsce.
Inizialmente Sam aveva tentato di difendersi da sentimenti e pensieri spiacevoli attraverso un meccanismo di negazione di una sua piena responsabilità nell’incidente. Aveva attribuito la sua decisione di prolungare l’immersione a fattori esterni o a cause biologiche verso i quali aveva ridotte capacità di controllo:

“Mi ero svegliato con una leggera influenza e avevo preso dei farmaci senza prescrizione. Venni colpito dalla narcosi. L’influenza e la fatica avevano avuto il loro peso. Un subacqueo che assume farmaci può risentirne già a 30 metri, figuriamoci come stavo io alla profondità in cui mi trovavo. Avrei dovuto concludere prima l’immersione; una vocina mi diceva Ôtorna indietro, interrompi l’immersione, no un altro poco, ancora un po’. Ritrovai il mio compagno, che mi segnalò che stava ritornando su ad un livello meno profondo, ma io avevo ormai deciso (di ritrovare l’attrezzatura abbandonata). Mi ero affaticato. La narcosi d’azoto stava aumentando. Ero esausto. Non avevo le risorse fisiche e mentali per affrontare i problemi. A quel punto capii che mi trovavo in pericolo. Pensai solo a risalire. Sapevo che stavo andando verso il diventare Ôpiegato’[è l’atteggiamento sofferente che tiene un sub che sviluppa una dolorosa patologia da decompressione; nota dei traduttori], ma che i compagni in barca potevano mandarmi in camera iperbarica. Così arrivai in superficie. Dissi all’equipaggio che ero distrutto, di chiamare l’elicottero, di prendere l’ossigeno. Per un po’ passai alternativamente da uno stadio cosciente a uno stadio di incoscienza, ma non avevo mai pensato, mentre ero sott’acqua, che sarei potuto morire o ridurmi in una sedia a rotelle; ci pensai solo quando mi ero ritrovato sulla barca. Avevo un certo numero di minuti di decompressione, un certo numero di minuti di tempo di fondo e non sapevo più cosa dire [3]”.

Alcuni mesi dopo Sam si era ripreso dall’incidente e cominciò a riflettere sugli aspetti psicologici e a comprendere che la depressione aveva svolto un ruolo significativo. Considerò che quello avrebbe potuto essere un suicidio anche se consapevolmente non aveva pianificato di porre fine alla sua vita. Ricordò che durante l’immersione aveva avuto la tentazione di non lottare più per risalire e salvarsi la vita. Quando era disteso sulla piattaforma della barca e oscillava tra la lucidità e la perdita di conoscenza aveva trovato conforto in pensieri di morte; pensò, però, che la sua morte avrebbe potuto condizionare il futuro della sua famiglia e iniziò allora a lottare per restare in vita. Egli descrisse questi pensieri e questi vissuti conflittuali nel suo resoconto dell’incidente.
Il rapporto matrimoniale di Sam si basava essenzialmente su accordi finanziari. Prima dell’immersione i conflitti coniugali avevano raggiunto un livello critico aumentando la sua depressione.
Erano numerosi gli accesi litigi con la moglie a causa di problemi economici e Sam era arrabbiato con lei perché non riusciva a far quadrare il bilancio familiare e pensava che le sue risorse economiche fossero illimitate. Sam pensava che la moglie gli portasse via il denaro e contribuisse poco alle spese della casa dimostrandosi spesso ostile con lui. Si era lamentata, ad esempio, del lungo periodo di tempo in cui era rimasto a casa dal lavoro dopo l’incidente. Non si era mostrata preoccupata per il coinvolgimento di Sam nelle immersioni profonde o per la sua decisione di ricominciare, nonostante il fatto che un altro incidente avrebbe potuto lasciarlo invalido o risultargli fatale.
Poco prima del suo incidente, Sam aveva avuto uno spiacevole scambio con un amico che pur avendolo promesso non gli aveva restituito dei soldi che lui gli aveva prestato. In diverse occasioni questo amico si mostrò crudele verso Sam nonostante il fatto che egli lo avesse aiutato e, dopo l’incidente, lo aveva preso in giro durante un party dicendogli che da allora avrebbe potuto cimentarsi solo in immersioni ricreative di basso livello.
L’incidente di Sam aveva avuto numerose cause, ma sembrava che fantasie relative al padre avessero giocato un ruolo fondamentale. I litigi con la moglie e l’amico avevano mobilizzato sentimenti di deprivazione, frustrazione e collera, che originariamente erano stati vissuti nella relazione con il padre.
Sam era cresciuto quale ultimogenito in una famiglia nella quale i genitori erano costantemente impegnati in furiosi litigi. Suo padre tendeva a mettere in ridicolo e a degradare la moglie chiamandola spesso “sciocca, stupida” e accusandola di tutti i problemi che aveva con Sam, attribuendoli al modo in cui lei lo aveva educato.
Le frequenti zuffe tra genitori si interruppero quando Sam raggiunse l’adolescenza, nel momento in cui sua madre cominciò a sottomettersi silenziosamente agli abusi verbali del marito.
Sam descrive suo padre come un uomo paranoico, che si poneva in antagonismo con i colleghi che egli sospettava si approfittassero di lui. Vedeva inoltre Sam come qualcuno che prosciugava le sue risorse emotive e finanziare e si era spesso rifiutato di essergli di sostegno tanto emotivo quanto finanziario. Sam si sentiva un Ôparia’. Questi atteggiamenti continuarono fino alle scuole superiori e agli anni dell’università. In alcune occasioni suo padre gli offriva un aiuto finanziario, ma poi cambiava idea e glielo negava.
Sam attribuiva le preoccupazioni del padre nei confronti del denaro e il suo atteggiamento negativo verso di lui alle perdite che aveva subito quando era giovane.
Il padre di Sam proveniva da una grande e ricca famiglia, che aveva subito un improvviso tracollo economico dopo morte del nonno di Sam. Quest’ultimo aveva lasciato le sue proprietà nelle mani del figlio più vecchio, che aveva dissipato tutto lasciando la famiglia nell’indigenza.
Sam ritiene che questi avvenimenti abbiano avuto un influenza sul rapporto che il padre ha avuto con lui e con suo nipote, il figlio di Sam.

“La famiglia di mio padre aveva camerieri, una grande casa, di tutto. Mio padre ha sempre pensato che gli portassi via il denaro: questo ha avuto un grosso impatto sulla mia vita, perché anch’io ho desiderato possedere molti soldi. Mio padre non era mai felice a prescindere da quanto denaro avesse, perché era troppo preoccupato di perderlo. Egli si comporta nello stesso modo con mio figlio più grande. Quando mio figlio passa una settimana con il nonno, ritorna a casa arrabbiato e frustrato. Mio padre si irrita se mia madre trascorre tutto il suo tempo con mio figlio. Sta rovinando mio figlio proprio come ha rovinato me.”

E’ probabile, invece, che il padre di Sam abbia visto il figlio come un rivale che portava via l’affetto materno e le risorse familiari nello stesso modo che avevano fatto i suoi fratelli più grandi.
L’esperienza di deprivazione di Sam appare correlata alla sua insaziabile avidità di avere qualcosa dal padre. Sam ricorda che la sua prima parola pronunciata fu “ancora” , che egli associa ad una gita in un ristorante con suo padre e al piacere che prova quando suo figlio maggiore mangia come lui. Le bevute eccessive di Sam possono essere associate alle fantasie di desiderio relative al padre, che durante le vacanze familiari lo portava nei pub. Fantasie di deprivazione e di bisogno sembrano essere spostate nell’interazione con i superiori al lavoro, che Sam ritiene non lo ricompensino sufficientemente per le sue realizzazioni.
Parte del suo coinvolgimento nell’attività subacquea ad alto rischio appare essere motivata dal desiderio di possedere qualcosa di valore che egli aveva sentito di non avere ricevuto dal padre.
Dice Sam: “Ad un certo punto della mia carriera volevo un riconoscimento. Sapevo che non lo avrei ottenuto da mio padre, che si lamentava sempre. Quando andavo bene a scuola, non si complimentava mai con me. Non mi ha mai detto ÔBene, sei di nuovo tra i primi’. Forse andare ad immergersi ha per me il significato di ottenere un riconoscimento. Per questo le immersioni sono qualcosa di speciale per me. Credo che fosse orgoglioso di me quando sono andato in un relitto molto profondo. Penso che ciò fosse per lui motivo d’orgoglio. Un giorno disse a un suo amico in palestra che io ero un subacqueo”.
Il sentimento di deprivazione di Sam può riflettere un’angoscia pre-edipica di castrazione, come si verifica nei ragazzi con padri assenti o sadici (Greenspan, 1982; Tyson, 1982). Queste angosce sono state successivamente rinforzate alla luce del conflitto edipico e delle correlate fantasie aggressive. La configurazione dell’equipaggiamento usato da Sam per l’immersione può avere costituito, in parte, un tentativo di compensare il suo vissuto di mancanza di potere e di virilità. I subacquei tecnici partono per la “battaglia” armati di muta stagna, cappuccio, guanti, erogatori ridondanti, computer, doppia bombola ad aria o più spesso a miscela e di bombole per la decompressione.
Sebbene questa attrezzatura sia spesso necessaria per la sicurezza del subacqueo ad alte profondità, alcuni colleghi di Sam sostenevano che avesse qualche volta un equipaggiamento eccessivo [4].
Vale la pena ricordare che Sam ha prolungato la sua fatale immersione in parte anche perché voleva recuperare parte della propria attrezzatura.
La perdita dell’equipaggiamento può essere legata inconsciamente ad una borsa di oggetti di valore che egli aveva lasciato in un profondo relitto in un’immersione effettuata all’inizio dell’anno.
Sam era stato contrariato quando aveva dovuto abbandonare la borsa con i preziosi oggetti, lo aveva vissuto come un fallimento e aveva associato subito questa perdita con il suo incidente subacqueo.
Sam aveva anche perso una costosa torcia subacquea quando si era immerso nel primo relitto e aveva associato la lampada ad un’altra persa in un’immersione che aveva preceduto il suo quasi fatale incidente.
Numerosi giorni dopo che Sam aveva perso la costosa torcia subacquea aveva espresso il forte desiderio di ritrovarla anche se la ricerca comportava un’immersione con tappe di decompressione. Temendo che facesse qualcosa di imprudente e rischioso, gli chiesi se pensasse di aver perso la lampada “che gli consentiva di vedere” [5]. Sam reagì in modo difensivo e mi accusò di guardare troppo profondamente in queste cose e replicò “un subacqueo esperto mi ha detto che la sua attrezzatura è sparsa per tutto l’oceano. Se non hai perso nulla, non sei stato in realtà un vero sommozzatore”.
Sebbene Sam lo neghi, è possibile che la perdita della borsa e delle lampade possa essere associata alla fantasia di altre perdite, incluso il padre e il senso della virilità.
La maggior parte dei ricordi del padre sono legati a dolore e delusione ed evidenziano l’attaccamento sadomasochistico alla figura paterna, che molto probabilmente ha contribuito ai suoi problemi nel rapportarsi ai conflitti edipici.
Quando Sam aveva dai 3 ai 6 anni, ingaggiava col padre giochi provocatori nei quali il bambino veniva incoraggiato ad essere aggressivo; in queste occasioni si verificavano piccoli incidenti e rappresaglie da parte del padre.
Tale dolorosa interazione tra padre e figlio continuò durante la fase della latenza, fino all’adolescenza, quando il padre di Sam lo invitò ad intraprendere sport nei quali il dolore era di routine. Sam ricavava consapevolmente del piacere da questi sport, perché ammirava le capacità del padre e amava condividere qualcosa con lui.
Il suo piacere fu poi sostituito da un senso di abbandono quando, in seguito al trasloco della sua famiglia, Sam dovette cambiare squadra e suo padre smise di giocare con lui.
Sam era intimorito dalla nuova squadra perché i giocatori erano molto determinati e preparati ed egli aveva perso la protezione paterna. Smise di praticare lo sport del padre, ma intraprese altre attività sportive nella sua scuola e riportò un grave incidente alle ginocchia durante un campionato. (Sam ha come modello e motivo di conforto un ex campione di quello sport che aveva praticato insieme al padre e che aveva riportato un incidente).
Sebbene Sam fosse stato valutato un giocatore promettente, non ebbe particolare successo, probabilmente per il suo timore dell’aggressività e per la sua sensazione di non sentirsi ben equipaggiato.
In un’intervista Sam rivelò la sua identificazione masochistica con uomini che riportavano incidenti e un’associazione inconscia tra vittoria e dolore.
L’intervista si tenne alcuni giorni prima che egli tornasse ad immergersi dopo la malattia, fatto che aveva reso pubblico accrescendo così la pressione esterna sul doversi cimentare nell’immersione.
In quella occasione Sam appariva ansioso, aveva una leggera tosse e congestione nasale. I raffreddori rappresentano una controindicazione all’immersione perché possono complicare la compensazione nelle orecchie e causare barotrauma. I raffreddori inoltre possono accrescere la vulnerabilità del sub alla narcosi e alla PDD.

Ecco una parte significativa dell’intervista:
Sam: “Mia moglie vuole che io stia più tempo con lei e i figli; ma quando ciò avviene mi critica perché non faccio quello che vuole lei”.
Ricercatrice: “Tu sei stato criticato in molte aree della tua vita”.
Sam: “Questo è divertente, perché io sono stato criticato anche per le immersioni subacquee. John Smith (un sub) ha detto che un pioniere si riconosce dalle frecce che ha nella schiena. Io voglio immergermi. E’ la sola attività che abbia sempre svolto nella mia vita nella quale posso sentirmi in completa forma sia fisica che mentale. Per ironia della sorte, l’incidente è avvenuto durante l’ultima immersione, tutto considerato l’ultima stagione era stata la migliore. Avevo raggiunto tutti i miei obiettivi. Era gratificante. Tutti gli anni di addestramento avevano portato i loro frutti. Avevo avuto un sacco di riconoscimenti dalla comunità dei sub. Era stata una vera battaglia”.
Ricercatrice: “Come nello sport che giocavi con tuo padre?”
Sam: “Lo sport ha avuto per me lati positivi e lati negativi. Avevo desiderato vincere i campionati, ma non ero in grado di farlo. Ero considerato un buon atleta, un ragazzo promettente. Gli esperti credevano in me e io pensavo che sarei riuscito in qualcosa. Comunque fosse non ho avuto la giusta dedizione. Infatti, quando ho deciso che volevo effettuare tutte queste immersioni, ho dovuto superare un sacco di problemi. Con l’altro sport ho avuto la sensazione di aver mollato; è con i fallimenti che puoi imparare qualcosa
Hai mai visto i risultati dell’elezione di Abraham Lincoln? Egli fu sconfitto, ma poi ritornò a essere il Presidente. Così è per me, non ho intenzione di lasciare l’attività subacquea. Non si può negare che qualunque blocco abbia avuto, l’ho superato. Alcune di queste cose hanno a che fare con altre in rapporto con mio padre all’epoca del college. Ero andato da un consulente, che in sostanza mi disse che avevo dei sentimenti di deprivazione a causa di mio padre. Forse c’è ancora qualcosa di quell’epoca che persiste. Nel relitto a grandi profondità non sono stato in grado di tornare indietro e di recuperare la mia borsa. Non ne ho proprio avuto il tempo. Ho cercato una scorciatoia, ma dovevo tornare indietro alla cima dell’ancora e risalire. Questo è stato l’unico fallimento dopo una stagione di successi prima che mi accadesse l’incidente.”
Ricercatrice: “Qualcosa si è messo sulla strada per la vittoria?”
Sam: “Ho cercato di capire perché questo fosse avvenuto. Forse avevo bisogno di una sfida. Ammiro veramente l'ex-campione che ha avuto l’incidente. Egli ha dovuto superare così tante cose per vincere. Ha commesso l’errore di tornare a gareggiare troppo presto dopo l’incidente e così è stato battuto. Ho ricavato moltissime cose dallo sport condiviso con mio padre, dei riconoscimenti. Forse ho deciso di sfidare me stesso perché mi sentivo frustrato. Non credo di fare qualcosa di utile con il mio lavoro. Vorrei svolgere un lavoro più creativo. Lo sport che praticavo insieme a mio padre era troppo impegnativo per me, che frequentavo solo la terza media. Di nuovo il problema con l’immersione. Ho detto a molte persone che sarei tornato in acqua; l’ho annunciato in pubblico. Mi sento come se fossi un pesce nella boccia di vetro.”
Ricercatrice: “Credi di ricominciare troppo presto?”
Sam: “No. Le circostanze relative all’incidente dell’ex-campione erano diverse. Lui aveva bisogno di soldi. E le conseguenze per la sua salute sono state molto gravi. Ha avuto un recupero fisico lunghissimo. Se io mi sento ancora male, non mi immergerò”.

Sam aveva iniziato l’intervista parlando dell’atteggiamento critico della moglie verso di lui, poi era passato a parlare della sua battaglia personale e politica con membri della comunità dei subacquei. Era quindi passato a parlare del suo incidente, sottolineando che per ironia della sorte era avvenuto durante l’ultima immersione della sua fortunata stagione. Io ero intervenuta a questo punto, mettendo in evidenza la somiglianza fra le sue lotte nell’attività subacquea e le sue precoci esperienze con lo sport che egli aveva condiviso con suo padre.
Sam ha esaminato gli ostacoli che aveva dovuto superare per imparare dai suoi fallimenti e raggiungere il successo nella subacquea, confrontando i suoi sforzi con la carriera di Abramo Lincoln. Sam aveva anche a cuore l’esperienza del ex-campione la cui strada per la vittoria era piena di difficoltà. E’ significativo qui che non sembri ricordare che Lincoln dopo il successo fu assassinato.
Trascurò anche di riferire che l’ex-campione aveva subito danni permanenti, gravi e debilitanti quando era ancora giovane, anche se riconobbe che lo stesso atleta aveva perso la competizione, perché si era messo a gareggiare troppo presto dopo l’incidente.
Sam disse che non sarebbe tornato prematuramente alle immersioni dopo la malattia da decompressione [6] e sostenne che le sue motivazioni agonistiche erano diverse da quelle dei campioni che sono di ordine economico.
La sua risposta potrebbe essere vista, comunque, come un diniego e una conferma della mia interpretazione, alla luce anche del collegamento che sembrava fare tra soldi e “regali” da parte di suo padre.
Non molto tempo dopo il nostro incontro, Sam mi chiamò e disse che aveva annullato l’immersione subacquea e che aveva concordato una consultazione con uno psichiatra.
L’identificazione sadomasochistica e l’attaccamento con il padre apparivano essere riattivate con suo figlio più grande.
Egli aveva un profondo risentimento per la nascita del figlio perché era coincisa con la diminuzione dell’interesse della moglie per lui e da quel momento anche la loro vita sessuale si era impoverita.
Alcune volte Sam ingaggiava dei giochi con il figlio che si caratterizzavano per delle modalità brutali, simili a quelle che aveva da piccolo quando giocava con il padre.
I giochi terminavano qualche volta con le lacrime del figlio e i rimorsi di Sam. La rabbia che Sam sentiva verso suo padre, l’identificazione conflittuale con lui, il suo desiderio di protezione e il bisogno di essere punito potrebbero in parte spiegare l’intensità della sua reazione quando egli seppe di quel padre e figlio che erano morti per malattia da decompressione, dopo un’immersione a 75 metri in aria. Sam fu stravolto quando ricevette la notizia dell’incidente, sebbene non fosse un intimo amico dei due subacquei.
Il figlio aveva probabilmente commesso un errore ed era rimasto intrappolato nel relitto. Cominciò quindi ad avere delle allucinazioni come risultato della narcosi e fu preso dal panico. Quando suo padre fu in grado di liberarlo, continuò a provare panico e risalì direttamente verso la superficie. Il padre seguì il figlio saltando anche lui le principali tappe obbligatorie di decompressione. Il padre morì poco dopo sulla piattaforma della barca e il figlio durante il trattamento in camera iperbarica. A questo proposito vale la pena di riportare che Sam era rimasto quasi ucciso in una immersione nello stesso U-boat tedesco nel quale padre e figlio persero la loro vita.
Come è tipico delle persone con conflitti masochistici, Sam associava l’amore con il dolore, essendo l’alternativa all’abbandono. Egli veniva lasciato spesso da solo durante l’infanzia e l’adolescenza; avrebbe desiderato che i suoi genitori avessero fatto uno sforzo maggiore per correggere il suo comportamento, anche se questo avesse comportato la necessità di una punizione. C’erano, invece, alcune indicazioni del fatto che egli inconsciamente voleva che suo padre lo picchiasse.

Sam diceva: “Mio padre era sempre minaccioso con me, ma non ne conseguiva mai un comportamento violento. Penso che sarebbe stato meglio se avesse esercitato una maggiore disciplina invece di lasciarmi da solo un sacco di tempo. Quando avevo 11 o 13 anni mi lasciavano solo per una settimana. Ero solo quando tornavo da scuola perché mio padre e mia madre erano al lavoro. Organizzavo feste nella mia casa con bambini più grandi. Questo mi faceva sentire diverso. Non avevo più né limiti né orari.”

I ragazzi, i cui padri sono assenti o sadici, possono sperimentare difficoltà nel modulare l’espressione della loro aggressività (Herzog, 1982) e Sam non sembra fare eccezione. Il suo desiderio, invece, di avere una maggior disciplina in famiglia potrebbe esprimere il bisogno che i genitori lo aiutassero a controllare gli impulsi. Sam aveva degli spaventosi scoppi di collera da bambino e, in quei casi, i genitori gli offrivano scarsa protezione.
Sebbene avesse avuto numerosi amici con i quali condivideva attività sportive, era conosciuto come un bullo che si lasciava andare a risse violente con i compagni di scuola che lo minacciavano o lo insultavano. Continua ad avere problemi di controllo dell’aggressività ed è spesso insofferente e arrabbiato. Anche gli abusi di alcolici e le spese eccessive possono rispecchiare la fragilità dell’Io e i conseguenti problemi di controllo degli impulsi.
E’ probabile che l’impegno di Sam nella subacquea tecnica rappresenti un tentativo di padroneggiare i suoi impulsi aggressivi spostati nell’ambiente marino. L’equipaggiamento che i subacquei tecnici indossano per aumentare la loro sicurezza e il controllo dell’habitat potrebbe svolgere una funzione di difesa contro impulsi aggressivi e sessuali.
Durante un’intervista, Sam mi parlò di una sua sconvolgente interazione con una collega di immersioni, che aveva sottolineato in modo peggiorativo il suo incidente.
I suoi pensieri si spostarono sul modo in cui i sub abitualmente riescono a controllare l’ansia legata a fattori imponderabili nelle immersioni. Io intervenni a questo punto per chiedergli se sentiva che gli aspetti di imprevedibilità fossero tutti esterni. Egli ammise che aveva difficoltà a controllare la sua aggressività e, poi, divenne apparentemente ansioso e si mise in una posizione difensiva concentrandosi su come i subacquei cercano di minimizzare i rischi ed evitare gli incidenti.
Parti dell’intervista sono riportati di seguito:
Sam: “Ero proprio arrabbiato quando questa donna mi disse quelle cose. Ero stato terrorizzato in acqua. I subacquei diventano improvvisamente religiosi di fronte alla morte. Parlai ad un amico del mio incidente. Lui mi disse che la chiave di tutto sta nel controllo dei gas. E’ la messa in atto del tentativo di controllare ciò che non puoi controllare. Ho letto un libro sul Titanic; quella nave rappresentava l’era della Scienza e si diceva che fosse “virtualmente inaffondabile”. E il Titanic affondò e la gente rimase scioccata. Noi non possiamo controllare un mucchio di cose. Così i tentativi di analizzare l’incidente mirano a stanare la bestia che è fuori di noi e che non sappiamo combattere.”
Ricercatrice: “Mi sto domandando se la bestia è fuori”
Sam: “Ci sono un mucchio di spinte impulsive e di rabbia. E’ difficile per me controllarmi se sono arrabbiato. Infatti, ho avuto uno scontro l’altro giorno [descrive un tremendo litigio con una donna al lavoro]. Ogni tanto mi sale il sangue alla testa. Questo aspetto di me viene fuori e così cerco di tenerlo sotto controllo. Provo rabbia verso le altre persone. Debbo allenare il mio corpo in modo appropriato agli accessi e alla mancanza di gas e così potrò tornare ad immergermi. Allora potrò tornare ad usare l’aria (invece dell’ossigeno nella decompressione di routine)”.

Problematiche pre-edipiche di separazione e individuazione possono essere esasperate alla luce del rifiuto del padre e dell’eccessiva intimità con la madre (Abelin, 1971; Greenspan, 1982; Pacella, 1989; Ross, 1982). Conflitti di tipo bisessuale possono restare irrisolti e l’attaccamento materno di tipo sadomasochistico può risultarne intensificato.
Questo è probabilmente il caso di Sam, che aveva una madre seduttiva che lo usava come un sostituto del marito. La madre complottava con Sam per fare delle cose all’insaputa del coniuge, per esempio gli dava dei soldi. Non lo mandava a scuola e andava con lui a visitare luoghi storici che il marito considerava sciocchi, comprese le barche nel cantiere navale. Voleva dare informazioni di educazione sessuale agli amici di Sam, attività che Sam avrebbe inconsciamente potuto vedere come una forma di corteggiamento.
Nel parlare della relazione con la madre, Sam sembrava consapevole del fatto che il loro rapporto intenso poteva aver esacerbato le sue difficoltà di relazione con il padre.
La palese ostilità della madre di Sam verso il marito, aveva rappresentato qualcosa di più che un semplice incremento del risentimento di Sam verso suo padre. Ciò avrà potuto contribuire alla percezione di Sam che gli uomini sono oggetti della ridicolizzazione femminile e che la virilità ne risulta svalutata. Se questa era la situazione, allora Sam si trovava in un legame impossibile. Da una parte, l’identificazione materna comportava una simbolica castrazione e sottomissione agli abusi maschili, dall’altra l’identificazione paterna comportava sadismo e sottomissione all’ostilità femminile.
Sam era legato alla nonna materna, che andava a trovare durante le vacanze estive. La nonna aveva comprato a Sam uno snorkel e le pinne e lo aveva portato al mare dove Sam aveva imparato da solo a nuotare e ad andare sott’acqua. Più tardi, la madre gli aveva fatto prendere delle lezioni di nuoto.
L’amore di Sam per la storia e per i relitti sommersi delle battaglie navali era legata ai ricordi di sua madre e ad alcuni membri della famiglia che erano morti durante la Seconda Guerra Mondiale:
“La storia per me era qualcosa di vivo. Volevo vedere i sommergibili tedeschi, parte della storia di mia madre nasce da lì. Le testimonianze del tentativo di un uomo folle di conquistare il mondo. Alcune persone dicono che le navi sommerse sono una trovata pubblicitaria, un’immersione nella storia, forse per qualcuno ma non per me.”

Le fantasie di dominio maschile hanno influenzato molte delle relazioni adulte di Sam e possono aver funzionato da difesa contro una fantasia di sottomissione ad una potente madre preedipica.
Sam aveva sposato una donna che era socialmente ed intellettualmente inferiore a lui e che aveva assunto di buon grado un ruolo di domestica, cuoca e partner sessuale. Fino a quando non era nato il primo figlio, sembrava partecipare volentieri alle fantasie perverse che ruotavano intorno ai conflitti di bisessualità e potere. L’impegno di Sam nelle attività subacquee ad ampio raggio può avere rappresentato in parte un’attività di lotta preedipica per il dominio e il controllo .
L’immersione porta ad un senso di libertà dalla prigionia materna, che egli sperimentava nel matrimonio e nel lavoro.

Sam mi disse: “La vita nella classe media è veramente noiosa per me; il lavoro dalle 9 alle 5 non lo sopporto. Amo molto di più le cose eccitanti della vita. Sono una persona che ama l’avventura. Al momento, come è evidente dai contrasti familiari, ho la passione della subacquea. Il cameratismo tra sub è molto gratificante, mi soddisfa. Qualunque cosa io faccia mia moglie è scontenta.”

L’attività subacquea di Sam potrebbe rappresentare un’espressione di ostilità tanto verso sua moglie quanto verso sua madre, ma i suoi tentativi di contrapporsi a questi vissuti contengono delle contraddizioni. I subacquei “profondisti” come Sam si impegnano in un gioco di sopravvivenza nel quale flirtano con il pericolo e la morte. Con il supporto di conoscenze sofisticate ed equipaggiamenti tecnici, tentano di vincere la narcosi, la profondità, il tempo e l’acqua. Un errore o un momento di perdita di controllo può risultare fatale.
L’incidente di Sam avvenne quando commise un errore, perse il controllo, fu “catturato” dal relitto e quasi rinunciò a riemergere dalla profondità del mare.
Il tipo di equipaggiamento utilizzato da Sam può essere interpretato nell’ambito di fantasie pre-edipiche verso la donna fallica. L’armatura che egli indossa durante le sue esplorazioni marine può servire a proteggerlo contro l’attacco che egli inconsciamente associa con le donne che sono simbolizzate dall’oceano e dai suoi abitanti. La sua consapevole ambivalenza verso i barracuda, animali apprezzati dalla maggior parte dei subacquei ricreativi, può originare da questi suoi conflitti. Un sogno che Sam aveva fatto dopo un doloroso incontro con una donna aggressiva e imperiosa rivela il suo timore delle sirene che vivono in fondo al mare e il suo desiderio di protezione paterna [7].

“Mi trovavo a notevole profondità e stavo scattando foto ad una grande piovra. Sentivo odore di ammoniaca, come nel libro di Benchley. Ecco allora che compare una piovra con degli enormi tentacoli, io con la macchina fotografica cominciai a scattare delle foto, ma improvvisamente lei mi attaccò. Il mio compagno venne in mio soccorso e io la scampai per un pelo.”

Sam associa il sogno con un libro dove un calamaro gigante attacca e uccide i subacquei. Menziona il mito di Medusa, ma improvvisamente cambia il soggetto facendo una battuta riguardo un disegno visto a Pompei che raffigura un uomo con il pene in erezione.
Questa battuta riflette il desiderio di protezione di Sam dall’ansia che il sogno ha ingenerato e anche un’allusione ad una potente donna nascosta.
I conflitti edipici sono stati probabilmente esacerbati dalla rabbia di Sam verso suo padre, dall’attaccamento sadomasochistico a sua madre e dai suoi conflitti nei confronti della sua identità maschile. L’atteggiamento seduttivo di sua madre potrebbe avere incrementato il suo timore di una vittoria edipica. La famiglia di Sam si era trasferita quando egli era alle scuole superiori e, racconta Sam, “avevo delle ragazze, frequentavo anche ragazze pon-pon e all’improvviso tutto andava molto bene per me”.
Il trasferimento sembrò a Sam una punizione per i suoi successi, “le cose dopo andarono male” e anche il rapporto con le ragazze peggiorò. Successivamente, continua Sam, “andai all’Università ed ebbi una pessima relazione con una donna. Non avevo soldi a quell’epoca e quella ragazza preferiva uscire con ragazzi che avevano disponibilità economiche. Questo era doloroso per me”.
Le relazioni coniugali di Sam potevano servire come difesa contro la vittoria edipica, relazioni nelle quali risultava sottomesso, regredito e senza virilità. Nonostante avesse numerose amiche intelligenti, attive e con interessi che lo affascinavano, era completamente incapace di avere una relazione intima con loro. Le sue precedenti partner sessuali erano state come sua moglie e suo padre, persone timorose e rabbiose, che minavano il senso di virilità di Sam. Le tendenze al sentirsi uno sconfitto erano evidenti anche in altri comportamenti di Sam, che gli causavano dolore. Ad esempio, notava che c’erano numerose cose che faceva che risultavano autodistruttive, compreso il suo abusare di alcolici, che lo lasciava affaticato e con la sensazione di essere ammalato.
L’incidente di Sam riflette anche un desiderio di punizione per desideri sessuali e una difesa contro di essi era proposta nel transfert con me. Dopo la sua guarigione, temevo di poter involontariamente giocare un ruolo nella sua decisione a ritornare prematuramente ad immergersi.
Inconsapevolmente avrebbe potuto farsi del male con lo scopo di ottenere la mia approvazione nel procurare nuovi elementi per supportare la mia ricerca. Ricordai che durante la nostra prima intervista, egli aveva tentato di impressionarmi come aveva fatto con suo padre mostrandomi la sua collezione di oggetti recuperati in immersioni nei relitti e le sue varie realizzazioni nel campo della subacquea. Quando lo interrogai rispetto a questa possibilità, Sam insistette che gli ero stata utile e negò che avrebbe deciso di immergersi per far piacere a me o per aggiungere elementi al mio studio. La mia domanda potrebbe aver facilitato un cambiamento nel transfert e come indicazione di ciò cominciarono ad emergere, nel suo racconto, che io ero diventata come la madre con la quale poteva parlare. E’ significativo il sogno che Sam riferisce di aver fatto la notte precedente la nostra intervista. Sebbene non gli chiesi il contenuto del sogno, mi disse che riguardava una vecchia fidanzata e che aveva implicazioni sessuali.
I derivati di un transfert materno sembravano emergere anche in un’altra intervista che avvenne subito dopo che avevo accompagnato Sam e altri sei suoi amici sub in una gita nel week-end per effettuare un’immersione in un relitto.
Era questa la seconda immersione dopo l’incidente e la prima in mare aperto. Sam iniziò l’intervista descrivendo una sua sbornia. Cercai di focalizzare la sua attenzione sull’immersione perché volevo raccogliere notizie su come aveva sperimentato l’immersione dopo l’incidente. Sam rispose che aveva provato ansia e che aveva interpretato ogni piccola sensazione fisica come un segno di patologia da decompressione. Sam spostò allora l’argomento sulla conversazione telefonica nella quale mi aveva chiesto di partecipare con lui e i suoi amici all’immersione. Durante quella conversazione mi aveva detto che avrei potuto dormire da sola a prua e mi chiese se mi avrebbe creato disagio dormire in una cuccetta di fronte ad un uomo. Lo aveva rassicurato dicendogli che avrei potuto dormito dovunque e che non era necessario spostare nessun uomo dalla sua cuccetta. Mi sembrava, comunque, che la preoccupazione di Sam per la mia sistemazione potesse riflettere dei sentimenti inconsci che egli provava per me.

Una parte dell’intervista è riportata di seguito:
Ricercatrice: “Eri preoccupato per il fatto che io fossi sulla barca?”
Sam: “No, ero arrabbiato con Joe che aveva cambiato il programma dell’immersione (stando sott’acqua più tempo del previsto). Abbiamo dovuto preparare una bombola in più con il mio erogatore nel caso che egli restasse incastrato e noi avessimo dovuto soccorrerlo. Quando ti ho detto che potevi dormire da sola a prua della barca, mi sono sentito un po’ a disagio. Non so come avresti potuto sentirti a dormire con degli uomini [8].
Ricercatrice: “Come avrei dovuto sentirmi?”
Sam: “Questo è il mio problema. Non era proprio come dire, ÔHey, i ragazzi sono nella barca, tu puoi fare qualsiasi cosa’. E’ divertente, perché io ho tante amiche e con loro c’è una relazione platonica. Ma pur tuttavia c’è sempre un’attrazione. Come con Anna. Avevo pensato di invitarla al bar, ma poi ho pensato “No, sono sposato”. Ad essere sinceri, la mia vita sessuale con mia moglie non è un gran ché. Quando eravamo fidanzati le cose andavano bene dal punto di vista del sesso. Le cose cambiano quando hai dei figli. Così mi trovo a fantasticare e sono veramente in lotta con me stesso. Non voglio che il mio matrimonio possa essere compromesso.”

I timori di Sam di una vittoria edipica potrebbero essere stati in parti aggravati dagli insuccessi del padre. Egli ammirava la capacità professionale di medico di suo padre, ma era addolorato per come questo suo successo quale medico sportivo fosse intaccato dalla sua incapacità di rapportarsi con i colleghi. Sam era rimasto deluso del fatto che suo padre non avesse mantenuto la promessa di cimentarsi nell’attività subacquea. Egli era stato introdotto al mondo sommerso quando era un bambino e suo padre gli raccontava storie avventurose “di ragazzi che andavano a fare delle spedizioni, di marinai, di pescatori e di subacquei in Australia”. Sam e suo padre avevano progettato di imparare ad andare sott’acqua insieme e di viaggiare intorno al mondo esplorando l’oceano. Quando l’occasione si presentò, il padre mostrò di aver paura dell’acqua e non perseguì il progetto di diventare un sub, in modo tale che Sam alla fine decise di imparare da solo. Le capacità di subacqueo di Sam sono evidenti. Spesso però gli manca un appropriato senso del timore e qualche volta commette degli errori sfiorando il disastro. Anche all’interno dell’ambiente subacqueo, infatti, alcune sue attività di immersione erano considerate eccessivamente rischiose.


Psicodinamica di rischio e incidenti

Questa ricerca utilizza precedenti scoperte psicoanalitiche relative al ruolo del padre nello sviluppo del ragazzo. Come molti ragazzi che hanno subito abusi o deprivazione da parte del padre, Sam ha presentato difficoltà nel familiarizzare con l’aggressività e nel superare le crisi maturative che accompagnano le fasi di separazione-individuazione e dis-identificazione (Abelin, 1971; Greenspan, 1982; Herzog, 1982; Muir, 1989; Pacella, 1989; Ross, 1982).
Questo può avere comportato un deficit nello sviluppo dell’Io e un precario senso di Sé e della sua integrazione. I conflitti bisessuali possono rimanere irrisolti, l’angoscia di castrazione apparire significativa e l’identità virile risultare fragile (Pacella, 1989; Tyson, 1982).
L’identificazione sadomasochistica e l’attaccamento di epoca preedipica sembrano avere complicato la capacità di Sam di risolvere i conflitti edipici. Come risultato egli è stato incapace di avere una relazione intima con le donne e potrebbe essersi replicato il passato nell’iniziare una relazione con sua moglie e le compagnie maschili.
Il coinvolgimento di Sam in forme di attività subacquea ad alto rischio sembra riflettere le lotte pre-edipiche per l’identità e per il potere contro minacciose donne falliche.
L’immersione subacquea fornisce un mezzo per dimostrare la virilità e per guadagnare un’intimità e l’approvazione da parte dei compagni che rappresentano figure paterne transferali. Il rapporto stretto e forte con i compagni maschi d’immersione assume il significato di difesa contro l’intimità con le donne e la vittoria edipica, la regressione o la perdita di virilità, che la relazione intima sembra comportare.
L’incidente subacqueo di Sam può anche essere correlato ad un conflitto edipico non risolto relativo a suo padre, che costituisce una rappresentazione di fantasie sadomasochistiche di conquista materna, patricidio e sottomissione omosessuale [9].
La rabbia di Sam, il suo bisogno di avere qualcosa dal padre, il suo pervasivo senso di cattiveria, la sua identificazione sadomasochistica e l’attaccamento con entrambe le figure genitoriali accrescono la sua difficoltà nel familiarizzare con i conflitti della fase edipica.
Il fallimento di suo padre in casa e al lavoro e il comportamento seduttivo di sua madre facevano sembrare sempre possibile la sconfitta del padre.
Mentre le fantasie, che strutturavano il suo coinvolgimento nelle attività subacquee ad alto rischio, apparivano essere dominate da precoci conflitti materni, l’incidente costituisce probabilmente una rappresentazione di fantasie edipiche.
La stagione di successi che ha preceduto l’incidente e il rifiuto del suo amico di restituirgli i soldi, nonostante glielo avesse promesso, sembrano avere mobilizzato i suoi sentimenti di rabbia e deprivazione assieme a fantasie di conquista e distruzione.
L’immersione può essere stata simbolicamente associata alle gite segrete di Sam con la madre e alla sfumata relazione intima tra loro due.
La penetrazione e l’esplorazione del relitto possono avere rappresentato una seduzione materna. C’era una piccola competizione simbolica per la madre alla luce del fatto che suo padre non effettuava immersioni ed era rifiutato da lei. E’ possibile che impulsi omicidi fossero simbolicamente realizzati nei suoi successi subacquei e nelle penetrazioni nei relitti e che Sam si sia visto come un criminale perpetratore di incesto e parricidio.
Le punizione fantasticate sono state quasi realizzate, la sindrome da decompressione è, infatti, una condizione neurologica, che può causare la perdita delle funzioni sessuali, così come la paralisi e la morte.
L’incidente di Sam rappresenta anche un tentativo di prevenire futuri crimini e danni personali, perché fornisce un controllo esterno alla sua rabbia. Sam conferma, infatti, di aver sentito un sollievo dopo l’incidente, perché ha fatto sì che egli interrompesse un’attività che era diventata una compulsione pericolosa. Se non si fosse più immerso avrebbe perseguito alcuni aspetti della sua vita professionale e personale che negli ultimi tempi non aveva più preso in considerazione.
Mentre l’incidente appare una punizione per i crimini edipici, esso potrebbe anche avere comportato la rappresentazione di una relazione omosessuale con suo padre e la sottomissione masochistica a lui.
Considerare l’incidente subacqueo alla guisa di un incidente sportivo, potrebbe essere visto come una replica della loro precedente “intimità” e il tentativo di conquistare l’attenzione paterna. Allo stesso tempo, con l’incidente aveva cercato di appagare suo padre offrendo se stesso in sacrificio, vittima di un violento attacco sessuale. In accordo con questa linea, Sam ricorda un’occasione nella quale i colleghi di immersione presero in giro un altro sub che aveva avuto una patologia da decompressione. Egli confrontò il loro comportamento alla reazione di un ufficiale di polizia alla vittima di una rapina nel film “Cape Fear”.

Il ruolo del padre nella dinamica del rischio e degli incidenti

A prima vista la storia di Sam appare un caso limite, per la natura delle significative cause psicologiche che fanno apparire il suo incidente una sorta di tragedia annunciata. Molti aspetti di questo caso, comunque, non sono esclusivi e mettono in luce alcune dinamiche che potrebbero appartenere anche ad altri subacquei tecnici. Il confronto tra l'infanzia di Sam e quella dei suoi colleghi può aiutare a chiarire alcuni aspetti della psicologia del rischio e degli incidenti. Tutti i subacquei tecnici intervistati avevano sperimentato alcune carenze nel rapporto col padre [10]. Alcuni padri avevano avuto un atteggiamento distaccato verso i figli durante la loro prima infanzia e tirannico durante la seconda infanzia, l’età della latenza o l’adolescenza. Avevano picchiato i loro ragazzi, li avevano sottoposti ad abusi verbali, li avevano umiliati oppure avevano fatto in modo che si sentissero piccoli e inadeguati. Alcuni di questi bambini avevano consapevolmente odiato il padre. Molti avevano cercato per tutta la vita di avvicinarsi a lui, di rabbonirlo e compiacerlo e, allo stesso tempo, di difendersi dai suoi attacchi o dall'identificazione con lui, per esempio praticando sport ad alto rischio.
Il padre di un subacqueo aveva preso in considerazione il figlio solo quando era diventato adulto. Gli aveva trasmesso molte abilità, come la falegnameria, ed era stato felicissimo quando il ragazzo aveva avuto i primi rapporti sessuali. Tuttavia, il figlio non si divertiva col padre e avrebbe preferito giocare con gli amici. Il padre era un tiranno che pretendeva sottomissione e picchiava il figlio per la minima disobbedienza. Il canottaggio era l'unica attività che il ragazzo amasse praticare con lui. Il padre non sapeva remare, ma gli piaceva il ruolo del passeggero e aveva incoraggiato il figlio a perfezionarsi nello sport. Il padre era "il capitano", il ragazzo era "il pilota" ed entrambi provavano piacere in queste spedizioni. Il subacqueo si sposò, si arruolò in marina e partecipò a missioni di salvataggio nella guerra del Vietnam. La sua professione attuale è legata alle barche e al soccorso in mare.
Altri uomini del gruppo esaminato non erano stati sottoposti ad abusi fisici o verbali, ma i loro padri erano stati assenti, passivi o ammalati. Un padre aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e aveva visto il figlio pochissime volte durante l'infanzia. Il padre aveva mostrato poco interesse verso il figlio quando era tornato a casa, nonostante i tentativi disperati del bambino di compiacerlo. Il padre infine aveva contratto una malattia debilitante che lo aveva portato a morte quando il ragazzo aveva 18 anni. Per tutta la giovinezza questo subacqueo rimase legato all'immagine stimolante del padre guerriero e ricco di esperienza, ma sentiva di non aver partecipato alle sue avventure. Fin da bambino aveva cominciato ad appassionarsi alle navi, all'oceano "oscuro" e "pericoloso" e si sarebbe arruolato in Marina se la madre non fosse stata contraria al fatto che "un altro uomo in famiglia indossasse l'uniforme". Questa persona intraprese, infine, una carriera nell'industria alimentare e dedicò la sua vita alle immersioni in acque profonde.
Alcuni subacquei tecnici, come Sam, sembrano associare la virilità al coinvolgimento in attività ad alto rischio. Questo legame inconscio tra la ricerca del pericolo e la virilità riceve un supporto culturale all'interno della comunità dei subacquei. Anche se gli incidenti vengono spesso stigmatizzati le immersioni ad altro rischio vengono socialmente perdonate e perfino approvate quando sono svolte con abilità e competenza (Hunt, 1993, 1995). Il relitto dell'Andrea Doria è considerato il Monte Everest delle immersioni per via della sua profondità (80 metri), per l'insidioso ambiente oceanico, per la grandezza del relitto e l'abbondanza di articoli di lusso [che ancora contiene]. L'immersione nel Doria è considerata un rito di passaggio nell'età virile e, per la maggior parte dei subacquei tecnici, fa meritare la qualifica di "vero sommozzatore". Un subacqueo, emergendo dalla prima immersione nel Doria, dichiarò al capitano della barca di "aver perso la verginità". Un altro ricevette dei complimenti per aver mostrato di possedere "le palle" quando si era tolto il GAV (attrezzatura che controlla la galleggiabilità) e le bombole per scivolare attraverso una grata di ferro fissata dall'equipaggio di una barca concorrente. Voleva entrare nel relitto e recuperare dei piatti.
Parecchi subacquei, come Sam, sono uomini irascibili, alcuni di loro hanno difficoltà a controllare gli impulsi aggressivi. La loro rabbia può essere velatamente nascosta dietro silenzi ostili, comportamenti scostanti oppure può essere apertamente manifestata in atteggiamenti collerici. Un subacqueo poteva essere cordiale e affascinante, soprattutto a bordo di una barca predisposta per le immersioni, tuttavia, aveva improvvisi scatti d'ira e offendeva pesantemente gli addetti che mettevano in discussione la sua autorità o facevano qualcosa di "stupido". Le conversazioni telefoniche con la madre lo lasciavano particolarmente arrabbiato e vulnerabile. Un altro subacqueo era estremamente riservato e non mostrava né calore né fascino. Partecipava poco alla conversazione generale durante le spedizioni, andava a dormire prima che fossero proiettati film pornografici o di qualunque altro genere e tra un'immersione e l'altra trascorreva la maggior parte delle sue ore leggendo un libro. Su una parete della sua casa era appeso un grande poster a sostegno della pena capitale, su cui era raffigurata una sedia elettrica e altri strumenti per l'esecuzione.
Alcuni subacquei tecnici apparentemente condividono conflitti pre-edipici dai quali si difendono con un attaccamento di latente omosessualità nei confronti uno dell'altro. Alcuni subacquei hanno avuto relazioni omosessuali nella tarda adolescenza, ma questo è un fatto eccezionale. Queste fantasie generalmente rimangono a livello inconscio e vengono alla luce nelle battute di spirito, negli atteggiamenti omofobici e nella preferenza per la compagnia maschile [11]. Le immersioni sembrano fornire il mezzo per acquistare la libertà dal dominio e dal controllo femminile. Un subacqueo associò un sogno che aveva fatto la notte precedente la sua prima immersione nel Doria a un'occasione in cui aveva perso la fede nuziale. Continuò a parlare delle tensioni nel suo rapporto coniugale, che ruotavano attorno al desiderio della moglie di limitare le sue attività di immersione.
Un certo numero di subacquei tecnici ha rapporti familiari solidi, ma alcuni di loro sembrano condividere l'ambivalenza di Sam e scegliere donne che non amano gli uomini. La moglie di un subacqueo "incidentalmente" versò del cloro nella piscina dove il marito stava sciacquando l'attrezzatura. Sapeva che il cloro danneggia l'attrezzatura per le immersioni. Un'amica di un altro subacqueo lo accompagnò in un'immersione, ma lo abbandonò in un relitto al buio. Sarebbe dovuta rimanere all'esterno della nave per aiutarlo a tornare indietro e controllare il tempo di immersione qualora fossero sorti dei problemi. Una terza donna decise di non partecipare a un'immersione nell'Andrea Doria dopo aver fatto un sogno nel quale il marito moriva nel corso di quell'immersione. Anche se il loro rapporto era spesso tumultuoso, con frequenti litigi, lei era apparsa particolarmente arrabbiata durante il viaggio, anche perché il marito aveva rifiutato di immergersi con lei, sostenendo che sarebbe stato un sacrificio a causa delle sue abilità superiori.
Un altro subacqueo, veterano del Vietnam, era una persona corretta e onesta, trattava bene le donne che praticano l'attività subacquea, si occupava responsabilmente della sua famiglia e non tollerava i maltrattamenti a donne e bambini. Tuttavia il suo rapporto con la moglie era ambivalente e si irritava spesso con lei. Soprattutto provava rancore nei suoi confronti, perché lei aveva preteso di sacrificare la carriera del marito per tenere unita la famiglia. Quest'uomo aveva un adesivo sul gabinetto del bagno della sua barca che raffigurava Jane Fonda ("Hanoi Jane") con le gambe aperte.
Un altro subacqueo sottoponeva la sua amica a ricatti morali, non le parlava per intere giornate e la minacciava di toglierle il suo "amore" se non lo avesse seguito nelle pericolose attività ricreative che preferiva. Una volta, quando lei lo deluse mostrando una mancanza di entusiasmo per un regalo interessato, lui si infuriò e la costrinse a praticare il sesso orale. La donna spiegò: "Joe era veramente carino all'inizio. Questi uomini (i subacquei) non sono gentili. Odiano le donne. Sam? E' un uomo troppo simpatico per appartenere a questo gruppo".
La vita sessuale dei subacquei tecnici varia da caso a caso ed è difficile senza dati comparativi determinare modelli distintivi. Alcuni sostennero di preferire il "sesso lecito" e di aver avuto solo una o due relazioni extraconiugali nel corso di un lungo matrimonio. Due subacquei dichiararono di avere relazioni sessuali con molte donne diverse o "matrimoni aperti". Altri quattro riconobbero di esercitare pratiche sessuali perverse o sadomasochistiche, che presumibilmente riflettevano conflitti edipici e pre-edipici. Queste attività comprendevano giochi di ruolo, un’attenzione particolare alla biancheria intima (le partner dovevano indossare scarpe col tacco, calze e reggicalze durante il rapporto sessuale) e uso di pratiche sadiche senza violenza. Due subacquei tecnici assumevano un ruolo passivo e sembravano preferire il sesso orale o attività masturbatorie ai rapporti sessuali.
In un altro subacqueo, l'attaccamento sadomasochistico alle donne, associato alla paura del genere femminile, emerse nel corso del transfert e del controtransfert durante le interviste. Appena il subacqueo entrò nel mio studio mi chiese di offrirgli il tè. La sua richiesta era insolita e quando lo lasciai entrare in cucina e gli preparai la bevanda provai un senso di invasione. Forse la sua richiesta rispecchiava il bisogno di capire cosa si nascondesse dietro la mia porta chiusa, una possibile conseguenza della sua profonda paura delle donne. Voleva che gli offrissi tè e pasticcini come più tardi scoprii che aveva fatto sua madre? Quell'uomo era un alcolizzato, proprietario di un ristorante e scriveva per una rivista di gastronomia. Forse stava cercando di dominarmi relegandomi nel ruolo di serva e madre. Sapevo che trattava con durezza la sua compagna e seppi che si dedicavano regolarmente a pratiche sessuali sadomasochistiche.
Quando il subacqueo si sedette mostrò un atteggiamento paranoico, protestando per il fatto di avere la schiena rivolta alla porta; disse di non amare le sorprese. Parlò di un periodo in cui si era sottoposto a terapia (tre sedute). La terapista apparentemente lo aveva coinvolto in un gioco di "sedie musicali", un "trucco" per vedere quale sedia avrebbe scelto, quella di lui o quella di lei. Il subacqueo poi mi fissò con insistenza il seno sapendo molto bene che i suoi atteggiamenti erano evidente. Cominciò a descrivere quanto amasse le donne e la loro sensualità, una dichiarazione enfatica che sospettavo fosse una reazione all'odio che provava verso di loro (e verso di me).
Il subacqueo continuò a tentare di compiacermi dicendomi quello che pensava io volessi sapere, tra l'altro mi disse di aver desiderato sessualmente sua madre all'età di cinque anni. Gli feci notare il suo desiderio di piacere e lui dichiarò che non capiva cosa volessi sapere nell'intervista. Un suo amico gli aveva consigliato di venire da me, dicendogli che lo avevo aiutato [12]. Il subacqueo programmò la nostra serie di interviste in modo simile a come aveva compiuto la sua prima immersione nell'Andrea Doria. Era sceso a tutta velocità lungo il cavo dell'ancora senza fermarsi e senza riflettere e si era improvvisamente trovato in una situazione pericolosa, che lo aveva lasciato in preda al panico. Il subacqueo mi chiese di condurre quattro interviste continuate di circa tre ore ognuna, anziché interviste di un'ora e mezza una volta o due alla settimana per tre-sei settimane.
La nostra ultima intervista terminò con una confessione a sorpresa riguardante suo figlio, che rivelò l'ostilità dell'uomo, l'insicurezza riguardo alla sua virilità e l'incapacità di stabilire un rapporto empatico con suo figlio. Aveva coinvolto il ragazzo, un principiante, in un'immersione in acque calde. Padre e figlio si erano persi di vista per le difficili condizioni dell'oceano. Il subacqueo e il capitano della barca cercarono il ragazzo e lo trovarono aggrappato a una roccia e terrorizzato. Era stato sul punto di annegare. L'uomo non sembrò comprendere che il figlio aveva avuto un'esperienza spaventosa e aveva rischiato di morire. Cercò di spingerlo a tornare in acqua quasi immediatamente. Il ragazzo rifiutò e non si immerse mai più. Il padre si vergognò profondamente e si arrabbiò perché il ragazzo si era mostrato vigliacco di fronte al capitano della barca. Mi identificai col figlio e provai le sue sensazioni di gelo e di terrore. Pensai che il subacqueo fosse un uomo spaventoso e non provai alcuna simpatia per lui.
Il lato folcloristico delle immersioni e i racconti delle esperienze più dure rivelano apparentemente l'esistenza di sforzi comuni per controllare e dominare le "pericolose" donne o i loro equivalenti simbolici. Molti subacquei tecnici si sono dedicati alla pesca con la fiocina a un certo punto della loro carriera. Altri condividono il disinteresse per gli organismi marini e trovano noiose le immersioni "nel brodo tiepido" (nei Caraibi). I subacquei tecnici tendono a vedere le creature del mare sotto una luce più minacciosa delle persone che praticano la subacquea ricreativa. Sono frequenti i racconti di subacquei che si mettono schiena contro schiena durante le tappe obbligatorie di decompressione per limitare il rischio di attacchi da parte degli squali [13]. Un racconto con un contenuto simbolico simile era circolato tra i subacquei tecnici durante un viaggio per immergersi nell'Andrea Doria. Conteneva una fantasia di penetrazione in una caverna nella quale due partner uomini avevano combattuto contro pipistrelli che succhiavano il sangue e creature simili a vampiri.


Conclusioni

La psicanalisi è una scienza di costruzione retrospettiva piuttosto che predittiva. I bambini che sperimentano modelli parentali simili risolveranno i loro conflitti in modi diversi a seconda delle loro caratteristiche biologiche, della posizione che occupano all’interno della famiglia, della classe sociale di appartenenza, del genere sessuale e di una molteplicità di altri fattori sociali e psicologici. Alcuni ragazzi con attaccamenti materni e paterni sadomasochistici diventano delinquenti, alcolizzati o tossicodipendenti. Altri scelgono professioni e attività sportive e ricreative che permettono loro di elaborare i conflitti con modalità accettabili da un punto di vista culturale. Il coinvolgimento in una particolare occupazione o sport o attività ricreativa affonda spesso le radici nella prima infanzia. L'interesse dei subacquei sportivi per il mare, le barche o le immersioni comincia generalmente prima del periodo della latenza. L'immersione tecnica diventa una speciale arena in cui alcuni uomini sembrano rappresentare e tentare di risolvere i conflitti che scaturiscono da esperienze infantili con padri assenti o tirannici.
Gli ambienti formati da persone che condividono un interesse forniscono opportunità di socializzazione che facilitano in individui vulnerabili la rappresentazione di alcune fantasie. Assicurano anche una rapida difesa contro l'insorgere di fantasie e sentimenti spiacevoli. Coloro che appartengono a un determinato ambiente culturale possiedono fantasie e sentimenti individuali, ma compiono un'autoselezione per unirsi a gruppi formati da soggetti con conflitti simili. Soprattutto gli individui che hanno esperienze infantili in comune si avvicinano gli uni agli altri. Questo studio ha voluto approfondire il caso di un subacqueo, i sentimenti e i suoi pensieri, alcune caratteristiche delle fantasie di questo soggetto possono, però, essere condivise da persone appartenenti ad altri ambienti culturali. Sarà necessaria un'ulteriore ricerca per esaminare le implicazioni di questo studio in altre attività lavorative, sportive e ricreative nelle quali il rischio è una caratteristica dominante. Alcuni elementi emersi indicano che i subacquei e gli atleti di élite coinvolti in sport ad alto rischio condividono alcuni modelli parentali e possono rappresentare fantasie simili. Apparentemente, più rischioso e violento è lo sport, più facilmente problemi di bisessualità, di virilità, aggressività e sadomasochismo influenzano la partecipazione allo sport di un individuo.
La maggior parte degli atleti di sport d'élite, come i sommozzatori, mostrano interesse nello sport scelto fin dalla prima infanzia (Messner, 1990a, 1990b). Il padre spesso svolge un ruolo attivo e critico nella scelta dello sport da parte dell'atleta e nella natura del suo impegno (Bissinger, 1990, Messner, 1990b). Se il padre è assente, i fratelli, gli zii e i membri della comunità confermano il legame tra virilità e successo in campo atletico. Gli sport forniscono a questi uomini un mezzo speciale per conquistare la vicinanza e l'approvazione del padre e dei colleghi maschi (Curry, 1993; Messner, 1990b). I padri sembrano giocare un ruolo chiave anche nell'accettazione da parte degli atleti del dolore e della sofferenza fisica (Connell, 1990, Messner, 1990b, Sabo e Panepinto, 1990).
In alcuni studi sugli sport ad alto rischio, i padri degli atleti confermano la fantasia che la virilità, la qualifica di "vero atleta" e il sacrificio fisico sono legati tra loro. Possono mostrare "amore" per i figli minimizzando la gravità delle loro lesioni e incoraggiandoli a giocare con dolore (Curry, 1993). In uno dei casi studiati, il comportamento di un padre colluse col tentativo del figlio di nascondere l'uso di steroidi, apparentemente perché lo rendevano più competitivo (Telander, 1989). Alcuni giocatori sembrano riprodurre l'attaccamento sadomasochistico alla figura paterna nel rapporto con allenatori che consigliano l'uso di farmaci che potenziano le performance o spingono gli atleti a giocare col dolore e/o con il pericolo di incidenti (Bayless, 1990, Curry, 1993, Telander, 1989). E' stato riportato anche il caso di un allenatore che sceglieva gli atleti da ambienti familiari deprivati e in cui era assente la figura paterna, perché credeva che sarebbero stati più malleabili e più disposti a compiere dei sacrifici (Bayless, 1990).
Questa ricerca ha evidenziato la dimensione conflittuale dell'immersione sportiva. Comunque si deve precisare che l'immersione in acque profonde richiede impegno e abilità considerevoli e che può essere un'attività relativamente priva di conflitti e creativa. I subacquei che praticano le immersioni profonde, come gli artisti e gli atleti che appartengono ad un’élite, possono impegnarsi a fondo per raggiungere un'immortalità simbolica grazie a imprese notevoli che sfidano i limiti umani fisici, intellettuali e culturali (Schmitt e Leonard, 1988). I subacquei tecnici come Sam associano spesso una ricca intelligenza e una curiosità intellettuale ad una notevole abilità fisica e tecnica che consentono loro di diventare esploratori subacquei di mondi storici e alternativi.


Bibliografia:

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Note:

[1] La definizione di immersione ricreativa si applica alle immersioni fino a 39 metri e in curva di sicurezza, senza in pratica l’obbligo di tappe di decompressione.

[2] La narcosi d’azoto è uno stato mentale di intossicazione nel quale il pensiero razionale è compromesso e nel quale possono essere presenti ansia, paranoia e allucinazioni. Insorge solitamente oltre i 45 metri, anche se il freddo, la scarsa visibilità, la fatica, le malattie, i farmaci possono farla insorgere a minore profondità.

[3] Quando i subacquei non rispettano le tabelle di decompressione o sono “piegati”, devono assumere ossigeno per facilitare lo scioglimento dell’azoto. Se i sintomi si sviluppano, persistono o si intensificano, solitamente vengono inviati in camera iperbarica.

[4] E’ pericoloso immergersi con troppa attrezzatura perché può incrementare la fatica, limitare i movimenti, facilitare “l’affaccendamento afinalistico” e confondere il subacqueo. Per esempio, alcuni subacquei sono morti quando hanno scambiato i loro erogatori e respirato ossigeno in profondità invece di aria, Nitrox o Trimix.

[5] Sospetto che questa “prematura” osservazione controtransferale fosse correlata alla mia consapevole preoccupazione che la mia ricerca potesse danneggiare Sam. Ironicamente, i miei studi su rischi e incidenti, che hanno lo scopo di prevenire le morti sono legati all’osservazione e all’esplorazione di rischi e incidenti. Così, i miei risultati dipendono dai colloqui con i subacquei su questo argomento e mettono loro stessi a rischio.

[6] Sebbene Sam fosse stato dichiarato dal punto di vista medico libero di riprendere le immersioni nel senso che aveva solo un leggero sintomo residuale, nessun medico gli avrebbe consigliato di riprendere l’attività subacquea dopo un così grave incidente. I dati che si possiedono riportano che un sub che è stato colpito una volta dalla PDD è più probabile che nei sia colpito una seconda volta. A Sam era stato ricordato che se avesse riportato un secondo grave incidente, questo avrebbe potuto avere conseguenze disastrose perché non aveva più risorse fisiche che avrebbero compensato le funzioni neurologiche perdute.

[7] Un famoso sub ha scritto un articolo sulla seduzione e il pericolo di immergersi nell’Andrea Doria. Egli ha evidenziato che “ogni primavera vengono le sirene, che vivono nell’Andrea Doria e cantano e io mi ritrovo ad intraprendere un altro viaggio”. Ha intitolato l’articolo “Andrea Doria: una silenziosa Signora chiama” (Lackenmeyer, 1994).

[8] Le donne sono circa il 76 % della popolazione di subacquei che svolge attività ricreativa e la maggior parte di queste si immerge in acquee calde. Tra i sommozzatori tecnici solo l’1% sono donne e poche donne si immergono nelle acquee fredde per visitare relitti sommersi nel Nord-Est anche alle profondità delle immersioni ricreative. Di solito le donne che partecipano ad un viaggio in barca condividono gli spazi con gli uomini, sebbene si faccia in modo di evitare che stiano in una cabina doppia sempre che non siano una coppia. Nell’immersione di cui sto scrivendo ho dormito in una cuccetta di fronte a due amici di Sam. Sam e altri uomini avevano dormito in cuccette sul ponte.

[9] Non ho l’intenzione di minimizzare il ruolo della madre di Sam nello sviluppo del suo esporsi ai rischi. Secondo Sam era una donna seduttiva che si dimostrava ambivalente verso il marito. La sua tendenza a mantenere un rapporto stretto con Sam era, comunque, accresciuta probabilmente dall’ostilità del padre verso di lui e dall’evidente tensione che c’era nel rapporto coniugale.

[10] I rapporti dei subacquei con le loro madri variavano da caso a caso. Sono emersi tuttavia alcuni elementi secondo i quali i subacquei che hanno avuto madri seduttive, assenti o eccessivamente autoritarie oppure padri passivi hanno una propensione maggiore agli incidenti e/o agli attacchi di panico

[11] Le interviste con i subacquei omosessuali sono appena cominciate. Le osservazioni iniziali e i colloqui con i subacquei omosessuali evidenziano che questi sommozzatori possono essere meno disposti dei loro compagni eterosessuali ad impegnarsi in attività subacquee ad alto rischio. Si deve precisare che gli uomini apertamente omosessuali non sarebbero ben accolti su una barca specializzata in immersioni tecniche, quindi è meno probabile che gli uomini "diversi" siano esposti al tipo di socializzazione che spinge a compiere immersioni profonde.

[12] Il subacqueo temeva che l'amico trovasse la morte perché aveva la tendenza a spingersi in situazioni pericolose senza pensarci.

[13] Si dovrebbe notare che questa visione degli squali è fondata, dato che gli squali a volte costituiscono un'effettiva minaccia per i subacquei che praticano immersioni profonde.

 


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