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Sport e Psiche



Conflitti e contenuti nelle attività e nel vissuto dei subacquei

di Maria Luisa Gargiulo



Il titolo di questo scritto vuole essere una anticipazione del taglio che desidero dare a questo lavoro , ossia eminentemente evocativo. Nell'ambito dello studio e della ricerca applicativa della psicologia delle attività subacquee e del sommozzatore, emergono alcuni motivi ricorrenti che si possono intravedere sia dai racconti spontanei sia nella raccolta dei dati a vario titolo ed a vari livelli di approfondimento. Nell'accostarsi al mondo del mare e della subacquea è utile tenere presente quali e quante modificazioni psicosociologiche ci siano state e quali traccie abbiano lasciato nella nostra situazione attuale, come pure quante e quali valenze possano esserci dietro comportamenti e significati condivisi. Sotto questo ultimo aspetto ho ritenuto opportuno indicare alcune dimensioni significative interpolate tra due posizioni opposte ed antitetiche che indicano gli estremi di un continuum , per individuare conflitti o temi problematici a mio avviso caratteristici delle attività subacquee.
Nell'intento di verificarne lapresenza effettiva e nell'ottica di approfondirne sempre maggiormente la conoscenza, , sto provando a riconoscere nell'analisi dei contenuti dei racconti oppure nel materiale strutturato in mio possesso, la presenza di questi temi i quali, per necessità descrittiva sono stati organizati attorno a nuclei quali
- Solitudine e gruppalità
- profondofilia e profondofobia
- vestizione e transizione
- ossessione e trasgressione
è però necessario anteporre all'analisi descrittiva di questi elementi, una premessa di inquadramento psicosociologico, in quanto una attenzione al contesto del fenomeno "subacquea" a mio avviso è necessaria per una migliore comprensione dei significati soggettivi.


La dimensione sociale, modelli solitudine e gruppalità
Negli ultimi 10 anni si sono coagulate alcune modificazioni di ordine psicosociologico riguardanti la subacquea; esse per certi versi sono il frutto di processi di traspormazione che erano in atto da anni , per altri corrispondono allo spostamento del significato e della tipologia delle persone che praticano questa attività , della modificazione del loro numero e, perchè no , del passaggio generazionale.
In questo scritto cercherò di esaminare questi passaggi e questi camiamenti per poter analizzare anche da un vertice psicologico, il fenomeno sociale delle attività subacquee, i suoi significati profondi e almeno tracciare delle ipotesi rispetto a tutto ciò.
Abbiamo assistito all'aumentare del numero di persone che praticano questa attività e lo spostamento su una tipologia di attività di carattere amatoriale , in quanto un maggior numero di sommozzatori dilettanti si sono aggiunti a quelle persone che praticano l'attività per lavoro.
L'aspetto sociale e la connotazione di attività di massa sta rendendo necessario un camiamento di prospettiva , dovuto essenzialmente dal fatto che la fotografia del sommozzatore di 20 anni fa corrisponde ben poco a quello attuale. In questa ottica, chi è chiamato ad insegnare la subacquea, come pure chi deve occuparsi di medicina della prevenzione e di quella delle emergenze, è a contatto con problematiche che precedentemente non lo toccavano neppure, le quali derivano dall'aumentata varietà delle tipologie delle persone e della diversificazione delle motivazioni che spingono ogi giorno a voler svolgere tale attività.
La subacquea era praticata nella generazione precedente di sommozzatori , da persone che , anche in virtù della particolare conformazione dei fondali mediterranei, erano aduse ad immergersi in alte profondità, senza l'ausilio di particolari attrezzature tecnologiche atte a diminuire il loro sforzo fisico oppure a metterli in condizioni di sicurezza. questi personaggi erano vissuti come degli eroi o quaasi , coloro i quali osavano sfidare le profondità del mare con il loro coraggio , il loro sangue freddo , la loro temerarietà. Queste attribuzioni di ruolo in realtà non erano così immotivate; se pensiamo che i subacquei di una volta non utilizzavano ad esempio alcun giubbotto equilibratore e compensavano la tendenza ad essere portati verso il basso o verso l'alto esclusivamente aumentando o diminuendo il volume della massa toracica con appositi movimenti legati alla respirazione, comprendiamo perché la componente fisica era molto importante.
Molti di loro ignoravano o al massimo conoscevano empiricamente i parametri oggettivi riguardanti la loro imersione (profondità attuale e profondità massima raggiunta , tempo e quantità di gas respirabile a disposizione , velocità di risalita, temperatura dell'acqua, ...) Erano addestrati a controllare la situazione in modo indiretto, attraverso alcuni fenomeni oggettivi e soggettivi e conoscevano l'incidente subacqueo senza neppure sapere scientificamente come poterlo evitare.
possedevano un autocontrollo molto alto e la capacità di gestire da soli la situazione. la loro propensione ed il loro addestramento alla solitudine , erano anche derivati dalla necessità di non essere disturbati da un altro sommozzatore nelle attività di caccia e da quella di non svelare i luoghi sconosciuti e segreti in cui alcuni di loro prelevavano il corallo rosso, prezioso, raro, ricercato dalle donne.
Di contro lo sforzo respiratorio quasi annullato dai nuovi sistemi di erogazione, la'iuto in termini di sicurezza e confort che deriva dalle nuove strumentazioni computerizzate, hanno richiamato più recentemente una differente tipologia di praticanti questa attività. Anche il reclutamento e la formazione di atleti si sono d'altra parte trasformati in qualcosa che assomiglia di più al marketing per la vendita del prodotto "corso" o del prodotto "muta/gav/computer/viaggio".
Abbiamo ad esempio assistito a fenomeni di affiliazione alla subacquea, di gruppi o di persone le quali vivendo in città o nazioni lontane dal mare, non possono annoverare al loro attivo una tradizione, una simbologia, una mitologia legata al mare ed alle sue profondità.
in questa nuova prospettiva, la subacquea da attività eminentemente praticata in solitudine si è trasformata ed è stata didatticamente codificata con accezioni fortemente interpersonali. Un esempio tra tutti è rappresentato dal "sistema di coppia", il quale consta di " una serie di comportamenti e regole di gestione dell'immersione che si basano sul reciproco controllo, confronto e soccorso.
Estendendo alle attività che si praticano prima e dopo l'immersione il nostro ragionamento, troviamo che esiste attualmente anche una forte preponderanza della dimensione gruppale se si considerano gli spostamenti , i preparativi, i viaggi , le attività corsuali e formative, quelle ricreative promosse dai circoli e dai negozi specializati.
a partire dall'analisi e dal confronto dei contenuti e dei significati psicologici che sto facendo in questo periodo, ad esempio anche da una disamina dei risultati emerrsi dal gruppo di ricerca psicologica dell'ultimo meeting di San Vito lo Capo "psiche ed immersioni ottobre 2003", emergono alcuni conflitti e contenuti che forse vale la pena di portare all'attenzione dei colleghi e perchè no , anche dei non addetti ai lavori.


Profondofilia e profondofobia
Il rapporto con la profondità è un tema quasi ovvio dato l'argomento, ma le sue implicazioni sono a volte ambivalenti, potendosi individuare forse un conflitto multidimensionale. c'è da dire in primo luogo che ultimamente si assiste all'aumento della richiesta di praticare l'attività subacquea proprio da parte di quelle persone che ne hanno timore o che in qualche modo, condensano attorno ad essa alcuni loro problemi o la usano più o meno consapevolmente quale elemento di "cura" , mettendo in atto forme di formazione reattiva o, se non si vuole usare una terminologia ed una matrice psicodinamica, una sorta di tentativo di desensibilizzazione sistematica.
emerge infatti come riferito da molti professionisti della didattica, l'ambivalenza di molti neofiti che chiedono corsi , tra la paura e la voglia di andare sott'acqua , la necessità per alcune persone di esorcizzare le proprie paure attraverso meccanismi di difesa che indiucyno ad affrontare ciò che si teme, nella speranza di indurre un cambiamento profondo.
ciò contrasta nettamente con la tipologia dell'allievo che fino a 10 anni fa rappresentava quasi la regola, ossia la persona la quale frequentava una formazione, allora mediamente più lunga e frustrante, a valle di una esperienza amatoriale gia consolidata., Quasi tutti quelli che volevano conseguire un brevetto , erano stati sommozzatori autodidatti, o comunque vicini al mare ed alle sue regole, avevano gia una ottima acquaticità e conoscevano abbastanza approfondidamente ciò che stavano per apprendere
per contro oggi con un temporelativamente breve, una persona mediamente allenata dal punto di vista fisico, può conseguire un brevetto di primo livello e subito immergersi a profondità relative (se questo è ciò che desidera) ottenendo così il risultato di entrare a far parte facilmente di quella categoria di persone che possono farsi chiamare "sommozzatore" e praticare la subacquea non tanto come uno sport quanto come una attività ricreativa con tutte le implicazioni sociali, di tempo libero, di appartenenza e di individuazione che si possono immaginare. La quantità di persone le quali praticano la subacquea a bassa profondità con un training breve, rappresenta il targhet di clienti più numeroso del mercato attuale, quello dato da persone discontinue nella loro attività, stagionalmente condizionate, con un turn over molto grosso ed un facile decadimento dell'interesse. Per queste persone la profondità ha proprio il significato di un facile piacevole traguardo.
Un altro tema legato alla profondità , è costituito dal bisogno di andare sotto per sfidarsi , per sentirsi capaci, (quindi legato all'autostima e prima ancora all'autopercezione ed all'autodefinizione) , per arrivare a stare da soli con se stessi , sentirsi e percepire il proprio essere isolandolo in questa differente dimensione.
UN significato intimamente legato al continuum profondofilia/profondofobia ed alla paura , è connesso alla consapevolezza /inconsapevolezza che il mare non sia in realtà l'elemento ordinario della vita biologica dell'uomo ma un "elemento altro", da visitare come un viaggiatore innamorato ma pur sepmre straniero, o da vivere con uno strano senso di affinità ed appartenenza.
Un'altra valenza importante che si sta affermando in questi ultimi anni, è per alcuni versi , il ritorno alla subacquea del profondismo, la quale, vissuta nella generazione precedente come uno stile di vivere il mare legato alla pesca, alla performances lontana dalla tecnologia, adesso è invece la diretta conseguenza della tecnologia più spinta. Si parla infatti di "subacquea tecnica" quando ci si riferisce ad immersioni (amatoriali, ma svolte a profondità maggiori di quelle ricreative ) le quali sono possibili anche per il proliferare di attrezzature sempre più sofisticate e complesse. Così il bisogno/voglia di andare in profondità è soddisfabile grazie a speciali corsi e all'uso nella stessa immersione, di differenti miscele da respirare le quali devono essere gestite dal subacqueo che per tutto il tempo deve mantenere uno stato di controllo molto alto, deve avere precedentemente programmato nei minimi dettagli e preparato i gas individuandone le differenti profondità di utilizzo , deve avere conseguito una preparazione tecnica e fisica tale da permettergli di afrontare immersioni spinte sino a profondità notevoli. Sembra quasi, per certi versi, che la profondofilia del sommozzatore corallaro di un tempo, si sia trasformata nella subacquea tecnica di oggi, con non poche differenze ovviamente. C'è nel racconto di questi nuovi profondisti in alcuni casi, proprio la ricerca di uno stato psicofisico di esaltazione/concentrazione lucida determinata in parte da fattori ambientali quali la profondità, in parte dalla loro stessa aspettativa.
il dato oggettivo che l'uomo ha necessità di respirare aria per vivere, sottolinea inequivocabilmente il passaggio alla dimensione subacquea, come ad uno stato straordinario, nel senso di extra ordinario, sia quando viene vissuto come un ritorno nelll'elemento naturale e , ad uno stato intimo di confort psicofisico, che quando invece rievoca la paura dell'impossibilità di sopravvivere, di rimanere senz'aria , del tradimento del mare.


Vestizione e transizione
Questo momento di passaggio tra la dimensione terrestre e quella subacquea sembra individuaabile nelle operazioni preparatorie e più di tutte nella vestizione, l'atto nel quale, ancora immersi nellaria, ci si predispone con la muta, le bonbole, dopo avere controllato le strumentazioni, per poter effettuare il passaggio alla dimensione della verticalità.
l'attegiamento mentale degli ultimi minuti della dimensione terrestre, sembrano caratterizzati in quasi tutti i casi da una forte valenza gruppale, in quanto il rito della vestizione è compiuto nel gruppo e col gruppo , pressocchè costantemente confrontando reciprocamente gli elementi ed ivalori degli strumenti,, e comunicando verbalmente e non verbalmente in modo massiccio. sempre nella stessa fase si può poi vedere in atto al suo massimo la componente ossessiva, di controllo delle attrezzature, di precisione , ansia del pericolo e necessità di tranquillizzazione attraverso le procedure atte a garantire la sicurezza.
Vi sono anche non rari momenti di sdrammatizzazione, quasi di esorcizzazione reciproca di un non meglio individuato pericolo ..
La dimensione di presa di contatto con il mondo della tridimensionalità sensa peso , con il mondo del silenzio , della solitudine, sembra caratterizzata dal sogno, dalla scoperta e dall'avventura. La vestizione oltre ad essere un rito di iniziazione ed appartenenza , (si pensi alla somiglianza con l'indossare una divisa ed una serie di oggetti di esclusivo uso e possesso), è dunque anche il segno del passaggio, della metamorfosi.
Questo a volte è esperito come problematico e faticoso, come è d'altra parte vissuto come "pesante " quanto ci si mette indosso, almeno fino a che la persona non si è tuffata nell'acqua . Avere indossato nell'aria l'attrezzatura che sarà necessaria sotto il mare, segna un momento scomodo e difficile nel quale non si è più terrestri , ma non si è ancora subacquei.
Tenendo presente che certe dinamiche di angoscia si adensano proprio in questo momento , la vestizione , appare come una transizione psicologica necessaria ma a volte critica.


Ossessione e trasgressione
Un altro conflitto, o meglio altri due estremi di una dimensione , sono rappresentati dalla dicotomia ossessione/trasgressione. Per esemplificare , un estremo del continuum è rappresentato dal tema della necessità di un rinforzo della parte metodica e rassicurante oltre che rassicurabile del sommozzatore, il quale , nella didattica della subacquea amatoriale moderna , viene sollecitato nelle proprie paure affinchè esse possano spingerlo a massimizare i comportamenti di prevensione del pericolo. L'altra dimensione è quella della trasgressione , della parte di stupore, di scoperta , di curiosità , di infantile e semplice gioia nell'atto di porsi in una dimensione di "ascolto", la quale riconduce ad un aspetto di pensiero divergente, di abbandono della razionalità , di riappropriazione della propria parte infantile.
La gestione della quantità e della qualità del controllo mentale nella subacquea moderna riveste una certa importanza sociale. Tutte le nuove didattiche basano illoro modello di apprendimento su di una informazione riguardante i pericoli la quale poi diviene la motivazione per la ripetizione degli esercizi standard necessari per la gestione delle varie emergenze. Quanto maggiore è il controllo acquisito dall'allievo rispetto alla situazione, tanto maggiormente egli sarà capace di far pronte ai pericoli e a gestire l'ansia. In realtà questo passaggio è stato reso più rapido dalle didattiche moderne rispetto a quelle di una volta , in quanto la durata dei corsi è diminuita sia come quantità di tempo di apprendimento durante gli esercizi e le lezioni, sia come tempo di sedimentazione ed appropiazione personale dei vissuti, perché è diminuito in senso assoluto il "periodo di corso " passando da molti mesi a poche settimane ed in qualche caso, a pochissimi giorni.
Dopo una fase di marketing e reclutamento dei nuovi allievi la quale è attualmente basata sulla predisposizione di esperienze piacevoli, alla portata di chiunque , facili , rassicuranti ed allettanti, Si assiste pertanto alll'addestramento con l'allievo in uno stato di ipercontrollo in quanto il sommozzatore, se non rispettasse alla lettera le varie procedure, non sarebbe ancora in grado di gestire le situazioni che gli si potrebbero prospettare.
Al termine della fase ufficialmente di apprendimento, il subacqueo deve ancora in realtà abituarsi a dosare il proprio livello di controllo abbassandolo via via con l'esperienza post corso. In realtà non si è rivelato molto utile brevettare persone troppo presto rispetto ai loro tempi di sedimentazione ed appropriaizone degli apprendimenti , esse infatti , riescono a comportarsi nel modo più adeguato solo perché esse ripetono ossessivamente certe procedure appena apprese, con il terrore chepotrebbero mettere a repentaglio la loroincolumità fisica o quella del compagno della coppia . In questa fase esse ancora sono in uno stato di equilibrio fortemente instabile. Più utile sarebbe, accompagnare la persona a imparare lentamente a modulare il proprio livello di controllo. Questo obbiettivo formativo è maggiormente perseguito nelle situazioneidi gruppi, organizzazioni e circoli che per loro natura tendono a prolungare il tempo di permanenza del sommozzatore nella compagine associativa. Assolutamente inpossibile da ottenere è invece nella situazione di apprendimento "turistico " ossia di situazione corsuale lontano dalla propria residenza abituale, in cui il tempo necessario affinché la persona possa assestarsi efficacemente nella posizione del continuum ossessione/trasgressione non c'è.


La raccolta dei dati
Abbiamo brevemente illustrato alcune dimensioni di temi e conflitti specificamente legati alle attività subacquee, temi i quali profondamente esistono nel vissuto delle persone ma che qualche volta non sono in grado di emergere da soli. Se si vuole offrire qualità nell'insegnamento, nel soccorso , nella prevenzione non si può prescindere dalla analisi di questi contenuti o, per lo meno, non si può pensare all'attività subacquea come qualcosa di scisso dalle persone che la pratican.o
La conoscenza delle tematiche riguardanti le attività subacquee è attualmente un problema scentifico derrivante eminentemente dal fatto che la psicologia delle attività subacquee è un campo di applicazioni e di ricerca alquanto giovane . sin dai primi studi sull'iperbarismo la medicina ha potuto approfondire ciò che riguarda le modificazioni fisiologiche e patologiche partendo dalle reazioni dei palombari alle differenti condizioni e i dati , via via , sono stati poi raccolti con sempre maggiore coerenza scentifica e statistica. Le tabelle US NAWI, come il termine suggerisce sono state il frutto della ricerca applicata ad una certa categoria di sommozzatori degli Stati Uniti d'America. Senza addentrarci nell'intricatissimo mondo dei modelli teorici alla base delle differenti tabelle applicative, possiamo però dire che via via si sta assistendo ad una sempre maggiore verifica sperimentale delle ipotesi di lavoro in medicina subacquea, fino ad arrivare a ricerche basate sulla raccolta dati di un campione molto vasto, quali la recentissima ricerca in corso da parte di DanEurope, che ammonta attualmente a circa 18000 immersioni. . Non così in psicologia. I nostri canali attuali di osservazione dei fenomeni sono molteplici ma piuttosto disomogenei e vanno dalla raccolta spontanea dei racconti che possiamo ottenere nei centri o nelle scuole , dalle richieste di consulenza le quali di norma avvengono in concomitanza di un trauma per un pericolo occorso o scampato, dalle attività di supervisione ai formatori della subacquea, attività invero non ancora entrate nella routine delle differenti didattiche, bensì ancora legate ad episodi lodevoli ma ancora rari, dalla lettura e dalla disamina della letteratura di raconti autobiografie e materiale vario, dalla analisi delle prime iniziative di monitoraggio psicologico di alcuni fenomeni attraverso questionari e somministrazione di test.


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