PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> MAGIA, SCIAMANI E GUARITORI

PSYCHOMEDIA
RELAZIONE GRUPPO<=>INDIVIDUO
Magia, sciamani e guaritori



La cura del male tra arte e magia

Maria Paola Spagliardi *



La cura dell'uomo, la sua possibilità non sono separabili dalla società in cui vive, in cui si confronta, in cui sceglie i propri affetti e l'occupazione del proprio tempo.
La malattia dell'uomo è un fatto sociale e come tale va considerata all'interno dei rapporti dell'individuo con la propria comunità e i propri gruppi.
Dai miei viaggi in Africa dal confronto con la cultura e le tradizioni delle popolazioni locali, ho compreso quanto sia inscindibile il legame "corpo-mente", il ricorso a liturgie magico - religiose per la cura delle malattie, la cui causa è attribuita alla rottura dello stato d'armonia e all'infrangere - anche inconsapevole - di regole e valori da parte dell'individuo. La malattia non è un danno organico ma una sorta di punizione e quindi va curata con terapie adeguate.
Presso alcune popolazioni dell'Africa occidentale, ancora oggi, si riscontra un'elevata richiesta della pratica di terapie tradizionali e rituali di guarigione.
In Senegal, ad esempio, il lavoro dei guaritori è stato riconosciuto dalla medicina scientifica, così come alcuni metodi curativi che sono applicati sui pazienti nel modo in cui avviene ad esempio nell'Ospedale psichiatrico di Fann, dove è ancora possibile assistere ad una terapia collettiva alla presenza di pazienti, famigliari, guaritori, infermieri (etnopsichiatria).
Nel continente africano, in alcuni periodi dell'anno, si tengono riti per esorcizzare la presenza d'energie negative e malefici.
Il "malato", il quale soffre generalmente di disordini mentali, è sottoposto a terapie di tipo tradizionale.
La cerimonia ndop è guidata dalle "prêtresse", ndoepkat in wolof (lingua locale), si tratta di donne d'età avanzata (poiché le donne sono più inclini ad interpretare le turbe dei parenti e a comprendere le aggressioni di presenze malvagie), che hanno appreso i segreti di queste pratiche ancestrali, che sono tramandate di madre in figlia.
La prêtresse si circonda di assistenti, di solito donne molto anziane, come pure di musicisti (tam-tams) per una parte del rituale.
Il griot (narratore) apre la cerimonia, canta, accompagnandosi con il suo tama, un tamburo assolo che stimola i danzatori.
E' utilizzato anche il sabar, uno strumento di percussione che sprigiona un suono molto coinvolgente. Il tamburo battuto in modo energico favorisce lo stato di trance e la partecipazione emotiva al rito.
I corpi si muovono al ritmo delle percussioni e nascono movimenti e danze.
Il rito può durare molte ore, a volte anche giorni.
E' svolto seguendo fasi specifiche e sacrifici al fine di liberare la persona dal maleficio.
Questo tipo di cura si confonde con la magia, la pratica è carica di simbolismi e rituali: la creazione di piccoli altari, l'uso di manufatti, oggetti, conchiglie (cauri) e feticci.
Tutta la cerimonia appare simile ad una rappresentazione teatrale, uno psicodramma, una celebrazione in cui tutti gli elementi diventano arti-fici.
Magia, preghiera, rito, sacralità. Una visione animistica del mondo.

Ogni gesto deliberatamente volto a creare può divenire arte.
Già nell'antichità l'arte era molto legata alla magia, gli antichi ricollegavano l'attività fantastica, allucinatoria, immaginativa dell'artista con le tecniche magiche.
Dal rinascimento in poi, gli artisti sembrano avere deliberatamente ricercato una certa alterazione delle facoltà mentali, ad esempio, attraverso il digiuno, l'uso e l'abuso di bevande alcoliche come l'assenzio, che può provocare allucinazioni e crisi epilettiche, lo sfinimento fisico, la privazione del sonno, la rottura dei ritmi biologici per ottenere stati favorevoli all'ispirazione. Hanno in qualche modo praticato la follia, al fine di sviluppare la loro creatività.
Il fenomeno del corpo com'elemento espressivo e come ricerca ha radici lontane, si pensi agli sciamani, ai guru, ai bonzi.
Nelle culture primitive e in quelle tradizionali l'artista è, infatti, considerato un mediatore tra il mondo degli uomini e il divino.
Oggi, è possibile leggere un ritorno al corpo da parte dell'arte (body art, arte di comportamento e concettuale, land art), perché è quasi un modo di dire "guardami sono qui sto soffrendo", una sorta d'esibizionismo che ci costringe a guardare l'altro (Lea Vergine, 1997).
L'arte non è più qualcosa d'illusorio, ma qualcosa di reale direttamente e strettamente connesso con la vita umana. Come uno stregone l'artista agisce non solo in modo artistico - artificioso sicché il suo creare, crea anche vita, mentre in passato si prendeva in considerazione solo il risultato.
Il corpo diventa sia il mezzo sia il prodotto artistico stesso.

Anche in occidente si sta verificando il diffondersi della richiesta di pratiche "olistiche" di cura, quasi un ritorno a metodi antichi che appartengono alla cultura popolare.
Le terapie alternative o meglio complementari, sono apprezzate per l'attenzione che è data all'individuo e al suo stile di vita, e non solo ai suoi sintomi al fine di comprendere le cause dei disturbi che accusa.
Si può comprendere il successo di queste metodologie terapeutiche di attenzione e cura del corpo, ma anche la fascinazione verso nuovi campi di studio e ricerca.

L'arte come terapia che, ad esempio, coniuga il linguaggio artistico con il linguaggio psicologico. E' una possibilità, un percorso che permette, attraverso l'atto creativo, di rielaborare il proprio vissuto e di "ricostruire" quella parte malata che non funziona.
Si basa su riferimenti teorici di differenti discipline, tra cui: la psicanalisi, l'antropologia, le teorie sistemico - relazionali ed anche la storia dell'arte.
Nella pratica delle arti terapie si ha l'opportunità di esprimere emozioni e pensieri, trasformandoli in segni e simboli, utilizzando linguaggi non verbali (pittura, modellazione, danza, musica, teatro, scrittura).
Gli ambiti di applicazione spaziano dalla terapia alla riabilitazione, dalla formazione all'educazione, con particolare attenzione ai modelli culturali e alla dinamica delle relazioni uomo - ambiente.
L'attività artistico - creativa coinvolge l'individuo nella sua totalità mente e corpo, l'impegno richiesto non è solo di tipo cognitivo ma è collegato al mondo delle percezioni, alle sensazioni, alle emozioni e alla corporeità: corpo - strumento da osservare (gestualità, postura, movimento, trasformazione) e interpretare.
Nel fare arte l'individuo è invitato a compiere un viaggio dentro se stesso, a confrontarsi con la realtà esterna e a mettere in campo la propria sensibilità, percezione e creatività.
Un viaggio finalizzato a conoscersi, al miglioramento dell'autostima e delle capacità di rapportarsi al prossimo, la cui meta è una qualità di vita migliore e il benessere psico-fisico.


Riferimenti bibliografici

- Pio Enrico Ricci Bitti, Regolazione delle emozioni e arti-terapie, Carocci, Roma, 2000
- Martin Damus, L'arte del neocapitalismo, Laterza, Bari, 1979
- Isabelle Leymarie, Les griots wolof du Senegal, Maiosonneuve & Lorose, Paris, 1999
- Umberto Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano, 2003
- Lamberto Maffei, Adriana Fiorentini, Arte e cervello, Zanichelli Editore, Bologna, 1995
- Marc Muret, Arte-Terapia, Edizioni Red, Milano, 2005
- Janine Chasseguet-Smirgel, Per una psicoanalisi dell'arte e della creatività, Raffello Cortina, Milano, 1989
- Bianca Tosatti, (a cura di) Figure dell'anima. Arte irregolare in Europa, Catalogo della mostra Pavia-Genova, Mazzotta, Milano, 1998
- Andras Zempléni, La terapie traditionelle chez les Wolof et les Lebou, Social Science et Medicine, 1969

* Studiosa di arte come terapia, ricercatrice


PM --> HOME PAGE ITALIANA --> ARGOMENTI ED AREE --> NOVITÁ --> MAGIA, SCIAMANI E GUARITORI