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PSYCHOMEDIA
RISPOSTA AL DISAGIO
Handicap Fisici e Ritardo Mentale


MACRO E MICRO STRUTTURE IN UNA MODALITA'
DI APPROCCIO DIDATTICO--RIABILITATIVO
RIVOLTO A GRUPPI DI RAGAZZI CON RITARDO MENTALE:

"LA CONFERENZA"

9 gennaio 1997 - Liliana Clemente - dr.ssa in Lettere, logopedista
Centro di Riabilitazione Don Orione, Roma



PREMESSA

Il lavoro che presentiamo descrive le modalita' ed alcuni risultati di una esperienza effettuata nell'ambito dell'intervento didattico rivolto a gruppi di ragazzi con ritardo mentale di eta' superiore ai 18 anni ed istituzionalizzati.

Tutte le attivita' terapeutiche che interessano l'area cognitiva vengono svolte nel Reparto di Logopedia del Centro Don Orione di Roma, secondo una visione globale dei processi di apprendimento. Questo tipo di approccio viene realizzato anche con i ragazzi convittori e semiconvittori offrendo loro, accanto ad un intervento di tipo psicomotorio, un altro piu' aderente al contesto propriamente scolastico per il raggiungimento di obiettivi quali prelettura, lettura, scrittura, nozioni di matematica, informazioni sull'ambiente. Queste attivita' nel loro molteplice aspetto sono state definite con il termine di "Scuoletta".

La Scuoletta, per le finalita' terapeutiche e didattiche che si propone, ha avuto fin dall'inizio l'esigenza di suddividere i ragazzi in cinque gruppi corrispondenti ad altrettanti livelli di performance e di includere nella programmazione proposte qualitativamente e quantitativamente differenti:

Gruppo A: QI < 50 -- EM di riferimento < 5 anni

Gruppo B: QI =< 50 -- EM =< 5 anni

Gruppi C e D: QI =< 50 -- EM =< 6 anni (acquisizione letto-scrittura)

Gruppo E: QI >= 60 -- con profili disarmonici e con prevalente compromissione motoria.

Da circa due anni si sta attuando in fase sperimentale, nell'ambito specifico dell'area linguistica, l'Esperienza della Conferenza, una modalita' di approccio didattico che, pur mantenendo la necessarie suddivisioni in gruppi (livelli cognitivi), ha introdotto in maniera sistematicizzata delle situazioni d'incontro strutturate, nelle quali e' stato possibile attivare tra i gruppi delle interazioni a carattere specificatamente "culturale".

1. LA CONFERENZA

L'esperienza della "Conferenza", cominciata nel Novembre 1994 (vedere Liliana Clemente, "Esperienza della Conferenza", in: Lavori del Reparto di Logopedia e Psico-Motricita', Istituto Don Orione, Roma, 1996, pp.52-64) ha assunto in seguito, attraverso modifiche ed aggiustamenti, modalita' sempre piu' stabili e caratteristiche ben definite. Presentiamo ora in figura 1 uno schema nel quale e' possibile visualizzare le varie fasi dell'intervento didattico.

L'intervento didattico include:

(1) Un lavoro all'interno di ciascun gruppo con approcci specializzati fino ad arrivare, se necessario, ad un intervento individualizzato.

(2) Una situazione clou, la Conferenza vera e propria, dove vengono coordinati i vari gruppi assieme ed e' possibile attuare scambi e confronti diretti.

Nella sua globalita' l'esperienza della Conferenza comprende tre momenti ben distinti:

[1] Momento della PREPARAZIONE

[2] Momento della ESECUZIONE

[3] Momento della RIFLESSIONE

Dei tre momenti solo il secondo vede i gruppi interagire direttemente, negli altri due invece il lavoro dei gruppi si svolge parallelamente adattandosi ai differenti ruoli e performances.

Il Racconto e' l'asse portante della Conferenza, esso rappresenta non solo lo stimolo iniziale ma un po' il filo conduttore di tutto il lavoro. Come "oggetto" estrememente adattabile esso viene offerto nella veste piu' consona per essere CAPITO, ASSIMILATO, ARRICCHITO a secondo delle possibilita' di ogni gruppo ed anche del singolo (intervento individualizzato).

1.1 Momento della preparazione

Il momento della preparazione coinvolge tutti i gruppi che partecipano alla Conferenza, ma fin dall'inizio l'intervento assume caratteristiche differenti a secondo che si ricopra il ruolo di "conferenzieri" o di "ascoltatori" (vedi Fig.1).

1.1.1 Prima fase

Come si puo' osservare nello schema in figura 1

il gruppo dei conferenzieri viene introdotto al racconto per primo. Il racconto e' stato precedentemente adattato alla performance media del gruppo. La fase della comprensione e' quella piu' importante ed anche la piu' lunga, essa ha come primo obiettivo l'assimilazione delle strutture spazio-temporali, dei legami di causalita' e la conoscenza degli aspetti essenziali del carattere dei personaggi. Quando si e' raggiunto il livello di comprensione suddetto, si puo' passare alla seconda fase. (Durante la prima fase il gruppo di ascoltatori non lavora ancora per la conferenza).

1.1.2 Seconda fase

La seconda fase include l'ampliamento delle informazioni; questa fase e' particolarmante interessante perche' prevede il collegamento con le altre aree d'intervento della Scuoletta: area dell'osservazione dell'ambiente, area logico-matematica. Si verifica la possibilita' da parte dei ragazzi di riportare le proprie esperienze, di fare domande, di aprire discussioni, ecc. E' importante notare, per avere una visione globale, che, mentre il gruppo E (gruppo dei "Conferenzieri") lavora a questi livelli, ai gruppi C e D ("Ascoltatori") viene presentato separatamente per la prima volta il racconto come sempre adattato alle performances dei gruppi.

1.1.3 Terza fase

In questa fase si diversifica ulteriormente il lavoro svolto dal gruppo dei conferenzieri e quello degli ascoltatori. I primi infatti cominciano la vera preparazione per la conferenza con la scelta dei ruoli, lo studio e la ripetizione delle parti, le prove ed infine la preparazione degli inviti. Il gruppo degli ascoltatori invece, una volta superata la fase della comprensione, non usurfruisce della fase dell'arricchimento delle informazioni, ma ha la possibilita' di formulare delle domande che vengono poi selezionate per essere presentate al momento della conferenza. Il fatto che il gruppo degli ascoltatori giunga alla conferenza senza avere goduto della fase dell'arricchimento delle informazioni, e' un elemento importante nella dinamica interna del lavoro, essa infatti prevede il costante mantenimento della differenza di competenze tra conferenzieri ed ascoltatori. Fino alla conclusione dell'esperienza i Conferenzieri rivestono quindi il ruolo di "esperti" dell'argomento trattato.

1.2 Momento dell'esecuzione

Nel giorno e nell'ora stabilita (com'e' scritto nell'invito ideato e preparato dai ragazzi) viene effettuata la conferenza. Come abbiamo gia' detto questo e' dei tre momenti l'unico nel quale i gruppi s'incontrano direttamente.

Le caratteristiche dell'incontro sono:

(1) situazione strutturata

(2) setting preciso

(3) aspetto culturale

1.2.1 Lo spazio La stanza viene suddivisa in tre spazi ben distinti A, B, e C (Figura 2)

rispettivamente:

(A) Zona Conferenzieri, (B) Zona di Separazione e (C) Zona Ascoltatori.

In tutte e tre le zone e' prevista la presenza di almeno un operatore con delle funzioni ben precise.

Nella zona A la presenza dell'operatore serve a dare tranquillita' e sicurezza ai conferenzieri, ed a portare aiuto in maniera non evidenziata nei momenti di difficolta'. Nella zona C l'operatore in mezzo al pubblico ha una funzione di stimolazione e di controllo sull'attenzione e sul rispetto delle regole da parte degli Ascoltatori. Infine l'operatore nella zona intermedia B e' il vero coordinatore dell'incontro, semplifica se necessario i momenti di difficolta', sottolinea apertamente le fasi positive, incoraggia e gratifica ambedue i gruppi nei rispettivi interventi, apre e chiude l'esecuzione della Conferenza.

1.2.2 Il tempo

La Conferenza dura tra le due ore e le due ore e mezza. Il tempo e' strutturato in fasi abbastanza precise nella successione, ma elastiche nella durata:

1. Intervento dell'Operatore-Coordinatore

2. Esposizione da parte dei Conferenzieri

3. Domande degli Ascoltatori (si rispetta l'ordine delle file) e rispettive risposte.

4. Saluto da parte dei Conferenzieri

5. Chiusura da parte dell'Operatore-Coordinatore

6. Uscita degli Ascoltatori

1.2.3 Aspetto culturale

L'aspetto "culturale" e' una caratteristica specifica dell'incontro; i Conferenzieri hanno la consapevolezza di riportare agli altri gruppi delle informazioni nuove ed in questo ritrovano una notevole motivazione; a loro volta gli Ascoltatori sanno di andare a sentire qualcosa d'interessante. Il livello delle informazioni che naturalmente puo' variare a secondo delle performances dei gruppi in questione, non intacca comunque l'aspetto culturale inteso in senso lato appunto come uno scambio di notizie e di conoscenze.

Il setting preciso, come abbiamo visto, ed alcune regole di comportamento bene evidenziate servono fra l'altro a sottolineare ulteriormente l'aspetto serio della situazione.

La Conferenza e' un momento d'incontro e di interazione fra gruppi differenti; il rispetto delle regole, il rispetto dei turni, l'ascolto attento dell'altro sono elementi fondamentali in una situazione di relazione che non voglia essere caotica ma sociale.

1.3 Momento della riflessione

Una volta terminato il momento dell'esecuzione subentra il momento della riflessione che vede nuovamente la separazione dei gruppi sui quali si interviene con modalita' diverse e diversificate.

A. Il gruppo dei Conferenzieri che ha sostenuto il ruolo e la responsabilita' di informatore, riceve dagli operatori nei successivi incontri molta gratificazione; durante lo scambio di opinioni vengono omesse le critiche, viene sottolineato sopratutto il successo ed in generale sono evidenziati tutti gli aspetti positivi della prova.

B. Il gruppo degli Ascoltatori viene seguito e controllato negli apprendimenti: si verifica ulteriormente la comprensione e la memoria attraverso delle prove di riassunto scritto od orale, vengono prese in considerazione domande e dubbi ai quali si cerca di dare delle spiegazioni adatte alle performances individuali.

C. Il gruppo degli operatori lavora all'analisi dei risultati, prima osservando con attenzione il materiale raccolto sia scritto che audiovisivo, poi attuando una mini-programmazione relativa specificatamente al contesto della conferenza. Questa programmazione riguarda i recuperi, consolidamenti e ampliamenti delle informazioni risultate non chiare ai ragazzi-ascoltatori. Infine viene preparata per tutti una prova di verifica della memoria a lungo termine (prova di riassunto scritto od orale del racconto a distanza di alcuni mesi).

2. Alcuni aspetti pedagogici della "Conferenza"

1. L'importanza del feed-back positivo

2. Il rafforzamento del gruppo e la scelta dei ruoli

3. La didattica si adatta al gruppo

4. Una concezione di "gruppi aperti"

2.1 Importanza del feed-back positivo

La preparazione del Racconto che, come abbiamo visto nello schema interessa sia i Conferenzieri che gli Ascoltatori, assume per questi ultimi caratteristiche differenti sia nella distribuzione dei tempi che nelle modalita' di approccio. Una totale non conoscenza dell'argomento proposto avrebbe infatti portato a delle grosse cadute di attenzione e di comprensione da parte degli ascoltatori, la qual cosa sarebbe stata fortemente demotivante per i Conferenzieri. Questo tipo di dinamiche non poteva essere sottovalutato nella preparazione di un setting pedagogico. La preparazione degli Ascoltatori ha in effetti una duplice finalita': da una parte persegue un obiettivo strettamente didattico, dall'altra funziona da elemento stimolatore della motivazione. Il lavoro sul racconto, portato avanti dagli Operatori anche con il gruppo degli Ascoltatori, permette di arricchire le loro conoscenze in maniera adatta, organizzata, dandogli una performance tale che permetta loro di presenziare alla Conferenza con livelli di attenzione e di comprensione ottimali. Questa stessa performance dando maggiore sicurezza suscita maggiore interesse, stimolando conseguentemente sensazioni di adeguatezza. L'interesse degli ascoltatori a sua volta serve da stimolazione della motivazione dei conferenzieri che avvertono parimenti una sensazione di adeguatezza.

Potremmo presentare schematicamente questo processo come segue:

PREPARAZIONE DEGLI ASCOLTATORI

(prima della conferenza)

\/

\/

MAGGIORE INTERESSE E ATTENZIONE DEGLI ASCOLTATORI

(durante la conferenza)

FEED-BACK POSITIVO......................................FEED-BACK POSITIVO

CONFERENZIERI......................................................ASCOLTATORI

(quello che diciamo è interessante)........................................(siamo bravi, capiamo bene)

AUMENTO DELLA MOTIVAZIONE

\/

RIPETIAMO L'ESPERIENZA

SECONDO LO SCHEMA PRECEDENTE..................................CON DEI CAMBIAMENTI

ascoltatori >>>conferenzieri

conferenzieri>>>ascoltatori

Nel gruppo degli Ascoltatori è stato sempre inserito un piccolo gruppo di ragazzi (gruppo di controllo) che non hanno usufruito del Momento della Preparazione.

Si e' potuto notare in questi ultimi: un minore numero di domande le domande vertevano su aspetti strutturali del Racconto ed approfondivano meno gli aspetti contestuali assenza di domande di carattere originale e personalizzato

2.2 Il rafforzamento del gruppo e la scelta dei ruoli

L'esperienza della Conferenza, specie nel momento della preparazione, mette in atto nel gruppo dinamiche significative e stimolanti per il rafforzamento di esso. Ci riferiamo essenzialmente al gruppo dei Conferenzieri che, rispetto a quello degli Ascoltatori ricopre in questa occasione ruoli che necessitano maggiormente di una organizzazione unitaria ed equilibrata nell'assumere delle decisioni. In tutte le situazioni e' importante lasciare libero il ragazzo nelle scelte, ma contemporaneamente renderlo consapevole del necessario rapporto esistente tra le proprie decisioni e quelle degli altri partecipanti al gruppo. Ogni decisione dopo la discussione viene votata democraticamente. E' possibile scegliere assieme, questa e' una realta' che il gruppo puo' vivere concretamente attraverso l'esperienza.

Si puo' scegliere:

- se fare o non fare una Conferenza

- quando e dove fare la Conferenza

- come fare gli inviti

- chi invitare

Ognuna di queste voci puo' essere oggetto di discussione e occasione di scambio tra opinioni diverse.

Riportiamo ora una serie di proposte per la formulazione degli inviti (dalla "Seconda Conferenza (vedi "Esperienza della Conferenza"): copertina:

P.: "deve essere di tanti colori, azzurro, nero, rosso"

GL.: "ci deve essere il disegno dei personaggi"

G.: "bisogna disegnare uno schermo con dentro la scritta del titolo"

L.: "bisogna presentare lo schema dei ragazzi e dei personaggi"

testo:

(1) "Cari ragazzi il 12 Aprile alle 11 vi racconteremo una grandissima storia di Chichibio e Corrado di Boccaccio"

(2) "Cari ragazzi del primo piano questa e' la seconda conferenza dei Ragazzi del Chicco D'Oro. Speriano che vi piaccia questa conferenza buffa"

(3) "Il 12 aprile, Mercoledi' alle 11 c'incontreremo al secondo piano nella Scuoletta per passare assieme un po' di tempo ascoltando la conferenza che dedichiamo con tanta simpatia a voi"

Viene scelta la terza forma nella quale sono presenti il QUANDO - il DOVE - il CHE COSA. L'invito e' chiaro, puo' essere accettato. Nel primo non veniva specificato il DOVE, nel seondo non veniva specificato il QUANDO; si lavora sulla chiarezza della comunicazione. La scelta del QUANDO ha portato ad una indagine comune sugli impegni e sulla disponibilita' di ognuno e quindi si e' giunti di nuovo ad una decisione presa tenendo conto delle esigenze di tutti. Si e' parlato anche di impegni irrevocabili (ad es. visita dal dentista) e di impegni meno importanti. La scelta del DOVE ha visto i ragazzi optare tutti unanimemente per la classe, cioe' l'ambiente piu' familiare. Queste decisione ci e' sembrata molto adatta, proprio secondo i nostri obiettivi, a confermare il carattere di non eccezionalita' dell'avvenimento. Una situazione di scelta ancora piu' impegnativa si incontra al momento dell'assunzione dei ruoli rispetto alla conferenza da presentare. La scelta dei ruoli puo' offrire ai ragazzi un'occasione concreta di riflessione sulle proprie competenze. In effetti la mancanza di una adeguata capacita' di autovalutazione e' un problema molto evidente nei ragazzi del gruppo E (eta' cronologica 25-30 anni). Questo e' un aspetto difficile e delicato che interferisce nell'ambito degli apprendimenti e nell'approccio didattico. Si e' posto volutamente l'accento sulla scelta dei ruoli in rapporto all'aspetto organizzativo della Conferenza e della distribuzione del lavoro, evitando in questa maniera, specie nei primi tempi qualsiasi tipo di giudizio o di valutazione diretta. In questa ottica la suddivisione dei ruoli in generale puo' aiutare il processo di analisi di realta' in quanto ogni ragazzo si trova nella necessita' di fare quello che e' veramente in grado di fare e lo sforzo riguarda l'impegno di usare le proprie capacita' nel miglior modo possibile, preparandosi, esercitandosi, confrontandosi.

Dalla "Seconda Conferenza":

legge chi sa leggere (P.)

recita chi e' in grado di ricordare a memoria ma non possiede la lettoscrittura (L.; G.)

espone aiutato da domande chi non sa leggere ed ha paura di dimenticare (GL.)

espone aiutato da un cartellone chi ha difficolta' di linguaggio (F.)

TUTTI PARTECIPANO COME GRUPPO ed il risultato e' frutto di uno sforzo comune.

2.3 La didattica si adatta al gruppo: "un ritorno alla tradizione orale"

I due anni di sperimentazione della Conferenza hanno visto nel ruolo di "conferenzieri" un gruppo di ragazzi di eta' superiore ai 25 anni e per la maggior parte privi della competenza di lettoscrittura. La programmazione didattica ha dovuto tener conto di queste problematiche; strategie particolari ed adattamenti hanno permesso di portare avanti comunque il lavoro di preparazione e quindi di arrivare all'attuazione della Conferenza stessa. Sono stati effettuati due tipi di approcci, uno riferito al gruppo-classe ed uno di tipo individualizzato. Con il gruppo-classe tutti gli apprendimenti necessariamente sono stati affidati alla comunicazione orale, non e' stato possibile infatti aiutarsi con il riassunto scritto o con la lettura, le informazioni sono passate ai ragazzi prevalentemente attraverso l'ascolto. Per la comprensione delle strutture essenziali del racconto ci si e' aiutati con il "Codice dei Colori" (Liliana Clemente, "Il Codice dei Colori", in: Atti del XV Convegno di Neurologia dell'Eta' Evolutiva, a cura di: P. Benedetti, S. Ottaviano e F. Galletti, Roma, Novembre 1994, pp.159-169) che attraverso una simbologia semplice e "leggibile" dai ragazzi, ha permesso loro l'interiorizzazione del racconto e la memorizzazione degli elementi portanti. La drammatizzazione e' stato un secondo valido strumento; attraverso l'azione e le parole si sono potute confermare le strutture spazio-temporali, i dialoghi anche improvvisati, sottolineando i vari ruoli hanno evidenziato meglio la struttura semantica. Apprendere attraverso l'ascolto ha portato i ragazzi ad essere in generale piu' attenti, a saper tacere, a rispettare i turni, a chiedere maggiormente spiegazioni sulle parole e sul loro significato, ad essere piu' chiari ed organizzati nelle proprie esposizioni. La situazione di oralita' e' stata un'esperienza nuova ed interessante che ha dato maggiore spazio al canale uditivo rispetto a tutte le stimolazioni visive. L'uso di un codice simbolico, anche se non di tipo fonemico (il Codice dei Colori) ha permesso un rafforzamento dei processi di codifica e decodifica nel passaggio reversibile dal segno alla definizione. L'approccio individualizzato oltre che delle problematiche prima enunciate, ha dovuto tener conto di alcune carenze specifiche. Al ragazzo ipoacusico per es. a causa della scarsa conoscenza dei vocaboli e' stato dedicato un lavoro per l'ampliamento e la generalizzazione dei significati. In caso invece di grosse difficolta' di comprensione e' stato necessario ricorrere all'uso di piccoli pupazzi che sottolineassero meglio i personaggi del racconto, i rispettivi ruoli e le dinamiche essenziali della trama.

2.4 Una concezione di "gruppi aperti"

Ripercorrendo lo schema sulla Conferenza (Figura 1)

vediamo che nel Momento dell'Esecuzione il Gruppo dei Conferenzieri interagisce con il Gruppo degli Ascoltatori. Se e' pur vero che i ragazzi dei diversi gruppi hanno delle occasioni d'incontrarsi e di interagire, come durante il pranzo, nella sala giochi, in alcune attivita' terapeutiche (gruppi di psicomotricita', Laboratori, attivita' teatrale, ecc.) rimane pero' evidente che lo stare insieme realizzato nella situazione "Conferenza" ha una sua specifica caratteristica che e' essenzialmente "culturale" nel senso ampiamente inteso di "ritrovarsi per mettere in comune conoscenze ed informazioni". Nel momento stesso che, nonostante le necessarie suddivisioni in gruppi secondo le performances, si realizzano nell'attivita' didattica momenti d'incontro e di scambio, possiamo gia' affermare essersi realizzato in questo ambito il primo passaggio dalla situazione di 'gruppi chiusi' a quella di 'gruppi aperti' (vedi figura 3)

Tuttavia se un gruppo assume in maniera statica un determinato ruolo, cioe' per esempio i ragazzi di un gruppo assumono sempre il ruolo di conferenzieri e gli altri di ascoltatori, gli scambi che si verificano possono essere definiti UNIDIREZIONALI. La situazione ottimale si potrebbe attuare quando i ruoli assunti fossero 'plastici', allora si potrebbero avere GRUPPI APERTI CON SCAMBI REVERSIBILI in cui le energie del dare e del ricevere hanno un andamento circolare. Questa situazione e' la piu' difficile da realizzare poiche' necessita di un discreto livello medio di competenze da parte di tutti i gruppi. I due anni di sperimentazione della Conferenza hanno visto realizzarsi per ora la situazione di scambi unidirezionali (situazione n.2); comunque alcune nuove esperienze portate avanti nel Gennaio 1996, che descriveremo nel seguito, fanno presupporre la realizzazione di altre possibilita' e metodologie nell'ambito dell'approccio didattico precedentemente descritto.

Figura 4 -- Concezione di "Gruppi Aperti" .

3 Un ulteriore tentativo di apertura dei gruppi

1. Nuove esperienze

2. La Terza Conferenza

3.1 Nuove esperienze

La reversibilita' del ruolo di Conferenzieri e di Ascoltatori e' un obiettivo che, per essere raggiunto, richiede il possesso da parte di tutti i gruppi di alcune competenze di base. Proprio nell'intento di stimolare i gruppi e di verificarne alcune performances sono stati effettuati tra Dicembre 1995 e Gennaio 1996 tre incontri che, pur essendo diversi dalla "Conferenza", di essa presentano le caratteristiche essenziali:

a. situazione strutturata

b. aspetto culturale Sono presenti anche degli elementi nuovi:

c. prima esperienza di scambi reversibili (i Gruppi C e D invitano il Gruppo E)

d. vengono introdotti i Gruppi A e B aventi performances molto piu' basse

I tre incontri che hanno visto partecipare solo alcuni dei ragazzi appartenenti ai vari gruppi, hanno offerto queste tre situazioni:

1. MENTAL MEMORY (i Gruppi C e D invitano il Gruppo E)

2. GIOCO DELLE PAROLE (i Gruppi C e D invitano il Gruppo E)

3. ASCOLTO MUSICALE (il Gruppo E invita i Gruppi A e B)

3.1.1 Mental memory SPAZIO STRUTTURATO

Il Tavolo separa gli Invitati dagli Ospitanti, ma contemporaneamente lega i partecipanti allo stesso gioco (spazio comune di azione). Fondamentale e' la presenza degli Operatori la cui posizione riconferma negli spazi quella gia' sperimentata nella Conferenza. In modo particolare l'Operatore-Coordinatore che occupa una posizione intermedia fra i due gruppi, ha il compito di:

(1) formulare all'inizio le regole del gioco e riconfermare le stesse se necessario durante l'esecuzione, (2) controllare il gioco, (3) facilitare le situazioni problematiche, (4) formulare dei giudizi.

Il Gioco consiste nello scoprire due carte del gioco Memory e trovare una associazione logica che giustifichi il loro assemblaggio. L'abbinamento viene giudicato dal gruppo degli "avversari" che puo' contestare alzando la mano; l'Operatore-Coordinatore controlla che si rispettino i turni e decide la distribuzione dei punti. In questo contesto si e' manifestata in generale una superiorita' dei Gruppi C e D che hanno prodotto abbinamenti logici ad ampio respiro, mentre i ragazzi del Gruppo E rimanevano piu' legati ad associazioni di tipo percettivo e quindi ad una classificazione di tipo piu' semplice (per forma, per colore, ecc.). \underline{ Nelle difficolt\`a di approccio} e di interazione la situazione strutturata e l'uso preciso degli spazi e dei ruoli sono stati di notevole aiuto: i "padroni di casa" si sentivano in dovere di essere gentili con gli "invitati" e questi a loro volta si sentivano in dovere di "comportarsi bene" essendo "ospiti".

3.1.2 Il gioco delle parole

SPAZIO STRUTTURATO

(vedere lo schema precedente)

Si disegna e si scrive alla lavagna il nome di un oggetto. La gara consiste nel trovare un significato diverso che questa stessa parola puo' avere (ad es. la parola "piatto"). In questo gioco si e' manifestata una netta superiorita' del Gruppo E che ha rivelato di possedere una maggiore competenza lessicale-semantica.

3.1.3 Ascolto musicale SPAZIO STRUTTURATO

Il Gruppo E E' disposto a semicerchio, gli invitati (Gruppi A e B) sono seduti di fronte, ognuno ha un banchetto con sopra un foglio bianco ed una scatola di pennarelli. Lo spazio s serve come "separatore" tra le due zone, ma anche come "trait-d'union" nel momento in cui esso diventa campo d'azione.

TEMPO STRUTTURATO

1. Il Gruppo E discute sui ritmi veloci e sui ritmi lenti ed ognuno esprime le proprie esperienze in fatto di musica.

2. Entrano gli Invitati (Gruppi A e B) che si accomodano nei banchetti.

3. Si ascolta tutti assieme della musica con ritmi veloci e

(a) gli Invitati, su richiesta di un Operatore, eseguono durante l'ascolto delle tracce grafiche sui fogli che hanno a disposizione,

(b) battono il ritmo con le mani,

(c) ognuno a turno si alza e esprime attraverso il proprio movimento nello spazio S (spazio di azione) il ritmo musicale.

4. Si ascolta tutti assieme della musica con ritmo lento e gli Invitati fanno le loro esperienze di ritmo secondo lo schema precedente (a, b, c).

5. Gli Ospitanti salutano gli Invitati che escono dalla stanza.

6. Breve scambio di impressioni tra i ragazzi del Gruppo E e gli Operatori.

La situazione dell'ascolto musicale rivela subito degli elementi interessanti:

A. Un ragazzo del Gruppo E per la prima volta in maniera autonoma porta avanti un incarico scegliendo le musiche e proponendole il giorno dell'incontro. La consegna era stata quella di presentare agli Invitati due ritmi opposti: il "veloce" e il "lento".

B. Si crea tra i due gruppi molto differenti per performance una relazione che E' di "tipo culturale", ovvero di scambio di conoscenze. In effetti, pur non essendo possibile un vero e proprio scambio a livello verbale, si attua ugualmente la comunicazione "culturale" nel momento stesso che i ragazzi dei Gruppi A e B mostrano la loro produzione grafica all'altro gruppo (Gruppo E), quando si sforzano di battere il tempo assieme non casualmente, ed infine quando, esprimendosi con il movimento, offrono agli Ospitanti l'immagine concreta dei ritmi in opposizione, immagini che al contrario questi ultimi, date le loro problematiche motorie, non sono in grado di attuare. Il dare e ricevere si realizzano anche in questa situazione piacevole e seria per l'impegno con il quale gli uni "propongono" e gli altri "eseguono".

3.2 La Terza Conferenza

La Terza Conferenza (Aprile 1996) ripropone il modello precedentemente sperimentato (Prima Conferenza: Dicembre 1994, Seconda Conferenza: Aprile 1995) riconfermandolo nelle sue dinamiche e caratteristiche essenziali.

DINAMICHE: 1. Momento della Preparazione 2. Momento dell'Esecuzione 3. Momento della Riflessione

CARATTERISTICHE: 1. situazione Strutturata (spazio, tempo), 2. Situazione Culturale (scambio di conoscenze), 3. Situazione Sociale (gruppi aperti).

Nella Terza Conferenza compaiono alcuni elementi nuovi che riteniamo opportuno segnalare. Essi riguardano:

ELEMENTI NUOVI:

1. L'ARGOMENTO svolto nella Conferenza.

2. La DURATA della Conferenza.

3. Gli INVITATI alla Conferenza.

3.2.1 L'argomento

L'uso del Racconto come spunto ed elemento portante e' anche questa volta confermato nei suoi molteplici aspetti. Nel Mito di Orfeo ed Euridice la figura di Orfeo offre l'occasione per un aggancio ad un discorso piu' ampio ed attuale: quello della musica e dei cantautori. I ragazzi del Gruppo E scelgono assieme alcuni cantanti-compositori ed alcune loro composizioni. Proprio a questo punto intervengono alcune novita' che riguardano un aspetto delicato ed importante, cioe' una certa \underline{iniziativa personale} che porta i ragazzi a proporre spontaneamente qualcosa (vedere: 3.1.3 Ascolto Musicale). Qualcuno si offre di portare cassette e compact dei cantautori scelti per ascoltare assieme le musiche e fare una ulteriore selezione. Un ragazzo si offre di portare un libro con le parole delle canzoni. Un altro ragazzo, esperto musicale, si offre per suggerire alcuni consigli pratici sull'uso dello stereo, sul funzionamento e la manutenzione di tutto il materiale musicale. Queste notizie nuove suscitano nel Gruppo E un tale interesse che si decide assieme di introdurre anche queste informazioni nella Conferenza di Aprile. L'abbondanza degli argomenti evidenzia durante le prove la necessita' di dividere la Conferenza in due giorni.

3.2.2 La durata

La Terza Conferenza e' composta di due incontri successivi, il primo e' dedicato al Racconto vero e proprio ed a brevi riferimenti al contesto storico. La seconda parte e' dedicata invece all'aspetto prettamente musicale. Come al solito e' stato riservato un ampio spazio alle domande; si e' potuto constatare che anche il secondo giorno, pur essendo riguardo alla formulazione delle domande la situazione completamente improvvisata, non si e' creata alcuna difficolta'; il ragazzo esperto musicale, dopo avere esposto i propri consigli, e' stato in grado di rispondere correttamente ed anche in maniera spiritosa e vivace a tutte le domande degli ascoltatori. Si e' potuto notare da parte sua un buon controllo delle emozioni anche nelle situazioni un po' problematiche.

3.2.3 Gli invitati

Nell'ultima fase del secondo giorno della Conferenza sono stati invitati alcuni ragazzi dei Gruppi A e B (per la maggioranza ragazzi con la Sindrome di Down). In questa maniera si e' attuata per la prima volta in una situazione didattica una compresenza di tutti e cinque i gruppi della Scuoletta. La partecipazione dei Gruppi A e B e' durata circa una mezz'ora; e' stato richiesto loro un ascolto attento ed i ragazzi hanno avuto un buon comportamento, adeguato al contesto, e sono apparsi motivati.

3.2.4 Scaletta della Terza Conferenza

PRIMO GIORNO saluto ed introduzione da parte dell'Operatore Coordinatore saluto da parte dei Conferenzieri presentazione del racconto di Orfeo ed Euridice attraverso il Codice dei Colori (F.) alcune notizie sul contesto (lette da P.) esposizione del racconto: (1) narratore (F.) (2) dialoghi (D. e G.) (3) lettore (P.) domande -- risposte saluto e chiusura -- appuntamento per il secondo giorno

SECONDO GIORNO saluto e riapertura da parte dell'Operatore Coordinatore lettura -- parte storica (P.) i cantautori presentazione delle canzoni scelte l'Angolo delle Curiosita' (presentazione di vecchi dischi) consigli pratici per la manutenzione del materiale musicale domande -- risposte ascolto delle parole delle canzoni entrano i Gruppi A e B ascolto musicale saluto e chiusura

CONCLUSIONE

La Terza Conferenza ha mostrato come possano essere agevolmente inserite modifiche ed arricchimenti nella struttura di un modello d'intervento che risulta essere pertanto estremamente plastico. L'Esperienza della Conferenza continua nell'anno 1996--97, mantenendo per alcuni aspetti un tipo di strutturazione oramai collaudata, per altri lasciando invece spazio ad elementi nuovi ed adattamenti. E' necessaria infatti una "visione dinamica" dell'approccio pedagogico anche nell'ambito della Pedagogia Speciale; e' utile introdurre e stimolare situazioni nuove purche' ci si rifaccia sempre ad un criterio di adeguatezza, tenendo conto delle performances dei ragazzi e delle loro motivazioni. Proprio facendo riferimento al criterio di adeguatezza, un problema considerevole nell'approccio terapeutico rivolto a giovani con ritardo mentale e' quello di trovare le modalita' giuste per porgere delle richieste adatte e per ottenere conseguentemente dei risultati. Il lavoro di gruppo e' un aspetto caratterizzante della Conferenza in tutte le sue fasi: un Gruppo inteso come il "luogo del noi dove ognuno puo' esprimere i propri bisogni e sentire che vengono accolti" (C. Marroni e M.A. Ruggiero, "L'educazione nei servizi sociali", SEAM, Roma 1996, pag.162). In un'atmosfera dove si scopre di non essere sottoposti a giudizio, si possono creare le condizioni necessarie e indispensabili per avviare i processi di apprendimento e per maturare scelte e decisioni. Riteniamo importante sottolineare come i diversi obiettivi di questo tipo d'intervento, riferendosi relativamente all'aspetto terapeutico, didattico e pedagogico, si trovino riuniti in un progetto globale che ha come finalita' ultima lo sviluppo dell'individuo. La crescita avviene nel gruppo che, accogliendo e anche rimandando al singolo, una ricca varieta' di situazioni, offre l'opportunita' di sperimentare e di sostenere meglio eventuali insuccessi. La Conferenza propone un tipo di interazione il cui principale oggetto di scambio e' la Conoscenza: su questa si lavora, specie nel "Momento della Preparazione", affinche' le informazioni abbiano un valore tale da essere comunicate dai Conferenzieri agli Ascoltatori. Questo aspetto culturale e' anche lo spunto e la modalitia' attraverso la quale promuovere situazioni di alto contenuto socializzante e relazionale.

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