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PSYCHOMEDIA
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Tesi di Laurea di Roberta Ganzetti

GAETANO BENEDETTI: IL SIMBOLO E LA STRUTTURA
DELL'INCONTRO NELLA TERAPIA DELLE PSICOSI


PRESENTAZIONE DELL'AUTORE


Gaetano Benedetti nasce a Catania il sette luglio 1920.
Compie gli studi di medicina e neurologia presso l'università della città natale.
L'insoddisfazione per la psichiatria italiana, prima della "rivoluzione di Basaglia", portò Benedetti a progettare di andare all'estero. Dalla sua autobiografia si legge che in quel periodo "la storia di vita dei pazienti" non sembrava venir presa in considerazione(1). Fu allora che, dopo la fine della seconda guerra mondiale decise di trasferirsi a Zurigo, dove compì la formazione sotto la guida di Manfred Bleuler conseguendo la specializzazione in psichiatria. Successivamente pensò di ritornare in Italia candidandosi a Roma per una "libera docenza" presso una "Clinica delle Malattie nervose e mentali". Il ritorno non ebbe poi più luogo in quanto, alla fine del 1956, fu chiamato come Professore di Igiene mentale e psicoterapia all'Università di Basilea. La sua attività terapeutica incominciò a Burgholzli, dove avevano operato anche Eugen Bleuer e C. G. Jung; qui incontrò e imparò a conoscere i pazienti schizofrenici.
Alla fine dell'anno 1961 fu colpito da una grave malattia neurologica che fece spostare, per qualche anno, il fuoco della sua ricerca all'ambito della neurologia, neurofisiologia e neuropsicologia, arrivando a sottolineare l'importanza di quest'ultima con i libri Segno, simbolo e linguaggio e Neuropsicologia.
Benedetti riconosce come suo secondo maestro, dopo M. Bleuler, Medard Boss, sostenitore dell'analisi fenomenologica, da lui imparò a prendere in considerazione profondamente il contenuto fenomenologico delle dichiarazioni dei pazienti, non cadendo nell'errore di ridurle in costrutti attinti dalla teoria, trascurando, così, l'unicità della persona(2). Molti concetti della fenomenologia non sono, però, accettati da Benedetti soprattutto la negazione di un ordine simbolico nelle immagini e del simbolico in generale, come anche quella che una parte della nostra vita psichica sia inconscia.
Prese un'ulteriore specializzazione negli U.S.A. con la guida di N. Rosen dal quale rimase profondamente colpito sia per l'ottimismo, la capacità di partecipare dell'esperienza dei suoi pazienti, sia per il coraggio delle sue interpretazioni. Il " metodo Rosen" ha, però, lasciato poche tracce nella sua successiva attività. Gli stimoli più importanti provengono dalla conoscenza di C. G. Jung attraverso seminari e colloqui privati dal quale l'Autore eredita l'ottimismo terapeutico (o, come preferisce definire tale attitudine il suo allievo G. M. Ferlini, una serenità terapeutica) ed il rispetto per il paziente...
Tra gli autori conosciuti a fondo da G. Benedetti rientrano anche la Sechehaye, la quale con la teoria della "realizzazione simbolica" ha fatto del simbolo il centro della sua trattazione(3).
Gaetano Benedetti, come evidenzia Pier Giorgio Moriero, è da annoverarsi tra i pionieri della presa in carico delle patologie psicotiche gravi, soprattutto della schizofrenia, da una prospettiva clinica psicoanalitica ed avvalendosi anche degli apporti offerti dalla psichiatria fenomenologica(4).
Sin dall'epoca della sua emigrazione in Svizzera nel 1947 i rapporti con l'Italia, anche accademici, gli sono stati sempre molto a cuore, tanto che, con Pier Francesco Galli ha contribuito alla creazione del Centro Milanese che oggi si suddivide nella (SPP) "Scuola di Psicoterapia psicoanalitica" e nella (ASP) "Associazione di studi psicoanalitici", riconosciute in campo internazionale nel 1989 con la loro integrazione nell'International Federation of Psychoanalytic Societies (IFPS).

Un'altra "fase dell'attività Italiana" è stata caratterizzata dalla collaborazione con il Dott. Maurizio Peciccia nella clinica psichiatrica di Perugia. Tale collaborazione ha aperto la via dell'applicazione del modello di psicoterapia di Benedetti anche ai gruppi, concretandosi nella fondazione della Comunità Terapeutica "Sementera" nella quale sono in corso dei programmi di terapia e di ricerca scientifica(5). (cfr. p. 93)
I più importanti testi dell'autore sulla psicoterapia delle psicosi, ed in particolare della schizofrenia, sono: Alienazione e personazione nella psicoterapia della malattia mentale, del 1980; Paziente e terapeuta nell'esperienza psicotica, del 1991; psicoterapia come sfida esistenziale, del 1992. Questi scritti raccolgono le esperienze terapeutiche e l'insegnamento costantemente svolti, dalla fine degli anni quaranta in Svizzera e in U.S.A e dalla fine degli anni cinquanta, a Basilea ed a Milano. Attualmente G. Benedetti vive a Basilea dove continua incessantemente a lavorare come supervisore.

Note:

1) AA.VV., "Benedetti e Cremerius: il lungo viaggio... Le autobiografie di due maestri della psicoanalisi", a cura di Susanna Kuciukian, Franco Angeli, Milano 2000, p. 31 ss. "La psichiatria deve occuparsi soltanto del cervello, sangue e urina." Così si espresse un insegnante di neuropsichiatria in risposta alla domanda di Benedetti, il quale chiedeva come mai i malati psichiatrici venissero "affettivamente" trascurati.
2) AA.VV., "Benedetti e Cremerius: il lungo viaggio... Le autobiografie di due maestri della psicoanalisi", a cura di Susanna Kuciukian, Franco Angeli, Milano 2000.
"Noi siamo ospiti della storia della vita dei nostri pazienti, non disponiamo di conoscenza di leggi psichiche naturali rispetto alle quali i contenuti delle esperienze esistenziali dei pazienti passerebbero, a senso, in secondo piano."
3) AA.VV., "Benedetti e Cremerius: il lungo viaggio... Le autobiografie di
due maestri della psicoanalisi"; a cura di Susanna Kuciukian, Franco Angeli, Milano, 2000, p. 42 "Anche con M. Sechehaye ebbi un rapporto molto vivo. Successivamente, tuttavia, abbandonai la sua teoria secondo la quale il simbolo terapeutico dovrebbe soddisfare soltanto desideri istintuali (orali, aggressivi, ecc.) non soddisfatti; penso piuttosto che determinante sia non la realizzazione del desiderio istintuale nel simbolo, ma la nascita del simbolo del Sé e della Dualità nell'incontro."
GAETANO BENEDETTI, "La psicoterapia come sfida esistenziale", edizione italiana a cura di Giorgio Maria Ferlini, Cortina, Milano, 1997, p. 1
"Da quasi cinquant'anni lavoro nel campo della psicoterapia individuale. La mia concezione poggia su una sintesi di fenomenologia, psicologia del profondo e configurazione simbolica e ristrutturazione della psicopatologia"
5) AA.VV., "Benedetti e Cremerius: il lungo viaggio... Le autobiografie di
due maestri della psicoanalisi", a cura di Susanna Kuciukian, Franco Angeli, Milano, 2000. "Il contributo terapeutico di Peciccia, la sua scoperta dell'importanza terapeutica del- disegno speculare progressivo- mi ha permesso di inquadrare tale metodo nel mio concetto tradizionale di terapia positivizzante e creatrice di simboli."


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