PM HOME PAGE ITALIANA NOVITÁ RECENSIONI STAMPA

PSYCHOMEDIA
EDITORIA
Stampa
Rubrica Complessità Non-linearità e Psiche - Mag 1998



- Le Scienze" n.356 di aprile '98

Sangue artificiale, Bolle di sapone e membrane cellulari

di Gaetano Dell'Anna

Spero si possa convenire, magari transitoriamente, di chiamare intersezione l'argomentare che si fonda sull'integrazione di più concetti - diversi e distinti, seppure adiacenti per qualche aspetto - per cui l'uso di ciascuno quale estensione dell'altro possa ampliare in modo naturale lo spazio del ragionamento; d'altra parte è noto che l'intersezione di più rette può rappresentare piani e volumi in modo molto efficace.
Il procedimento si rivela molto interessante con questi tre argomenti che troviamo ne "Le Scienze" n.356 di aprile '98:
"Il sangue artificiale." (di Mary L. Nucci e Abraham Abuchowski);
"Scienza e arte nelle bolle di sapone." (di Michele Emmer);
"Modelli di membrane biologiche." (di Alessandra Ghiozzi, Ranieri Rolandi e Enrico Scalas).

Sangue artificiale. "È l'essenza della vita che gli studiosi stanno cercando di capire e riprodurre" si osserva in questo articolo; affermazione condivisibile da diversi punti di vista, non ultimo quello storico-antropologico dacché, praticamente in ogni cultura, la presenza concreta o simbolica del sangue si trova in riti, tradizioni, narrazioni, variamente formulate e tuttavia con chiaro riferimento alla possibilità di dare e togliere la vita da parte di un potere superiore, reale o immaginario.
Mi sembra dunque ragionevole pensare che le ricerche destinate alla possibilità di fabbricare un prodotto succedaneo o sostituto del sangue naturale si fondino anche su fantasie collettive collegate ai temi del dono, e del furto, del sangue (l'eroe e il vampiro), oltre che su un'articolazione squisitamente attuale del potere di dare e negare la vita, che pone, a un estremo, il rischio di predominio privato sui brevetti e sui flussi economici conseguenti alla scoperta; e all'altro la necessità di attribuire a un'ente superiore (statale o sovranazionale) il potere di assicurare a tutti questo prodotto che, reso disponibile, diverrebbe necessario come il pane sul cui bisogno si fonda la mitologia delle rivoluzioni.
Tuttavia "di quanto sia complesso il sangue sono testimoni le difficoltà di trovarne un sostituto", e la complessità, anche se spesso lo trascuriamo, è un problema di tutti. Un problema insolubile col quale l'umanità si confronta dalle più lontane epoche; infatti, l'avanzare del progresso ha dimostrato che ogni soluzione è anche l'accesso a una complessità di livello superiore. La ricerca, perciò, continua.

Bolle di sapone. Cercherò di essere convincente sostenendo che abbiano a che fare col sangue artificiale, e mi riferisco alla possibilità di generalizzare la conoscenza anche tra settori molto distanti; quindi riporto, dall'articolo, che si tratta di "uno degli argomenti più interessanti per molti settori della ricerca scientifica: dalla matematica, alla chimica alla biologia"; ma non basta. Le bolle di sapone sono anche "oggetto di interesse non tanto per il loro aspetto ludico quanto come simbolo, come allegoria della caducità delle cose umane" e tutto ciò da il senso di un interesse che esamina con rigore anche fenomeni che, da altri punti di vista, attingono alle aree del sensuale pànico e della magia; proprio come i rituali del sangue.
Non è recente questo speciale interesse, "molti fenomeni legati alla tensione superficiale, come le bolle di sapone, erano stati osservati fin dai tempi antichi" certo con la curiosità un po' infantile che siamo abituati ad attribuire agli antichi pensatori, ai quali non era sfuggito che "mentre la lamina si va assottigliando si vedono comparire sulla sua superficie tutti i colori dell'arcobaleno", un fatto considerato, per molto tempo, magico come il fenomeno celeste, e che solo nel secolo scorso fu collocato nell'ambito fisico dei fenomeni di interferenza che, nelle bolle di sapone, si verificano quando lo spessore della lamina è paragonabile alla lunghezza dell'onda luminosa. Studi più recenti hanno dunque definito una relazione tra le lamine saponate e molti fenomeni naturali che seguono schemi di massimo e di minimo, un principio per cui la condizione che realizza un fenomeno corrisponde alla minima possibile in assoluto e realizza perciò la massima economia del sistema; tutto questo ha relazione con la struttura delle membrane biologiche (e quella dei globuli rossi, non a caso) nelle quali un principio rigoroso di economia funzionale ha permesso a certe forme - piuttosto che ad altre - di superare una selezione durata innumerevoli millenni.

Membrane cellulari. Si tratta di quantità di materia biologica esigue e di struttura estremamente complessa. Le ricerche intorno a queste microscopiche organizzazioni sono rese ardue anche dal fatto di trovarsi prossime a stati della materia nei quali la meccanica quantistica tende a prevalere; le funzioni che le membrane cellulari svolgono sono, infatti, in un ordine di grandezza sub-molecolare e le più importanti riguardano la regolazione di flussi di ioni tra l'interno delle cellule e l'ambiente interstiziale. La conoscenza in quest'ambito procede alla costruzione di "sistemi modello" che permettono di studiare le interazioni tra i costituenti della membrana in modo controllato. Poiché nell'articolo è descritto un apparecchio che permette di osservare, al microscopio, una membrana lipidica dello spessore di 4 nanometri formarsi in un foro di circa un millimetro di diametro praticato in un diaframma di Teflon, ho considerato che questo procedimento - con diversa finalità - appare simile a quello con cui si studiano le lamine saponose: in entrambi i casi si osserva un processo di auto-organizzazione del fluido, in sistema laminare, su un telaio di sostegno.
Del concetto di auto-organizzazione si nota, nell'articolo, che viene tradotto da 'self-assembly' invece che da self-organisation (*). Un chiarimento chiesto agli Autori, è prevenuto, in rapido scambio di e-mail, dalla Prof.ssa Alessandra Gliozzi: "il termine scelto per tradurre in italiano la dizione inglese "self-assembly" deriva dalla considerazione che la parola "assemblaggio", che pure viene regolarmente usata, è un inglesismo e non è presente nella lingua italiana. Nello stesso tempo, poiché questi sistemi che si formano spontaneamente da molecole organiche anfipatiche hanno un elevato grado di ordine, e quindi in un certo senso sono sistemi fisici altamente organizzati, ci è parso logico includere nella nostra traduzione anche questo concetto.".
Questione che, se può apparire solo incidentale nel contesto di questa trattazione, mette in evidenza sia il buon uso dei concetti che la loro "maneggiabilità" generale, pur nella conservazione e correttezza dei contenuti.

Dalle bolle di sapone, dunque - come modello di un sistema relativamente semplice di confinamento di volumi di gas in ambiente gassoso - muove lo studio di fenomeni laminari che riguardano strutture destinate al contenimento/confinamento di volumi di materia biologica in ambiente biologico. E il sangue è un tessuto di cellule specializzate costituite, come le altre cellule viventi, da una membrana cellulare, formata da un doppio strato lipidico in cui sono inserite varie proteine, contenitore di fluidi in ambiente fluido. Appunto il doppio strato lipidico, struttura ordinata di molecole anfipatiche - dotate cioè di una parte idrofilica e di una idrofobica - dona alla membrana cellulare qualità simili a quelle dell'acqua in cui sia disciolto un tensioattivo, la sostanza che, riducendo la tensione superficiale, permette la formazione di bolle o di cellule. Proprietà fondamentale dei tensioattivi è quella di autoorganizzarsi in una grande varietà di strutture, in funzione dell'ambiente nel quale esse si trovano e che ne definisce la forma, come per le lamine saponose, secondo le caratteristiche del supporto che le sostiene; infatti, in assenza di supporto, bolle di sapone e cellule assumono forma sferica.
Con molte probabilità il futuro della ricerca sulla realizzabilità di strutture di dimensioni pressoché molecolari, in grado di imitare i processi biologici naturali, terrà conto dei modelli sistematici definiti anche attraverso gli studi sulla dinamica delle bolle di sapone, questi oggetti che dalle epoche più antiche hanno illuso gli uomini, fanno sognare ancora.
È certo un sogno condiviso che ci fa desiderare un futuro nel quale si realizzi la possibilità di riprodurre le proprietà strutturali e funzionali delle membrane biologiche, aprendo la strada, con le nuove tecnologie, non solo alla produzione di sangue artificiale, ma anche alla conoscenza dei meccanismi che regolano il passaggio degli ioni di sodio e potassio attraverso la membrana della cellula nervosa nella generazione dell'impulso assonico, con prospettive straordinarie per la ricerca sulla fisiologia del sistema nervoso e sulla funzione dell'apparato psichico.

Compiuta l'intersezione dei tre articoli che ho fin qui strumentalmente utilizzato, mi occorre rilevare che anche nell'organizzazione della personalità è stata studiata una funzione di membrana: complesso sistema di confinamento di un volume psichico in ambiente psichico familiare, gruppale, sociale (Meltzer, Bick, Bion, e altri che mi sfuggono). E perfino nell'organizzazione sociale, un fenomeno emergente dalla complessità dei rapporti umani, possono essere osservate funzioni-membrana: sistemi di confinamento di volumi di interessi nell'ambiente specifico degli interessi.
Ecco che forse, in qualche modo, noi tutti e la nostra bella realtà non siamo che bolle di sapone; e questa considerazione finale s'interseca chiaramente con quanto vanno dicendo da millenni poeti, mistici e filosofi.

(*) Ringrazio Mario Pigazzini, il responsabile dell'area, per quest'osservazione che mi ha consentito di rivolgere agli Autori una richiesta di chiarimento prontamente e pienamente soddisfatta.


PM HOME PAGE ITALIANA NOVITÁ RECENSIONI STAMPA

/BODY>