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PSYCHOMEDIA
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Rubrica Complessità Non-linearità e Psiche - Mar 1998



- Marzo 1998 - Le Scienze, n. 355

Recensione dell'articolo:L'architettura della vita
di Donald E. Ingber
(sintesi a cura di Gaetano Dell'Anna)

Suggestivamente, il progresso umano sembra riprodurre un fenomeno simile a quello per cui il bambino, avendo acquisito una capacità, ne usa parti per promuovere e facilitare l'esercizio di altre; gli elementi di un pattern motorio primitivo si evolvono in numerosi altri: prima si apprende ad afferrare, poi si raffinano le diverse modalità del prendere. Normalmente non può essere osservata alcuna transizione tra prendere e apprendere, ma è noto che l'afferrare infantile opera da meta-modello nella struttura di concetti altamente complessi tra quali il comprendere, il capire, e, sorpresa, il verificare che, in italiano, si dice "toccare con mano"; tutti processi psichici che hanno relazione con la ricerca della conoscenza.
A scala più grande, tra le discipline scientifiche si può trovare un analogo traslocare di modelli e/o di loro porzioni: Le Scienze, nel numero di marzo 1998, pubblica un bell'articolo di D.E.Ingber dal titolo "L'architettura della vita". Ebbene, in questo convincente lavoro, il termine "architettura", non ha valore allegorico ma è un modello responsabilmente adottato nel quale la congiunzione tra strutture architettoniche e biologiche dipende dalla "tensegrità", qualità che consente a un sistema dinamico di sostenersi per la sinergia delle forze di tensione e compressione che sono distribuite e si bilanciano al suo interno.
Questa particolare formulazione del meta-modello binario, la tensegrità, si generalizza facilmente a sistemi e processi di ordine squisitamente psicologico: in natura tutto si basa sulla contrapposizione-cooperazione di due forze-strutture. In relazione a fenomeni dinamici, in generale, quando due forze interagenti sono una sostegno dell'altra si organizza una struttura; in modo analogo, due o più strutture si organizzano a un superiore livello di complessità e così via; ogni azione riguardante un elemento qualsiasi di un siffatto sistema influirà in qualche modo sull'intero sistema.
I modelli di tensegrità descritti da Ingber si prestano a interessanti riflessioni sulle organizzazioni individuali, familiari e gruppali; molte teorie ne danno riscontro attraverso la descrizione di personalità e di rapporti interpersonali tipicamente improntati a questioni di rigidità-flessibilità che danno luogo a fenomeni rilevanti sul piano clinico.
Fu lo studio di una gran quantità di organismi strutturalmente assimilabili a convincere l'A. che "il problema di come si formano gli esseri viventi aveva a che fare più con l'architettura che con la composizione chimica" e che, considerate certe ricorrenze strutturali, matrice primigenia degli organismi più antichi doveva essere stata non l'acqua ma l'argilla stratificata in reticoli porosi; in conformità a ciò sembra giusto considerare che la funzione psichica è, per quanto ne sappiamo, il più evoluto prodotto della più complessa organizzazione strutturata nella materia vivente, e analogamente descrivere processi psicologici secondo modelli architettonici e di tensegrità.
Il modello indicato, pur così lontano da quelli abitualmente adottati dalle scienze psichiche e sociali, incoraggia a prestare attenzione ai modi in cui l'interazione tra diversi campi dell'attività umana può produrre dinamicamente fenomeni e processi diversi e spesso inesplicabili; e indica la possibilità di abituarsi a un uso flessibile di modelli, i più disparati, non come sterile esercizio di intelletto ma come ausilio del processo analitico e decisionale, nel lavoro clinico, nella vita familiare e sociale, nelle imprese e nelle organizzazioni di ogni genere. La cosa mi sembra adatta in particolar modo a coloro che, avendo compiti di responsabilità organizzativa, possono desiderare l'aiuto di uno strumentario moderno nel confronto con i noti, e spesso perversi, stereotipi di ruolo (vds. in proposito di Jeffrey Goldstein in Psychomedia: L'Organizzazione come sistema non-lineare - Implicazioni per managers).


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