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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Malacrea, Lorenzini

Bambini abusati: linee guida nel dibattito internazionale

Raffaello Cortina, Milano



E' in libreria , dopo tre anni di lavoro, il volume che raccoglie e analizza criticamente la letteratura internazionale su tutti i temi enunciati nella "Dichiarazione di consenso in tema di abuso sessuale", prodotta all'interno del C.I.S.M.A.I.
Siamo in un Paese in cui molte iniziative, legislative e governative, attestano crescente preoccupazione per la tutela dei soggetti deboli coinvolti in questo tipo di esperienze traumatiche. Inoltre l'opinione pubblica continua ad essere sollecitata su questo tema, che non può non suscitare forti emozioni e reazioni non sempre razionali, col rischio di creare istintivi schieramenti e radicalizzazioni ben poco utili al fine di una migliore conoscenza del fenomeno e di un migliore intervento di protezione e cura. Anche nell'ambito dei professionisti "addetti ai lavori", in campo sociale, sanitario, giudiziario, educativo, siamo lontani da una sufficiente convergenza di opinioni e prassi operative.
Era quindi molto opportuno che un organismo come il C.I.S.M.A.I., composto da soggetti appartenenti alle professioni di aiuto che dedicano il loro lavoro quotidiano ai problemi dell'infanzia maltrattata, facesse sentire la sua voce, in modo ordinato e preciso, sugli orientamenti che, in scienza e coscienza, l'esperienza clinica e la costante consultazione della letteratura hanno determinato ormai in maniera consistente. Se il primo passo in tal senso è stato la messa a punto del documento sopra richiameto, era maturo il tempo per andare a fondo, tenuto conto inoltre del fatto che molte affermazioni della Dichiarazione di consenso, apparentemente logiche, rappresentano in realtà snodi cruciali, perchè prendono posizione nel dibattito in corso a partire da ben precisi presupposti scientifici e da una altrettanto precisa storia di operatività nel campo. Citiamo, a titolo d'esempio, una serie di questioni "calde": l'ampia e ancora misconosciuta diffusione del fenomeno; la necessità non di dimenticare, ma di rivelare ed elaborare l'esperienza, se si vuole risolverne l'impatto traumatico; l'esigenza di affidarsi a una valutazione diagnostica complessa e articolata evitando sia metodiche semplificate e affidate troppo all'intuito, ma anche uno scetticismo indifferenziato; la sottolineatura del pericolo della suggestione 'negativa', quella cioè che rafforza nella vittima la spinta al segreto e all'evitamento della consapevolezza, a controbilanciare una forte, e oggi prevalente, preoccupazione inversa per la suggestione 'positiva', quella cioè che può indurre false dichiarazioni di abuso; l'esigenza di sottomettere il pur giusto diritto della società, attraverso l'autorità giudiziaria, a chiarire i contorni dei presunti abusi, alle necessità cliniche di elaborazione del trauma nel bambino; il ridimensionamento dell'allarme intorno alla possibilità di false denunce e l'attivazione di preoccupazione anche intorno al pericolo di falsi negativi; il richiamo al rigore deontologico e scientifico che deve animare i professionisti della salute, rendendoli consci del loro specifico, insostituibile, e per questo, prioritario compito di provvedere protezione e portare sollievo, e rafforzandoli nel mantenersi immuni da tutte quelle pressioni contestuali che potrebbero snaturare la loro irrinunciabile funzione. Ma chi si cimentasse nella traduzione pratica di molti altri punti contenuti nella Dichiarazione di consenso sperimenterebbe la non ovvietà dei suoi contenuti e delle competenze che allo scopo si rendono indispensabili.
Ecco quindi la necessità di affiancare al documento un testo, per dare articolata ragione dei molti punti critici che potevano altrimenti passare inosservati o sottovalutati, oppure essere fraintesi. Pur coscienti degli invitabili limiti in una materia tanto proteiforme e delicata, l'intento di stabilire punti fermi comuni, nello spirito delle scienze "evidence based", ha guidato lo sforzo delle autrici.. Si dice nell'Introduzione che il volume non vuole definire "che fare", ma "cosa occorre sapere per decidere che fare": ciò non deve far pensare a un utilizzo "conoscitivo-accademico", quasi di cultura personale senza pretesa di traduzioni operative. Anzi: è un invito ai lettori, che speriamo in gran parte attivi nel campo, a documentarsi inoppugnabilmente, in controtendenza rispetto a un ambiente professionale e giudiziario in cui, su questo tema, ancora l'opinabilità sembra trovare larghi spazi. Da ciò ci si attende un effetto di "empowerment", proprio perchè la prassi ne risulterà, ci auguriamo, corroborata da un sapere attuale, esteso, convergente e in gran parte ormai oltre ogni possibile discussione.
Il volume segue volutamente la struttura del documento-guida, sia nella scansione dei capitoli sia nel puntuale riferimento ai punti della Dichiarazione di consenso di cui è commento e argomentazione. Anche la bibliografia è organizzata per capitoli, per rendere più agile risalire alle fonti rappresentate nel testo, che coprono gli ultimi 7 anni di pubblicazioni scientifiche.
Resta da augurarsi che, fornito un punto fermo al 2002, questo volume possa avere nel futuro regolari aggiornamenti in progress, per mantenere la propria funzione di documentazione ragionata al servizio di quanti, speriamo sempre di più, vorranno trattare queste dolorose situazioni traumatiche.

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