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PSYCHOMEDIA
LIBRI - Recensioni e Presentazioni



Nicole Le Douarin

Chimere, Cloni e Geni *

Bollati Boringhieri, Torino, 2002, pp. 442

Recensione di Chiara Lalli



I progressi della biologia dello sviluppo hanno mutato profondamente i "limiti" d'azione del ricercatore: non più soltanto osservatore, egli ha adesso la possibilità di intervenire nelle forme viventi, nella loro genesi e nel loro funzionamento.

Gli effetti di questa rivoluzione sono sotto gli occhi di tutti e spesso si trovano al centro di accese polemiche: la sperimentazione sugli embrioni, la nascita di Dolly, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, la procreazione assistita, la clonazione riproduttiva, la manipolazione genetica positiva, la diagnosi preimpianto. Spesso, i protagonisti dei dibattiti pubblici e i cittadini ignorano gli aspetti scientifici dei dilemmi morali, e tendono a compiere valutazioni irrazionali e basate su emozioni personali.

Nicole Le Douarin in Chimere, Cloni e Geni intende offrire uno strumento di valutazione razionale delle speranze e dei timori che ogni avanzamento della scienza suscita. A questo scopo il volume vuole affrontare i recenti sviluppi della biologia molecolare, partendo dai primi studi di embriologia, ma anche l'evoluzione delle idee e dei modi di pensare riguardo al progresso scientifico.

Lo sviluppo embrionale suscita meraviglia e ancora molti interrogativi: come è possibile che da una cellula iniziale (l'ovulo) abbiano origine organi complessi come il cervello, gli occhi o gli arti? Come avviene il processo di specializzazione delle cellule? Da una unica cellula si sviluppano almeno 350 tipi di cellule differenti presenti negli esseri umani adulti. Tutte queste cellule specializzate hanno una determinata funzione e le loro attività biochimiche e le loro funzioni fisiologiche devono essere coordinate. Questo comporta l'esistenza di un sistema complesso di comunicazioni interne e di interazione con l'esterno. La capacità di ciascun organismo di adattamento al mondo esterno ne determina la sopravvivenza.

l'embrione possiede una sorprendente capacità di autoregolazione: pur avendo materiale embrionale in eccesso o in difetto, sarà in grado di svilupparsi in un adulto conforme al modello della specie - conformandosi, dunque, al piano di organizzazione della specie d'appartenenza presente nell'ovulo. Il piano di organizzazione è codificato dal DNA. Il genoma di ciascun individuo deriva dalla somma del patrimonio genetico dei gameti dei genitori. Il "DNA è quindi il corpo chimico depositario del codice della specie e, più in particolare, dell'individuo che, attraverso la mescolanza dei geni tipica della riproduzione sessuata, è unica" (p. 16).

La biologia dello sviluppo deve affrontare un problema cruciale: capire come l'informazione genetica sia tradotta in forme, strutture e funzioni nel corso dell'embriogenesi - come si passi cioè dal genotipo al fenotipo.

Molte sono state le scoperte fondamentali nella storia della biologia, e Le Douarin ripercorre le tappe fondamentali a partire dall'antichità, fino ad oggi - fino alla rivoluzione della biologia molecolare. Lo sviluppo della biologia molecolare permette di dare una spiegazione a molti problemi della biologia dello sviluppo, identificati dagli embriologi a partire dal XIX secolo: come si comportano i tessuti e le cellule, come evolve lo sviluppo di un embrione, come i caratteri dei genitori vengono trasmessi ai discendenti. l'approccio attuale concerne lo studio del vivente su scala molecolare.

Gli avanzamenti degli studi sullo sviluppo a livello cellulare sollevano anche implicazioni morali. Basti pensare che la procreazione assistita è stata possibile in seguito agli esperimenti condotti sullo sviluppo dell'uovo di topo o di coniglio. Inoltre la possibilità di identificare prima della nascita una anomalia genetica che implica malattie è il risultato delle ricerche di biologia dello sviluppo. Così come la ricerca sulle cellule staminali, che offre una speranza a molti individui colpiti da gravi malattie. Questi sono alcuni dei dilemmi etici più scottanti di cui si dibatte attualmente: è lecita la clonazione terapeutica? è lecito ricorrere alla procreazione assistita o alla manipolazione migliorativa? è lecito intervenire sul patrimonio genetico di un embrione? è lecito sperimentare sugli embrioni? La risposta di Le Douarin sembra condivisibile. "Evidentemente - ella sostiene - le questioni etiche sollevate da queste prospettive sono cruciali, ma spesso sono mal poste, poiché manca una conoscenza sufficientemente precisa dei progetti scientifici a cui si riferiscono"; inoltre non dobbiamo dimenticare che sorgono "intorno a progetti che mirano, peraltro, a migliorare la vita dell'uomo, aiutandolo a conservare la salute e, al tempo stesso, la sua longevità" (p. 20).

Le Douarin, con un linguaggio semplice e rigoroso, intende offrire al grande pubblico proprio quegli strumenti di conoscenza scientifica necessari per affrontare razionalmente e con cognizione di causa le complesse questioni morali che il tumultuoso sviluppo delle scienze della vita sollevano (nelle parti I, II e III). Offerti questi strumenti conoscitivi, Le Douarin affronta i problemi etici (parte IV), suggerendo di non dimenticare che il progresso scientifico in questo campo lascia "intravedere la possibilità di una nuova era della medicina, che potrebbe diventare, [...] almeno in parte, "rigeneratrice" e non più solo palliativa e riparatrice" (p. 396).

* Des chimères, des clones et des gènes
Éditions Odile Jacob, Paris 2000.
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