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A. M. P.
SEMINARI
di Neuropsichiatria e Psicoterapia
Tavola Rotonda 2003
Anna Maria Meoni
agupart@hotmail.com

Gruppoanalisi applicata (Open Psychiatry)



Le “idee reggono o rovesciano il mondo” pensava Hegel alla fine del XIX secolo,mentre Freud estendeva al sociale le scoperte dell’inconscio individuale: e non può qui mancare un riferimento a quel pensiero filosofico che ha aperto la strada all’intuizione del gruppo come quella “entità” che deriva non dalla somma,ma dal prodotto delle interazioni di gruppo. La concezione più condivisa oggi in Psicoanalisi è che il trattamento psicoanalitico del singolo o del gruppo tratta aspetti diversi dello stesso fenomeno,così come la lettura psicoanalitica dei fenomeni di gruppo contribuisce a sviluppare le conoscenze di Psicoanalisi.


La GRUPPOANALISI APPLICATA è un metodo ,di derivazione psicoanalitica,appropiato alla conduzione dei gruppi che sono naturalmente presenti nell’organizzazione sociale, per lo più orientati ad un compito manifesto,altrimente detti gruppi naturali o gruppi di lavoro per distinzione dai gruppi terapeutici.
Primo presupposto della GRUPPOANALISI APPLICATA è la stessa GRUPPOANALISI : una psicoterapia psicoanalitica di gruppo, che riconosce come i dinamismi osservati in gruppoanalisi agiscono nello stesso modo nella vita reale.
La Gruppoanalisi , nella sua forma terapeutica ed applicata, si integra ed arricchisce, al tempo stesso, con i contributi dell’antropologia e di tutto il pensiero psicoanalitico rivolto al gruppo e all’individuo, che del gruppo fa parte, nell’immaginario ed in pratica. Infatti alla base dello sviluppo gruppoanalitico della Psicoanalisi è il principio che l’individuo appartiene alla comunità,quella comunità alla quale appartiene e che plasma l’individuo sulla base delle condizioni comunitarie di vita,di storia e di scopo di sopravvivenza, senza però mai omologarlo completamente. La Gruppoanalisi rappresenta perciò nelle sue forme applicative un sostanziale approccio psicoanalitico ai problemi sociali e alle loro soluzioni.

I principi di Gruppoanalisi , di rigorosa derivazione psicoanalitica come illustrato nella relazione del Prof. R.A. Pisani che mi precede, a loro volta cominciarono ,non a caso, ad essere intuiti e definiti nel contesto di processi di applicazione della Psicoanalisi all’interno dell’organizzazione sociale dell’ospedale militare di Northfield, quando, nel 1942-1946 ,Psichiatri e Psicoanalisti inglesi furono richiamati alle armi per prendersi cura dei reduci di guerra affetti da disturbi psichici.
L’Ospedale e l’Esercito, organizzazioni sociali ben definite e disciplinate, hanno paradossalmente fatto sì che gli Psicoanalisti sciogliessero ogni indugio per osare di sperimentare la Psicoanalisi applicata al gruppo. Dalle esperienze terapeutiche sviluppate all’ospedale psichiatrico militare di Northfield sono emerse essenzialmente tre psicoterapie di gruppo ad orientamento psicoanalitico che fanno capo al pensiero di W.R.Bion(analisi di gruppo), S.H.Foulkes(gruppoanalisi), J.Rickman(gruppo senza leaderW.O.S.B.)
Questa diversa impostazione culturale in Psicoanalisi è stata permessa anche dalle scoperte presentate dalle scienze come Teoria dei Sistemi o Casualità Circolare (il fenomeno A e il fenomeno B costituiscono un insieme organizzato, all'interno del quale sia l'uno sia l'altro sono, di volta in volta e reciprocamente, causa di qualche effetto) che si presenta nel XX secolo sistematizzata ad opera del pensiero filosofico. Recepita in psicologia la casualità circolare ha dato luogo ad una specifica psicoterapia basata sulla comunicazione meglio conosciuta come Terapia Familiare o Sistemica,diversa dalla Psicoanalisi.
Là dove la Psicologia Sistemica centra le sue attenzioni sulla modificazione delle comunicazioni tra i membri di un gruppo che ,per effetto della casualità circolare influenzano i comportamenti relazionali dell’individuo, la Gruppoanalisi porta evidenza di come, la struttura stessa della psiche si crea in relazione alla appartenenza dell’individuo ai gruppi della sua storia e della sua crescita,ieri come oggi nell’ inch et nunch(qui ed ora).
S. Foulkes parla di “rete”,sistema al quale la psiche individuale appartiene, in una accezione moderna quale sistema complesso di interscambio di dati tra sistemi che informano, costituita da “nodi”,altrimenti detti elaboratori nei sistemi informatici,che, non solo passano la comunicazione,ma loro stessi si modificano e in un continuo divenire di sapore aristotelico. Secondo Aristotele infatti, a ogni ente o evento si deve assegnare più di una "ragione" in grado di spiegare che cosa, perché e dove, esso sia. Più oltre infine il pensiero sulla “relatività” dell’ energia dimostrata da Einstein consentirà di ipotizzare nella fisica che, può anche essere che, per lo stesso motivo, noi riceviamo, da universi paralleli o da regioni distanti del nostro stesso universo, informazioni e stimoli di cui ancora non abbiamo coscienza e conoscenza. Così come l’ipotesi Junghiana dell’incoscio collettivo, basata gli elementi mitopoietici archetipici, ha ampliato i confini della topica freudiana e della Psicoanalisi, così come è stata scoperta alla sua origine dalle sperimentazioni cliniche di S.Freud.
S. Foulkes parla di “localizzazione del disturbo” per indicare come i problemi di un paziente rappresentano solo un aspetto di un problema di gruppo più complesso,così come la possibile patogenesi del gruppo si possa esprimere come profilassi dei disturbi psichici a determinate condizioni e situazioni di gruppo. Il principio di maggior rilevanza consiste nell’osservazione di miglioramento della patologia individuale attraverso la situazione gruppoanalitica :situazione che rende tutti i membri attivi con iniziative creative anziché passivi dipendenti come nella situazione gerarchica. Appare così evidente come la GRUPPOANALISI APPLICATA nei sistemi operativi(squadre di lavoro,equipes,teams) agisce con successo perché risponde ad alcuni dei bisogni più profondi dell’individuo:espressione creativa di sé e accettazione da parte del gruppo.
S.H. Foulkes e W.Bion avevano anche constatato durante il servizio a Northfield come , in relazione alla semplice appartenenza ad un gruppo cooperativo,si avvia un processo spontaneo di miglioramento , anche se ciò è in apparente contraddizione con le osservazioni sociologiche sulla spontanea interazione di gruppo che evidenzia criticità e patologia nell’individuo per le difficoltà di adattamento alle prevalenti esigenze del gruppo. Perciò l’iniziale sviluppo della Gruppoanalisi spesso si identifica con il termine di psichiatria nel campo (open psychiatry).
L’attenzione psicoanalitica alle attività sociali sviluppata a quel tempo nell’Ospedale di Northfield ha certo contribuito a ridimensionare la portata delle terapie biologiche e psicologiche se somministrate in modo scollegato all’attività sociale. Le stesse osservazioni cliniche in follow-up sui trattamenti psichiatrici indicano come i trattamenti (farmacologici o psicologici) spesso efficaci in prima istanza, non mancano di dimostrare nel tempo costanti recidive psicopatologiche,per lo più connesse alle difficoltà di reinserimento sociale. Da tale problema è derivato l’interesse alla Gruppoanalisi Applicata alla Riabilitazione Psichiatrica e alle Organizzazioni Sociali,mentre sviluppava nell’ambiente psichiatrico anglosassone il diverso orientamento chiamato antipsichiatria.

Per la Gruppoanalisi il ruolo o stile nel conduttore del gruppo è di fondamentale importanza nell’esaltare le insite capacità psicoterapeutiche della situazione di gruppo,cosa che, in parallelo, è di segno contrario alla spontanea tendenza ,osservata nel branco, a sviluppare lotte di supremazia per l’affermazione della leadership da parte del più forte. Chiunque abita il mondo istituzionale dei servizi di pubblico interesse, sia esso operatore,fornitore o cliente,conosce bene questo fenomeno,detto del branco, che per lo più finisce ad una degenerazione distruttiva, che si esaurisce nella lotta per il potere fine a se stessa e alimentata da invidia distruttiva.
Il conduttore orientato in gruppoanalisi facilita,attraverso l’emersione delle attività dialoganti e con opportuni accorgimenti,la emersione del gruppo stesso quale leader. Per questa ragione si parla anche di “gruppi senza leader”,anche se non è proprio esatto. Il conduttore in Gruppoanalisi resta infatti il leader del suo gruppo,anche se è un leader tutto speciale perché disinteressato all’affermazione del proprio potere: un,abilità che si forma attraverso un trattamento psicoanalitico (analisi personale) e un trattamento gruppoanalitico (analisi di gruppo) e si basa su una predisposizione innata delle caratteristiche della persona del conduttore.
Meritevole di attenta disamina, purtroppo oggi non possibile,sarebbe il tema di grande interesse volto a chiarire perchè le interazioni in gruppo per lo più riflettono dinamiche e impulsività animale di branco. Altro tema di grande interesse è definire il limite oltre il quale la dinamica del branco-umano non è più efficiente-efficace. Le organizzazioni,pubbliche o private, sembrano infatti reggersi,quasi esclusivamente, sulle lotte di potere a garanzia del prodotto e del profitto in apparente noncuranza del benessere di ogni membro del gruppo. Quella selezione spietata che siamo abituati ad accettare nelle organizzazioni naturali, perché direttamente connessa alla sopravvivenza della specie,quel “morte tua,vita mia”, forse ha ragione di essere indispensabile molto meno di quanto siamo abituati a pensare.
La Gruppoanalisi applicata alle tecniche di conduzione d’impresa ha già dimostrato efficacia, a garanzia di quantità e qualità dei prodotti o servizi ottenibili nel lungo termine. Il benessere dell’individuo e l’ attivazione delle sue risorse creative deve però essere in coerenza con la stabilità del lavoro,anche se l’esigenza di umanizzazione il gruppo di lavoro non sembra però più poi così funzionale alle attuali prevalenti strategie politiche che si affacciano alla storia di questo nostro secolo(job rotation-lavoro in affitto-mercato globale).
L’applicazione della Gruppoanalisi ai team operativi di lavoro presenta un altro importante limite intrinseco alla situazione. Il capo è temuto e dire la verità potrebbe avere conseguenze irreparabili. Anche quando non è il capo che conduce le sessioni di gruppoanalisi,il problema resta perché è inevitabile la fantasia che al capo potrebbe essere riferito ciò che si è detto.
Qualsiasi situazione che ponga limiti alla libera discussione per nessi associativi è una vera e propria controindicazione al trattamento gruppoanalitico . Si comprende così l’importanza fondamentale delle principali regole di psicoanalisi che sono confermate in Gruppoanalisi, : nessuna frequentazione tra conduttore ed i membri del gruppo e possibilmente neanche tra i membri del gruppo.
L’applicazione della Gruppoanalisi a gruppi di pazienti cronici diventa invece quasi un’indicazione. Paradossalmente smorza quella rigidità gerarchica,vera ed in fantasia,che tanto ha pesato nei precedenti trattamenti perché ha fissato in rigidi ruoli la relazione tra terapeuta e paziente. E’ noto come la fissazione dei ruoli ostacoli la creatività individuale e di gruppo e,quindi,la premessa di un setting gruppoanalitico che autorizza a dire tutto, è quasi risposta attesa ad un bisogno,troppo a lungo represso,proprio di “ free floating discussion”.
Un esempio di gruppoanalisi applicata alle attività creative con successo di pubblico è senza dubbio l’esperimento “Gup Art”: un’esperienza d’Arte a Mosaico in gruppo,nata quasi per caso nel 1994, con finalità di sistema sociale ridistribuivo di servizi. Oggi vanta opere d’arte a mosaico esposte permanentemente a decoro d’ambiente e in raccolte museo,dopo l’esposizione in manifestazioni ed esibizioni di prestigio. La ricerca scientifica in tema di arte e mosaico e terapia connessa a questa sperimentazione d’arte è pubblicata con testi editati da www.psychomedia.it/ seminari ANP 2002(sono disponibili in CD raccolte di immagini (agupart@hotmail.com o tel.039- 32804374) relative al curriculum di GUPART di prossima acquisizione al Centro Studi del Museo Nazionale di Ravenna.
Il gruppo creativo, come collettivo che crea, ha,nella contemporaneità delle avanguardie multimediali del XXI secolo,un momento di grande attualità con le comunità acefale e ha avuto elementi di anticipazione con i movimenti d’aggregazione di Artisti che fioriscono nel XX secolo,senza tacere l’invenzione della settima arte che,con il cinema,rende indispensabile il gruppo largo nella creazione dell’opera. Senza entrare in una disamina sulla metamorfosi contemporanea dell’Arte e senza schieramenti preconcetti a difesa dell’artista-noi o a difesa dell’artista-autore, è comunque dato di osservare quanto e come nello sviluppo della modernità, molti sono,e in diverse discipline,gli elementi di critica al giudizio di equivalenza di un Self-Artista. Come Self-Artista si intende l’unicità della struttura di personalità, che poi firma,quale autore, l’opera:un criterio che,a detta degli storici dell’arte,ha il suo esordio nel Rinascimento che costruisce il mito dell’artista come autore creativo indipendente. Non si può non fare anche un cenno a quelle tendenze contro le accademie che,con le rotture dell’art brut,tentano il recupero estetico di quelle pulsioni creative primordiali soffocate dal prevalere di bisogni di composizione estetica o dalle necessità di adeguarsi al desiderio della committenza. Un panorama critico che è complesso ed articolato,interdisciplinare per molti versi , con aspetti sociali e politici, e che si presenta ai cultori delle Arti Terapie siano essi Artisti,Psicologi,Psicoanalisti o Psichiatri.
Esplorare quindi la fisiologia gruppo creativo a prescindere dalla psicopatologia e dalla psicoterapia è, nell’intenzione di questa ricerca GUPART, un contributo sperimentale a quella facoltà sconosciuta della mente umana di creare opere d’arte e a quei probabili rapporti tra Arte e Inconscio,individuale e collettivo,che la letteratura in psicoanalisi e in psicologia analitica discute e propone. In questo contesto l’arte che si riporta al collettivo è la dominanza attuale del secolo in corso,disorientato e confuso dalla esaltazione delle potenzialità di comunicazione allargata e globale con mezzi multimediali ancora non bene controllati e coordinati. Tutti noi abbiamo la percezione che è possibile quantitativamente comunicare di più,ma ci sfugge dove e come e quando sia praticamente possibile, così come è poco chiaro se questo incremento possa anche essere un incremento di qualità della comunicazione. Oggi più che mai escludere che l’opera d’arte risulti espressione di un’unica entità sociale è intellettualmente non condivisibile,mentre degno di interesse appare ogni sforzo di comprendere più a fondo l’entità poetica di un gruppo,quando e come questo si forma e si esprime,piuttosto che fermarsi agli aspetti organizzativi di un gruppo ben diretto. Poco altro posso dire oltre le immagini che da sole testimoniano l’esistenza di un “magico forum” ,che ha potuto esprimersi grazie alla situazione gruppoanalitica favorita dalla conduzione del gruppo secondo gli accorgimenti di Gruppoanalisi Applicata.
Applicare i principi di gruppoanalisi richiede infatti qualche accorgimento,non sempre possibile,nelle realtà operative :prima fra tutte la selezione. Spesso ci ritrova con gruppi preformati su selezioni indipendenti dalla motivazione. Non è facile in questi contesti centrare il gruppo su di sé. I membri del gruppo sono lì spesso portati dalla necessità e partecipano presi in una sorte di falso sé adattato alle circostanze. In questo caso la pazienza del conduttore è messa a dura prova. Occorre attendere molto e perseverare nella scrupolosa attenzione a tutto ciò che comunque viene espresso,per quanto minimo ed insignificante. Sarà proprio l’ espressione più ingenua ed infantile che, accolta nel seno del gruppo, offrirà quella rassicurazione alla possibile costruzione dell’io e dell’autostima : premessa che non si può eludere se si vuole creare e costruire insieme. Se si ha la possibilità è meglio costruire il gruppo fin dalla iniziale chiamata operando quella autoselezione già definita in gruppoanalisi. Non sempre questo è possibile perché si è chiamati a subentrare come conduttori di gruppi di lavoro che o sono già in situazione di crisi o comunque preformati con criteri di selezione tecnico-professionale. Talvolta può essere utile introdurre nel gruppo non addetti ai lavori,che hanno effetto trainante nel promuovere con il loro atteggiamento ingenuo le necessarie opportunità di spontaneità. Molto si procede inizialmente con gli agiti,anche se non tarda ad emergere la parola segno di una introspezione che gradualmente matura. Spesso abbiamo osservato come l’azione occupa gli sguardi sulle cose da fare,mentre la parola si esprime lontano dalla reciprocità dello sguardo. Quasi sempre abbiamo osservato che l’esperienza induce un cambiamento che resiste nel tempo indipendentemente dal successo sociale del gruppo. E’ come se l’autostima nel gruppo sia anche capace di sopportare quelle frustrazioni che poi la vita vera comunque riserva.
Vorrei concludere portando l’esempio di un gruppo operativo interdisciplinare (4infermieri,2 psicologi,3assistenti sociali,1amministrativo,2veterinari,1psichiatra) che hanno elaborato in gruppo un programma di AAA e TAA (Pet Terapy) rivelatosi perfettamente adeguato, e conseguente tecnicamente alle successive verifiche con esperti,anche se nessuno dei membri poteva dirsi avesse conoscenze o esperienza di Attività o Terapie Animali Assistite.
C’è ragione di credere che la situazione gruppoanalitica promossa nel gruppo di lavoro ad alta diversificazione ha mutuato quel profondo legante condiviso nella relazione uomo-animale, che ha poi consentito di trovare soluzioni strategiche adeguate e, per alcuni versi, anche più avanzate di quelle disponibili in seno agli esperti nel campo.


E’ possibile confermare sulle esperienze citate Claude Levi-Strauss quando afferma che “le grandi manifestazioni della vita sociale hanno in comune con l’opera d’arte il fatto che nascono al livello dell’inconscio” e possiamo aggiungere in sintonia con Milan Kundera che “si può essere totalmente se stessi solo quando si è totalmente in mezzo agli altri”.


RIFERIMENTI
da Microsoft® Encarta® Enciclopedia. © 1993-2002 Microsoft Corporation:
- Aristotele Allievo di Platone, Aristotele condivise con il suo maestro un profondo amore per la conoscenza, ponendo l'accento sull'importanza dell'osservazione empirica. Aristotele riuscì a sistematizzare le conoscenze in molti campi del sapere della sua epoca, e venne ricordato nel Medioevo come "il Filosofo" per antonomasia. Come Platone, fu uno dei più grandi pensatori dell'antichità, e con la sua impostazione analitica influenzò profondamente i sistemi filosofici di tutto l'Occidente.
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel massimo esponente dell'idealismo tedesco, Hegel elaborò un imponente sistema filosofico che abbraccia tutti i campi del sapere, utilizzando la dialettica come strumento esplicativo con cui la ragione può pervenire a una comprensione del reale e della storia.
- Bertrand Russell Il filosofo britannico Bertrand Russell contribuì in modo sostanziale allo sviluppo della logica matematica del XX secolo con l'opera Principia Mathematica, scritta in collaborazione con Alfred North Whitehead. Russell deve la sua fama anche al forte impegno antimilitarista e pacifista.
- Albert Einstein è considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. Nel 1905 pubblicò tre articoli, sulla natura quantistica della luce, sul moto molecolare e sulla teoria della relatività ristretta, destinati a rivoluzionare la conoscenza scientifica e tutta la cultura occidentale. La sua autorevolezza si fece sentire, oltre che nel campo della fisica, anche in ambito sociale, politico e culturale.
- Carl Gustav Jung,il fondatore della psicologia analitica, fu inizialmente il più stretto collaboratore di Freud. In seguito alla pubblicazione di Psicologia dell'inconscio (1912), Jung dichiarò la propria autonomia dalla concezione freudiana sulla libido e lasciò la presidenza della Società Internazionale di Psicoanalisi. Fra i più importanti contributi di Jung al dibattito psicoanalitico si annovera la distinzione fra l'inconscio personale, costituito da pulsioni rimosse nel corso della vita dell'individuo, e l'inconscio collettivo, formato da sentimenti, pensieri e ricordi comuni all'umanità intera: gli archetipi o immagini primordiali, che corrispondono a esperienze condivise da tutti gli individui


BIBLIOGRAFIA
- Claude Levi-Strauss in “Tristi Tropici “ ed. Il Saggiatore,Milano 1960 (saggistica-reportage da appunti dal 1020 al 1950 editato 1955:etnologia francese-strutturalismo)
- Milan Kundera “La vita è altrove” ed. Adelphi Milano 1994 (narrativa-romanzo scritto nel 1969 editato 1973)
- S.H.Foulkes “Introduzione alla Psicoterapia Gruppoanalitica” ed. EUR ,Roma1991
- D.Brown L.Zinkin “The Psiche and the Social World” ed. Routledge,London 1994
- P.deMaré R.Piper S.Thompson “Koinonia” ed. EUR ,Roma1996


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