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UN FILM SUL LETTINO




Nella premessa di Irving Shneider a Cinema e Psichiatria (Glen e Krin Gabbard, 1999) si osserva che inseguendo il loro comune oggetto di interesse, cioè il pensiero, le emozioni, le motivazioni, il comportamento dell’uomo, le strade della cultura cinematografica e di quella psichiatrica si sono spesso incrociate e che le loro modalità di incontro più comune costituiscono appunto i temi di Cinema e Psichiatria, che infatti fornisce, con la differenziazione tra “lo psichiatra nei film” e “lo psichiatra al cinema”, la bipartizione fondamentale per inquadrare gli studi in questo settore.
Se la rubrica/sezione “citare titolo rubrica Diletta” intende dunque fornire contributi sul primo tipo di studi, questa comprenderà invece lavori in cui lo psico-something si cimenterà con il difficile ruolo di spettatore, non esperto di cinema ma supposto esperto di quali desideri, bisogni od intenzioni sottendano al comportamento di una persona. Ma poiché Freud stesso riteneva che all’ombelico del sogno non si possa mai arrivare (ed un poeta ricordava che “vi sono più sensi nella scrittura che colori nella coda del pavone”) nessuno si aspetti che in questa rubrica qualcuno si arrischi, prima o poi, a spiegare il vero significato della decisione di Lise di volar via in America con Victor Laszlo lasciando Rick a Casablanca ...



  • UN CUORE IN INVERNO ( "Un coeur en hiver" di Claude Sautet)
    Recensione di Renato de Polo

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