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C.P.A.T. --> HOME PAGE --> N. 47, 48/2007

QUADERNI DI PSICOLOGIA,
ANALISI TRANSAZIONALE
E SCIENZE UMANE

Dal n° 47, 48 - 2007


Editoriale

Evita Cassoni



Questo «Quaderno» raccoglie i frutti di una collaborazione ad ampio raggio, potremmo dire sia da un punto di vista "storico" sia "geografico" e nasce come numero doppio (47-48) del 2007.

Da un punto di vista "storico" rappresenta l'esperienza e il pensiero circa la valutazione nella formazione degli adulti, così come in questi ultimi anni è andata maturando presso il Centro di Psicologia e Analisi Transazionale di Milano: è un po' dove ci troviamo oggi su questo argomento.
A questa riflessione abbiamo dedicato due convegni: Valutare la qualità della formazione al counselling e alla psicoterapia oggi tenuti il 28 aprile 2006 e il 12 gennaio 2007 a Milano al Palazzo delle Stelline.
I convegni citati sono il risultato di scambi, riflessioni, pensieri e il punto di partenza per verificare e costruire nuove modalità di esperienza nell'ambito della formazione e della valutazione.
A questo "movimento" di pensiero hanno partecipato sia i colleghi docenti e formatori del Centro sia i fruitori delle proposte formative, i nostri allievi.
Si è costituito un processo di "reciprocità" e di scambio tra i due poli di questo percorso e ciò ha permesso momenti di esperienza diretta, verifica e "aggiustamenti" in itinere sia del percorso formativo sia della valutazione a esso connessa.
Durante questo tempo (forse non a caso) abbiamo attraversato il processo organizzativo e relazionale della certificazione di qualità, occasione per tutti noi di puntualizzare e rendere ancor più espliciti gli elementi di trasparenza e reciprocità contrattuale, qualità etiche connesse alla responsabilità di chi si occupa di formazione degli adulti.
Anni, quindi, che hanno visto i colleghi del Centro, del CPAT, di Terrenuove, impegnati in un processo di cambiamento, in un rinnovamento che fonda gli antichi valori e ne acquista di nuovi, ri-costruendo senso all'esperienza professionale di formazione.
Come ho già detto, protagonisti insieme a noi colleghi, di questo processo innovativo sono stati i nostri allievi che hanno contribuito sia a discutere con i docenti i vari momenti di valutazione dei singoli anni accademici, sia a proporre aggiustamenti della pratica, sia a riverificare ciò che succedeva nell'esperienza diretta.
Gli allievi hanno preso ampio spazio, oltre che nelle aule di formazione, anche in sede di convegno, e sono stati nostri alleati nel processo dei cambiamenti in atto.

Oggi guardiamo alla valutazione dei processi formativi con maggiore fiducia; abbiamo, come dire, lasciato alle spalle il pregiudizio che valutare possa essere un momento "spinoso" o "inutile" o "un esercizio di potere" o "un rendere oggetto l'altro che subisce" (e altro ancora) e riconosciamo la stretta connessione, l'interdipendenza tra processo formativo e valutazione, la responsabilità di una valutazione precisa, condivisa, intersoggettiva (tra due o più soggetti).
Il momento della valutazione, quindi, come elemento fondante del percorso formativo, come aspetto essenziale; la competenza a "valutare" si acquisisce all'interno della propria formazione e si evolve fino a diventare capacità di autoriflessione sul proprio operato, nel valutare le proprie competenze e nell'intravedere le competenze da acquisire.
Accanto all'interdipendenza tra formazione e valutazione emerge, mi sembra, la profonda qualità intersoggettiva di ogni processo valutativo.
L'esercizio professionale della "relazione di cura" nelle sue diverse forme e direzioni evoca immagini di scambio, di reciprocità, di colloquio; parallelamente nella formazione a questa competenza, è importante prevedere un contesto in cui lo scambio sia sollecitato, le parti in gioco possano cogliere l'uno il punto di vista dell'altro, sia possibile discutere gli aspetti di competenze acquisite e quelli da acquisire, sottolineare le strategie "creative" di ciascuno, in una parola "curare" le qualità di una buona relazione intersoggettiva (a due o più soggetti), nel contesto formativo.
La mia esperienza nell'ambito della formazione degli adulti dice che il processo relazionale è elemento fondamentale di apprendimento, è il contesto di base su cui i singoli elementi di contenuto acquisiscono luce e si organizzano in conoscenze fruibili, all'interno di un campo di forze dinamiche.
La capacità di costruire percorsi di formazione e di valutare _costituisce una funzione che raccoglie in sé gli aspetti cui _accennavo poco fa. é una funzione che richiede flessibilità, "visione", disponibilità a mettersi in gioco e modificare il proprio "campo" interno (quadro di riferimento), desiderio di essere utili e di essere "usati" nelle competenze costruite negli anni. é un servizio.

Continuando il punto di vista "storico" il «Quaderno» oltre a essere testimone dei processi innovativi messi in atto dai colleghi del Centro e dagli allievi (come detto nelle pagine precedenti) in questi ultimi anni, propone ai propri lettori un contributo di una (o due?) generazioni fa.
Si tratta della traduzione italiana, la prima ufficiale, di un testo di Mary Goulding Gli Inquilini del cervello che con uno stile colloquiale e fruibile ci conduce alla radice dei nostri "inquilini interni", così legati ai pregiudizi, agli stereotipi, agli slogan genitoriali, così influenzanti una modalità di valutare sia noi che gli altri un po' dall'alto, più legata a ciò che si "dovrebbe" essere e fare che non a ciò che siamo e facciamo in realtà. Nel linguaggio AT diremmo una modalità "contaminata" di valutare sé e gli altri, connessa a un dialogo interno fortemente critico.

Mi sembra che Gli Inquilini del cervello qui tradotto con il testo inglese a fianco, leghi bene con gli altri materiali del «Quaderno» e possa offrire, a chi lo desidera, strumenti utili e piacevoli nell'"aggiustare" la propria attività di valutazione di sé e degli altri.

Emerge, infine, dal «Quaderno» un insieme di contributi che provengono da più luoghi (il punto di vista "geografico"), da diverse esperienze: questo ci dice quanto oggi la qualità della formazione degli adulti e la valutazione della stessa, riguardino ambiti di discussioni prioritarie, di fondo, nella nostra vita di professionisti.

Il «Quaderno» n. 47-48 si apre con un contributo di Susanna Ligabue: Valutazione e qualità della formazione alla relazione di cura.
é un contributo completo, che rende evidente lo stato dell'arte di questa materia tra i professionisti del Centro, mettendo in luce un solido pensiero, documentato e arricchito dall'esperienza diretta.

Paolo Migone ci offre una riflessione su Efficacia della psicoterapia ed efficacia della formazione: stato della ricerca e problemi aperti. Il contributo, preciso, aderente alle ricerche in atto su questi argomenti, ci conferma l'ipotesi dell'importanza di questi argomenti, oggi, nel nostro ambito professionale.

David Orlinsky nel suo Riflessioni sullo stato della ricerca in psicoterapia (una visione personale) continua idealmente le linee tracciate dal precedente articolo di Migone e ci aiuta a conoscere la sua visione di ricercatore di questi ambiti del sapere.

La traduzione dell'articolo di Tim Bond dal «TAJ» Intimità, rischio e reciprocità in psicoterapia: complesse sfide etiche aiuta il lettore a interrogarsi sulle qualità etiche delle relazioni di cura e sulla necessità di ampliare il concetto di "etica" attualmente usato.

Ritornando ai processi formativi e alle Scuole di Psicoterapia, Franco Merlini si interroga su Come si valuta un processo formativo? e ci offre nel suo contributo un modello in atto di reciprocità nella valutazione.

Ugo De Ambrogio ripercorre la valutazione nella formazione degli adulti attraverso Il processo di valutazione tra opportunità e rischi. Alcuni esempi di valutazione nei servizi sociosanitari. Dal suo punto di vista, all'interno dei servizi sociosanitari, Ugo De Ambrogio mostra alcuni elementi di un processo di valutazione "contaminato", e auspica la possibilità di rendere il momento della valutazione una opportunità di cambiamento personale e istituzionale.

Maria Teresa Tosi e Marco Mazzetti, entrambi nel consiglio direttivo EATA ci parlano, rispettivamente nei loro contributi, dell'Approccio delle associazioni internazionali di Analisi Transazionale (EATA-ITAA) alla valutazione della formazione e prospettive future e del Come avere valutatori efficaci? La reciprocità nel processo valutativo. L'esperienza EATA, aiutandoci a formarci una immagine sia dei processi sia degli strumenti di valutazione messi a punto dalle nostre associazioni internazionali.

Linee di tendenza, idee, personaggi, occasioni, ripercorre da fine 2006 all'estate 2007 un anno di partecipazione a convegni, giornate di studio, tavole rotonde, a cura di Evita Cassoni, Cristina Capoferri, Dolores Munari Poda.
Conclude la prima parte del «Quaderno» la recensione di Susanna Ligabue, sul testo di Manuela Lavelli Intersoggettività. Origini e primi sviluppi, pubblicato nel 2007 da Raffaello Cortina editore.

La seconda parte "ideale" del «Quaderno» n. 47-48 si apre con una immagine creata da Domenico Sestito che vuole rappresentare gli "inquilini" del nostro cervello. A questo segue una introduzione di Dolores Munari Poda, Introduzione al testo e a Mary Goulding, autrice de Gli Inquilini del cervello (Who's been living in your head?) che consente di farci una idea più precisa de Gli Inquilini del cervello e di entrare in contatto con Mary Goulding, conoscendola un po' di più.
Segue infine il testo di Mary Goulding, sia nella versione inglese che nella traduzione italiana. Nel «Quaderno», Gli Inquilini del cervello si aggiunge all'abituale scelta di brani e poesie che intervallano gli articoli pubblicati.
Buona lettura.



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