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C.P.A.T. --> HOME PAGE --> N. 45/2006

QUADERNI DI PSICOLOGIA,
ANALISI TRANSAZIONALE
E SCIENZE UMANE

Dal n° 45 - 2006


Editoriale

Anna Rotondo



Il «Quaderno» che presentiamo, il n. 45, è dedicato a La relazione educativa, ai pensieri che suscita, ai gesti che la caratterizzano, ad alcune esperienze concrete.
Nella vita quotidiana "da adulti" sempre più siamo chiamati a costruire relazioni significative che contengano qualità specifiche del rapporto educativo: che siano relazioni intenzionali e mirate, che possano sollecitare una risposta evolutiva, che siano riparative di situazioni di traumi e di sofferenze.
Come terapeuti, counsellors, genitori, insegnanti, docenti, sappiamo di essere "educatori", di trovarci, cioè, all'interno di esperienze relazionali che possono generare crescita, costruire cambiamenti, liberare risorse, preparare nuove generazioni.
Il gesto educativo è un gesto consapevole e affettivo, è un gesto "visionario" (per dirla con Danilo Dolci) che si permette di "vedere più in là", in prospettiva, è un gesto che contiene "gratuità e beneficio" per i soggetti implicati nella relazione.

Nel primo contributo di questo «Quaderno» Guido Rivolta ci offre una analisi accurata delle qualità contenute in una relazione educativa "generativa" e «dell'esperienza educativa quale incontro benefico e costruttivo tra soggettività».
Guido Rivolta ha molto presente l'opera di Maria Teresa Romanini e della scuola di pensiero da lei fondata a Roma, alla Simpat: le riflessioni di Maria Teresa Romanini, precise, ricche, forti, costituiscono un riferimento importante per chi si vuole occupare delle persone e del rapporto tra generazioni.
Il contributo di Guido Rivolta utilizza la modalità di parola del pensiero filosofico, un pensiero che vuole interrogare l'esperienza e aprire nuove strade: un pensiero ermeneutico ricco di affetti e di possibilità.
Ivano Gamelli ci ha consentito (e gliene siamo grati) di utilizzare una parte del Capitolo Terzo (Gener-azioni) del suo libro Sensibili al corpo, edito da Meltemi.
Ivano Gamelli ci riconduce al corpo, ai gesti del corpo e ai significati essenziali di questo linguaggio «che di rado si ascolta, poco conosciuto nelle potenzialità» che offre, un corpo spesso ridotto a sintomi o segnali da controllare. Ci sono alcuni gesti, dice Ivano Gamelli, che ci riguardano come umanità, nel correre delle generazioni, attraverso le diverse culture e i movimenti che esse producono: sono gesti "fondamentali" e forse possiamo ri-partire da lì per dare "corpo" alla nostra pratica quotidiana «stordita dai discorsi come pure per rianimare le nostre disincarnate pratiche di formazione e di cura».
In questo «Quaderno» compare anche una recensione di Sensibili al corpo curata da Laura Formenti.

Daniele Novara, direttore del Centro Psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti, in una conversazione con Dela Ranci ci aiuta a comprendere il valore del conflitto come elemento "ineliminabile" e arricchente le relazioni educative.
«Se si vuole lavorare sulle relazioni» dice Daniele Novara «non si può non lavorare sul conflitto a meno di fare una "pedagogia termale" o una "pedagogia del benessere" a buon mercato».
All'interno di una relazione educativa è importante conoscere la differenza tra conflitto e violenza ed educarsi a convivere con il conflitto, a creare opzioni comunicative possibili che possano condurre alla pace, una pace intesa in modo dinamico, in movimento verso l'acquisizione di nuovi equilibri e di più ampi spazi conoscitivi e relazionali.

Seguono due esperienze di persone implicate "concretamente" in relazioni educative.
Silvia Rondoni ci presenta un percorso di intervento educativo e di animazione con bambini e adolescenti di un campo rom e ci offre con la sua narrazione una visione partecipante, accurata, fresca, dell'esperienza fatta, un'esperienza costituita da andi-rivieni educativi e di conoscenza, da ripensamenti e ricostruzioni progettuali, dove gli strumenti professionali posseduti vanno interpretati e rivisti in funzione di ciò che di volta in volta succede.
Per Patrizia Sola l'ambito di riflessione è la pratica scolastica, in particolare una pratica scolastica che la mette in relazione, come insegnante, con classi di adolescenti.
Patrizia Sola sottolinea, nella sua esperienza, la necessità di mettersi in gioco come figura adulta (in questo caso di insegnante), di non dare per scontate "le regole" o gli "accordi" che vengono dall'alto. Nella relazione educativa con gli adolescenti è importante coinvolgere la loro partecipazione a costruire il mondo sociale in cui vivono, dando il loro contributo nella riformulazione delle regole più generali, in una parola è importante stimolarli a cercare una modalità di impegno costruttivo vicina al loro modo di sentire e alla esperienza che stanno vivendo.
Patrizia Sola sottolinea l'importanza di dare credibilità alla voce degli adolescenti, così che possano diventare interlocutori attivi nel costruire l'esperienza.

Il «Quaderno» si conclude con linee di tendenza, idee, personaggi, occasioni, in cui Susanna Ligabue offre una breve presentazione del Convegno Valutare la qualità della formazione al counselling e alla psicoterapia oggi, tenuto a Milano il 28 Aprile 2006 e organizzato congiuntamente dalla Scuola di Specializzazione in psicoterapia e dalla Scuola di Counselling psicosociale del Centro di Psicologia e Analisi Transazionale.
Sempre a cura di Susanna Ligabue, e accanto alla recensione di Sensibili al corpo di Laura Formenti cui ho già accennato, compare la recensione al testo di Laura Fruggeri Diverse normalità. Psicologia sociale delle relazioni familiari, edito da Carocci nel 2005.
Alcuni brani e poesie accompagnano la lettura del «Quaderno».



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