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C.P.A.T. --> HOME PAGE --> N. 30/2000

QUADERNI DI PSICOLOGIA,
ANALISI TRANSAZIONALE
E SCIENZE UMANE

Dal n° 30 - 2000


Editoriale

Anna Rotondo



Il numero 30 dei «Quaderni» nasce come risultato dell’incontro, straordinario e affascinante, con Joseph Weiss, che ha tenuto un seminario per gli allievi specializzandi della Scuola del Centro di Psicologia e Analisi Transazionale, a Milano.
Joseph Weiss è un autorevole testimone di come e quanto sia cambiata la psicoanalisi negli ultimi tempi: il San Francisco Psychotherapy Research Group ha facilitato questo cambiamento, lo ha reso possibile attraverso decenni di ricerche, di studi, di lavoro.
Il testo del professor Weiss How psychotherapy works, pubblicato nel 1993 e tradotto solo nel 1999 da Bollati Boringhieri con il titolo italiano Come funziona la psicoterapia, rappresenta una sintesi di straordinaria chiarezza intellettuale e umana e ci introduce nel cuore dei risultati del lavoro e delle ricerche svolte dal gruppo di San Francisco.
Joseph Weiss è autorevole non solo per quello che ha fatto e sta facendo nel campo della psicoterapia, o per quello che pensa e scrive da molti anni, ma anche per come è, per come lo abbiamo visto essere; forte, diretto nella relazione, ascoltatore attento, preciso, paziente, capace di mettersi in gioco e di discutere senza arroganza con i giovani allievi.
Il professor Weiss ha lasciato un segno tra gli allievi e i docenti della Scuola che hanno seguito il suo seminario. Il suo modello di intervento, intorno a cui abbiamo discusso insieme a lui e a Paolo Migone per molte ore, è stato più volte citato, più volte ripreso nelle giornate della Scuola che hanno seguito questo incontro, e il testo Come funziona la psicoterapia è diventato un punto di riferimento.
Siamo quindi molto riconoscenti a Joseph Weiss per la sua presenza e grati a Paolo Migone che ci ha aiutato a organizzare questo seminario, rendendolo possibile.
Paolo Migone, da anni docente presso la Scuola del Centro di Psicologia e Analisi Transazionale, ha partecipato alle giornate con Weiss, aiutandoci anche in modo considerevole per la traduzione.
Paolo Migone, insieme a Giovanni Liotti, ha scritto la bella Presentazione a Come funziona la psicoterapia e ne ha curato la pubblicazione presso Bollati Boringhieri.

Accanto a questi motivi di apprezzamento per il clima e per i contenuti delle giornate trascorse con Joseph Weiss, c’è poi, per noi analisti transazionali, un motivo più affettivo, più particolare che rende piacevole questo incontro: Weiss ci ha raccontato che conosceva Eric Berne e che si sono frequentati, più di trenta anni fa.
Weiss si è formato all’Istituto psicoanalitico di San Francisco nello stesso periodo in cui anche Eric Berne ne era allievo; entrambi, poi, si frequentavano per una nuotata in piscina, nelle loro case al Carmel, o per qualche attività sportiva e (forse) avranno discusso anche insieme di problemi legati alla loro vita professionale. Le scelte, poi, divergono: Weiss continua all’interno del movimento psicoanalitico, mentre Berne, come sappiamo, decide di restarne fuori e di mettere mano alla sua Analisi Transazionale.
Attraverso alcuni sprazzi di questa conoscenza con Eric Berne che Weiss ci ha qui e là “regalato”, abbiamo intuito anche il ruolo, svolto probabilmente dall’Istituto psicoanalitico di San Francisco, come crogiolo di rinnovamento, di cambiamento di pensiero, di scambi culturali: una sorta di crocicchio da cui si dipartono strade differenti, da un comune inizio.
E, infatti, con Joseph Weiss abbiamo condiviso con piacere aspetti concettuali, di intervento terapeutico, di etica del rapporto che da sempre ci appartengono, a cui siamo profondamente legati; e anche abbiamo messo a fuoco alcune differenze.
Abbiamo anche, lì, intravisto una attesa comune, una speranza per il futuro della psicoterapia, una possibilità di “parlarsi” tra psicoterapeuti provenienti da diverse direzioni, di creare convergenza e collaborazioni, al di là delle supponenze, delle presunte ortodossie su cui ci siamo più volte frammentati e dispersi.

A questa aspettativa ha risposto positivamente la tavola rotonda, aperta ai professionisti della psicoterapia del pubblico e del privato e realizzata alla Casa della Cultura in via Borgogna, a Milano.
Intanto, la partecipazione a questa iniziativa pubblica è stata numerosissima: molti professionisti hanno partecipato e sono poi intervenuti nel dibattito che ha seguito la breve introduzione di Marco Sambin; l’intervento di Joseph Weiss, che ci ha raccontato con tranquilla semplicità come è arrivato a formulare la sua teoria; il contributo brillante e fortemente legato agli aspetti processuali di Giovanni Liotti; le problematiche del movimento psicoanalitico nell’accettare la teoria di Weiss, esposte da Paolo Migone. I materiali di questi interventi sono raccolti e riportati nella prima parte di questo «Quaderno».
Grandissima partecipazione, quindi, a questa iniziativa e anche molto dibattito e richiesta di discussione con Joseph Weiss: ma soprattutto, ed è a mio parere il risultato più consistente della tavola rotonda, in aula erano presenti professionisti provenienti dalla psicoanalisi, dal cognitivismo, dalle scuole sistemiche, dalla Analisi Transazionale, dalla terapia della Gestalt, e così via. Ci è sembrato che il processo fosse congruente con i contenuti e le attese dell’incontro.

Accanto ai materiali della tavola rotonda, cui accennavo sopra, di Marco Sambin, Joseph Weiss, Giovanni Liotti, Paolo Migone, questo «Quaderno» offre alcuni contributi legati al seminario condotto da Joseph Weiss agli allievi della Scuola: sono riportati qui due interventi, uno a cura di Simone Filippi, il secondo a cura di Alessandra Frati.
Simone Filippi ha presentato, nel gruppo degli allievi, lo studio di un caso nelle sue sequenze fondamentali: è interessante l’interazione con Joseph Weiss e la lettura che, passo dopo passo, Weiss fa del caso presentato, applicando la sua teoria.
Alessandra Frati riporta una situazione in supervisione; accanto alla discussione con Weiss e con il gruppo di allievi, Alessandra Frati tratteggia, nelle note, alcune riflessioni di ciò che ha colto come significativo della teoria di Weiss.
Dolores Munari Poda riporta il mondo di Fuchsi, che abbiamo già incontrato nel numero 29 dei «Quaderni», e ci aiuta a ripercorrere la sua storia utilizzando la visione e gli strumenti di Weiss.
I contributi di Simone Filippi, Alessandra Frati, Dolores Munari Poda racchiudono l’esperienza forte del seminario: come “pensare” ai propri pazienti, come sentirli con questa particolare visione, con gli strumenti teorici di cui ha scritto e di cui ci ha parlato il professor Weiss. Come intervenire, in modo da facilitare un processo di adattamento positivo, verso cui ciascuno di noi è fortemente motivato?

Nell’intervista che Susanna Ligabue fa a Joseph Weiss e a Paolo Migone, Weiss afferma l’importanza di volgersi al nuovo, lasciando le “cose datate” della psicoterapia, e la necessità di dare un posto alla ricerca accanto alla clinica.
Pierrette Lavanchy fa un confronto, utilissimo, tra psicoanalisi californiana e psicoanalisi classica, riprendendo come esempio lo Studio di un caso portato da Simone Filippi, e sovrapponendone letture possibili.
A conclusione di questo gruppo di interventi più “teorici”, Simone Filippi fa intravvedere, attraverso una lettura comparata di brevi testi, alcune assonanze teoriche tra Berne e Weiss: è un materiale iniziale, da cui si può partire per discutere più in profondità. Continua con questo articolo l’omaggio a Eric Berne, a trent’anni dalla sua morte, iniziato nel numero precedente dei «Quaderni».

Le consuete Linee di tendenza, idee, personaggi, occasioni ci riportano a temi attuali dell’Analisi Transazionale, a convegni, incontri, opinioni, personaggi.
La recensione di Dolores Munari Poda al testo Noi siamo un colloquio di Eugenio Borgna, pubblicato nel ’99 da Feltrinelli, conclude bene un «Quaderno» dedicato al mondo interiore e interpersonale degli esseri umani, agli intrecci profondi e misteriosi che scaturiscono dai molteplici incontri dell’esistenza.



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