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QUADERNI DI PSICOLOGIA,
ANALISI TRANSAZIONALE
E SCIENZE UMANE

Dal n° 39 - 2003


La pinguinera




Che cosa ci occorre in adolescenza?

Un guscio, se possibile, per potercisi rintanare dentro a cambiare pelle.
Quando i gamberi cambiano guscio, per prima cosa perdono quello vecchio restando senza difesa durante il tempo necessario per fabbricarne uno nuovo. Ed è proprio in questo periodo che sono esposti a un grave pericolo. Per gli adolescenti è un po’ la stessa cosa. E fabbricarsi un nuovo guscio costa tante lacrime e tante fatiche che è un po’ come se lo si “trasudasse”.
(Françoise Dolto, 1989)

Non è una operazione privata che si compie nel silenzio, come parrebbe.
Si consumano le briciole dell’infanzia, si tracciano le trame della giovinezza (studi, ipotesi professionali, prove amorose...) e vi si attiva sovente (appunto) l’intera famiglia. Il nucleo familiare concorre e partecipa, e a propria volta cambia pelle, cercando conforto e protezione.
Le “famiglie adolescenti”, cioè quelle abitate da un adolescente, attraversano anch’esse la Patagonia, facendo tappa magari alla Pinguinera, una colonia di pinguini. Il terapeuta pensa alla Pinguinera, perché, secondo Bruce Chatwin, pengwyn, cioè “pinguino”, è una parola gallese che significa uccello che non vola.
Anche l’adolescente prova le ali, e non sempre subito vola.
In questa “crisi adolescenziale allargata” – così magistralmente e innovativamente descritta da Maria Teresa Romanini (1999) – ciascun componente la famiglia si prova in complesse “ridefinizioni identificatorie” tra vecchie e superate decisioni e nuove possibili opzioni, dove drastica, massiccia e spesso drammatica è la riformulazione della personalità dell’ex bambino ora chiamato ad autoriconoscersi nella propria responsabilità esistenziale che è espressione appunto dell’essere persona umana adulta.
Tra ridecisioni e Self-reparenting il trasloco è doloroso.
E, se è vero che “le persone che amiamo sono abbozzi di possibili quadri”, come dice Hofmannsthal nel Libro degli amici, i genitori e gli educatori tendono a vedere il quadro che essi desiderano, così come essi lo desiderano. E possibilmente fin da subito e senza tentennamenti.
L’adolescente ha, invece, bisogno di spazio e di tempo. Tra brusche accelerazioni e ritorno alla bambola, il tempo diventa una entità misteriosa, solare o plumbeo, o solamente e difensivamente addormentato.

I vostri cuori hanno i loro tifoni, i loro mostri, le loro algebre,
ma nessuno, sporgendosi, vede nelle vostre tenebre
gravitare sordamente tutto un mondo addormentato...
(M. Yourcenar, I doni di Alcippe)


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