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QUADERNI DI PSICOLOGIA,
ANALISI TRANSAZIONALE
E SCIENZE UMANE

Dal n° 39 - 2003


Lontano da dove




L’assenza è la parola terribile.
«Vai dunque laggiù.
Come sarai lontano!»
Lontano da dove?
(Saint-Exupéry, cit. in Magris, 1971)

Il terapeuta incontra dunque l’adolescente. Ed è sempre Patagonia Revisited, “Ritorno in Patagonia”.
Non si sa, prima, come sarà quell’adolescente, quel giorno.
Del resto anche Bruce Chatwin (In Patagonia, 1982) si era lasciato sedurre dalla Patagonia perché, nel suo mondo di quindicenne, essa rappresentava tutto quello che sembrava improponibile o inconcepibile per un inglese.
Se questo vale con ogni interlocutore, tanto più vero sarà per una ragazza o per un ragazzo.

Quando cercavo di evocarne una immagine, non mi veniva in mente nulla, ero impotente come se avessi tentato di descrivere il paesaggio di un lontano pianeta o di dipingere l’odore di una cipolla.
Un paesaggio sconosciuto è motivo sufficiente per mettersi in viaggio ... E quando finalmente vi arrivai, ebbi la sensazione di essere approdato al nulla, a un non-luogo. Ma la cosa più sorprendente era che mi trovavo ancora nel mondo ... Dovevo ammettere che i suoi tratti erano leggibili e che io esistevo in esso. Questa era una scoperta: il suo aspetto.
Pensai: Un non-luogo è un luogo.
(Chatwin, Theroux, 1985)

In Patagonia si deve scegliere tra il minuscolo e l’immenso.
Esattamente come parlando di adolescenti.
Eric Berne vi dedica un capitolo in “Ciao!”... e poi?:

Adolescenza significa scuola superiore, università, patente di guida, bar, e l’inizio delle prime preoccupazioni personali. Significa la crescita dei peli sul corpo, reggiseni, mestruazioni, prime rasature e magari anche quella sofferenza immeritata, che sconvolge i piani e la mente, che è l’acne.

Rapportato alla Patagonia significa il Periplo del massiccio delle Torri del Paine, trekking pieno di imprevisti, soprattutto affascinante.

L’adolescenza comporta la decisione di quel che sarà per tutto il resto della vita, perlomeno ha in sé la ricerca di come riempire il tempo fino a che non si decide veramente che fare di se stessi ... Per l’analista di copioni, il senso dell’adolescenza è quello di un ripasso, di una prova generale prima che lo spettacolo vero cominci.
(Ibidem)

Lo spettacolo vero forse è già incominciato alla nascita o prima ancora, ma è certo che in adolescenza siamo arrivati ad avere più comprimari e più spettatori, a riviverne alcune parti con un cast allargato e con un nuovo pubblico, anche se paradossalmente ci sentiamo assai spesso disperatamente soli, anzi “solissimi”, come confermano i diretti interessati.
Bisogna, suggerisce Pamela Levin (1974), rivedere e riaggiornare l’antica mappa dei bisogni e dei permessi, i bisogni che ciascuna persona esprime nel corso della sua crescita e i permessi utili a realizzarli in modo sano.
L’adolescenza è una revisione delle esperienze pregresse, un ripercorrere le proprie tappe evolutive, è un “rigenerarsi”.
Lo dice bene Marguerite Yourcenar in Quoi? L’eternité:

Il tracciato di una vita è complesso quanto l’immagine di una galassia. Guardandolo con attenzione ci si accorgerebbe che quei gruppi di eventi, quegli incontri, visti dapprima senza rapporto gli uni con gli altri, sono collegati fra loro da linee così tenui che l’occhio fa fatica a seguirle, e che a volte pare si interrompano, altre volte si prolungano al di là della pagina...


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