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Notizie storiche sull' A.S.P.I.


La prima radice da cui successivamente ebbe a svilupparsi l'A.S.P.I. era costituita da un nucleo di psicodrammatisti che univa alla pratica della conduzione di gruppo con tale metodo un'esperienza di analisi individuale (G. Gasca, M. Credidio, G. Crestani, cui successivamente si aggregarono altri), che formò nel 1977 un'associazione denominata Gruppo Ricerche sullo Psicodramma Analitico, il cui obiettivo era formulare, a partire dalla propria esperienza, una teoria che permettesse di comprendere adeguatamente il funzionamento dello psicodramma analitico stesso.

Mentre infatti lo psicodramma classico, grazie soprattutto alle originali intuizioni poi all'inesausta vena creativa di J. L. Moreno, aveva prodotto costrutti ricchissimi e stimolanti, anche se non ancora sufficientemente sistematizzati, che collocavano le sue applicazioni tecniche all'interno di una più vasta concezione della personalità, dello sviluppo individuale e dell'interazione sociale, gli psicodrammi analitici risultanti dallo sforzo di far nascere un nuovo metodo, sintesi di psicoanalisi e psicodramma, non erano riusciti ad affiancare alla pratica un adeguato sviluppo teorico. Ai membri del G.R.P.A. infatti, le teorie fino ad allora prodotte sullo psicodramma analitico si presentavano come dei semplici ricalchi degli schemi e modelli dell'analisi duale ed apparivano per ciò del tutto inadeguati a spiegare ciò che effettivamente si vedeva accadere nei gruppi che i membri dell'G.R.P.A. conducevano, in termini non solo degli effetti terapeutici, ma anche di presa di coscienza di problemi e conflitti profondi, secondo una modalità specifica dello psicodramma.

Ma ai primi tentativi di elaborazione teorica conseguì il mettere in discussione alcune modalità di conduzione dello psicodramma analitico che, alla luce dei nuovi punti di vista sviluppati, non apparivano adeguatamente fondate, mentre nuove varianti tecniche venivano sperimentate e perfezionate. In particolare, i membri del gruppo di ricerca, che avevano avuto occasione di fare esperienza diretta su di sé di diversi tipi di psicodramma (di più varianti dello psicodramma moreniano classico, di quello ad orientamento analitico e di psicodramma triadico) trovavano inadeguati i metodi di formazione dei nuovi psicodrammatisti. Tali metodi infatti tendevano a trasmettere in modo rigido ed acritico agli allievi tecniche, teorie e luoghi comuni di ciascuna scuola - in genere escludendo a priori anche solo l'ascolto di punti di vista di scuole "rivali" - o, al più, ad incoraggiare l'imitazione pedissequa dello stile di conduzione del maestro fondatore. Lo psicodramma analitico, invece, nato di recente ed in pieno sviluppo, esigeva, come grazie all'antidogmatismo di Moreno era stato possibile allo psicodramma classico, una modalità di trasmissione agile, flessibile, aperta al confronto con nuove teorie ed a nuove formule: in altri termini, gli allievi prima di imparare una dottrina dovevano acquisire capacità di pensiero critico e imparare ad imparare, soprattutto dalla propria esperienza e dai propri pazienti.

Nel 1989 venne così a costituirsi - modificando significativamente la struttura di un gruppo di formazione per psicodrammatisti che aveva funzionato dal 1976 al 1981 - un gruppo di lavoro denominato Psicodramma di Ricerca e Formazione: la sua metodologia era fondata sul principio che ogni premessa teorica come ogni regola pratica poteva (e prima o poi doveva) esser messa in discussione e verificata attraverso la critica e l'esperienza mentre nel gruppo andava incoraggiato un confronto permanente tra una molteplicità di punti di vista. Ciò era possibile in quanto ciascun membro del gruppo aveva al suo attivo oltre ad una prolungata esperienza di psicodramma - nella quale l'indirizzo prevalente era stato completato da esperienze secondo altre esperienze e modelli - anche un'altra formazione: prevaleva tra i membri la formazione all'analisi Junghiana, ma vi erano analisti Adleriani e altri formati all'approccio sistemico, all'analisi transazionale, alle dinamiche di gruppo o con un'impostazione fenomenologico esistenziale. In fasi successive si ebbero anche apporti di persone che avevano fatto un'analisi Freudiana o con formazione gruppoanalitica.

Tra coloro che partecipavano attivamente a tale fase, oltre ai soci dell'A.S.P.I. che nomineremo più avanti, vogliamo ricordare M. Gasseau e W. Scategni, il cui cammino si separò da quello dell'Associazione, ma mantenendo coi membri di essa (di cui comunque fan parte come soci onorari) un costante rapporto di confronto e di scambio.

La vitalità del gruppo di formazione e dei seminari teorici istituiti parallelamente ad esso, ci persuase, ad un certo punto, dell'opportunità di formalizzare, costituendo un'associazione culturale senza scopi di lucro e depositandone lo statuto, il nostro gruppo.

Così l'Associazione per lo Sviluppo dello Psicodramma Individuativo prese forma definitiva nella primavera del 1985. Lo statuto dell'A.S.P.I. affermava tra l'altro: l'esistenza all'interno dell'associazione di una "pluralità di modelli teorici e di tecniche operative, la cui validità deve essere soggetta a permanente verifica attraverso la critica e l'esperienza, in particolare nel gruppo di ricerca e formazione che viene riconosciuto come sede privilegiata per decidere le questioni riguardanti la pratica e la teoria." Inoltre: "Lo psicodramma è considerato principalmente strumento di autoconoscenza, che può anche, a seconda dei casi, essere usato a fini etici, terapeutici, estetici, pedagogici."

L'espressione "Individuativo" venne scelta per definire l'aspetto specifico proprio della nostra scuola di psicodramma: oltre alla dimensione analitica infatti essa persegue l'obiettivo dell'Individuazione (che tra i molteplici temi della teoria e della pratica dell'analisi Junghiana è quello in cui più ci riconosciamo) intesa come ricerca del senso particolare ed unitario della propria esistenza, attraverso lo sviluppo, la differenziazione e l'integrazione delle proprie potenzialità e istanze psichiche originariamente contraddittorie.

Furono soci fondatori G. Gasca, C. Gazale, M.E. Ortoleva, M.A. Zavattero, P. Carnevali, L. Stradella, M. Vigliano, G. Petrone, W. Druetta, S. Gaia. Ma furono soci fin dall'inizio (e facevano parte del gruppo da cui l'Associazione era stata generata) A. Masi, T. Pistol, R. Pinna, M. Servetto, M. Credidio, R. Oliva, L. Gallo, C. Palazzi - Trivelli, R. Serini, A. Ferrero, V. Cappa, T. Piovesana, A. Rinaudo.

Quasi contemporaneamente all'A.S.P.I. veniva fondata a Torino un'altra associazione, l'A.P.R.A.G.I.: di questa fecero parte dalla fondazione o nel periodo immediatamente successivo circa una metà dei soci dell' A.S.P.I. Ciò favorì un intenso scambio di esperienze con altri soci A.P.R.A.G.I., in particolare con quelli di formazione gruppoanalitica, ma determinò anche, per così dire, una distribuzione delle funzioni. Mentre infatti nell'ambito A.P.R.A.G.I. e successivamente nella C.O.I.R.A.G. i soci psicodrammatisti si trovavano di più ad esprimere la loro dimensione pubblica: organizzazione di dibattiti e seminari, partecipazione a congressi, istituzione e insegnamento di corsi aperti all'esterno, volti a formare altri terapeuti di gruppo; nell'ambito dell'A.S.P.I. ci si orientò soprattutto verso la ricerca permanente ed approfondita e verso la formazione dei soci stessi come psicodrammatisti e psicoterapeuti, curando che tale processo non fosse mai disgiunto dalla ricerca del significato interiore e del senso che aveva l'essere psicodrammatisti in relazione al progetto della propria esistenza.

Un altro evento concomitante e rilevante nella storia dellA.S.P.I. fu nel 1981 l'istituzione a Torino, nell'ambito dei Servizi Psichiatrici, del Centro Diurno (Day Hospital) di Corso Novara 6, nel quale si trovarono ad operare con diverse funzioni una decina di psicodrammatisti che si erano formati nell'ambito di quella che quella che poi sarebbe divenuta l'A.S.P.I.

Tale centro, primo del genere a Torino e modello su cui negli anni successivi si costituirono molti centri analoghi in Piemonte, realizzò con notevoli risultati tecniche di terapia analogica per la cura della schizofrenia e delle personalità borderline. In esso, accanto allo psicodramma (di cui venne elaborata una variante specifica per pazienti schizofrenici) ed al sociodramma immaginale, vennero usate una molteplicità di tecniche di gruppo (terapie occupazionali, training autogeno, terapie a mediazione corporea, arteterapia, musicoterapia, altre terapie espressive) accuratamente integrate tra loro. Ora queste tecniche differiscono significativamente dallo psicodramma come da noi praticato, ma ciò nonostante l'impianto teorico ed il modello espressivo e interpretativo di questo costituì l'elemento strutturante e unificante che permise di portare avanti tale modello. D'altra parte l'esperienza di rapporto terapeutico e umano con pazienti gravi in gruppi che, embricati tra loro, coprivano gran parte della giornata, insegnò agli operatori a gestire situazioni di estrema complessità ed ebbe un'influenza significativa sulle teoria e sulla pratica dellA.S.P.I.

In questa, la coesistenza ed il confronto permanente (e spesso assai acceso) tra differenti correnti d pensiero si rivelò estremamente stimolante, portando, verso la fine degli anni '80 alla scoperta e, successivamente alla rigorosa definizione, di strumenti tecnici particolarmente efficaci ed alla formulazione di una teoria (la teoria del ruoli-progetto) tuttora in fase di ulteriore sviluppo.

Tale teoria ci fornì una solida base per comprendere come e valutare quanto fossero efficaci le tecniche di psicodramma che ci trovavamo ad applicare nei gruppi o anche altre tecniche di drammatizzazione (sociodramma, gruppi fiaba, role-playing) ma soprattutto ci permise, a partire dall'angolo visuale dell'esperienza psicodrammatica, di costruire un modello coerente e sistematico comprensivo di aspetti quali la struttura della personalità, la psicologia evolutiva, le interazioni psicologiche in ambito famigliare, culturale, sociale, la psicodinamica delle più importanti manifestazioni psicopatologiche (schizofrenia, disturbi dell'umore, personalità borderline, nevrosi, disturbi psicosomatici).

Si costituì così un modello originale di "pensiero a partire dallo psicodramma" confrontabile per coerenza, complessità e precisione di riferimenti specifici, coi modelli delle diverse scuole psicoanalitiche, del cognitivismo e delle teorie sistemiche.

Per dare ulteriore spinta a tali sviluppi teorici e più spazio al dibattito tra le differenti impostazioni, l'A.S.P.I. pubblicò nel 1992 una rivista: Psicodramma Analitico, aperta sia ai contributi più significativi dei soci, sia ad apporti di studiosi di altri indirizzi (psicodrammatisti di altre scuole, gruppoanalisti, psicoanalisti, terapeuti della famiglia) che possano rivestire interesse nell'approfondire l'argomento cui, di volta in volta, ciascun numero della rivista è dedicato.

Gli otto numeri finora usciti hanno avuto come argomenti: 1) Forme, modi, applicazioni dello psicodramma (una panoramica sulle tecniche sviluppate e sugli ambiti in cui si sono rivelate utili);
2) Il ruolo (ricerca dei fondamenti per una teoria dello psicodramma);
3) Psicodramma e Individuazione;
4) Dinamiche individuative dello psicodramma (analisi del senso del lavoro attraverso lo psicodramma, occasione per un confronto con metodi e obiettivi dell'analisi Junghiana, ma anche col concetto di individuazione come compare in altri modelli psicoterapeutici);
5) Psicodramma e Immaginale;
6) Dimensioni immaginali dello psicodramma (esposizione ed esemplificazione della categoria dell'Immaginale, centrale nella funzione del gruppo psicodrammatico, e delle sue applicazioni);
7) Dall'individuo al gruppo in psicodramma;
8) Dal gruppo all'individuo in psicodramma (che esaminando le relazioni tra psicodramma, dinamiche transpersonali in gruppo e dinamiche intrapersonali fornisce spunti per un confronto tra psicodramma e analisi individuale).

La presentazione di ciascun numero della rivista è stata occasione per un pubblico dibattito sul tema in esso trattato.

Tra il 1985 e l 1995 dall'alveo della formazione A.S.P.I. sono usciti una cinquantina di psicodrammatisti, la maggior parte dei quali ha iniziato a condurre gruppi, prevalentemente in istituzioni pubbliche, ma anche in ambito privato, soprattutto a Torino e in zone limitrofe, ma anche in altre province piemontesi (Alessandria, Cuneo, Ivrea, Vercelli, Biella). Pochi invece i gruppi condotti continuativamente fuori dal Piemonte: dal 1992 è in funzione un gruppo a Genova dove un secondo gruppo genovese ha iniziato ad operare nel 1998; negli anni 1995 - 1996 - 1997 è stato attivato un gruppo a Brescia, nel 1996 - 1997 - 1998 un gruppo a Milano, nel 1997 - 1998 a Bologna, dal 1998 è in funzione un gruppo a Schio (Vicenza).

I soci dell'A.S.P.I., o comunque psicodrammatisti formatisi nell'ambito dell'Associazione hanno sviluppato numerose modalità di applicazione dello psicodramma, o di tecniche affini a particolari situazioni, elaborandone varianti specifiche. Ne elenchiamo le principali:

  • Psicodramma per schizofrenici (Ferrero, Gasca, Gaia, Gay, Gazale, Palazzi, Stradella);
  • Psicodramma per bambini (Cappa, Gallo, Palazzi, Zavattero);
  • Psicodramma per adolescenti (Arduino, Di Fine, Piovesana, Servetto, Sordano);
  • Psicodramma per pazienti psicosomatici (Ruffino, Valente);
  • Psicodramma per pazienti tossicodipendenti e borderline in ambito comunitario (Bozzarelli, Motrassino);
  • Psicodramma per pazienti tossicodipendenti in ambito carcerario (Leone, Migliore, Motrassino, Rutigliano);
  • Psicodramma come terapia della famiglia (Ehrhardt, Gasca, Gaia, Palazzi);
  • Psicodramma con genitori di scolari problematici (Masi, Torasso);
  • Psicodramma con genitori di soggetti con disturbi dell'alimentazione (Galea, Gasca, Motrassino);
  • Psicodramma di supervisione (per psicoterapeuti, operatori di comunità, operatori di équipes psichiatriche) (Druetta, Gasca, Pinna, Pistol);
  • Psicodramma per l'analisi di dinamiche istituzionali (équipe psichiatriche, servizi sociali, aziende) (Druetta, Gasca, Pistol, Vigliano);
  • Psicodramma di sensibilizzazione e formazione relazionale (Bozzarelli, Druetta, Gasca, Motrassino, Pistol, Stradella, Vigliano);
  • Sociodramma immaginale per pazienti psicotici (Druetta, Gasca, Gazale, Palazzi, Valente);
  • Gruppi drammatizzazione fiaba per bambini, preadolescenti, psicotici (Piovesana, Rutigliano, Valente);
  • Sociodramma di educazione all'interculturalità ed al confronto interetnico (Amico, Gasca, Motrassino).


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